Un rumore sordo mi fece aprire a forza gli occhi, stupida maledettissima sveglia. L'afferrai premendo velocemente il bottone per farla smettere il prima possibile, mi passai le mani sul volto sentendo gli occhi pesanti e la testa rimbombare come se fossi stata all'interno di una bolla. Non ricordavo nulla di ciò che era successo, mi guardai spaesata attorno riconoscendo la mia camera e solo allora notai il vestito rosso fiammante che ancora portavo addosso. Solo allora ricordai della serata.
Cocktail, vodka, discoteca "Lord" e diciannovesimo compleanno.
Per quanto ricordassi abbastanza dove e con chi fossi stata la sera precedente facevo fatica a ricordare chi mi avesse portato li e soprattutto quando e perchè, l'ultimo mio flebile ricordo era l'ennesimo bicchiere di vodka all'anguria.
Tornai alla realtà sfilandomi il vestito abbassando la zip nella schiena e rimanendo in intimo, entrai in fretta nella doccia aprendo con altrettanta velocità il getto d'acqua ed immediatamente mi sentii rabbrividire sotto il tocco magico delle goccioline fredde sulla mia pelle. Afferrai un asciugamano asciugandomi il corpo ed infilando dell'intimo pulito, abbottonai i jeans blu aderenti e chiusi la zip della felpa nera posata sopra la canotta rossa, mi guardai allo specchio.
Ero orribile, davvero.
I capelli arruffati, il trucco colato sotto gli occhi e delle occhiaie che mi sembravano tanto quelle di un'anziata signora, mi affrettai a rimediare - o a cercare di rimediare - con del trucco, fondotinta, correttore, matita, mascara e per finire una sottile riga di eye liner nero.
Guardai soddisfatta il mio riflesso allo specchio prima di afferrare lo zaino all'angolo della stanza e di scendere velocemente le scale, Chris era già pronto stranamente, mi notò e con un piccolo sorriso mi porse una tazza di caffè mentre lasciavo scivolare lo zaino sul pavimento.
"Justin ha aspettato che ti addormentassi e se n'è andato" disse affiancandomi nella sedia alla mia destra, corrugai la fronte, non capivo cosa centrasse lui con il mio rientro a casa.
"Justin?"
Annuì bevendo un sorso del liquido nero della sua tazza prima di posare nuovamente l'attenzione su di me.
"L'alcol non ti fa bene.." ridacchiò ".. stavi esagerando e ti ha portato a casa, ha aspettato che ti addormentassi e se n'è andato, almeno questo è quello che so" alzò poi le spalle finendo il discorso.
Annuii appena senza sapere cosa rispondere, non volevo nemmeno provare a ricordare qualche dettaglio della sera precedente, dovevo aver fatto un bel casino con tutti quei bicchieri di vodka, ma giuro che non ricordavo nulla e francamente, non mi dispiaceva.
Salii nel sedile del passeggero dell'auto e partimmo pochi minuti dopo.
"Non andiamo più a scuola con i ragazzi?" notai la mascella di Chris serrarsi e la cosa non passò inosservata ai miei occhi, alzai un sopracciglio sentendolo automaticamente sbuffare.
"Preferisco che tu e Justin stiate un pò più lontani, almeno di primo mattino e poi non trovo di questa utilità fargli fare strada per nulla quando ho una macchina non trovi?" alzai le spalle.
Non mi suonava bene il fatto che volesse almeno al mattino che io e Justin mantenessimo le distanze, loro due erano amici e per quel che ne potevo sapere, a Chris non era mai importato cosa ci fosse fra me e lui, senza contare che se mai fosse stato geloso o infastidito, allora non avrebbe mai dovuto avere una così buona reazione al mio bacio porta fortuna con Justin al Grand Green la sera del combattimento.
Parcheggiò davanti scuola, non vedevo Justin da nessuna parte ma forse era meglio così, ero davvero spaventata da ciò che potevo avere detto e non mi ricordavo, speravo solo di essermi trattenuta e non rovinata con le mie stesse mani.
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I'm Danger (Justin Bieber)
FanfictionIspirato a una storia vera... Evelyn Smith, una ragazza semplice, timida anzi, timidissima. Tanto riservata e chiusa in se stessa da permettere a tutti di schiacciarla, tutti tra cui lui: il suo incubo più grande. Justin Bieber, il migliore amico di...