LEGGETE ALLA FINE DEL CAPITOLO E IMPORTANTE!
"Ricordi oggi?" domandò affannosamente ancora tentando di recuperare il fiato perduto durante in bacio.
Annuii appena senza avere la forza di rispondere.
"Era un appuntamento ma non avevo il coraggio di dirtelo"
Arrossii mordendomi nervosamente il labbro inferiore, sentivo il suo sguardo fisso puntato ancora sul mio volto, sembrava non avesse intenzione di spostarsi, sembrava avere quasi una calamita. Non sapevo che cosa rispondere, mi aveva preso alla sprovvista, mi aveva destabilizzato completamente in un solo secondo.
Non ero un'esperta di quelle situazioni e anche se lo fossi stata con Justin avrei dimenticato ogni "regola" che avrebbe retto in quel momento.
"Justin!"
Sussultai.
Le sue mani si distaccarono velocemente da me dirigendosi verso la camera, aprì velocemente la porta facendomi intravedere appena la figura della giovane donna dai capelli biondi.
Sorrideva mentre teneva fra le mani dei panni accuratamente piegati, Justin fece qualche passo in avanti lasciando la porta semiaperta quasi obbligandomi ad osservare la scena.
"Ho trovato questo, potrebbe servirle" disse lei porgendogli quell'ammasso di panni fra le mani, lui annuì appena prendendoli, la donna accennò ad un sorriso senza accorgersi della mia presenza quasi "nascosta" dietro la porta.
Justin si voltò porgendomeli.
Era un pigiama, una maglietta grigia con un piccolo disegno nero e dei pantaloncini bianchi lunghi appena fino a sopra il ginocchio, mi commossi quasi per la dolcezza della donna, insomma, mia madre non lo avrebbe mai fatto.
"E' per te, credo le farebbe piacere se lo indossassi" disse Justin passandosi nervosamente una mano dietro la cute, annuii appena stringendo fra le dita il tessuto morbido quasi a voler scaricare la tensione.
Abbassai imbarazzata lo sguardo, quel silenzio era qualcosa di detestabile, non sarebbe di certo servito in quel momento ma nessuno die due sembrava avere quasi il coraggio di interromperlo.
"Ehm.. ti lascio sola" riuscì a dire appena, annuii prima di vederlo sparire a testa china dietro la porta, mi morsi il labbro con violenza chiudendo gli occhi.
Ci eravamo baciati per la prima volta.
Il nostro primo bacio.
Sentii le guance accaldarsi al sol pensiero del nostro momento, potevo avvertire le sue mani sui miei fianchi, le sue labbra premere sulle mie, i suoi capelli solleticarmi il volto, se solo mi concentravo riuscivo a rivivere quel momento come pochi istanti prima.
Scacciai via il pensiero, no.. era sbagliato.
Entrambi ne eravamo consapevoli, entrambi sapevamo benissimo che non sarebbe mai potuto esserci un "noi", insomma eravamo così diversi, nessuno avrebbe mai creduto che ci fossimo innamorati quando fino a poco tempo prima ci odiavamo tanto da maledirci a vicenda.
Mi cambiai velocemente, si ero decisamente più me stessa anche se per un istante mi mancò sentirmi avvolta dal profumo dell'acqua di colonia che Justin si spruzzava sempre, ogni mattino prima di andare a scuola ed ogni qualvolta uscisse, per ogni occasione.
Aprii la porta entrando in camera, Justin se ne stava seduto a bordo del letto con il cellulare fra le mani, gli occhi fissi come incollati sullo schermo illuminato, non si accorse nemmeno di me, solo quando feci qualche passo in avanti facendo scricchiolare il pavimento alzò la testa.
Incrociai i suoi occhi sentendomi morire, era dannatamente perfetto tanto quanto quel momento era dannatamente imbarazzante, almeno per me.
"Ehi, tutto bene?" domandò corrugando la fronte.
Ah avrei tanto voluto urlargli contro di non farmi una domanda tanto idiota e ridicola, insomma.. diamine mi aveva baciata o se preferiva, ci eravamo baciati eppure per lui doveva andare tutto bene.
Sembrava dal suo tono vocale che non fosse successo niente, come se la sua mente avesse già cancellato tutto, come se si fosse convinto delle mie parole ovvero che non potevamo e che non eravamo nulla, o peggio ancora, si era pentito di avermi baciata.
Annuii trattenendomi, fece un cenno con il capo alzandosi e posando il cellulare sopra il tavolo posato contro la parete bianca, si passò una mano fra i capelli prima di aprire la porta della camera.
"Ti va di scendere?" chiese poi voltandosi appena, annuii avvicinandomi e facendogli cenno con il capo di proseguire, mi guardò un secondo con la coda dell'occhio per poi superare la soglia della porta ed imboccare la rampa di scale. Lo seguii sino al piano sottostante, nel solito silenzio che aveva caratterizzato gran parte dei nostri ultimi momenti passati assieme, aprì la porta del salotto entando.
Ci avvicinammo al divano, Jane era seduta mentre teneva fra le braccia Jaxon che le reggeva le braccia saldamente legate attorno al suo collo, al suo fianco Jeremy guardava la televisione ed infine la piccola Jazmine occupava gli ultimi scarsi centimetri del divano.
Si voltarono tutti ad osservarci non appena notarono la nostra presenza, la donna mi sorrise, era incredibile ma mi sentii così amata da avere la tentazione di andare ad abbracciarla, mia madre non mi aveva mai guardato tante volte in così poco tempo in quel modo.
Il televisore era acceso, trasmetteva la stessa trasmissione che quotidianamente anche mio fratello guardava insieme a mio padre, io però non me n'ero mai interessata.
Justin mi fece tornare alla realtà afferrandomi la mano e stringendola quasi a volermi svegliare da quella sorta di trans in cui ero caduta.
Sorrisi appena mentre mi osservava come a capire a cosa stessi pensando, iniziò a camminare portandomi con se, verso la poltrona, si sedette sopra prima di prendermi i fianchi attirandomi a se fino a farmi sedere sopra le sue gambe.
Deglutii non appena mi cinse la vita con le braccia facendo aderire completamente il mio corpo al suo, sentivo il suo respiro regolare andare in sincronia con il mio, tuttavia non riuscivo a non sentirmi in soggezione. Forse per Justin non c'era niente di strano o di "sbagliato" ma essere lì seduta fra le sue braccia davanti alla sua famiglia mi faceva sentire invadente, quasi troppo sicura di essere piaciuta loro.
"Tutto bene principessa? Stai tremando" osservò Justin in un sussurro.
Non me n'ero nemmeno accorta, avevo iniziato a tremare senza rendermene conto e non una per qualche ragione specifica, mi passai così nervosamente una mano sulla fronte respirando profondamente.
"Si tutto bene" annuii forse quasi per convincere me stessa che davvero andava tutto bene.
Sembrò cercare in qualche modo di credermi, forse era solo troppo evidente che in realtà non andava tutto proprio completamente bene ma speravo mi credesse senza porre ulteriori domande. Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di lasciarmi un bacio sulla gota, mi sentii subito arrossire le guance.
Ridacchiò.
Mi voltai appena verso l'uomo a pochi metri da me, mi osservava sorridendo, per qualche ragione sembrava felice di aver visto quella scena e di vedere quella sorta di "rapporto" che Justin aveva con me.
Passarono una decina di minuti e mi portai una mano alla bocca sbadigliando per poi inclinare la testa all'indietro posandola al petto di Justin, mi accarezzò il ventre con il pollice prima di ruotare lo sguardo verso di me.
"Stai bene?" credo fosse la centesima volta che mi poneva quella domanda quel giorno ma non ci feci caso ed annuii.
"Si sono solo stanca" risposi sentendo le palpebre pesanti, annuì accarezzandomi i fianchi con le mani.
"Vieni, andiamo a dormire" disse.
Mi alzai e fui subito seguita da lui.
"Noi andiamo a letto, la piccola è stanca" disse ai due prendendomi in giro prima di darmi un pizzico alla spalla.
Alzai gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto.
"D'accordo, ci vediamo domattina allora" rispose l'uomo sorridendo ad entrabi.
"Buonanotte" aggiunse la donna.
Sorrisi, la mia attenzione venne catturata da Jazmine la quale si era legata al mio corpo in una sorta di abbraccio, era così tenera.
La sollevai stringendola fra le braccia, non mi aspettavo mi abbracciasse invece lo aveva fatto senza pretese o spiegazioni, era una bambina infondo, era così pura nella sua semplicità.
"Tu sei la principessa di Justin?" chiese di punto in bianco.
Mi sentii avvampare come solo Justin era riuscito, lo sentii ridere alle mie spalle il che m'innervosì portandomi ad odiarlo per un secondo, avevo capito che me la sarei dovuta cavare da sola.
"A dire il vero credo sia tu la principessa di Justin" risposi accarezzandole i capelli biondi, mi sorrise stringendomi più forte prima di negare con la testa.
"No io lo sono di Jaxon .." rise appena indicandolo mentre ci osservava interessato dalle gambe della madre.
"Ma tu sei quella di Justin.. giusto?" deglutii, non sapevo cosa altro risponderle, non le avrei mai detto di si, mi sarei sentita presuntuosa nel ritenermi tanto importante da definirmi la sua principessa ma non potevo nemmeno negarlo, sapevo che in qualche modo gli avrebbe dato fastidio, era una cosa alla quale per quanto poco Justin teneva partircolarmente.
"Si lo è Jazmine, ma ora la porto a dormire prima che si addormenti in piedi" intervenne.
Mi posò un braccio attorno alla vita mentre la piccola mi scendeva dalle braccia dopo avermi lasciato un piccolo bacio sulla guancia, diedi uno sguardo a Justin scoccando la lingua contro il palato in risposta a ciò che aveva detto poco prima.
"Non dovresti parlare, guardati.. non ti reggi in piedi" azzardai passandomi le dita fra una ciocca di capelli, lui alzò gli occhi al cielo negando con la testa.
"Sogna, andiamo?" annuii, mi voltai appena per dare un ultimo sorriso a Jeremy e a Jane che avevano assistito alla scena in disparte, senza interferire, erano davvero persone speciali.
Per vari motivi continuavo a paragonarli ai miei genitori, loro erano davvero molto diversi, mi chiedevo il motivo per cui Justin passasse così poco tempo a casa con un padre e una donna al suo fianco così.
Salii le scale sotto il suo sguardo e tornai in camera, sbadigliai lasciandomi cadere sopra al suo letto.
Era davvero comodo.
Okay lo posso ammettere, stavo davvero morendo dal sonno ma non lo avrei mai detto a Justin, non gli avrei mai dato una soddisfazione tale.
Rise osservandomi ed avvicinandosi al letto.
"Chi ti ha detto che dormirai qui?" domandò incrociando le braccia al petto.
Sorrisi, forse non lo avrei dovuto fare ma non la trovavo una cattiva idea, d'accordo non era propriamente da Evelyn versone razionale ma infondo quella parte di me c'era davvero poche volte quando si trattava di Justin.
"Non mi vuoi?" domandai alzando un sopracciglio.
Mi morsi il labbro mettendomi seduta a gambe incrociate sopra il letto, Justin alzò le spalle sedendosi accanto.
"D'accordo, se la metti così andrò da Jazmine, lei mi accoglierà di sicuro" sentenziai alzandomi.
Sorrisi facendo in modo che non mi vedesse, ero parecchio curiosa di vedere la sua reazione, volevo capire cos'avrebbe fatto nell'eventualità che non avessi passato la notte con lui.
Non arrivai alla porta che due braccia mi cinsero da dietro, sorrisi automaticamente.
Era lui, chi altri.
"Tu non vai da nessuna parte" mi sussurrò all'orecchio stringendomi di più a se.
"Sapevo che non mi avresti lasciata andare" dissi abbassando la testa, lo sentii irrigidirsi alla mia frase, entrambi sapevamo dell'enorme verità che avevo detto, ma forse per lui era ancora troppo dura ammetterlo, infondo parlavamo di Justin. Di quel ragazzo tanto duro e freddo da non aver mai avuto una relazione "seria" che non consistesse solo in rapporti strettamente ed esclusivamente fisici.
"Come fai ad asserne così sicura?" domandò senza muoversi di un solo millimetro, deglutii. Infondo in un certo senso poteva anche avere ragione, del resto non sarei forse dovuta essere così certa ma non potevo evitarlo, ero sicura che mi avrebbe fermata.
"Non lo so, solo so che non mi lasceresti" risposi voltandomi, annuì senza proferire parola accarezzandomi appena il ventre con le dita, rabbrividii prima di inumidirmi le labbra con la lingua.
"Non farlo" disse poi, corrugai la fronte osservandolo come a cercare di capire a cosa si riferisse.
"Che cosa?" chiesi.
"Quello, è.. alquanto provocante"
Dopo pochi secondi intuii che si riferiva al fatto che mi fossi passata la lingua sulle labbra, alzai innervosita gli occhi al cielo sospirando. Le sue erano davvero delle paranoie assurde, prima non potevo roteare gli occhi perchè non era da me e poi nemmeno inumidirmi le labbra secche, era assurdo.
"Non essere ridicolo" dissi solo spingendolo lontano e sorpassandolo, per tornare sopra il letto, mi sedetti a gambe incorciate osservandolo. Si voltò verso di me sbuffando per poi passarsi una mano fra i capelli.
"Non capisci che sei provocante cazzo! Tutti i ragazzi ti spoglieranno con gli occhi, ogni qualvolta lo farai!" esclamò alzando leggermente il tono della voce, mi portai le mani al volto scuotendo la testa e mordendomi il labbro.
Era ridicolo.
"E anche se fosse, ti da fastidio?" azzardai poi.
Si passò velocemente la mani fra i capelli scompigiandoli per poi fare qualche passo in avanti avvicinandosi, sbuffò irritato da quella che lui chiamava "insolenza", appena ricevuta da parte mia.
"No, certo che no.. infondo noi due non siamo niente giusto?" sputò fuori aspro poi. Dio se facevano male quelle parole... ma sapevo bene che erano la pura verità, non non eravamo e non saremmo mai stati qualcosa, eravamo il nulla insieme.
Annuii appena senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi, mi lasciai cadere contro il letto morbido prima di essere affiancata da lui, sospirò ruotando la testa verso di me.
"Scusa non volevo" disse abbassando gli occhi evitanto di farli incontrare con i miei, annuii appena spostandomi una ciocca di capelli dal volto.
"Non importa, infondo hai detto la verità per quanto tu non abbia usato il metodo migliore" dissi alludendo al fatto che si fosse innervosito per nulla, annuì appena sfiorandomi la guancia con il dito.
"Buonanotte" aggiunsi poi chiudendo lentamente gli occhi, sospirò accarezzandomi la fronte e spostandomi i capelli dietro l'orecchio.
"A domani principessa" non sentii altro, nemmeno un altro tocco o un sospiro, caddi in un sonno profonto tanto da poter essere paragonato ad un letargo, non avevo le idee chiare a dire il vero ma sapevo che non sarebbero mai diventate tali, infondo si trattava di Justin.
Una luce alquanto aspra e fastidiosa iniziò a solleticarmi gli occhi, li aprii lentamente portandomi una mano al volto, notai appena una figura illuminata dai raggi del sole. Justin era accanto all'armadio a pochi metri dalla finestra aperta, s'infilò velocemente una giacca in pelle prima di voltarsi verso di me accorgendosi così, che mi ero svegliata.
"Credevo di doverti svegliare" sorrise appena avvicinandosi, feci una smorfia mettendomi seduta e passandomi la mani sul volto assonnato.
"Ti aspetto giù d'accordo?" annuii appena, accennò ad un sorriso sparendo pochi secondi dopo dietro la porta della camera che in fretta si richiuse alle spalle.
Non saeìpevo se essere preoccupata della cosa ma sapevo che molto probabilmente aveva passato svariati minuti ad osservarmi nel sonno, m'imbarazzai al pensiero e per un secondi mi sentii in soggezione come quasi se mi stesse osservando.
Era incredibile e assurdo l'effetto che mi facesse, non sapevo il motivo ma ero cera di una cosa, nessuno mi faceva aveva mai fatto avere determinate reazioni, che solo Justin mi spingeva a portare.
Forse era per questo che non era come gli altri, che era diverso e che per quanto fosse il ragazzo sbagliato per eccellenza, non riuscissi a mettere della barriere nei suoi confronti.
Justin
Scesi velocemente le scale, non sapevo cosa mi stesse succedendo ma sapevo di dover restare il più lontano possibile da quella ragazza. L'avevo baciata, l'avevo contemplata per svariati minuti quel mattino mentre era ancora addormentata fra le mie braccia.
Dio, era la creatura più bella che i miei occhi avessero mai visto.
Sapevo anche però che mai nessuna ragazza mi aveva dato dei pensieri simili, che lei fosse diversa ormai la mia mente lo sapeva benissimo, ma non riuscivo ad accettare che una ragazza mi cambiasse come stava facendo lei. Senza contare che il nostro rapporto era sempre stato travagliato e scontroso, credo nemmeno lei sapesse i motivi del cambiamento radicale del nostro rapporto.
Arrivai in cucina, Jane era seduta su di uno sgabello mentre teneva sulle gambe Jaxon, mio padre invece stava sistemando Jazmine sopra uno dei tanti sgabelli, ancora troppo alti per lei.
"Ehi.. dov'è Evelyn?" mi chiese subito non appena mi vide, mi avvicinai lasciandole un bacio sulla testa.
"Si sta preparando" risposi mettendomi accanto, annuì appena prima che la mia attenzione venne catturata dal sorriso di Jane.
"Dev'essere una ragazza molto speciale se l'hai portata qui, no?" alzò un sopracciglio posando delicatamente il piccolo a terra.
Deglutii alla sua domanda, oh se lo era, ma non riuscivo ancora a dirlo, mi limitai ad annuire senza avere il coraggio di dire che fosse una delle persone più importanti della mia vita.
"Non bisogna vergognarsi dei propri sentimenti Justin" agggiunse lei, non feci in tempo ad aprire bocca o anche solo a ragionare sulla sua frase, che Evelyn entrò dentro la cucina.
Indossava gli stessi vestiti della sera precedente, gli occhi arrossati per via del sonno, le gote rosate ed i capelli legati in modo disordinato da un elastico nero.
Sorrise a tutti prima di mettersi accanto a Jane.
Non avevo fame ma sapevo che se non avessi toccato cibo Jane in qualche modo si sarebbe offesa, mi imposi così di mangiare qualcosa, presi il pacco di biscotti e ne addentai un paio.
Mi passai una mano fra i capelli prima di voltarmi a guardarla, quando mi notò sorrise appena arrossendo, era perfetta ogni qualvolta sorridesse, ogni qualvolta arrossisse - ed in mia presenza era frequente -.
"Andiamo?" domandai, annuì alzandosi dal tavolo, si chinò appena dando un piccolo bacio sulla tempia a Jazmine la quale la abbracciò, ed una carezza alla guancia rosea di Jaxon.
"Tornerò per pranzo" dissi alzandomi.
"Dove vai?" mi domandò mio padre frenandomi.
"La porto a casa e passo da Chaz, deve.. darmi un libro" mentii.
Era vero che sarei andato da Chaz, ma non per un libro, saremmo infatti passati alla palestra per un piccolo allenamento, niente di che ma importante in vista dell'incontro a solo un giorno di distanza.
Salii in macchina seguito da Evelyn, si appoggiò al sedile prima di guardare fuori dal finestrino come faceva ogni singola volta.
Evelyn
Justin prese il pacchetto di sigarette dal portaoggetti dell'auto, ne prese una e se la portò alle labbra prima di accenderla e di aprire il finestrino.
Insipirò chiudendo gli occhi per qualche secondo prima di rilasciare il fumo, il quale fuoriuscì dalla macchina.
Che ci crediate o no quando fumava e la sua mascella si contraeva era ancora più attrente del solito.
Parcheggiò sul ciglio della strada davanti al cancello di casa, mi sciolsi i capelli rilegandoli velocemente sotto il suo sguardo.
"Grazie di tutto" sorrisi appena incrociando i suoi occhi, ricambiò accarezzandomi il palmo della mano e facendomi attraversare il corpo da una scarica di brivdi continui.
"Allora.. a domani" dissi staccandomi ed aprendo la portiera, lui annuì prima di inclinarsi su di me e di lasciarmi un bacio sulla tempia destra facendomi deglutire automaticamente.
"A domani principessa" mi sussurrò.
Scesi dall'auto sparendo poco dopo tra le piante del vialetto per la porta d'ingresso. Presi le chiavi dalla tasca esterna degli shorts e la infilai nella serratura, uno.. due scatti e la porta si sbloccò.
"Ehi Evelyn!"
Oh no, ancora la sua voce.
Dean.
"Ehi, che ci fai qui.. non credevo passassi" dissi passandomi nervosamente la mano sulla nuca, lui fece un cenno con il capo baciandomi appena la gota, rimasi colpita dal gesto, di solito non si lasciava andare a tanto e solitamente ricordava che non amavo i ragazzi che al "primo" incontro, si sentivano abbastanza importanti da fare atti simili nei miei confronti.
"Ieri non ho avuto l'occasione di salutarti" spiegò poi, annuii accennando un sorriso. Non avevo argomenti con lui, pregavo di trovare un qualcosa su cui discutere o magari una scusa - che comunque probabilmente non avrebbe retto - ma niente, non ci riuscivo, mi sarebbe servito un miracolo.
Justin
Accostai appena davanti alla casa di Chaz, come sempre era già fuori ad aspettarmi con il mio borsone degli allenamenti che il giorno prima mi ero scordato a casa sua.
Lo afferrai gettandolo nei sedili posteriori mentre lui mi affiancava, mi diede una pacca afferrando una sigaretta dalla tasca posteriore dei jeans, l'accese e se la portò alle labbra dopo aver abbassato il finestrino.
"Com'è andata?" domandò.
"Alla grande, non credevo di vincere così facilmente" commentai ruotando il voltante, lui sembrò torvo alla mia risposta e scosse la testa attirando la mia attenzione.
"Non mi riferivo alla corsa.. io parlavo di Evelyn" deglutii.
Brutto argomento.
"Che dovrei dirti?" avev intuito che sospettava qualcosa, non l'aveva mai chiamata per nome ma molto probabilmente aveva captato che qualcosa fra me e lei era cambiato.
"Non so, è successo qualcosa?" alzò le spalle, deglutii ancora negando appena con la testa, non sembrò credermi tanto che inarcò un sopracciglio soffiando fuori dall'auto il fumo.
"Non sembri convinto" osservò.
Cosa dovevo fare? Era mio amico si, ma non sapevo se fosse il caso di dirgli la verità, infondo parlavamo di Evelyn e non di una delle mie tante puttane.
"Non dire niente a Chris" aniticipai, alla mia affermazione corrugò la fronte.
"Che hai fatto?" entrambi sapevamo che se non volevo mettere in mezzo Chris allora, la cosa era seria, non capitava mai che dicessi una cosa solo ad uno di loro eppure quella volta lo stavo facendo, ma del resto non avrei mai potuto raccontare dell'accaduto a Chris, era suo fratello.
"L'ho baciata" dissi schietto senza avere il coraggio - per la prima volta - di guardarlo negli occhi.
"Tu cosa?! Dico.. come, quando, perchè?!" esclamò gettando la sigaretta ancora a metà fuori dal finestrino e voltandosi velocemente verso di me.
"Non me lo chiedere, non so cosa sia successo ma lei era lì.. era così vicina, così bella e non ce l'ho fatta" alzai le spalle stringendo più forte il volante fra le mani sino a far diventare le nocche bianche.
"Ne sei innamorato?"
Io innamorato? Impossibile.
Justin Bieber non s'innamora, è impossibile.
Non mi ero mai innamorato in ventuno anni e non lo avrei fatto ora, non con lei poi, giusto? Si giusto.
"Io non m'innamoro Chaz, è solo una delle tante" alzai le spalle portando lo sguardo sulla strada.
"Ah certo.. allora è per questo che l'hai portata da te a conoscere la tua famiglia, perchè è una delle tante" annuì ironico scoccando la lingua contro il palato.
Oh quanto lo odiavo.
Era assolutamente detestabile il modo in cui sapesse sempre trovare una via per incastrarmi in qualche modo.
"Ehi aspetta"
La mia attenzione venne catturata dall'ultima cosa - o per meglio dire persona - che avrei voluto vedere.
Dean.
Stavamo passando davanti alla casa di Evelyn per andare alla palestra per l'allenamento ma non ero riuscito a non vedere quel pezzo di merda ancora una volta davanti alla sua porta.
Accostai in fretta osservandoli dall'interno della macchina sotto lo sguardo confuso di Chaz che cercava in qualche modo di capire chi fosse il ragazzo.
Evelyn sorrdeva mentre lui le raccontava chissà quale storiella, si lasciò anche sfuggire una risata prima di essere accarezzata in volto dalla lurida mano di quel bastardo.
Mi trattenni deglutendo ma non riuscii a restare in macchina per molto, infatti pochi secondi dopo arrivò la goccia che fece traboccare il vaso. Dean l'aveva presa fra le braccia e le aveva lasciato un bacio sulla tempia destra, dove meno di dieci minuti prima si erano posate anche le mie labbra, no non lo avrei mai potuto accettare.
Aprii in fretta la portiera dando un'occhiata a Chaz al mio fianco.
"Seguimi" ordinai scendendo dall'auto, mi affiancò in fretta mentre scavalcavo con un balzo il cancelletto chiuso.
"Chi è quello?" domandò una volta che mi raggiunse, serrai la mascella osservandolo mentre spostava il peso da un tallone all'altro credendo di riuscire a conquistarla in qualche modo, magari recitandole chissà quale poesia.
"Un lurido pezzo di merda che vuole portarmela via" dissi a dentri stretti, chiusi la mano in un pugno avvicinandomi, quando Evelyn mi notò e subito dopo Chaz e strabuzzò gli occhi, mi sembrò di riviviere la stessa scena già per la seconda volta in due giorni e tutto per cosa? Per quell'idiota che ci provava costantemente con lei.
Lo afferrai per il colletto senza badare ad Evelyn a pochi centimetri da lui, lo sbattei al muro arrivandogli ad un nulla dal volto. Era un codardo, sentivo la sua paura scorrere nelle mie vene per poi trasformarsi in rabbia, non aveva le palle quello era certo, se la stava già facendo sotto.
Pff, patetico.
"Che vuoi ancora tu?" chiese quasi senza la forza di pronunciare quelle parole a causa della mia stretta morsa, nella quale lo avevo obbligato.
"Non provare più ad avvicinarti, lei è mia" ringhiai ad un nulla dal suo volto, lo avvertii tremare ma non feci in tempo a dire altro che la mano di Chaz mi si posò sulla spalla invitandomi a lasciarlo andare.
Sbuffai allentando la presa sino a lasciarlo andare, si passò una mano sul collo prima di puntarmi lo sguardo contro, forse credeva di mettermi paura ma non sapeva evidentemente chi aveva davanti.
"Non perdere tempo con lui" mi sussurrò Chaz a pochi passi da me, serrai la mascella ma non feci in tempo a rispondere che Evelyn fece qualche passo in avanti prima di allacciare le braccia attorno al mio collo. Inizialmente rimasi immobile non aspettandomi un gesto simile, ma bastarono pochi secondi perchè le portassi le braccia intorno alla vita e la stringessi a me, posando le labbra nell'incavo fra il suo collo e la sua spalla.
"Sono sempre tua" sussurrò appena in modo quasi impercettibile.
"Davvero?" domandai alzando un sopracciglio e guardandola negli occhi facendo scontrare le nostre fronti, lei sorrise lasciandosi sfuggire una piccola risata.
"Lo sono sempre stata" rispose poi accarezzandomi appena la guancia, sorrisi d'istinto a quelle sue parole, ad interrompere il momento fu solo un sospiro di frustrazione da parte di Dean.
"Ehm.. credo che sia il caso che tu vada" disse Evelyn voltandosi verso di lui, annuì appena e fece l'ultima cosa che si sarebbe dovuto permettere di fare in mia presenza.
Posò infatti una mano sul fianco di Evelyn cercando di attirarla a se per lasciarle un bacio - nuovamente - sulla tempia, peccato che non avesse fatto i conti con me. Le cinsi il bacino da dietro tirandola verso di me ed incollando il mio corpo al suo.
"Non la toccare" ringhiai.
Non disse nulla, si passò una mano fra i capelli e corse via, le regole erano semplici, del resto ce n'era una.
Lei era mia, nessuno doveva toccarla.*****
Eccomiii.. Allora vi chiedo un favore potete leggere la mia storia Hate or Love? Justin Bieber
Perfavore!!!!!!!!!!!!!! Vi pregoo non fate che leggete e non andate neanche a dare un occhiata ci tengo davvero tanto! :C
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I'm Danger (Justin Bieber)
FanfictionIspirato a una storia vera... Evelyn Smith, una ragazza semplice, timida anzi, timidissima. Tanto riservata e chiusa in se stessa da permettere a tutti di schiacciarla, tutti tra cui lui: il suo incubo più grande. Justin Bieber, il migliore amico di...