*Leggere la nota autrice sul fondo, avviso importante. Grazie e buona lettura
Feci per dischiudere le labbra per parlare quando la figura di mia madre apparve dalla cucina, subito seguita da quella di mio padre. Affiancarono Dean salutandolo e facendogli qualche domanda su come si trovasse a New York e sull'università che ormai da due anni frequentava. La sua risposta confermò le voci che giravano nella mia famiglia, era il primo della classe e suo padre stava per diventare direttore dell'accademia più prestigiosa di New York, la "Oper New York Accademy".
"Non mi avevi detto che era anche un figlio di papà" mi sussurrò Justin all'orecchio abbassandosi alla mia altezza, mi portai una mano alle labbra trattenendo una risata, ebbene si, Dean era il figlio di papà per eccellenza, almeno a primo impatto.
Mia madre si voltò verso Justin e si affrettò ad avvicinarsi, gli prese una mano lasciandogli due baci sulle gote ed un sorriso, mio padre fece lo stesso dandogli una pacca sulla spalla, di certo non sarebbe servito fare molte domande a Justin, per il fatto che fosse un amico di mio fratello lo conoscevano già.
"Andiamo a cenare?" chiese mia madre passandosi una mano fra i capelli, tutti annuirono e così uno alla volta entrammo nella sala da pranzo che affiancava la cucina, usata solo però in occasioni come un compleanno di famiglia.
Il cellulare di mia madre iniziò a squillare insistentemente appena superata la soglia della porta, se lo portò all'orecchio e non riuscii a non notare subito il suo sorriso spegnersi, le pupille dilatarsi e il suo respiro farsi più affannoso. Finse un sorriso verso di noi prima di sparire nella stanza accanto portando con se mio padre.
Non passarono nemmeno due minuti - passati nel silenzio e nell'imbarazzo più totale, almeno da parte mia - che ritornò con la borsa posata sulla spalla destra.
"Nonna Jenna è stata ricoverata all'ospedale di San Diego, dobbiamo andare da lei.. non ha nessuno, ecco.. mi dispiace cara non poter essere qui, lo so che.." la frenai portandole la mano sopra la sua prima di sorriderle, capivo che si sentisse in colpa ma non ce n'era motivo, sapevo anche quanto sua madre significasse per lei.
Del resto non era mai stata una madre presente per quanto forse si fosse impegnata per esserlo, non mi si spezzava il cuore nel non averla la sera del mio compleanno, anzi, il solo fatto di aver passato il pomeriggio di quel giorno in casa con lei, per me era una vittoria.
"Non preoccuparti, salutami la nonna d'accordo?" si abbassò sorridendo lasciandomi un bacio sulla fronte annuendo contemporaneamente, lo stesso fece con Chris, si avvicinò a Dean stringendogli la mano e pregandolo di scusare la sua assenza e fece un piccolo cenno con il capo verso Justin, prima che mio padre s'infilasse il cappotto e le cingesse il fianco con un braccio portandola alla porta d'ingresso.
"Ci vediamo domattina, saremo a casa per pranzo promesso" disse mio padre abbassando la maniglia, annuii accennando ad un sorriso e vedendoli sparire dietro la porta bianca prima che questa si richiudesse alle loro spalle.
Deglutii.
Solo allora mi accorsi che avrei cenato solo con Justin, Dean e mio fratello.
Mi morsi il labbro avvicinandomi ai fornelli e pregando che andasse tutto bene anche se per qualche ragione ero convinta che non sarebbe mai potuto essere tutto tranquillo. Presi la teglia di lasagne che mamma preparava solo quando era il compleanno o mio o di Chris ed iniziai a metterne un pò per piatto fino a tornare a sedermi tra Justin e mio fratello.
"Sono davvero felice di vederti dopo tanto tempo, mi sei mancata tantissimo in questi tre anni con il tuo sorriso e la tua bontà. New York senza di te è davvero noiosa " arrossii alle parole di Dean ma in un certo senso non mi fecero effetto.
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I'm Danger (Justin Bieber)
FanfictionIspirato a una storia vera... Evelyn Smith, una ragazza semplice, timida anzi, timidissima. Tanto riservata e chiusa in se stessa da permettere a tutti di schiacciarla, tutti tra cui lui: il suo incubo più grande. Justin Bieber, il migliore amico di...