Epilogo

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Cinque anni dopo
Sono ormai passati cinque anni da quando Luigi sollevò la coppa di Amici. Quel giorno fu uno dei migliori della mia vita perché, non solo vinsi il premio Tim e quello della critica, ottenendo una valanga di soldi, ma la mia persona preferita al mondo riuscì a realizzare il proprio sogno. Arrivò in finalissima con Mattia e quando, a seguito di una bellissima 'We are the champions' dei Queen, Maria urlò il suo nome, gli corsi incontro e gli saltai letteralmente addosso, buttandolo per terra. Non c'era persona che si meritasse di vincere più di lui. Mi ricordo che quel giorno, in mezzo ad una pioggia di coriandoli, mi urlò contento "Emma, ce l'abbiamo fatta" e io gli risposi sorridente "okay". Gli okay erano diventati le nostre dichiarazioni. Con un okay ci dicevamo più di mille parole, come dopotutto avevamo sempre fatto. Passammo la serata a festeggiare, tutti insieme. Se qualcuno ancora oggi mi chiedesse qual è la mia immagine di felicità, descriverei esattamente ogni dettaglio di quel giorno: la mia soddisfazione, Mattia ed Ash che improvvisarono una samba della vittoria, Christian e Fra che si riabbracciarono dopo parecchio tempo, le fossette di Alex ed, ultimo ma non per importanza, il sorriso di Luigi.

Da quel giorno molte cose sono cambiate. Ho ricevuto tantissime proposte discografiche ed ho iniziato a tenere i miei primi concerti, così come anche Luigi ed Alex. Ho incontrato moltissime persone che mi hanno fatto sentire tutto il loro affetto e mi hanno ringraziata per ciò che scrivevo nelle mie canzoni. Ho incontrato Ultimo, il mio cantante preferito da sempre, che, non per vantarmi, mi ha offerto una collaborazione che ho accettato esattamente ieri pomeriggio. Sono andata a vedere un'eternità di spettacoli di danza di tutti i miei amici. Ho assistito al matrimonio a Las Vegas di Mattia ed Ash e all'annuncio del fidanzamento ufficiale di Fra e Christian. Ho visto mia nonna commuoversi a tutti i miei concerti. Luigi mi ha portata in Lapponia dicendomi, e cito testuali parole, "almeno quando qualcosa non va non potrai più dire di voler scappare in Lapponia, ma sceglierai almeno uno stato più carino". Alla fine la Lapponia gli è piaciuta talmente tanto che abbiamo già riprogrammato un viaggio per poter visitare ciò che ci manca. Gli ho pure presentato Gemma e, appena l'ha vista, si è immediatamente ricreduto sulla sua altezza, lui che si vantava di essere due centimetri più alto di me. Insomma, ho trascorso cinque anni bellissimi.

Ora mi sto preparando per l'apertura del tour estivo di Luigi a San Siro. Ogni volta che c'è un qualche concerto mi vengono questi momenti di nostalgia in cui mi perdo inevitabilmente nei ricordi.
"Emma, puoi sbrigarti?" mi urla Gemma dal salotto di casa mia.
"Il concerto inizierà a breve, dai" puntualizza Fra.
"Ragazze, calme. Noi abbiamo i posti privilegiati. Non c'è fretta" dice Ash, che è sempre la voce della verità.
Per paura che le mie migliori amiche possano buttare giù la porta del mio bagno se non esco entro due minuti, finisco velocemente di truccarmi, metto il giubbotto ed esco. Immediatamente arrivano Mattia, Christian ed Alex a prenderci e ci dirigiamo alla volta di San Siro.
"Sei agitata?" mi chiede Alex, vedendo che sto tremando.
"Dici?" gli domando sorridendo.
"Devi stare tranquilla" dice "sai meglio di me da quanto si sta preparando per questo giorno"
"È proprio per questo che sono in ansia, genio della lampada"
"Vuoi fare un ballo dei Teletubbies per calmarti?" mi domanda sorridendo. Scoppio a ridere ricordando quella volta che per fargli cantare Bella di Jovanotti l'ho dovuto far ballare per lasciarsi andare.
"Siamo arrivati" sentiamo strillare Ash dalla macchina dietro alla nostra. Per fortuna poi sono io quella con la voce troppo alta.
Scendiamo dalle auto e ci dirigiamo alla nostra entrata. Luigi ci ha riservato dei posti di lato al palco, con la visuale migliore e con delle sedie che, in concerti di quel calibro, sono fondamentali per evitare di svenire, soprattutto per le persone asmatiche come la sottoscritta, a cui manca sempre l'aria. Paradossale contando che nella vita sono una cantante...
Nel giro di dieci minuti, visto che siamo arrivati abbastanza a pelo, il concerto inizia. Canto a squarciagola tutte le canzoni del mio ragazzo, così come tutti i miei amici intorno a me. Luigi è completamente a suo agio sul palco ed interagisce tranquillo con il suo pubblico che lo adora, esattamente come me.
"Ora vorrei fare una cosa un po' particolare" dice Luigi ad una certa. Guardo confusa Gemma che mi sorride insinuante. Cosa sta succedendo?
"Oggi, qui allo stadio con noi, c'è una persona molto importante per me" inizia "la più importante direi"
Il pubblico inizia ad applaudire e a gridare il mio nome. A volte mi dimentico che tutta Italia è a conoscenza di molti dettagli della nostra relazione.
"Emmina mia, dove sei?" sento chiedere Luigi, che si sofferma a ridacchiare sul soprannome sdolcinato che mi ha dato e che non sopporto.
"Emma" mi dice Gemma, vedendomi paralizzata dalla sorpresa "sali su quel palco per l'amor di Dio"
Tutti i miei amici mi fanno cenno di sbrigarmi.
"Dai Emmina, non fare la timida" scherza Gigi, ormai posizionato davanti a me. Cerco di muovermi ma le mie gambe non rispondono ai miei comandi.
"Devo sempre fare tutto io qui" sbuffa Ash, sollevandomi di peso, con l'aiuto di Mattia, e catapultandomi sul palco.
Luigi mi si avvicina e mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi.
"Tu sei impazzito, Gigino" dico io, a metà fra il divertimento e l'imbarazzo.
"Colpa tua, Emmina" esclama lui, allontanando il microfono e scoccandomi un bacio sulla guancia.
Gli sorrido e mi lascio trascinare al centro del palco. Mi guardo intorno: San Siro sold out è uno spettacolo.
"Ora ci siamo" dice Luigi "sta ferma qui e guarda quello schermo"
Finito di parlare si allontana da me e scende dal palco.
"Luigi" tento di richiamarlo ma, in quel casino di applausi e di urla, nessuno mi sente. Me la pagherà più tardi per questa cosa.
Ad un tratto lo schermo davanti a me si accende e parte Nuvole Bianche, il mio brano preferito al pianoforte. Iniziano a susseguirsi davanti ai miei occhi foto e video di me e Luigi in tutte le situazioni possibili ed immaginabili. Mi vengono le lacrime agli occhi e mi porto le mani davanti alla bocca.
"Cara Emmina" inizia la voce di Luigi. Mi volto a cercarlo per lo stadio ma non lo vedo da nessuna parte.
"È inutile che provi a cercarmi, mi sono nascosto troppo bene" dice lui, ridendo sotto i baffi. Rido anch'io.
"So che dentro di te mi stai maledicendo in tutte le lingue che conosci e stai già pensando in che modo farmi fuori, ma prima di farlo ti scongiuro di ascoltarmi almeno qualche istante. Ti ho scritto una lettera. Forse sarà un po' sdolcinata, ma supplico il tuo essere anaffettivo di sopportare un attimo questa tortura che ti sto infliggendo.
Voglio partire scusandomi per il bernoccolo, o meglio, 'bernoccolino', che ti ho procurato sbattendoti involontariamente un cancello in testa la prima volta che ci siamo conosciuti. Non fraintendermi, voglio semplicemente scusarmi per averti fatto male, non per averti aperto un cancello in testa. Ci pensi mai? Se non fosse successo magari ora non saremmo qui. Credo che la vita sia un insieme di coincidenze ed avvenimenti casuali che accadono quando meno te lo aspetti e ti stravolgono la vita. Tu sei la coincidenza più bella in cui io sia mai capitato. Te lo dico già, se mai dovessimo andare a vivere insieme, e spero proprio di sì, il nostro cancello sarà esattamente uguale a quello della casetta di Amici, per poterci ricordare tutti i giorni di come ci siamo conosciuti. Ovviamente in questo preciso istante ti stai portando scioccata una mano alla fronte: me lo aspettavo. Credo che continuerò comunque, per tua felicità, questo supplizio. Dicevo, la nostra futura casa, se mai vivremo insieme, dovrà avere lo stesso cancello della casetta di Amici, ma non solo. Dovrà avere lo stesso tetto dello studio. Quel tetto sul quale, seduti con i piedi che pendevano dal cornicione, ci sentivamo i padroni del mondo. Io, te e nessun altro. Passavamo ore a parlare. Passavamo ore in silenzio. Passavamo ore nelle quali i nostri silenzi parlavano. Non son mai stato troppo chiacchierone, a differenza tua. Faccio fatica ad espormi, per motivi che tu conosci e che non dirò ora. Per questo motivo ho sempre fatto fatica ad inserirmi in un gruppo, a sentirmi totalmente accettato. Con te è stato facile. Con te mi sembra tutto più facile. Anche la peggiore delle giornate con te al mio fianco diventa meno brutta. Okay, ritorno con i piedi per terra perché non è mia intenzione farti venire il diabete. Parlavo della casa dei nostri sogni: vorrei avesse il cancello e il tetto come quelli di Amici. Ma, se non ci fossi tu, essi non avrebbero senso. Quindi, infine, nella mia casa ideale basteresti tu. La mia casa ideale saresti tu. Con i tuoi mille libri. Con le tue mille paranoie. Con i tuoi mille sogni. Semplicemente tu, al cento per cento."
Sto piangendo. Ho il corpo che trema e praticamente non distinguo nemmeno più le immagini proiettate dallo schermo davanti a me. Sento una mano toccarmi la spalla e mi volto, trovandomi davanti agli occhi un Luigi ancora più emozionato di me. Faccio per abbracciarlo e stringerlo forte, ma con un gesto della mano mi ferma.
"Non ho finito" dice "Una volta, in uno dei nostri tanti discorsi sul tetto dello studio di Amici, ti ho chiesto come da bambina sognavi di essere amata e tu mi hai risposto: 'come Piton ama Lily'. Da lì ho iniziato a leggere Harry Potter perché non volevo deludere le tue aspettative. In questi cinque anni probabilmente, però, sono arrivato a capire che il nostro amore non sarà mai perfetto, non sarà mai come quello di Piton per Lily, non sarà mai un amore da favola. Ma sarà nostro. Sarà fatto di sconfitte e vittorie, di momenti tristi e momenti felici, di Luigi ed Emma."
Mi prende per mano e si inginocchia. Io porto la mano libera alla bocca, emozionata come non mai.
"Emma" inizia, anche lui con le lacrime agli occhi "questa sera, davanti a tutta San Siro, voglio prometterti una cosa. Non ti amerò mai come Piton ama Lily, non ti amerò mai come Peter Pan ama Wendy e non ti amerò mai come la Bestia ama Belle. Ma ti prometto che ti amerò sempre con tutto me stesso, fino alla fine, in questo multiverso e in tutti gli altri. Quindi, Emmina mia, vuoi rendermi l'uomo più felice del mondo, diventando mia moglie?"
Lo guardo incredula. Stasera, quando sono uscita di casa, tutto immaginavo tranne che questo. Non ho mai creduto troppo nel per sempre delle favole ma adesso, con davanti Luigi, con davanti l'uomo che mi ha cambiato la vita, con davanti il mio migliore amico, mio fratello, il mio ragazzo, il mio confidente, il mio futuro marito e chi ne ha più ne metta, sto iniziando a credere che esista veramente un nostro perfettamente imperfetto 'E vissero per sempre felici e contenti'.

Partirò da zero con te - le avventure di Luigina e MattinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora