capitolo 29

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Mi portai una mano sugli occhi stroppicciandoli lentamente. Si aprirono con cautela con le ciglia ancora incollate, come le labbra pastose che sembravano non voler dischiudersi.
"Buongiorno" le labbra di Justin vi si posarono sopra facendomi chiudere gli occhi per un altro paio di secondi. Li aprii tenendoli però socchiusi in due fessure, la luce era ancora troppo forte.
"Come ti senti?" domandò Justin. Scrollai le spalle mettendomi seduta con la schiena contro la testiera del letto. Portai le mani sopra le cosce delle gambe quasi atrofizzate che pulsavano di tanto in tanto. Non avevo mai provato una sensazione del genere, ne tantomeno nessuno mi aveva mai parlato di una possibile sensazione tale.
"Bene.. " mentii. ".. ma ho male ovunque". Ridacchiò portando nuovamente le nostre labbra a contatto.
"E' normale" affermò poi alzandosi dal letto. Portai i piedi a terra guardando per un istante la mia immagine riflessa sullo specchio dell'armadio della camera. La maglietta di Justin che arrivava appena sotto il fondo della mia schiena, le guance accaldate, i capelli scompigliati e le gambe nude.
Mi alzai dal letto raggiungendo con la porta del bagno quando la mia attenzione venne attirata da Justin il quale, divertito mi osservava infilandosi una maglietta pulita.
"Che c'è di divertente?" chiesi alzando un sopracciglio. Si strinse nelle spalle.
"Cammini in un modo.. assurdo, direi" rispose semplicemente con un'altra scrollata di spalle. Roteai gli occhi.
"E' solo colpa tua" protestai portando le braccia al petto.
"Se lo dici tu.." ridacchiò. ".. torno subito" aggiunse poi portando la mano sulla maniglia della stanza.
"Fossi in te non uscirei in quel modo" dissi osservandolo e trattenendo una risatina che minacciava di uscire dalle mie labbra.
"Per quale motivo?" corrugò la fronte.
"Sei un disastro" ridacchiai indicandogli i capelli. Si guardò da capo a piedi arricciando il naso prima di incurvare le labbra in un piccolo sorriso che conoscevo troppo bene, e che era pari ad un ghigno.
"Sai, ieri sera qualcuno mi ha spettinato" deglutii. Sentii le guance surricaldarsi e mi portai immediatamente gli incisivi a premere contro il labbro inferiore. Mi voltai di scatto stringendomi le braccia al petto, ero davvero imbarazzata anche solo per guardarlo per altri due secondi in volto.
Ridacchiò il che mi fece solo che innervosire e anche, imbarazzare ulteriormente.
"Ehi principessa.." fece in fretta una decina di passi fino a raggiungermi portandomi le mani sui fianchi. ".. non ho detto che non mi sia piaciuto" ridacchiò contro il mio orecchio lasciandovi sopra un bacio. Avvampai ruotando il volto e nascondendone parte con i capelli. Ero davvero in imbarazzo.
"Credevo avessi capito, che quando arrossisci diventi ancora più carina, per quel che mi riguarda" mi sfiorò la pelle del collo con la punta del naso facendomi sorridere. Portò la labbra su di esso lasciandovi sopra una scia umida di baci e aumentando - come sempre - la presa sui miei fianchi.
"Justin.." gemetti. Attirai la sua attenzione, infatti Justin alzò gli occhi sino a guardarmi il volto ma senza smettere quella che appariva chiaramente, come una provocazione.
"Mh?" abbassò nuovamente lo sguardo sino a chiudere gli occhi e a respirare, regolarmente, contro la mia pelle.
Mi morsi il labbro inclinando la testa all'indietro mentre le sue labbra vagavano lungo tutta la lunghezza del mio collo. Mi ruotò verso di lui portandomi le mani sulle cosce costringendomi, ad abbandonarmi completamente al suo tocco. Mi alzò da terra portandomi con la schiena a contatto con la parete bianca. Inclinò la testa premendo le labbra contro le mie, rendendo in fretta passionale, quel bacio inizialmente casto. Sorrisi contro le sue labbra stringendogli il collo fra le braccia. Le sue mani vagavano dalla mia schiena alle mie cosce, per soffermarsi poi, per qualche secondi sui glutei coperti in parte dagli slip.
"Lo sai.." attirò la mia attenzione staccandosi per un paio di secondi prima di premere, in altri piccoli baci a stampo, a contatto le nostre labbra.
".. è stato bellissimo, far l'amore con te" avvampai alle sue parole e per un istante il mio cuore, sembrò fermarsi.
Noi non avevamo fatto sesso, noi avevamo fatto l'amore.
Sorrisi stampandogli un bacio a fior di labbra.
"Anche per me, ti amo" dissi. Sorrise a sua volta riprendendo per un altro paio di minuti a baciarmi prima di posarmi a terra.
"Ti aspetto di la" disse aprendo la porta del bagno.
"Non dovevi uscire?" chiesi passandomi le mani fra i capelli.
"Nah.. gli altri ci aspettano per colazione, d'accordo?" annuii facendo un cenno con il capo prima di rimanere sola nella piccola stanza.
Aprii il getto d'acqua gelida bagnandomi in fretta la pelle accaldata del volto, raccolsi i capelli in un'alta coda di cavallo che raggiungeva la metà della mia schiena. Sfilai la maglietta di Justin rimanendo in intimo, infilai una maglietta a maniche corte nera e degli shorts chiari, chiusi il laccetto dei sandali di sughero e uscii tornando in camera.
Afferrai il cellulare con la mano destra e dando una rapida occhiata a Justin sulla soglia della porta, iniziai a percorrereil corridoio al suo fianco.
"Prendiamo l'ascendore, non è vero?" gemetti. Justin ridacchiò intrecciando le dita della mano con le mie entrando nel piccolo ascensore, non del tutto idoneo per i claustrofobici in quanto, davvero piccolo.
Arrivammo al piano inferiore, la sala da pranzo era davvero piena di gente, affollata soprattutto contro il bancone self service e in fila per ottenere un posto ai tavoli. Justin mi tirò con se verso la parte della stanza che dava sulla vetrata, mio fratello e Chaz si erano appropriati di un tavolo accanto alla vetrata che illuminava di luce naturale l'intera stanza.
"Ci avevamo perso le speranze" si lamentò Chaz osservandoci. Ridacchiai sedendo di fronte e lui e prendendo fra le mani un listino.
Pochi minuti dopo un ragazzo con il grembiule si fece largo fra la folla ancora in fila e ci si avvicinò con un palmare tra le mani.
"Volete ordinare?" domandò guardandoci per un secondo uno ad uno.
"Per me una brioche alla crema ed un caffè lungo, grazie" disse Justin posando il listino sul tavolo e scostando l'attenzione dal cameriere, ad altrove. Probabilmete a qualcosa che nella sua mente risultava più interessante.
"Un muffin al cioccolato ed un cappuccino" dissi subito dopo.
"Per noi basta un caffè, grazie" disse Chaz in fretta porgendogli il suo listino. Il ragazzo digitò un'ultima cosa nel palmare prima di afferrarlo, chinò il capo un secondo dicendo che non ci avrebbe messo molto a portarci il tutto, e se ne andò dandoci le spalle.
"Da quando ordini solo un caffè per colazione, Chris?" alzai un sopracciglio incuriosita. Mio fratello alzò lo sguardo su di me dischiudendo le labbra.
"Dovrei essere io a farti questa domanda.. non è da te ordinare qualcosa da mangiare a colazione" azzardò picchiettando la piccola forchetta contro il tavolo di vetro. Alzai gli occhi al cielo stringendomi nelle spalle.
"Ho fame, tutto qui" risposi alzando le braccia in aria.
"Non ho fame, tutto qui" rispose secco lui con un sorriso furbo facendo ridacchiare Justin. Forse gli sembrava vagamente divertente assistere ad una scenetta fra fratelli. Sospirai quando la mia attenzione venne catturata da Chaz il quale, - da qualche minuto - passava ripetutamente con lo sguardo da me a Justin, in continuazione, senza tregua.
"Forse, hanno fame perchè ci tengono nascosto qualcosa di.. si insomma, poco casto" disse poi portandosi due dita sul mento toccando, la lieve barba appena visibile, che lo adornava.
"Del tipo?" corrugai la fronte.
"Non lo so. Non sono ancora diventato un indovino, piccola" ridacchiò.
"Non hanno fatto nulla" si affrettò a dire Chris. Mi morsi il labbro distogliendo lo sguardo dai due, quella conversazione stava iniziando a darmi sui nervi.
"Come lo sai?" chiese scettico Chaz.
"Lo so, ora piantala" sbuffò Chris. Alzai gli occhi al cielo quando il mio sguardo si poso sul solito cameriere che si avvicinava al nostro tavolo con un vassoio. Posò sul tavolo tre caffè ed un piattino con un muffin ed una brioche, sopra.
"Vi lascio il conto" Justin alzò lo sguardo sul ragazzo prendendo lo scontirno e stroppicciandolo.
"Siamo qui per conto di Kevin, Kevin Maddox" disse serio con un piccolo ghigno che ormai, avrei riconosciuto immediatamente. Il cameriere sbiancò riprendendo lo scontrino stropicciato infilandoselo in una tasca.
"Justin Bieber.." sussurrò osservandolo. ".. non hai idea. Non vedevamo l'ora che arrivassi, tutti" disse sorridendo. Justin corrugò la fronte portandosi il caffè alle labbra.
"Sapete dell'inconto, chi?" domandò poi leccandosi le labbra.
"Tutti, non si parla d'altro se non del tuo incontro di questa sera. Verranno tutti qui, dal primo all'ultimo" disse indicando un paio di ragazze al bacone del self service.
"Anche tu?" chiese Chaz mandando giù un sorso di caffè.
"Certo! Diamine, chi si perderebbe l'incontro dell'anno. Varrà migliaia" Justin ridacchiò bevendo un altro sorso di caffè.
"Non supereremo i 1300 dollari" puntualizzò poi. Il ragazzo annuì riprendendo il vassoio fra le mani.
"Sarò sugli spalti, e scommetterò su di te. Non sbagliare" ci strizzò l'occhio andandosene. Beh, non credevo di certo che quell'incontro fosse così importante e non avevo idea che sarebbe valso più di mille dollari, dire che le parole di Justin mi avevano immobilizzato, sarebbe stato dire poco.
Bevetti un sorso del mio cappuccino prima di addentare il mio muffin al cioccolato.
"Cristo, verrà tutta la città!" esclamò Chaz passandosi una mano fra i capelli.
"Sarà un successo.." Chris annuì. ".. mi raccomando, Bieber. Niente passi falsi" gli puntò poi l'indice contro. Sosprai bevendo un altro sorso dalla tazza, mi passai il tovagliolo sulle labba asciugandole e ripendando alla discussione di pochi secondi fa. Non riuscivo a capacitarmi che quell'incontro sarebbe valso tanto, che tutta la città di Chicago sarebbe stata presente. Dedussi che l'avversario, sarebbe stato un osso duro.
"Dove si terrà?" chiesi.
"Al ring per eccellenza per incontri illegali. Al Pentagono, sorellina" disse Chrsi sorridendo. Rabbrividii al suono di quelle parole, il solo nome mi provocava una sorta di agonia, di ansia verso quel posto, verso quell'incontro.
"Perchè ho una brutta sensazione?" sussurrai portando le braccia al petto. Justin ridacchiò chinandosi alla mia altezza.
"Forse perchè lì hanno combattuto i più grandi lottatori di tutti i tempi, principessa. Lo conoscono tutti, in tutta l'America" mi rispose lasciandomi un bacio al gusto di caffè sulle labbra. Feci una smorfia
tornando con lo sguardo in avanti.
"Esco una decina di minuti, vieni?" mi chiese Justin porgendomi la mano. Annuii alzandomi nonostante fossi consapevole del fatto che non avrebbe fatto altro che fumarsi la sua sigaretta. Iniziai a camminare abbassando lo sguardo, evitando di pensare ai miei passi, - decisamente - ridicoli.
"Evelyn" mio fratello richiamò la mia attenzione facendomi voltare verso di lui. Dischiuse le labbra e dilatò le pupille stringendo le mani in due pugni.
"Dimmi di no, dillo" ringhiò guardandomi.
"Di cosa stai parlando, si può sapere?" corrugai la fronte. Si alzò di scatto seguito lentamente da Chaz il quale, pareva l'unico ad aver intuito a cosa si riferisse mio fratello.
"Tu cammini in quel modo, voi due... voi due avete.." le parole gli si fermarono in gola senza più uscire dalle labbra non appena Justin mi portò un braccio attorno alle spalle.
"Si.." disse Justin scrollando le spalle.".. abbiamo fatto l'amore" arrossii alle parole di Justin - nuovamente - ma non feci in tempo a godermele che la mia attenzione venne completamente catturata dagli occhi infuocati di mio fratello. Le sue gote si erano colorate di rosso all'improvviso, le nocche delle mani bianche e gli occhi chiusi in due fessure.
"No non puoi averlo fatto. Con mia sorella, con la mia sorellina!" urlò battendo nervosamente le mani contro il tavolo. Deglutii. Chris non era mai statao vagamente geloso o possessivo con me, ma in quel momento sembrava essere cambiato radicalmente di colpo. Anche se, un piccolo cambiamento aveva iniziato a prendere piede in lui, sin dai primi momenti della mia relazione con Justin.
"Chris, ti prego" digrignai i denti mordendomi la lingua. Lui battè un pugno contro il tavolo superandoci quasi correndo ed uscendo velocemente dalla stanza.
Sbuffai seguendolo tenendo per mano Justin, arrivammo sino al giardino principale appena fuori. Lo intravidi seduto su di una panchina con una sigaretta fra le labbra. Il piede batteva nervosamente contro i ciottoli bianchi e il fumo, si disperdeva nell'aria ad ogni soffio.
"Chris.." mi fulminò con lo sguardo.
"Lasciami in pace.." soffiò fuori dalle labbra del fumo chiudendo gli occhi ".. almeno per un pò non voglio vederti. Non voglio vedere nessuno dei due" strinsi le labbra in una linea retta serrando le mani in due pugni e mettendomi di fronte a lui.
"Smettila di fare il bambino, Chris! Non ti rendi conto ma te lo farò notare io, sei ridicolo con le tue paranoie" sbraitai allargando le braccia gesticolando. Chris sbuffò alzandosi in piedi e guardando dritto negli occhi Justin, calpestò la sigarettta con la suola della scarpa e tornò a guardarlo, impietrito.
"Hai violato il patto" disse serio. Justin sospirò passandosi una mano fra i capelli prima di negare con la testa.
"No, non ho fatto niente di male. E' la mia ragazza, fattene una ragione" rispose freddo Justin. Chris borbottò qualcosa di indefinito prima di serrare gli occhi per alcuni secondi.
"Dio, è da quanto? Da quanto che state assieme?!" esclamò.
"Due settimane, poco più" dissi in un flebile sussurro. Chris si trattenne dal dir qualcosa stringendo le labbra in una sola linea retta.
"Due settimane, amico. Stai con mia sorella da due settimane e già l'hai portata a letto.." negò con la testa deluso. Deglutii. ".. come se fosse solo una delle tante, come se lei non valesse di più. La stai paragonando con Bidget!" aggiunse poi.
Un brivido nel sentire nominare la ex ragazza di Justin mi percorse la colonna vertebrale.
"Lei non c'enta niente" si affrettò a dire Justin facendo qualche passo in avanti verso mio fratello.
"Anche con lei, Justin. Non mentire con me, anche con lei siete stati a letto insieme dopo due settimane" una scarica di adrenalina m'invase il corpo nell'udire quelle parole. Ruotai il collo guardando Justin senza riuscire ad evitare il suo pomo d'Adamo che agitato, si muoveva di continuo. Perchè era agitato? Era forse vero, che mi stava paragonando a Bidget? No, non volevo nemmeno prendere in considerazione la cosa.
"Non c'entra nulla. Bridget era la mia puttana, non metterla in mezzo" puntò Justin l'indice contro il volto di mio fratello.
"Non m'importa di lei. L'unica cosa che conta è che sei stato a letto con mia sorella, con la mia sorellina cazzo!" urlò Chris alterandosi ulteriormente - per quanto fosse ancora possibile -.
"E allora?!" gridò Justin sorpassandomi. Non sapevo se sarei riuscita a sentire oltre. Gli occhi pizzicavano e solo un braccio di Chaz attorno alla vita, m'impedì di piangere. Mio fratello e il mio ragazzo, nonchè suo migliore amico, stavano litigando per colpa mia.
"E' la mia ragazza, la amo, voglio fare l'amore con lei, ne ho il diritto!" aggiunse. Deglutii di nuovo.
"Era vergine cazzo, vergine! Le hai tolto la verginità, a mia sorella!" chiusi la mano in un pugno facendo qualche passo in avanti tanto da raggiungere Justin.
"Avresti forse preferito l'avessi persa con Dean o con chissà chi altro?!" il volto di Chrsi s'incupì. Sbuffò negando con la testa scoccando la lingua contro il palato una, due, tre.. tre volte.
"Non c'entra nulla. Non iniziare e fatti da parte, è una cosa fra me e lui" disse calmo. Strinsi le mani più forte serrando i denti.
"Ah fra te e lui, certo. La mia verginità è una cosa fra te e lui!" gridai. Chris sospirò abbassando lo sguardo, una lacrima che mi affrettai ad asciugare mi rigò il volto. No, non avrei pianto quella volta, non davanti a loro almeno.
"Evelyn io.." mi allontanai.
"Oh lasciami in pace. Non capisci niente, ti odio!" doveva essere il giorno perfetto, quello speciale, il giorno dopo la mia prima volta ed invece, per colpa di mio fratello stava diventando un incubo.
"Non dire sciocchezze, aspetta" si affrettò a dire allungando la mano verso di me, mi strinsi nelle spalle staccandomi da Chaz.
"No" e corsi via il più velocemente possibile, non volevo sentire oltre, non volevo sentirli litigare ancora. Dire solo un'altra volta che avevo perso la mia verginità con il mio ragazzo quasi fosse stata una cosa negativa, ma no, non lo era diamine!
Corsi sino alla mia camera lasciandomi cadere contro il letto, la testa che affondava nel cuscino, le gote che si bagnavo ogni secondo di più e la testa che iniziava a pulsare, volevo solo essere lasciata sola.
Meno di dieci minuti dopo bussarono alla porta, sbuffai stringendomi le ciocche di capelli fra le dita, la portà cignolò prima di chiudersi immediatamente. Il letto s' inclinò ed il mio sguardo si alzò incorciando quello di Justin, color nocciola, che mi osservava. Portò una mano sulla mia testa accarezzandomi i capelli facendomi serrare gli occhi, mi lasciai andare ad un altro minuto di pianto prima di sospirare.
"Non eri tu quella a parlare prima, piccola" mi sussurrò girandomi nella sua direzione. Sospirai mettendomi a gambe incrociate sul letto.
"Lo odio, ha rovinato tutto. Non riesce ad accettare che sia grande, che abbia una vita" dissi alzando le spalle ed evitando ad altre lacrime di cadere.
"Non volevi dire quelle cose" disse. "So che lo ami quanto io amo te" proseguì. Sorrisi alzando lo sguardo su di lui.
"Quanto?" ridacchiò portandomi una mano sulla faccia accarezzandomi la guancia con il pollice, delicatamente.
"Alla follia" sospirai sorridendo. Avvicinò il suo volto al mio premendo le sue labbra contoro le mie prima di approfondire il bacio com'era solito fare. Sorrisi contro le sue labbra portando le braccia attorno al suo collo e gemendo ogni qualvolta la sua lingua stuzziccasse la mia, o anche solo il mio labbro inferiore. Si distaccò guardandomi negli occhi.
"Entrambi ti amiamo, anche se in modi diversi" disse baciandomi nuovamente le labbra. "Entrambi però daremmo la vita per te, allo stesso modo" aggiunse. Sospirai passandomi una mano fra i capelli portandoli dietro l'orecchio. Annuii alzandomi dal letto.
"So solo che non doveva permettersi di dire quelle cose, non è mio padre" mi strinsi nelle spalle. Justin annuì accarezzandomi il fianco e di tanto in tanto, solleticandomi le cosce con le dita.
"Vuole solo proteggerti" annuii chiudendo gli occhi.
"Lo so" dissi. "Ma lo sta facendo nel modo sbagliato" Justin annuì abbassando il capo. Forse aveva ragione, forse mio fratello mi amava davvero tanto, tanto da dare la sua vita per me, tanto da difendermi da tutto e da tutti.
"Anche tu faresti così con lui" mormorò Justin.
"Non essere ridicolo. Non ho mai detto nulla a Chris riguardo alle ragazze che portava a casa, non mi sarei mai permessa" corrugai la fronte arricciando le labbra. Justin annuì sorridendo.
"E' tuo fratello, sei la sua sorellina. Non c'è niente di strano" gesticolò. Sospirai.
"Anche io farò così con Jazmine, un giorno" disse. Alzai gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto.
"Ti prego, non diventare come lui è con me. Lo dico per il bene di quella povera piccola" ridacchiò stringendomi in un abbraccio. Sospirai contro il tessuto della sua maglietta.
"Va a parlargli" mi sussurrò fra i capelli. Annuii sospirando nuovamente. Era abbastanza ridicolo il fatto, che un ragazzo come Justin venisse a darmi consigli su come comportarmi con i membri della mia famiglia, ma per quanto potesse avere una situazione complicata - più del solito di certo - sembrava capire meglio di chiunque altro.
Aprii la porta intravedendo in corridoio la figura di Chris posata al muro, accanto a Chaz che sembrvaa dirgli qualcosa sottovoce. Non appena mi notarono serrarono le labbra concentrando tutte le loro attenzioni su di me.
"Possiamo parlare?" chiese Chris. "Senza urlarci contro, questa volta" aggiunse poi. Annuii con un piccolo cenno di capo avvicinandomi. Si passò nervosamente la mano fra i capelli.
"Mi dispiace non volevo dire quello che ho detto. Solo, non riesco ad accettare che tu sia sua in quel senso. Insomma, sei la mia sorellina e lo sarai sempre" prese fiato facendo una piccola puasa. "Mi è impossibile immaginarti fra le braccia di qualche altro ragazzo, a far l'amore con lui. Senza contare che nel tuo caso è il mio migliore amico" concluse spostando lo sguardo verso Justin. Annnuii stringendo le mani in due pugni ai lati del corpo.
"Non sono più una bambina, devi fartene una ragione. Amo Justin, non mi ha costretta o cose varie, l'abbiamo fatto perchè lo volevo io per prima" arrossii senza accorgermene. Chris sorrise annuendo ed allungando la mano verso di me sino ad accarezzarmi la guancia.
"Lo so, ma non riesco a non arrabbiarmi se ci penso" scrollò le spalle.
"Mi dispiace.." sussurrai deglutendo. ".. non ti odio. Come potrei?" sorrise prendendomi fra le braccia e stringendomi al suo corpo.
"Lo so. Ti voglio bene, sorellina" sussurrò fra i miei capelli lasciadoci un bacio sopra. Sorrisi mordendomi il labbro ed aumentando la presa sul suo corpo.
"Anche io, fratellone" risposi. Chaz affiancò Justin superandoci con un sorriso stampato in volto.
"Questa è in assoluto.." gesticolò attirando la nostra attenzione cercando di trovare le parole giuste. ".. la cosa più dolce che io abbia mai visto!"

I'm Danger (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora