EPILOGO

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... 5 ANNI DOPO

L'assordante scoppiettio dei fuochi d'artificio attutiva il vociare di persone allegre che si muovevano per raggiungere i palazzetti dove si stavano disputando le gare delle più disparate discipline olimpiche.

Con una bella costruzione di vetro a fare da sfondo, una folla di giornalisti stava cercando di strappare qualche succosa informazione all'atleta che aveva accerchiato e magari accaparrarsi uno scoop.

"Ci dica, Signorina Ima. Quest'anno lei è la più giovane della sua categoria e con la vittoria alle semifinali si è anche affermata come la più giovane a sfiorare il titolo per la propria nazione. Se conquistasse l'oro, sarebbe il primo di queste olimpiadi per voi, padroni di casa. Cosa ne pensa?"

"È un grande onore per me, senza dubbio. Mi sono allenata duramente in questi anni e anche se non posso promettere di vincere, ce la metterò tutta per dimostrare il mio valore."

"Ha gli occhi di tutti puntati addosso, non è agitata?"

"Sarei una sciocca a non esserlo, ma l'unione fa la forza e prenderò tutto il coraggio che il pubblico saprà donarmi per trasformarlo in energia positiva."

"Ci sarà anche suo padre tra il pubblico? Ho sentito che è stato scagionato da tutte le accuse."

"Certo che ci sarà! Ma gli ho detto di fare il bravo. Sapete, è piuttosto emotivo, non voglio che mi faccia fare figuracce", scherzò Sayuri, che fece qualche smorfia mentre le venivano scattate alcune fotografie.

Dietro i flash individuò una sagoma familiare.

"Ora, scusate, ma devo proprio andare! Permesso, devo passare. Scusate... ecco, mi scusi tanto... fate largo."

I reporter non riuscirono a bloccarla e lei sgusciò tra un individuo e l'altro per raggiungere la sua preda e catturarla con un balzo felino, avvinghiandosi alla sua schiena.

"Sei riuscito a venire! Come sono felice!"

"Non mi sarei perso questa gara per nulla al mondo. Né il tuo né il mio."

Namis la fece scendere e la imprigionò in un abbraccio vero.

Sayuri arrossì e poi cominciò a scrutare i dintorni.

"Sei da solo?"

"Certo che no, stupidona. Ma se continui a guardare alla tua altezza non mi vedrai mai!", esclamò una voce maschile accompagnata da un lieve bussare sulla sua testa.

"KALOOY! Grrr, non vale, sei diventato altissimo, non riesco a farci l'abitudine."

L'amico le sollevò il viso e le schioccò un bacio sulla guancia.

"Anche tu mi sei mancata, non poterti vedere per tutti questi mesi è stato orribile."

"Ma sei matto? Ci sono i giornalisti. Se ci vedono sono fregata. E poi cosa sono tutte queste smancerie?"

"E, dai, dillo che mi vuoi bene."

"Certo che sì, ma qui sulla Terra alcuni comportamenti, dovresti averlo imparato, mettono in testa idee strane alla gente."

Namis si mise a ridere mentre qualcosa si scontrava contro la sua gamba: una graziosa bambina gli aveva agguantato il ginocchio.

"Sono arrivata per prima."

"Non è vero, hai imbrogliato", le rispose un secondo bimbo che si fece scudo con Kalooy.

"Ciao, piccole pesti. Che ci fate qui da soli?", domandò quest'ultimo prima di notare un uomo trafelato spiccare oltre la folla.

Zemlyan: RebirthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora