Capitolo 11

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Erano le 23.00 passate, l'unica piccola luce che illuminava la mia stanza era il chiarore della luna, non so il motivo ma mi piaceva guardare le stelle al di fuori della finestra dal letto, mi sentivo un pò come nelle favole quando la principessa guarda il tramonto dal suo castello. A me mancava un piccolo ed innocente particolare, il principe azzurro. Cosa del tutto banale direi.
Sentivo ancora la musica ad alto vulume provenire dal piano di sotto dove in salotto si erano appostati i ragazzi, mi chiedevo fino a quando avrebbero continuato, magari loro non erano stanchi poichè il sonno lo recuperavano il mattino dormendo durante lezione, ma io no. Io dovevo essere la prima della classe e per me la musica era un pò diversa.
Aprii la porta scendendo le scale, avevo il bisogno di bere dell'acqua e ne avrei approfittato per dare qualche occhiata a mio fratello nel tentativo di fargli capire che avrei tanto desiderato dormire.
Passai il salotto andando in cucina, nessuno dei tre aveva accennato a muoversi al mio passaggio il che m'infastidì, era detestabile non tanto il fatto che Chaz o Justin non mi guardassero - infondo non era un mio obbiettivo essere guardata da loro, anzi il contrario - ma che Chris, quell'essere ignobile che sarebbe dovuto essere mio fratello non riuscisse a capirmi, non mi dasse un minimo d'attenzione, quello si che era irritante.
"Evelyn vieni qui" m'irrigidii non appena mi sentii chiamare dall'unica persona che in quella stanza mi chiamava per nome, mio fratello.
Avanzai in salotto con un bicchiere d'acqua nella mano destra, Justin se ne stava seduto comodamente sulla mia poltrona, e per cosa? Per irritarmi ovviamente, quando non lo faceva infondo... Chaz era sul divano accanto a Chris con una birra fra le mani, non osavo sapere quante ne avessero bevute.
"Dove li mettiamo a dormire?" chiese, alla sua domanda corrugai subito la fronte.
"Tu li hai invitati qui, non è un mio problema" risposi puntandogli l'indice contro e iniziando a camminare verso le scale.
Perchè mai avrei dovuto essere interessata alla cosa? Lui aveva detto loro di restare a casa nostra e lui avrebbe risolto tutti i possibili inconvenienti, non io di certo.
"Oh andiamo.. non posso lasciarli nel divano" si lamentò, a quella sua ultima frase trattenni una risata, per me avrebbe anche potuto farlo, infondo non mi faceva ne caldo ne freddo saperli nel divano che poi a dirla tutta era davvero comodo.
"Ci sono le camere degli ospiti" alzai gli occhi innervosita, sapevo benissimo che una delle due camere per gli ospiti era accanto alla mia e che di certo uno fra Justin e Chaz sarebbe andato lì e quindi molto probabilemte non mi avrebbe mai lasciato dormire poichè si sarebbe messo ad ascoltare musica ad un volume da pazzoidi.
"Beh ragazzi dovrete accontentarvi di quelle" disse allora Chris voltandosi verso di loro e alzando leggermente le spalle, gli altri due si guardarono un secondo per poi annuire disinvolti fino a quando Justin non si alzò.
Venne verso le scale e con quel suo solito sorrisetto idiota, furbo, presuntuoso e menefreghista mi prese il bicchiere dalle mani portandoselo accanto alle labbra.
"So perfettamente quale camera voglio" disse a bassa voce per poi bere l'ultimo sorso d'acqua del bicchiere.
Sbuffai salendo di fretta le scale, ero già morta, avrebbe preso la camera accanto alla mia e non mi avrebbe lasciato in pace mai, speravo tanto di sbagliarmi si, ma infondo si trattava di Justin, della persona più odiosa e strafottente che potesse esistere, non mi avrebbe mai lasciato in pace.
"Vedi di non rompere e di restare in camera tua" lo avvisai lanciandogli un'occhiata con la coda dell'occhio. Feci per chiudere la porta quando lui mise il piede in mezzo impedendomelo, alzai lo sguardo pronta a ricevere un'altra delle suo occhiate o frasi detestabili.
"Non ci tengo a passare anche la notte con te ma se è questo il tuo desiderio ti capisco" mi morsi la lingua impedendo a orribili e troppo acide, parole di uscire dalle mie labbra. Odioso era troppo buono.
"Mai" scandii chiaramente chiudendogli la porta in faccia.
"Credi davvero che passerei la notte con una pulce?" urlò dall'altro lato facendomi alzare gli occhi al cielo sino al soffitto.
"Credi davvero che passerei la notte con uno stronzo?" risposi avvicinandomi al letto, lo sentii sogghignare, quel ghigno odioso, irritante e strafottente che solo Justin aveva, disgustoso.


Bum.
Bum.
Oh no, il temporale.
Mi svegliai di soprassalto non appena i tuoni iniziarono a rimbombarmi in testa, no non poteva essere vero, non quella notte.
Avevo sempre avuto paura dei temporali, ogni volta era un incubo, uno dei più terribili, mamma e papà da sempre credevano che la mia paura fosse assolutamente ridicola e sciocca - e forse avevano ragione - così andavo sempre in camera di Chris. Lui almeno mi diceva una parola di sostegno, non chiedevo molto del resto, un braccio intorno alla vita nulla più. Negli ultimi tempi però non pareva entusiasta di proteggermi da ciò che io consideravo spaventoso, anzi, sembrava infastidito dalla mia paura, probabilmente non era una mia impressione, era proprio così.
Non sapevo che fare, sentivo le gambe tremare ma del resto Chris non mi avrebbe aiutata, ma sapevo che infondo era l'unica soluzione.
Uscii in fretta dalla stanza percorrendo di corsa il corridoio accompagnata dal rumore indicibile ed inconfondibile dei tuoni. Abbassai lentamente la maniglia della porta della camera di mio fratello, non si muoveva nulla, l'unico rumore che scacciava un silenzio assordante era quello del temporale che dentro quella stanza si sentiva decisamente meno.
"Chris svegliati!" iniziai a scuoterlo e per un secondo rividi le scene di quand'eravamo piccoli, di quando mi abbracciava e mi diceva che il temporale non mi avrebbe mai fatto del male.
"Dio.. torna a dormire" borbottò affondando la testa contro il cuscino.
"C'è il temporale, ti prego!" risposi afferrandogli un braccio, sbuffò contro il lenzuolo colorato prima di alzare leggermente il volto per guardarmi, aveva i capelli scompigliati, le occhiaie evidenziate e gli occhi appiccicosi e lucidi.
"Va da Chaz" disse poi prima di tornare con la testa contro il cucino, io alzai gli occhi al cielo prima di dargli una pacca sulla schiena. Chaz? Speravo davvero stesse scherzando, mai.
Dico, che idea balorda, era ridicolo che pensasse che avrei chiesto a Chaz di passare la nottata con me per via della mia ridicola - a parer loro - paura.
"Oh ti prego non essere idiota!"
"Non sono idiota e voglio dormire.. in ogni caso non credo Chaz ti ascolterebbe" disse con la voce impastata da sonno.
"E perchè no?"
"Si è scolato dieci birre e si è addormentato, non si sveglierà facilmente" disse poi alzando appena le spalle.
Sospirai, di certo non sarei andata da Chaz ma il problema restava, quell'idiota di mio fratello sembrava fare di tutto per non capirmi, per quanto sapesse che non sarei riuscita a chiudere occhio se fossi rimasta da sola. Era davvero una delle cose più irritanti che potessero esserci.
Scesi dal letto andando verso la porta.
"Ehi.." richiamò la mia attenzione.
"C'è Justin.." disse poi, non gli urlai dietro per il semplice fatto che fosse notte fonda, se non fossero stati tutti a letto mi sarei scaraventata su di lui printa ad urlargli in qualsiasi lingua del mondo di morire.
Sbuffai sbattendo la porta alle mie spalle e lo sentii imprecare contro di me, sorrisi soddisfatta ma la mia smorfia fiera svanì subito, un altro tuono, tra i più forti che io abbia mai sentito, rimbombò tra le pareti di tutta la casa.
Stavo per condannarmi, per fare la cosa più sciocca che avrei potuto fare ma non avevo scelta, ero certa che se non l'avessi fatto non avrei chiuso occhio un secondo e che probabilemte se il temporale non se ne fosse andato avrei facilmente avuto un attacco di panico.
Presi fiato prima di portarmi davanti alla "porta maledetta" - diventata tale dopo essere sorpassata da Justin ovviamente - e bussai lentamente, era sciocco è vero ma per quanto ridicolo fosse la mia dannata educazione vinceva in goni luogo.
Come previsto non mi rispose nessuno, aprii con timore la porta che subito cigolò sino a quando non la chiusi completamente alle mie spalle. La stanza era leggermente illuminata dal chiarore della luna poichè i balconi non erano stati chiusi. Justin era completamente oscurato, si potevano solo intravedere i suoi lineamenti , approssimati certo.
Mi avvicinai prendendo una boccata d'aria, mi sporsi cercando di vedere nell'oscurità per quanto fosse possibile, Justin teneva la testa tra le braccia pesantemente posata contro il cuscino bianco, una gamba era fuori mentre il resto del crpo era sotto il leggero lenzuolo.
"Ehm.. Justin, svegliati" posai la mano sulla sua spalla quasi con paura di toccarlo, lo mossi un paio di volte fino a quando non lo sentii mugugnare qualcosa e così ritrassi l'arto.
"Svegliati" ripetei più forte dandogli un ultimo colpo alla spalla, lui si mosse leggermente, prima le braccia poi una gamba ed infine girò la testa verso di me senza staccare la pelle della guancia dal cuscino.
"Pulce.. che ci fai qui?" chiese con la voce che faceva subito intendere si fosse appena svegliato. Mi abbassai sperando di riuscire a parlare ancora, una cosa era parlare mentre dormiva un'altra mentre mi fissava con quei suoi occhi impenetrabili anche nel buio della notte.
"Io non.. posso dormire qui con te?" abbassai istintivamente gli occhi, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia era troppo difficile, inizialmente alle mie parole rimase come paralizzato, solo poco dopo serrò le labbra e tornò connesso.
"Hai paura dei temporali non è vero?" mi sentii subito a disagio, come diamine faceva a saperlo? Non poteva averglielo detto Chris, non ne aveva motivo ne io di certo gli avevo mai raccontato di questa mia tremenda paura, quel ragazzo mi faceva sempre più paura, sembrava un fantasma che entrava nella mente delle persone e scoprisse tutte le loro paure.
Annuii senza il coraggio di aprire bocca, lui mi osservò per altri interminabili secondi prima di spostarsi verso la parete a destra e di farmi spazio.
Senza guardarlo m'infilai sotto le coperte, sentivo appena il suo corpo sfiorare il mio, mi voltai di schiena consapevole che non avrei potuto dormire di certo appoggiata al suo petto. Ma vi pensate? No, impossibile.
Bum.
Un tuono, uno dei più forti che il temporale quella notte ci avesse riservato. Non trattenni un sussultò e mi voltai di scatto aggrappandomi al suo corpo senza ragionare, sentivo i suoi muscoli tesi sotto il mio tocco.
Deglutii appena trovando la forza di alzare lo sguardo su di lui solo svariati seconi dopo.
"Scusa" sussurrai appena staccandomi e deglutendo, la cosa più umiliante che sarebbe potuta accadere.
Non riuscii a non abbassare per l'ennesima volta la testa, vedevo appena il lenzuolo bianco annerito dal nero della notte. Una manciata di secondi ed una mano mi si posò sul fianco, Justin mi circondò la vita con un braccio attirandomi a se.
Sentii subito i suoi addominali contro la mia pancia, la mia testa vicino all'incavo tra il suo collo e la sua spalla sinistra. Deglutii e credo lui se ne accorse infatti iniziò ad accarezzarmi la schiena con la mano sinistra per poi circondarmi la vita anche con l'altro braccio.
Nemmeno Chris mi aveva mai stretto a lui in quel modo, al massimo mi aveva messo un braccio attorno alle spalle, pazzesco direi.
"Perchè non sei andata da Chris?" chiese lui improvvisamente interrompendo quel momento di silenzio che pareva destinato a durare un'eternità.
"L'ho fatto ma non mi ha voluta" risposi solamente in modo secco, lo sentii ridere contro i miei capelli e solleticarmi la fronte con i suoi biondi e fini come sempre.
"Perchè sei così tesa?" chiese.
Non capii subito la domanda, mi sembrava alquanto banale e ridicolo come quesito, ma forse la notte, il sonno non lo facevano pensare in modo lucido.
"Perchè sono abbracciata a te" trovai il coraggio di dire.
Lo sentii ridere prima di appoggiarmi entrambe le mani sulle anche e di stringermi di più verso di lui, alzai lo sguardo in cerca dei suoi occhi per capire le sue intenzioni.
"Rilassati.. non ti farò del male" disse lui abbassando a sua volta lo sguardo verso di me.
Deglutii, posai una mano sul suo fianco e l'altra contro il suo petto, la testa nell'incavo del suo collo, sentii così subito tutto il suo profumo - un misto di menta, fumo e cannella - invadermi le narici e diffondersi per tutto il corpo.
Una delle sensazioni più strane che abbia mai provato in tutta la mia vita.
"Sai, non credevo sapessi ballare" disse tutt'un tratto avvolgendomi una delle due braccia tutt'intorno alla schiena.
Una scossa, un bridvido, un calore, un qualcosa di strano mi passò via in un secondo, sembrò colpirmi i nervi, le vene, le ossa, mi penetrò sino all'organo più profondo per poi scomparire non appena mi abituai alla presenza così ravvicinata del corpo di Justin - ormai attaccato - al mio.
"Ed io non sapevo fossi un così bravo pugile" risposi sorridendo, lo sentii ricambiare contro la mia testa, forse si sentiva importante e magari non avrei dovuto dirglielo poichè probabilmente sarebbe diventato ancora più arrogante di quanto non lo fosse già.
"Dico sul serio pulce, tutti mi hanno chiesto di portarti ancora" disse poi, accennai ad un sorriso ma si spense subito.
Odiavo profondamente quando mi chiamava così, mi sentivo così impotente, così sottovalutata, così inutile che lui non poteva minimamente immaginare.
Abbassai di copo lo sguardo e pregai di riuscire a trattenere le lacrime, era bambinesco frose lo so, ma io ero così, io non riuscivo a sentirmi trattata così e a riderci su. No, non era quel tipo di ragazza.
"Perchè piangi?" divenne serio, sentivo la sua freddezza come ritornata all'improvviso nel suo tono di voce.
"Nulla" risposi io con altrettanta freddezza, lo sentii sbuffare e forse anche imprecare contro di me e il mio istinto per scappare dai problemi.
"Vuoi dirmi la cazzo di verità una buona volta?!" chiese alterando il tono della voce e facendomi rabbrividire.
"Che t'importa, non ti dirò la verità smettila!" risposi staccandomi da lui e dandogli le spalle, lo sentii sbuffare, ancora.
Irritante, odioso, mi innervosiva davvero come pochi.
"Dio sei una cosa impossibile.. Che diamine ti prende ora?" chiese soffiando contro la mia cute, sospirai passandomi le mani sul volto.
Non avrebbe mai capito, ne avrebbe mai fatto cambiare qualcosa, credevo avesse capito e invece no, era il solito stronzo senza cuore o pietà.
"Lasciami in pace"
"Se non mi rispondi puoi benissimo andartene, decido io se resti o no" mi morsi il labbro, aveva ragione, il coltello dalla parte del manico quella volta ce l'aveva lui.
"Allora.."
"Lo sai benissimo" risposi freddamente.
"Già.." rimasi quasi colpita dal fatto che non avesse detto altro, ma allo stesso tempo m'innervosii di più, sapeva perfettametne il motivo del mio malessere eppure non gli importava, era una persona davvero sgradevole e riluttante in tutti i sensi.
"Credevo mi avessi perdonato" disse poi.
"E per quale motivo?" corrugai la fronte, questa poi.. avrei anche dovuto perdonarlo.
"Se non fosse stato per me saresti morta di freddo" disse consapevolte del fatto che quella volta avesse davvero ragione lui, tuttavia io ero certa di avere una risposta pronta anche per quell'occasione.
"Non credo basti un gesto no?"
"Sei così complicata principessa" sorrisi alla sua frase e senza motivo quasi volli ridere, non mi aveva chiamata pulce, perchè? Non lo so, solo non l'aveva fatto anzi, mi ave achimatao con l'ultimo soprannome che mai mi sarei aspettata.
Non da lui e non rivolto a me. 
Sentii ancora una volta la sua mano lentamente posarsi sul mio fianco, mi ruotò costringendomi a tornare rivolta verso di lui e a incontrare per l'ennesima volta i suoi occhi.
"D'ora in poi sarai la mia principessa d'accordo?" alle sue parole sentii le pupille dilatarsi, non credevo a ciò che aveva appena detto.
"Io.. perchè?" riuscii solo a dire.
"Non mi va di vederti piangere.. non davanti a me e posso scendere a compromessi" disse alzando gli occhi al cielo.
"Del tipo?" chiesi curiosa.
"Non pensare che d'ora in poi ti tratterò bene, non lo farò mai.. posso solo evitare di chiamarti pulce" alle sue parole sorrisi ed annuii, era molto più di quello che avevo sempre sognato. Mi chiedevo il motivo di quel suo cambiamento "d'umore" potremmo dire.
"Beh direi che è un buon compromesso" risposi, lui accennò ad un sorriso spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non eravamo mai arrivati a una simile distanza - se mai ci fosse stata poichè i nostri corpi si toccavano - e non sapevo bene il perchè stesse accadendo.
Le sue braccia mi circondarono la vita stringendomi più forte, mi sentivo davvero bene e con l'ultima persona che mai pensavo mi avrebbe fatto sentire bene, con il mio incubo.
Semplicemente pazzesco, quasi impossibile.
Per un istante temetti fosse un sogno.
"Buonanotte" dissi appena posando la testa contro il suo petto morbido, esattamente accanto al suo cuore che con regolarità rendeva uniforme il mio respiro che andava in sincronia con esso.
"Buonanotte principessa" sorrisi subito nel sentirgli dire quelle parole ma non riuscii nemmeno a "godermele" che un'ondata di scariche elettriche m'invase il corpo. Justin aveva posato le sue labbra contro la mia fronte, erano calde e stavano diffondendo tutto il loro calore al mio corpo.
Dovetti deglutire per poi riprendere a respirare con regolarità.
Non disse altro ma a me ci vollero venti buoni minuti per addormentarmi, chi era quel ragazzo? Era davvero Justin Bieber? 
La mia paura più grande, scoprire il mattino seguente che era stato tutto solo un bel sogno o peggio, che la promessa fattami da Justin si rivelasse nulla, che non la rispettasse.

I'm Danger (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora