Capitolo 23

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Alzai il volto da quello che era il petto della persona che mi faceva stare come mai nessuno era riuscito, spostai lo sguardo contro il suo che mi fissava dall'alto, mi passò una mano sotto gli occhi scacciando delle piccole velature di lacrime che minacciavano di solcare il mio volto. Mi prese la mano sino ad arrivare a quel telo spiegazzato dello stesso colore chiarissimo della sabbia, mi guardai intorno contemplando ogni singolo oggetto, ogni singola premura che Justin si era preso per fare tutto ciò.

Mangiammo in silenzio tutte le cose che aveva messo dentro il piccolo cestino di vimini, nessuno dei due proferì parola per interminabili minuti apparentemente delle ore, sino a quando non mi alzai guardando il mare.

Era meraviglioso, tutto sembrava essere divenuto perfetto per una sera, l'acqua marina più verdognola e cristallina del solito, la spiaggia più nitida, più pulita, e il sole rosso come lo era stato poche volte in quell'anno.

Justin mi affiancò contemplando quanto me quella bellezza che ci circondava, credo avesse organizzato tutto quello in riva al mare, perchè era perfettamente a conoscenza del fatto che amassi con tutte le mie forze il mare e tutto ciò che lo riguardava, diciamo che era andato sul sicuro.

"Mi dispiace per oggi" ruppe il silenzio abbassando  lo sguardo ed iniziando - a dir poco nervosamente - a dondolarsi sui talloni, spostando di continuo gli occhi dalle scarpe nere, al mare proprio davanti a noi.

"Lo so, abbiamo sbagliato entrambi" risposi, annuì senza aggiungere altro, credo nessuno dei due volesse più tornare sull'argomento, era abbastanza lampante il fatto che ci fossimo perdonati. La sua mano toccò piano la mia facendo intrecciare fra di loro le nostre dita, alzai lo sguardo incrociando a mezz'aria il suo.

"Andiamo a fare una passeggiata?" mi chiese, annuii accennando ad un sorriso. Si sfilò le scarpe ed iniziammo così a camminare lungo tutta la riva, a piedi nudi, immersi nell'acqua fredda della sera, solo con il rumore delle onde.

Arrivammo a degli scogli posti al finale della spiaggia, dopo essi solo una grande strada usata dai comuni passanti con le loro automobili, Justin si guardò intorno un secondo prima di sedersi sopra uno degli scogli più grandi e di prendermi i fianchi mettendomi sopra le sue ginocchia, com'era solito fare quasi quotidianamente.

"Com'è andato l'allenamento?" chiesi iniziando a disegnare dei piccoli cerchi immaginari con l'indice, sopra il suo petto, alzò le spalle passandosi una mano fra i capelli.

"Come sempre, non ci sono novità.. Chris mi ha detto che l'incontro sarà venerdì sera" spiegò, feci un piccolo cenno con il capo abbassando lo sguardo, mi chiedevo se fosse sempre stato così, se sin dall'inizio avesse avuto sempre di media,  quasi un combattimento la settimana.

"A che cosa pensi?" chiese scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, negai con la testa accennando ad un sorriso.

"Niente d'importante"

"Verrai al combattimento?" alzai lo sguardo sino ad arrivare al suo volto, non sembrava agitato, infondo credo sapesse la mia risposta ma quel gran senso di calma stava lentamente arrivando anche a me.

"Certo" annuii, sorrise accarezzandomi una guancia soddisfatto della risposta ottenuta.

"Vengo a prenderti alle 19.30, questa volta non tornerai a casa tardi" disse, annuii stringendo fra due dita una ciocca dei suoi capelli biondo cenere e guardando sempre più presa, quel viso che mi ricordava vagamente quello di un angelo.

Sorrise apparentemente senza un motivo.

"Sei bellissima questa sera" sussurrò piano quasi con paura di farsi sentire, arrossii immediatamente mordendomi un labbro quasi a voler nascondere il sorriso che mi si era automaticamente stampato in volto. I suoi occhi caramello capaci di far sciogliere il cuore di chiunque, i capelli biondo grano, la mascella in vista e un sorriso da far invidia al mondo. Questo era Justin, semplicemente il ragazzo pià dolce e più perfetto, che i miei occhi avessero mai assaporato.

I'm Danger (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora