"Capitolo 35"Ero un idiota, un emerito idiota. Per quale assurdo motivo ero andato a dire a quella ragazza una cosa del genere? Davanti ad Evelyn, davanti a lei! Mi sentivo uno schifo, di secondo in secondo la sensazione di essere la causa del cuore infranto di una ragazza mi assaliva e non di una ragzza qualsiasi, della mia ragazza, era solo colpa mia. Ma volevo solo scherzare - se può essere una scusa - insomma, non credevo se la sarebbe presa così tanto. Non era mai stata una ragazza gelosa, ne con me, ne tantomeno con nessuna delle sue cose, mai. Vederla alzarsi in piedi e correre in lacrime fuori dal bar era solo il primo passo, ma sfortunatamente lei non si era limitata a quello. Ero convinto sarebbe bastato uscire e chiederle scusa per chiarire, e invece lei mi aveva lasciato. Non mi aveva mai impedito di toccarla, ma quella volta lo fece e con un odio tale nel timbro vocale, da farmi venire i brividi.Accostai sul ciglio della strada ed entrai in casa, mio padre non sarebbe tornato a casa presto per via del lavoro e Jazmine e Jaxon sarebbero rimasti a scuola sino a tardo pomeriggio. Ma sfortunatamente Jane era a casa, e sapevo che lei avrebbe capito subito che c'era qualcosa che non andava, speravo però fosse distratta da altro e non prestasse molta attenzione a me."Ehi, avresti potuto avvertirmi che pranzavi fuori" arrivò dalla cucina con aria arrabbiata, le mani salde sui fianchi, il solito grembiule che usava sempre per cucinare. Sospirai, una ramanzina delle sue era l'ultima cosa della quale avevo bisogno.Avevo rotto con Evelyn, il dolore era già a sufficienza."Non l'ho fatto apposta ma ti prego, niente ramanzine, eh? Non oggi" gemetti lasciando cadere lo zaino a terra."Uh, brutta giornata per il playboy della scuola?" mi schernì passandomi una mano fra i capelli alzandomi il ciuffo di qualche millimetro com'era - detestabilmete - solita fare. "Che è successo? E' andato così male l'esame?""No l'esame è andato stranamente bene. Ma, io ed Evelyn abbiamo rotto" lo dissi con un filo di voce, pensarlo era una cosa, dirlo tutt'altra, faceva ancora più male di quel che credevo."Cosa, per quale motivo?" chiese allargando le braccia, sapevo quanto Evelyn le piacesse, o per meglio dire quanto piacesse a tutta la famiglia."Perchè sono un idiota" alzò un sopracciglio portando curiosa le braccia al petto. " Un idiota che va a dire a una ragazza che non è male davanti alla sua ragazza come se niente fosse" strinsi le mani in due pugni. Sapevo di aver sbagliato, purtroppo anche Evelyn lo sapeva."Mi dispiace, tesoro. Ma si può sapere che ci fai qui?""Ci vivo, se non ricordo male" dissi ovvio. Lei ridacchiò stringendomi la mano."Intendo che ci fai ancora qui? Vai a rimediare se ci tieni a lei, no?" sorpirai."Vedi, ho avuto abbastanza storie per sapere che andare da lei ora non servirebbe a niente" eccome se lo sapevo. Nessuna ragazza poche decine di minuti dopo una rottura sarebbe stata in grado di sostenere una conversazione."Mh, le definisci storie?" domandò scettica."Oh andiamo, hai capito. Sappiamo entrambi che andare a parlarle ora non servirebbe, devono prima calmarsi le acque, ora devo pensare e come restare un pò senza di lei" deglutii.Imparare a stare senza di lei. No, ti prego no.
Jane sospirò.
"So che non ce la farai, ma se pensi di esserne in grado smetiscimi, Justin" se ne andò tornando in cucina. Smentirla mh, fosse stto facile. Aveva ragione, poco da fare, ma dovevo essere consapevole che avevo sbagliato e che dovevo pagare.Mi sentivo uno schifo di più ogni secondo che passava, mi torturavo la testa da cinque fottutissime ore. Avevo provato a studiare, ma non ci ero riuscito - ovviamente - e come un idiota ero tornato a pensare a lei, di nuovo. L'orologio segnava le 21.00 di sera, non avevo cenato se ve lo state chiedendo e non avevo ancora visto mio padre, ma sapevo che era a conoscenza di tutto, avevo sentito Jane che gliene parlava mentre andavo a farmi una doccia. Ebbene si, mi ero ridotto a farmi un'altra doccia nonostante ne avessi fatta un'altra due ore prima, pur di cercare di non pensare a lei, ancora.
Il cellulare iniziò a vibrare, quando vidi l'immagine di Chris impressa sullo schermo sospirai, mi avrebbe distrutto ma non rispondere, non la reputavo la soluzione migliore.
"Si?"
"Ehi, come stai?" mi aveva chiesto come stavo e dire che la cosa non mi stupì, sarebbe dire una bugia immensa. Non sembrava arrabbiato con me, ma era presto per dirlo.
"Onestamente ehm, uno schifo.." ridacchiai nervosamente. ".. ma me lo merito. Dio, sono un cretino, Chris" allora fu lui a ridacchiare all'altro capo del telefono. No, lui non era arrabbiato ma sapevo che infondo mi odiava per fargli vedere sua sorella così.
"Si, sei un cretino, Justin. Ma anche Evelyn ha sbagliato a prendersela così tanto, credo lo sappia anche lei ma sai anche tu com'è fatta" sospirai annuendo. Si lo sapevo, ma l'avevo ferita comunque. "E' molto, troppo sensibile per questo mondo" disse semplicemente. O forse era il mondo ad essere troppo insensibile per lei.
"Proprio perchè la conosco, mi sento un cretino. L'ho fatta stare male" lui annuì.
"Senti, non credo sia irrecuperabile ma.. è piuttosto decisa a non perdonarti" il mio cuore si fermò, lei non mi avrebbe perdonato. "Le ho parlato ma, è distrutta, vedi.. lei sa che tendi a cedere davanti a belle ragazze e così, ora ha paura che tu l'abbia tradita"
"Cosa?!" no, io non l'avavo tradita, mai! "Non l'ho tradita, come può pensarlo?!" urlai.
"Credi che non glielo abbia detto? Ma ora è troppo arrabbiata per essere anche solo ragionevole in parte. Credo dovresti lasciarla pensare per un pò" deglutii.
"Tu lo sai.." sospirai. ".. che non resisterò molto senza di lei, e domani sera c'è l'incontro" allora sospirò frustrato lui.
"Ci ho pensato, devi trovare tu una soluzione. Non ha intenzione di perdonarti ma non è irrecuperabile" non era irrecuperabile. Iniziai a credere di potercela fare.
"Stupiscila, Bieber. Come tu sai fare" stupirla, come io sapevo fare.
"Ehm, domattina la porto al bar a fare colazione. Non dovrei chiedertelo, ma possiamo fare finta che il nostro sia un incontro casuale per cui, vuoi venire?" sorrisi.
"Certo, dove?"
"Alle 08.00 al Luigi's Bar. Abbiamo la prima ora libera" disse.
"Oh, ci sarà anche Hanna?" ridacchiai sentendo il silenzio dall'altro capo del telefono. Avevo notato che Chris aveva un debole per lei, ma la conoscevamo da troppo poco e di certo, nessuno dei due aveva avuto il coraggio di parlarne all'altro.
"No lei ehm, è venuta qui stasera a trovare Evelyn.. dice di non poter venire domattina" disse vago. Annuii e ancora una volta il nome della mia ex ragazza, mi venne alla mente.
Aprii gli occhi, la sveglia era suonata anche quella mattina, purtroppo. Mi alzai dal letto e solo allora mi accorsi di essermi addormentato con i vestiti del giorno precedente. Mi spogliai lasciandoli cadere nel cesto dei panni della biancheria sporca. Infilai la maglietta, mi ricordava Evelyn, lei l'adorava. Diceva sapesse di zucchero filato. Sorrisi al pensiero ma lo scacciai via subito, non potevo svegliarmi e pensare già a lei, non era umanamente possibile. Abbassai i pantaloni fino a far intravedere i boxer neri, misi il gel fra i capelli che lei odiava, e scesi fino in cucina.
Presi per i fianchi Jazmine alzandola da terra, iniziò a ridacchiare mentre la posavo sopra il tavolo tra mio padre e Jane.
"Buongiorno, piccolina" le stampai un bacio sulla guancia, lei ridacchiò.
"Ciao. Allora, perchè Evelyn ha smesso di essere la tua principessa, non vuole più giocare?" un brivido mi percorse la schiena. Notai sia Jane che mio padre fulminare Jazmine con lo sguardo, ma ormai avevo sentito e inevitabilmete, ripensato a lei.
"Ehm, è difficle, Jazzy. Ora vado" tagliai corto. Jane non mi chiese nulla al contrario di come avrebbe fatto di solito, presi lo zaino, spettinai Jaxon ed uscii di casa. Avresi rivisto Evelyn di li a poco, al pensiero il mio cuore iniziò ad accelerare. Arrivai davanti al Luigi's Bar circa dieci minuti dopo, non appena vi entrai Chris attirò la mia attenzione. I miei occhi si posarono su Evelyn, quando si accorse di me le sue pupille si dilatarono e lessi un velo di tristezza nei suoi occhi. Mi fece male, eccome se mi fece male. Chris le sussurrò qualcosa all'orecchio e lei abbassò lo sguardo smettendo di guardarmi, mi avvicinai e solo allora notai anche Chaz al suo fianco, deglutii. La guardai per qualche secondo, anche solo per vedere come si era vestita quel giorno, come d'abitudine facevo sempre il mattino. Il mio cuore si fermò, aveva messo il maglioncino azzurro che amava, ma che amavo anche io perchè era dello stesso colore dei suoi occhi, e lei lo sapeva.
"Ehi, non credevo saresti venuto a fare colazione" mentì Chris dandomi il pugno, sorrisi.
"Si, avevo voglia di un muffin al cioccolato, il mio preferito" era anche il preferito di Evelyn, entrambi lo sapevamo bene. Evelyn si passò la lingua sulle labbra rendendoe rosee e in quel momento, morii dalla voglia di baciarle.
"Allora.." disse Chris. ".. che mi dici di Hanna?" chiese. Evelyn addentò il suo muffin al cioccolato, uguale al mio.
"Diciamo che non è così male" rispose.
"Ammettilo, le vuoi guà bene"
"Ehi, non ho detto questo" protestò lei. Ridacchiai mentalmente, la conoscevo e sapevo che tipo era quando si trattava di nuove amicizie.
"Non c'è nulla di male nell'avere una migliore amica" disse Chaz con una scrollata di spalle.
"Frena, non esagerare ora" gli puntò l'indice contro Evelyn.
"Oh andiamo, perchè non puoi ammettere di esserti legata a lei? Qui lo sanno tutti" lei alzò gli occhi al cielo. Era così dolce.
"Non ho mai avuto una migliore amica.." sussurrò. "..quando credevo di averla trovata, lei mi ha tradita" si stava riferendo a Cassie, ne ero certo. "Come si fa a capire se è davvero la tua migliore amica?" alzò le spalle.
"Beh, per quel che ne so voi ragazze la vivete come un'anima gemella. Nel bene e nel male quello che accade a una condiziona anche l'altra" spiegò Chaz bevendo un sorso di caffè.
"Allora credo di sì. Potrebbe essere lei" annuì decisa. Chris corrugò la fronte.
"Ehi aspetta, tra le righe stai dicendo che le hai confessato di soffrire in questo momento? E' così che hai concluso che possa essere la tua migliore amica, perchè soffre con te?" domandò in fretta Chris, lei sospirò finendo il suo muffin in un morso.
"Chris, ti prego" abbassai lo sguardo. Mi sentii una merda. Era solo colpa mia se stava soffrendo, abbassai lo sguardo finendo a mia volta il mio muffin al cioccolato, mi passai nervosamente una mano fra i capelli e sbuffai.
"Ehi, ragazzi" una voce familiare attirò la mia attenzione, Hanna se ne stava all'entrata del bar e ci salutava con il palmo della mano. I capelli biondi erano legati, il vestito lungo fino al ginocchio mi ricordava, beh.. uno di Evelyn. Si avvicinò e le si sedette accanto sorridendole.
"Andiamo?" venni attirato dalla richiesta che fece ad Evelyn. "Se solo arriviamo in ritardo, Mr. Jones ci ammazza" aggiunse ridacchiado. Evelyn ricambiò ed annuì alzandosi, pizzicò il braccio di Chris per attirare la sua attenzione, gli sorrise e se ne ando.No, non andartene. Non mi sentì evidentemente, se ne andò.
"Annulla l'incontro" dissi freddo. Chris dilatò le pupille battendo i pugni contor il tavolo.
"Cosa?!"
"Vuoi che perda? Non credo, allora annullalo" ringhiai alzandomi e senza aspettare risposta me ne andai.
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I'm Danger (Justin Bieber)
FanfictionIspirato a una storia vera... Evelyn Smith, una ragazza semplice, timida anzi, timidissima. Tanto riservata e chiusa in se stessa da permettere a tutti di schiacciarla, tutti tra cui lui: il suo incubo più grande. Justin Bieber, il migliore amico di...