capitolo 31

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"Ti vuoi sbrigare?!" urlò Chris per l'ennesima volta nell'arco di una decina di minuti. La verità è che sembravano tutti impazziti, erano le 15.00 del pomeriggio ormai, ma sembrava mancassero poche ore all'inizio del combattimento e tutti sembravano alterati.
"Vi volete calmare? Sembrate impazziti" gesticolai alzando le braccia in aria. Chaz mi affiancò portandomi un braccio attorno alle spalle.
"Vedi, piccola, questo è il giorno più importante della nostra vita" disse poi. Roteai gli occhi raggiungendo il bordo del letto dove Justin - ormai da una ventina di minuti - sembrava aver trovato un posto tranquillo, dove concentrarsi per quel famoso e tanto importante combattimento.
"Momento di meditazione?" chiesi sfiorandogli una ciocca di capelli con le dita. Justin alzò lo sguardo dal pavimento a me accennando ad un sorriso prima di portarmi una mano sul fianco.
"Qualcosa del genere" disse poi avvicinandosi al mio volto, lasciandomi subito dopo un bacio sulle labbra. Mi voltai, Chaz diceva qualcosa a Chris dallo stipite della porta del bagno mentre mio fratello, dentro, si cospargeva i capelli di gel, com'era - detestabilmente - solito fare.
"Spiegatemi il senso" puntai l'indice contro i ragazzi con una smorfia confusa impressa sul volto.
"Di cosa?" chiesero in coro.
"Beh, di questo. Per quel che ne so la vostra camera ha un bagno" risposi ovvia. Chaz alzò le spalle facendo qualche passo in avanti.
"Vogliamo evitare ciò che è inevitabile" disse stringendosi nuovamente nelle spalle, mi portai seduta sulle ginocchia di Justin.
"Vale a dire?" corrugai la fronte.
"Le vostre scenette amorose" intervenne Chris ridacchiando. " Scommetto che se non fossimo qui, le vostre boccucce sarebbero in contatto da un bel pezzo" preoseguì poi alzando la mano per puntarci l'indice contro. Justin ridacchiò prendendomi il volto fra due dita ed avvicinandolo al suo. Spostò furbo lo sguardo sui ragazzi, immobili.
"Intendi così, forse?" chiese. Premette le labbra contro le mie affrettandosi a picchiettare la lingua contro il mio labbro inferiore.
"Oh Dio.. okay, basta!" Chris alzò le mani in aria gesticolando affannosamente, nel disperato tentativo di attirare la nostra attenzione. "Cristo, siete davvero dei piccioncini disgustosi" gemette acido. Ridacchiai.
Chaz afferrò il portafoglio mettendoselo nella tasca posteriore dei pantaloni per tornare subito a guardarci.
"Non so voi ma io non ho intenzione di passare il pomeriggio chiuso qui dentro" disse portando le braccia al petto. Annuii. "Senza contare che se non esco da questa stanza la mia testa esploderà per quello stupido combattimento" si lagnò poi passandosi nervosamente le mani fra i capelli.
"Ho sentito che c'è un grande centro commerciale in centro" intervenne mio fratello prendendo fra le mani la piantina della citta. "Possiamo prendere un taxi" aggiunse poi con una scrollata di spalle. Justin annuì facendomi alzare, portò le mani sulle spalle dei due conducendoli sino alla porta.
"In questo caso, ci troviamo tra quindici minuti alla hall" disse poi. Chris si portò le mani alla nuca facendo un sorrisetto.
"Quindici minuti, Bieber. Non toccarla in questi quindici minuti" disse fermo passando con lo sguardo da me a Justin più e più volte. Ridacchiai alzando gli occhi al cielo. Credeva davvero fossimo arrivati a tanto? Non avremmo mai fatto niente di.. strano, in quei pochi minuti.
"Non ti prometto niente" lo sfidò Justin prima di chiudergli la porta in faccia. Lo guardai storto per un paio di secondi prima di lasciarmi andare ad un sospiro.
"Vado a cambiarmi" dissi aprendo la porta del bagno. Vi entrai senza aspettare una risposta. Infilai la canotta rossa e abbottonai i jeans aderenti, scuri, lunghi fino alle caviglie. Passai la spazzola un paio di volte lungo i capelli raccogliendoli in un'alta coda di cavallo stretta da un elastico completamente nero. Ripassai il contorno degli occhi con la matita nera ed uscii, pronta. Justin si stava sistemando il colletto della maglietta gialla che aveva deciso di indossare. Si spruzzò il suo - nonchè mio preferito - profumo e si voltò. Sorrise afferrandomi la mano ed intrecciando insieme le nostre dita.
"Ricordi i patti?" domandò afferrando il cellulare e mettendoselo dentro la tasca posteriore del pantaloni neri a cavallo basso.
"Avevamo un patto?" corrugai la fronte. Justin ridacchiò facendomi uscire dalla stanza. "Credo allora di essermi persa un passaggio" osservai iniziando a camminare.
"Niente di nuovo, principessa" mi portò un braccio attorno alle spalle. "Solo, non allontanarti mai da me" sospirai alzando gli occhi.
"Credevo fosse una regola solo ed esclusivamente per i combattimenti" dissi incorciando le braccia al petto. Justin mi guardò con la coda dell'occhio imboccando la rampa di scale.
"Credevi male in questo caso" rispose fiero. Decisi di non rispondere, di certo in un modo o nell'altro avremmo trovato un motivo per litigare, eravamo fatti così ed almeno in quel pomeriggio volevo almeno provare a non affrontare una bufera.
Arrivammo al centro commerciale mezz'ora dopo, tutto per colpa del taxi intrappolato nel traffico cittadino di Chicago. Ne valse la pena però, quel posto era davvero immenso e per quanto possa sembrare incredibile, nonostante ci fossero i saldi i negozi non strabordavano di persone anzi, si stava alquanto bene.
"Oh mio Dio, fratello hai visto?" esclamò Chaz battendo la mano sulla schiena di Chris. Portammo tutti lo sguardo al negozio che pareva aver incantato Chaz e scoppiai a ridere.
"Un negozio di trattori, sei serio?" chiesi portandomi una mano alla pancia cercando di frenare quel mio divertimento. Il moro annuì avvicinadosi alla vetrina che teneva esposti due piccoli trattori e vari ingegni per la cura del giardino, dell'orto e cose varie.
"Sai, mia madre era una contadina prima di andare a vivere con mio padre a Los Angeles. Ogni estate torno a casa a coltivare campi dai miei nonni" spiegò poi senza distogliere un solo secondo lo sguardo dalla bella vetrina. Annuii concentrandomi sul negozio accanto.
"Sai, ti porterei volentieri in questo negozio" mi sussurrò all'orecchio Justin per non farsi sentire. Era un negozio di lingerie. Arrossii immediatamente e portai lo sguardo al pavimento cercando in qualche modo di tornare del mio colorito di pelle normale. Justin notando la mia reazione ridacchiò premendo le labbra fra i miei capelli.
"Non scherzo.. sai, dicono i fidanzati vadano in questi posti" aggiunse poi. Alzai lo sguardo sui suoi occhi incurvando un sopracciglio.
"Ci sei mai stato con Bridget?" chiesi curiosa.
"No certo che no! Non era la mia ragazza lo sai, era la mia puttana sono cose diverse. E poi, per vederla in intimo non avevo bisogno di portarla in uno di questi negozi" disse alzando le spalle. Annuii tornando ad osservare Chaz e Chris ancora incollati alla vetrina, specialmente il primo.
"Allora, pensate di staccarvi?" chiesi ridacchiando. Chris mi guardò con la coda dell'occhio mettendo la mano sulla spalla sinistra di Chaz.
"Noi andiamo a fare un giro qui dentro.." iniziò a guardarsi intorno per un secondo. ".. ci troviamo fra mezz'ora al McDonalds, mh?" propose poi. Justin annuì stringendomi il fianco con un braccio e facendomi portare di qualche metro più avanti.
"Ti prego, solo uno" mi sussurrò poi all'orecchio dopo essersi soffermato davanti alla vetrina - nuovamente - del negozio d'intimo. Quel ragazzo era perverso come non ne avevo mai conosciuti, ma sapevo che in qualche modo era un mio "dovere", ero la sua ragazza, mi aveva già vista in quel modo, addirittura completamente spoglia senza veli.
"D'accordo ma non pensare che uscirò dal camerino solo con quella roba addosso" sorrise contento. "Inolte, uno. Non uno di più" gli puntai l'indice contro, Justin annuì afferrandomi il polso e trascinandomi dentro il negozio da lui tanto desiderato. Iniziò a guardarsi intorno quasi fosse stato ovvio che avrebbe scelto lui quale farmi provare.
"Questo" affermò sicuro poi porgendomi un appendino. Lo presi fra le mani osservandolo, un completo composto da reggiseno e slip completamente in pizzo, che andava dalle tonalità del nero a quelle del blu diventando trasparente in alcune zone. Se non fosse stato qualcosa di proibito ai miei occhi, avrei detto che era meraviglioso. Entrai nel camerino mentre Justin restava seduto su una delle tre poltroncine fuori, una per ogni rispettivo camerino. Mi spogliai completamente allacciando prima in gancetto del reggiseno sul retro della mia schiena e poi, infilandomi gli slip così, provocanti - oserei dire -.
"Ci sono" dissi in un sussurro arrossendo al sol pensiero che Justin da lì a poco mi avrebbe vista così. Entrò pochi secondi dopo, sembrava non aspettasse altro da ore, i suoi occhi luccicavano e non appena si posarono sul mio corpo decisamente in soggezzione si aprirono ulteriormente.
"Cristo, Ev.. sei meravigliosa" disse. Non mi chiamava mai in quel modo, forse lo aveva utilizzato solo una volta per un'occasione particolare, allora capii che, per lui quel momento era davvero importante. Si passò provocante la lingua sulle labbra inumidendole, quel gesto mi portò a mordermi il labbro fra gli incisivi, era davvero sexy anche lui nonostante in quel momento, l'unica sexy sarei dovuta essere io.
"Grazie" risposi in un sussurro. "Non so se sia proprio un complimento, date le circostanze" aggiunsi arrossendo. Justin ridacchiò portandomi le mani sui fianchi e arrivando a pochi centimetri dalle mie labbra.
"Sai, se non fossimo in un luogo pubblico, non so se saprei controllarmi" sussurrò. Deglutii strizzando gli occhi fra di loro cercando di capire, se fossi ancora in grado di respirare.
Portò le sue labbra a premere sulle mie premendo in fretta la mani sulle mie anche, mi portò a contatto con la parete fredda del camerino e non riuscii a non gemere quando la mia intimità così nuda, entrò in contatto con la sua.
"Justin.." si distaccò piano dalle mie labbra accarezzandomi i fianchi.
"Lo so" mi sorrise quasi sapesse già quello che gli stavo per dire. "Ti prego, lascia che te lo prenda" mi disse poi. Dischiusi le labbra stordita. Lui mi voleva prendere quel completo intimo, perchè?
"Io, Justin.. non credo che.." mi frenò portandomi due dita sulle labbra e incurvando le sue all'insù in quello che doveva essere un sorriso rassicurante.
"Ti prego, lasciamelo fare" insistette. Sospirai.
"Infondo, anche se ti dicessi di no lo compreresti comunque a mia insaputa" dissi, Justin sorrise annuendo di rimando. Sospirai nuovamente passando le mani sulla sua nuca stringendogli qualche ciocca bionda fra le dita. Mi portò una mano sulla guancia premendo nuovamente a contatto le nostre labbra, sorrise distaccandosi completamente e mi lasciò sola, uscendo dal camerino. Mi vestiii velocemente, pensavo di tanto in tanto al perchè avesse voluto così tanto prendere quel completo intimo. Certo, era meraviglioso ma qualcosa mi diceva lo volesse soprattutto perchè era stato lui a sceglierlo appositamente per me. Forse, era solo un modo per sentirmi più sua, ogni qualvolta mi avrebbe visto indossarlo. Uscii vedendolo già alla cassa, diede alla commessa una banconota da venti dollari e prese il piccolo sacchetto di carta.
"Ne sei certo?" chiesi avvicinandomi.
"Ho mai avuto ripensamenti su qualcosa che ti riguardasse?" currugò la fronte. Sospirai passandomi la lingua sulle labbra.
"E' diverso e lo sai" dissi.
"Ho i miei motivi, sono più che validi te lo assicuro. Dirti che eri splendida non renderebbe l'idea di ciò che ho provato nel vederti con questo completo addosso" sorrisi annuendo e premendo per un piccolo secondo le labbra contro le sue. Forse, quel completo era solo un completo intimo di pizzo ai miei di occhi, ma ai suoi invece, appariva più come qualcosa di superlativo, qualcosa di unico che gli apparteneva. Forse il solo fatto di avermelo visto addosso gli faceva credere, che quell'indumento avesse il mio odore, avesse qualcosa che mi riguardava. Ma se davvero fosse stato così, Justin, non me l'avrebbe mai detto.
Uscimmo dal negozio andando verso il McDonalds dove Chris aveva detto di icnontrarci. Andammo a sederci in uno dei tavoli all'interno dove mio fratello e Chaz ci raggiunsero pochi minuti dopo. Ordinammo da mangiare attraverso quello che risultava essere un cameriere meccanico, una sorta di computer che prendeva gli ordini e li mandava direttamente alla cucina, un qualcosa che onestamente, nemmeno a Los Angeles avevo mai visto. Una decina di minuti dopo, passati fra i racconti di trattori che Chaz ci aveva offerto, arrivò un cameriere con tutte le nostre ordinazioni. Aprii il piccolo pacchtto rosso e presi una patatina portandomela alle labbra.
"Mh, hai fatto compere, Justin?" chiese Chris notando il sacchetto che Justin aveva posto al suo fianco. Deglutii facendo finta di niente e coninuando a mangiare, Justin annuì.
"A dire il vero, tua sorella le ha fatte anche se l'ho costretta io" precisò poi. Rabbrividii sotto gli occhi curiosi di mio fratello che sembravano non aspettare altro che anche solo una parola uscisse dalle mie labbra.
"Bhe, cos'avete comprato?" chiese addentando il suo panino all'uovo e pancetta. Justin ridacchiò e non feci in tempo a voltarmi per pregarlo in qualche modo di non dirlo, che parlò.
"Lingerie" disse. Chris smise immediatamente di mangiare restando immobile con un pezzo di panino fra le labbra. Chaz portò il bicchiere di coca cola sul tavolo guardandoci sorpreso, ecco, mio fratello mi avrebbe ammazzata.
"Che tipo, di lingerie?" chiese lentamente cercando di controllarsi. Justin si strinse nelle spalle e non feci in tempo a fermarlo che si pulì con un tovagliolo le mani sporche di ketchup e prese dal sacchetto il nostro - o per meglio dire il suo - acquisto.
Gli occhi di mio fratello si dilatarono e con essi anche le pupille di Chaz, deglutii ed abbassai lo sguardo alla loro reazione mentre Justin, sembrava non essere stato minimamente scosso, ma infondo, sapevo che non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa, da nessuno dei due.
"Tu hai preso quella roba, Evelyn?" chiese Chris puntandomi l'indice contro. Feci per rispondere che Justin scosse la testa attirando la loro attenzione.
"Sono stato io, gliel'ho presa io" disse poi. Il volto di mio fratello iniziò a colorarsi di rosso e immediatamente Justin sbuffò, avevamo capito tutti che presto avremmo assistito ad un'altra lite per me, fra i due.
"Tu hai preso quella roba per mia sorella, cazzo! Ma cosa ti passa per la testa eh?!" gridò. Justin sospirò passandosi una mano fra i capelli.
"Senti, non so quale sia il tuo problema. Smettila dico sul serio, è la mia ragazza e non più solo per quattro bacetti sulla bocca o per delle coccole al cinema" gesticolò Justin, ormai era evidente che anche lui si stava alterando e a dire la verità, nemmeno io sopportavo più quell'atteggiamento che Chris aveva assuto. "Ci amiamo sul serio, facciamo l'amore e non ha più due anni. Ormai è diventata grande, smettila" preseguì poi.
"Tu non capisci, non puoi prendere certe cose a mia sorella. Prendile a tutte le tue puttane, a tua madre, a tua sorella, a chi vuoi, ma non alla mia sorellina" disse Chris puntandogli l'indice contro. Justin sbuffò.
"Non ho mai preso niente del genere ne a Bridget ne a mia madre, ne tantomeno a mia sorella. Solo a lei e lo sai meglio di me il perchè. E' diversa, per questo certe cose le faccio per la prima volta solo con lei, perchè non è una delle tante e lo sai, tutti lo sapete" rispose. Mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sapevo che sarei dovuta intervenire o non avrebbero mai smesso.
"Adesso basta" dissi portando una mano in aria attirando la loro attenzione.
"Chris, non sono più una bambina, ora sono grande, sto con Justin e facciamo tutte le cose che fa una coppia, nessun esclusione" dissi. I suoi occhi sembrarono appannarsi ma non ci pensai e proseguii. "Quando avrai una ragazza, seria intendo, anche tu farai queste cose. Non è strano, non siamo alieni" mio fratello sospirò.
"D'accordo, non mi metterò in mezzo ma è ancora troppo difficile immaginarti con lui in quel modo come.. una donna, ecco" disse gesticolando. Annuii prendendo il bicchiere di coca cola e portandomi la cannuccia alle labbra.
"Ti chiedo solo una cosa, Evelyn Smith" deglutii. Non mi chiamava mai per cognome, mai.
"Non farti mai vedere da me con solo quella roba addosso" Justin ridacchiò seguito da me. Annuii sorridendo e addentado un'altra patatina fritta.
"Certo che no.." disse Justin con un sorrisetto. ".. solo io, la vedrò così" aggiunse con un tono alquanto perverso. Lo guardai furiosa quasi a volerlo uccidere ma fortunatamente Chris sorrise mangiando l'ultimo boccone del suo panino. Mi chiedevo se si sarebbe mai rassegnato all'idea di vedermi donna.
Erano arrivate ormai le 19.00 e per quello che potevo aver capito, saremmo partiti non molto dopo nonostante il combattimento sarebbe iniziato alle 21.00 passate. Fortunatamnente, la situazione era tranquilla, nessuno parlava, ognuno aveva qualcosa da fare, ognuno tranne me. Justin stava preparando il borsone per il combattimento, Chaz controllando i documenti per entrare e Chris - nuovamente - sistemandosi i capelli. Io me ne stavo lì, sul letto, sdraiata a pancia in su, mi passavo nervosamente le mani fra i capelli sospirando troppo frequentemente per quella che era la normalità. Justin di tanto in tanto spostava lo sguardo verso di me, credo avvertisse la mia tensione, quindi cercavo di tranquillizzarmi per lui, ma non ci riuscivo.
"Ehi, principessa" attirò la mia attenzione sfiorandomi la pancia in un punto vicino all'ombelico con le dita facendomi il solletico. "Non essere nervosa" disse. Bhe, sinceramente la considerai la frase peggiore che avrebbe potuto dirmi, tantè che lo guardai storto facendolo ridacchiare.
"Lo so, ma ci sono io sul ring. Questo dovrebe tranquillizzarti" disse poi alzando le spalle. Spostai lo sguardo sullo schermo del cellulare, mi dovevo preparare.
"Chris fuori, tocca a me" dissi raggiungendolo. Mio fratello mi squadrò roteando gli occhi e lasciandomi libero il bagno. Mi spogliai ed infilai il vestito color sangue chiudendo la zip sulla schiena, era lungo fino al ginocchio, aderente ed aperto sula schiena. Allacciai le scarpe nere con il tacco, e finalmente, uscii dal bagno dopo essermi stretta con un fiocco i capelli.
Justin portò in sincronia con gli altri ragazzi gli occhi su di me, il suo pomo d'Adamo si mosse un paio di volte, chiuse il borsone e mi si avvicinò.
"Il patto" disse duro. Sbuffai portando le braccia al petto.
"Ti prego, non iniziare" sbuffò a sua volta annuendo e portandomi una mano dietro la schiena. Aprimmo la porta e scendemmo le scale prendendo il primo taxi che passò. Per tutto il viaggio nessuno parlò, Chrsi mi disse solo che era meglio stare in silenzio per dare più tranquillità a Justin, il quale con la testa sul braccio guardava la strada fuori dal finestrino, in cerca della concentrazione giusta per il combattimento.
"Siamo arrivati, non posso andare più avanti" disse l'uomo allungando una mano verso di noi. Chaz annuì dandogli i soldi ed aprì lo sportello. Eravamo nel nulla, un campo e un capannone in lontanaza a circa cinquecento metri adornavano l'intero spazio. La mia attenzione venne catturata dalle poche vetture parcheggiate accanto allo stabile.
"Adoro arrivare in anticipo" disse fiero Chris sorridendo soddisfatto. "Niente traffico, niente fan scatenati, niente di niente" aggiunse poi. Justin sorrise passandomi una mano sulle spalle ed iniziando a camminare lungo la stretta stradina. All'entrata del capannone erano appostate due guardie, ci osservarono attentamente ma non appena videro Justin sorrisero, sembrava si fossero all'improvviso illuminati. Ci lasciarono entare immediatamente senza porre alcuna domanda, superammo così svariati corridoi sino ad arrivare allo spogliatoio assegnato a Justin.
"Andiamo a fare le carte e a consegnare i documenti, preparati" disse Chris prendendo dei fogli dal borsone di Justin. Se ne andò seguito anche da Chaz ed immediatamente Justin si afferettò a prendere i guantoni bianchi dal borsone che gli lasciavano le dita scoperte, per poi metterseli. Mi sembrva di averli già visti, credo li avesse utilizzati già per un incontro.
"Dimmi un pò, anche qui c'è il bacio porta fortuna?" chiesi alzando un sopracciglio. Justin ridacchiò.
"Qualcosa del genere" disse vago guardandomi con la coda dell'occhio. Ero curiosa di scoprire la tradizione di quel posto ma la cosa più importante per me, era che andasse tutto bene. Guardavo Justin mentre si preparava, solo vedendolo infilare i guantoni, sistemarsi i pantaloni ed i capelli, si poteva capire quanto fosse importante per lui quel mondo che ormai, era diventato parte integrante della sua vita.
"Justin?" un uomo della scurezza entrò nello spogliatoio attirando la nostra attenzione.
"Puoi andare a fare le prove sul ring, si inizia fra una decina di minuti" e se ne andò. Currugai la fronte alzandomi.
"Non era alle 21.00 il combattimento?" chiesi. Justin annuì cospargendosi le mani di gesso bianco.
"Fanno solo entare le persone. Ci vediamo dopo?" mi prese i fianchi accarezzandomeli per qualche secondo prima di premere in contatto le nostre labbra in un bacio a stampo. Sorrisi mentre usciva e lentamente, spariva dal mio campo visivo. Chaz mi portò un braccio attorno alle spalle raggiungendomi e mi condusse sino al reparto posteriore dove avremmo atteso Justin sino all'inizio del combattimento.
"Justin ti ha raccomandato?" chiese.
"No, ma credo non sia necessario" risposi. Chaz ridacchiò annuendo avvicinandosi ulteriormente all'ingresos che conduceva all'entrata del ring per parlare con un uomo. Non ascoltai la loro conversazione, al contrario presi aria, di li a poco Justin, avrebbe avuto quello che Chaz stesso definiva, l'incontro più importante della loro vita.

I'm Danger (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora