CAPITOLO 22 - 22.2 Così ha inizio...

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Dedicato a: @Valkishina

Il rumore degli alberi morenti si faceva udire sinistro tra lo scricchiolio delle braci ancora accese

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Il rumore degli alberi morenti si faceva udire sinistro tra lo scricchiolio delle braci ancora accese. La stessa Chloor sembrava voler urlare il suo dolore e la sua rabbia contro gli attuali occupanti, che avevano osato calpestare e distruggere la sua essenza.

A sovrastare i rumori c'erano però i lamenti gutturali di un gigantesco Dara a cui nessuna delle altre tre Ombre presenti dava attenzione. Placide, e in attesa di un cenno del loro padrone, sarebbero parse delle statue se non fosse stato per il ritmo del loro respiro che faceva vorticare, in masse cristalline che sbucavano dal petto, un liquido rosso: il sangue di Kijo.

La figura più vicina a Vark era ricoperta di una sostanza viscida, che gocciolava stille sul terreno che evaporavano a contatto con il suolo. Al suo fianco, un'Ombra dalle fattezze umane difettava nelle proporzioni della profondità e appariva attorniata da un'aura sfocata che produceva un fastidioso gioco di tremulo sdoppiamento.

L'ultimo Dara era in quadrupedia: dall'aspetto si sarebbe detto un lupo, ma la sua bestialità era tutt'altro che fiera e affascinante. Fu lui a incedere per primo accanto al Sacerdote sollevandosi sulle zampe posteriori, a proprio agio anche in quella posizione.

"Padrone, cosa stiamo aspettando?", domandò mordendo l'aria con uno schiocco della mascella.

Vark, con il volto mascherato dall'elmo a forma di corvo, esibì un sorriso smagliante di follia.

"Tranquille, mie creature. Assaporate quest'aria di rovina cosicché poi possiate produrne in abbondanza. Voglio che tutto il regno profumi di morte e terrore. La disfatta di Zemlyan e della Terra è vicina. Ormai ci avranno notati, concediamogli l'indulgenza di un addio."

Con una profonda inspirazione si tolse l'elmo e lo porse al Dara bestia, onorato dal gesto. A occhi chiusi, si passò le mani tra i capelli, poi discese lungo il collo, per finire con l'abbracciarsi e sfregare dapprima le spalle, successivamente il busto nudo e pallido, solcato da una miriade di sottili cicatrici. Queste carezze lo scossero d'un brivido di piacere al pensiero di quanto il corpo di Kujo gli stesse, ogni momento che passava, sempre più a pennello.

Voltandosi verso i sottoposti, aggiustò la fascia in vita che sosteneva una stracciata gonna pantalone e il mantello fumoso che ne adornava le spalle si attorcigliò alle braccia spalancate in un gesto autoreferenziale, dimenandosi al ritmo delle burrascose emozioni che il suo proprietario stava provando.

"Miei fedeli Dara. Siete stati plasmati con odio, rancore, invidia, egoismo, meschinità, solitudine e da tutto ciò di cui gli umani si nutrono per appagare il proprio ego, per sentirsi meno inadeguati, anzi, più forti rispetto ai loro stessi simili. E voi, miei Generali, siete il frutto più maturo di questa naturale propensione dell'animo terrestre. Fare del bene costa fatica, il male invece è semplice e fine a se stesso. Ecco perché vincerete. Perché ciò che loro credono impuro e maligno, in verità, è limpido e cristallino. È tempo di finirla con l'amore e i suoi munifici tirapiedi: distruggete le Virtù, l'esercito, ogni cosa che abbia una parvenza di speranza. Ma non osate toccare Saggezza. Lei è mia."

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