Capitolo 27

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"Ma che gli è preso?" mi domandò Alex. Feci cenno di no con la testa: non ne avevo la più pallida idea. Se qualcuno doveva essere arrabbiato, quella persona dovevo essere io, non di certo lui. Non ero io quella che lo tormentava da iniziò giornata.
"Dai, ritorniamo a provare" dissi ad Alex. Decisi che avrei parlato più tardi con Luigi, aspettando che si calmasse un po'. Anzi, non gli avrei proprio parlato. Se voleva risolvere, toccava a lui cercare il confronto, non a me, che non ero assolutamente nel torto.
"Emma, tranquilla... se vuoi tornare in casetta, vai pure senza problemi..." esclamò comprensivo Alex "Non voglio farvi litigare..."
"Tranquillo, non è colpa tua" lo rassicurai io.
"Sei sicura?" mi domandò per l'ennesima volta.
"Alex, se non mi vuoi come insegnante basta dirlo" scherzai io.
"No no, ci manca, con quella canzone non so nemmeno da dove iniziare... è solo perché ti vedo un po'..."
"Alex, io sto bene. Punto. Ora andiamo."
Stavo tutt'altro che bene, sia fisicamente che mentalmente, ma in quel momento avevo assolutamente bisogno di distrarmi con un amico, e non avrei potuto disturbare Ash che quasi sicuramente era alle prese con il fatto di non svenire davanti a Mattia.

"Ok, riprendiamo" esclamai, dopo che ci fummo sistemati in sala.
"Che facciamo?"
"Prova a ricantarmela ancora una volta magari" proposi io.
"Okay" e cantò.
"Allora, non è assolutamente un brutto punto di partenza. Devi solo lasciarti andare. Sei troppo rigido e si vede che non ti diverti abbastanza." decretai.
"In che senso?"
"Nel senso che non devi pensare che sia una sfida... Bella di Jovanotti è una canzone allegra, come quasi tutte le sue canzoni peraltro, quindi devi cercare di trasmettere gioia e spensieratezza a chi ti ascolta..."
"Ma io cerco sempre di trasmettere spensieratezza quando canto..."
"Allora devi sforzarti di farlo ancora di più" spiegai.
"Ma come?"
"Divertiti, balla, ridi, sorridi..."
"Ehm, okay..."
Mi stava guardando mega confuso. Sapeva cos'era il divertimento quel ragazzo? Mi venne un'idea e feci per prendere un altro microfono e riaccendere la base.
"Che vuoi fare?" mi domandò, ancora più spaesato di prima.
"Fai come me" e lo presi per mano.
La musica partì e iniziai a dondolarmi da un lato all'altro, destra e sinistra, destra e sinistra, a ritmo. Lo incoraggiai ad imitarmi, sorridendogli e dandogli volontariamente una "fiancata".
"Tu sei matta" esclamò.
"E tu sei un tronco" decretai.
Si portò una mano sulla fronte, come per farmi capire che era più che basito, e poi iniziò a dondolare da un piede all'altro come me. Da un osservatore esterno, probabilmente, dovevamo sembrare due Teletubbies.
"E gira gira il mondo
E gira il mondo e giro te
Mi guardi e non rispondo
Perché risposta non s'è
Nelle parole
Bella come una mattina d'acqua cristallina
Come una finestra che mi illumina il cuscino
Calda come il pane
Ombra sotto un pino
Mentre t'allontani stai con me forever"
Iniziai io, che, ovviamente, mi ricordavo ancora il testo a memoria. Era una delle canzoni preferite di mia nonna, non avrei mai potuto scordarla. Gli feci cenno di continuare.
"Lavoro tutto il giorno
E tutto il giorno penso a te
E quando il pane sforno
Lo tengo caldo per te"
Riprese lui, con l'entusiasmo di una caramella Benagol al pompelmo che viene pestate e buttata in mezzo alla strada. Lo guardai come a dire: "Se è il meglio che sai fare, stai messo male fratello!".
Ripresi io a cantare, mollandogli la mano e mettendomi a ballare e fare giravolte per la stanza:
"Chiara come un abc
Come un lunedì di vacanza dopo un anno di lavoro
Bella forte come un fiore
Dolce di dolore
Bella come il vento che t'ha fatto bell'amore
Gioia primitiva
Di saperti viva
Vita piena giorni e ore
Batticuore pura dolce mariposa
Nuda come sposa mentre t'allontani stai con me forever"
Mentre cantavo, probabilmente tentando di imitarmi, Alex si mise a fare giravolte a caso. Scoppiai a ridere e mi misi a girare pure io.
Sembravamo due deficienti, altro che Teletubbies.
Alex riprese a cantare e io mi aggiunsi in simultanea a lui.
Fu veramente sfogante.
Ballavamo e cantavamo. Cantavamo e ballavamo.
Nessuno dei due si stava curando di azzeccare o meno le note. Eravamo entrambi un mondo a parte, fatto di giravolte e casqué improvvisati. Terminammo la canzone con un allungo da tenori sull'ultima parola e un inchino ad un pubblico immaginario che aveva assistito all'esordio del nostro strano duo musicale.

"Grazie, Emma... è stato fantastico" mi disse lui, guardandomi sinceramente negli occhi.
"Qualunque cosa con me è fantastica" ammisi ironicamente io.
"Modestia alle stelle qua"
"Pota, quel che è vero è vero"
Scoppiammo a ridere.
"Dai, ora prova tu da solo" proposi.
"Yep, vedrai che andrà meglio"
"Se proprio devo..."
"Devi" dissi e feci partire la base.
Iniziò a cantare e, sorprendentemente, anche a ballare. Era veramente buffo. Al ritornello iniziai a battere le mani a tempo e lui iniziò a saltare. Che soggetto...
"Direi che è perfetta!" esclamai entusiasta, quando terminò la canzone.
"Vuoi sapere come ho fatto?" mi domandò.
Annuii.
"Ho immaginato di ballare con Emma 'Bolle'".
"Che scemo" dissi io, ridendo e spintonandolo.

~

Quando tornai in casetta andai filata in doccia, sia per schiarirmi le idee, sia perché Luigi era beatamente seduto a pranzare con Carola e, piuttosto di mangiare con loro, sarei tranquillamente morta di fame. Ash non era ancora tornata quando uscii e quindi presi in prestito una sua felpa, che aveva diverse volte rifiutato di darmi. Era assolutamente stupenda e anche mega 'shalla'. Mi recai in cucina, sorpassai Carola e Luigi senza degnarli di uno sguardo e mi feci un'insalata, che mi portai in camera per poterla mangiare senza avere l'urto del vomito.
Mi sedetti sul mio letto, tirai fuori il "Fabbricante di Lacrime" e mi misi a leggere. Quel libro era in grado di trasportarmi in un mondo parallelo, costellato da cerotti colorati e rose nere dalla miriade di spine. Adoravo il protagonista maschile del romanzo, Rigel Wilde, chiamato da Ash Righel, tipo righello.
"Eii" una voce mi costrinse ad alzare gli occhi dalla pagina. La sua voce.
"Ciao" dissi io, distaccata.
"Volevo scusarmi per prima..." iniziò Luigi, sedendosi al mio fianco "so di averti trattata male... è che a volte sono così, nemmeno mi accorgo... scusami."
Lo osservai scettica. Strano, io che pensavo che mi avesse già sostituita con Carola...
"Mi perdoni?" mi chiese, facendomi gli occhioni da Gigi-gatto ed avvicinandomisi ancora di più, tanto che riuscii a sentire il suo profumo inebriante.
Sapevo dove voleva arrivare e, non avendo intenzione di cedere, riabbassai lo sguardo sul libro. Mi prese il libro dalle mani e lèsse ad alta voce:
"Quella che ringhia, soffia e graffia di solito è l'anima più vulnerabile.
Dai Emmina, lo dice pure il tuo libro che in fondo sono un'anima indifesa che per attirare la tua attenzione cerca di infastidirti..."
"Luigi ridammi il libro e non banalizzare quella bellissima frase" gli ordinai io.
"Se non mi perdoni, non te lo ridò" esclamò, portandosi il libro dietro la schiena. Determinata mi alzai per prenderò ma lui ci si sedette sopra.
"Dai Luigi, lo roviniii" protestai, purtroppo, inutilmente.
"Allora?"
Le opzioni erano due: o lo perdonavo o scontavo le torture che mi avrebbe fatto patire Ash se le avessi ridato il suo libro con solo una piega. Sì, teneva più al libro che alla mia vita, ma quelli erano dettagli... Non volevo dover affrontare la furia di Ash, ben mille volte peggio di quella di Achille, per rendere l'idea.

"Ok, ti perdono" dissi sbrigativa, provocandogli un sorriso "ora ridammi il libro però."

Partirò da zero con te - le avventure di Luigina e MattinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora