Capitolo 1

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Cammino per la stanza incessantemente, nervosa per la presenza della novellina. Rischio che mi scombini completamente i piani e non me lo posso permettere. Casper se ne sta lì ferma a piagnucolare mentre Saray sta urlando alla bionda che ha fatto male il letto, ma tanto ora di stasera la voglio fuori da questa stanza. Mi accorgo di essermi fermata a fissare il letto con un'espressione di disprezzo, sposto poi il mio sguardo su Macarena e per qualche secondo resto a guardarla mentre si accoccola su un fianco nella sua cuccetta, portandosi poi le ginocchia al petto in posizione fetale. Vederla così mi fa quasi tenerezza e non appena mi accorgo di questo minuscolo cenno di empatia scuoto la testa, io non sono empatica, non provo tenerezza, mai.
Il rumore delle celle che si aprono per darci libero accesso alle aree del carcere mi fa scattare e mentre lascio la cella faccio un cenno con il capo alla gitana.
"Vado a parlare con la direttrice" le dico indicando la bionda, Saray capisce e la segue mentre si dirige verso le docce.
"Dove stai andando Zulema? - chiede Valbuena - Le docce sono dall'altra parte" indica dietro alle mie spalle.
"Infatti non sto andando a fare la doccia, cabrón! Vado dalla direttrice" urlo superandolo. È un idiota, un vero e proprio coglione.
Raggiungo l'ufficio della direttrice, busso ed entro senza aspettare una risposta. Devo assolutamente capire che cazzo sta succedendo.
"Signora direttrice - esclamo non appena spalanco la porta - credo proprio che oggi ci sia stato qualche problema nell'assegnazione delle nuove - continuo sedendomi di peso sulla sedia di fronte alla scrivania e prendendo una manciata di caramelle dal vaso accanto al portapenne senza chiedere il permesso - dico bene?" chiedo retoricamente aspettandomi una risposta affermativa. Sono ritenuta essere la detenuta più pericolosa di tutta Cruz del Sur, hanno sempre accettato la mia richiesta di non avere nessuno in cella oltre a Saray e Casper, anche quando il carcere era pieno.
"Zulema, non abbiamo letti. Ci sono celle da quattro con un ulteriore letto a castello, non posso lasciarne neanche uno vuoto. Devi accontentarti, la nuova detenuta resta con te" afferma la direttrice guardandomi negli occhi.
"Signora direttrice ribadisco quello che ho detto alla governanta, la novata dormirà a terra se non la mandi da un'altra parte" dico indifferente, poi penso alla biondina sul pavimento di cemento freddo e sudicio, per un secondo mi pare di provare compassione, ma subito mi riprendo e guardo negli occhi Miranda.
"Zulema, sii ragionevole, è appena arrivata, lasciala assestare. Macarena Ferreiro è nella cella 234, non ho altrove dove metterla. Puoi farle chiedere un cambio di cella con un'altra detenuta, ma non sarà facile visto il terrore che incuti fra di voi" mi dice sperando in un minimo di compassione.
"D'accordo signora direttrice, faremo a modo suo" ghigno alzandomi ed esco sbattendomi la porta alle spalle. Mi porto le mani nei capelli per il nervoso.
"Ahhhhhhh" urlo incazzata nera, non la voglio, non la voglio in cella né in alcun modo intorno a me. Cammino borbottando rabbiosa verso la cella, entro e sbraito a Casper di portare la mia roba in lavanderia, poi mi siedo alla piccola scrivania e apro il mio libro ancora ferma al punto di ieri sera. Mi immergo nelle parole, ma in breve mi rendo conto che non sto capendo assolutamente niente di quello che leggo: nella mia mente ricompare l'immagine della bionda, i suoi occhi verdi che mi guardano ingenui come se stesse sperando che io non le facessi del male. Scaccio quel pensiero dalla mente e chiudo nervosamente il libro sbattendolo sulla mensola, poi mi volto sentendo dei passi alle mie spalle. Vedo la novellina entrare e sedersi silenziosamente sul letto, seguita poco dopo da Saray che mi guarda digrignando i denti.
"Que pasa?" le chiedo.
"Succede che questa puta ci ha provato con la mia ragazza" sibila fra i denti. La bionda trema. Saray ha un concetto un po' particolare di relazione. Lei e Rizos, una persona alquanto fastidiosa della quale la gitana è innamorata, si prendono e si mollano con una frequenza esilarante, ma stavolta sembrava una rottura definitiva voluta solo ed esclusivamente da Rizos. Io ne sono felice, non la sopporto e la mia gitana si è ridicolizzata a sufficienza per quella, però Saray non fa altro che odiare chiunque si avvicini alla ricciolina e ringhiare per marcare il territorio.
"Non ci ho provato, mi ha parlato lei...io...ho solo ricambiato. Io non vado con le...ragazze. Io...sono etero" sussurra Macarena stringendosi le ginocchia al petto visibilmente impaurita.
"Dicono tutte così, ma qui dentro si è tutte etero fino a che non lo si è più. - replica Saray - Stai lontana dalla mia fidanzata, claro?" mentre parla si alza puntando il dito contro la bionda, avvicinandosi sempre di più a lei.
"Via via hermana, a parte che non state più insieme, ma poi lo sai com'è fatta quella, ti sembra mai che possa essere stata questa novata a provarci?" dico smorzando l'attenzione.
"Che fai Zule? La difendi?" mi chiede Saray sollevando un sopracciglio dubbiosa. Che cazzo faccio, infatti? Scuoto la testa e mi volto lasciando la cella. Mi reco verso la mensa, prendo la mia solita mela e mi siedo in un tavolo da sola. Poco dopo mi raggiungono Saray e Casper, seguite dalla bionda che fa per sedersi all'altro capo del tavolo. Le basta uno sguardo e si rialza sedendosi da sola in un tavolo poco più distante. La vedo parlare con il secondino ex poliziotto, Fabio, sicuramente le sta dicendo di finire tutto quello che ha nel piatto: che regola stupida, non ci si può nemmeno svegliare non avendo fame in questo posto di merda, idioti. Mi alzo e torno nella mia cella sperando in un po' di silenzio durante i turni di lavoro. La novellina non si vede e così io mi rilasso un po' con il mio scorpione cercando di capire come fare a liberarmi di lei.
Mi alzo e vado in chiesa, mi siedo, mi alzo il cappuccio e aspetto. Sento dei passi e poi qualcuno si siede dietro di me. So esattamente chi è.
"Sa cos'hanno in comune Allah e Cristo?" chiedo.
"No" risponde Paloma. Accenno un sorriso.
"Che entrambi sono a casa di tutti e vedono tutto - mi fermo qualche secondo - chissà come ci si sente lassù".
"Lassù dove?" mi chiede. Sospiro, mi calo il cappuccio e mi volto verso di lei incrociando i nostri occhi.
"Nella sala di controllo delle telecamere" dico. Lei mi guarda, io la guardo per poi abbassare lo sguardo sulla targhetta magnetica che porta al collo, la chiave del paradiso, apre tutto in questo carcere del cazzo. Lei porta la mano sulla targhetta e la stringe, io so che ha capito. Mi alzo e me ne vado, tornando verso la mensa per vedere che merda ci rifilano oggi.
Dopo pranzo esco in cortile e mentre mi accendo una sigaretta noto Macarena chiacchierare con Yolanda, Sole e Rizos, le avevo già viste vicine in mensa durante il pranzo, avevano raggiunto la bionda che era sola, così mi incuriosisco. Faccio cenno con il capo a Casper di avvicinarsi per ascoltare mentre mi siedo comodamente a terra con le spalle al muro. Inalo l'ultimo tiro e spengo il mozzicone, gettandolo poi lontano da me. Alzo gli occhi e mi perdo nell'azzurro del cielo, Dio come mi manca la libertà. Chiudo gli occhi e resto ferma ad accogliere i raggi del sole nella speranza che ravvivino un po' il mio pallore cadaverico, risultato della mia reclusione. Anche il sole, nonostante le nostre divise del suo colore, sembra evitarci come se fossimo peste.
Sento una mano posarsi sul mio ginocchio e apro gli occhi, Casper è chinata su di me, alzo il mento intimandole di parlare.
"Parlavano del carcere, del motivo per cui sono dentro, tutte l'hanno raccontato tranne Yolanda, lei ha parlato solo del suo tatuaggio sul polso e poi le ha dato la collanina con la Vergine della Macarena come portafortuna perché è molto preoccupata, ha gli attacchi d'ansia, pare abbia visto anche il medico - inizia a parlare e so che si riferisce alla bionda, ma fino a qui non mi sembra nulla di importante - ah e hanno detto qualcosa su di te" conclude Casper con la sua solita voce tremante.
"Beh?" le chiedo come a dirle di non interrompersi.
"Dicono che sei pericolosa, dicono di non averti come nemica, ma nemmeno come amica, dicono che non sei affidabile e non ti faresti problemi a fare del male a un'amica, le hanno anche detto di dormire con un occhio aperto, di non accettare favori che non può ricambiare e poi le hanno suggerito di chiedere il trasferimento dalla tua cella" finisce tutto d'un fiato come se pensasse che riferirmi queste cose possa avere ripercussioni su di lei: che idiota, come se non sapessi che questo è il pensiero di tutti qui dentro. Beh tranne che di Saray, lei è la sola a capirmi e a conoscere il mio lato più intimo. Sono soddisfatta di essere riuscita a farmi valere così, ma allo stesso tempo mi chiedo se io sia davvero questo, o comunque solo questo.
"Tsè, pensa te queste sceme" dico mentre la sirena annuncia la cena e io raggiungo Saray che è madida di sudore dopo la sua partitella a basket. Insieme andiamo in mensa ma ho lo stomaco chiuso e non mi spiego perché, continuo a guardare Macarena ripensando a quello che mi ha riferito Casper. Ho preferito non chiederle le risposte della bionda per non destare troppo sospetto, ma sarei curiosa di sapere cosa pensa di ciò che le è stato detto, quando ci siamo guardate ho percepito qualcosa di strano nel suo sguardo, qualcosa di troppo simile allo sguardo che avevo io. Non so, credo che non sia così innocente come vuol far credere, o forse lei stessa non è consapevole di avere un lato nascosto.
"Zule... - mi chiama Saray - come facciamo per stasera?" mi chiede indicando la bionda qualche tavolo più in là con la testa.
"Facciamo tutto esattamente come lo abbiamo programmato" sentenzio alzandomi e tornando in cella.
La bionda tarda a ritornare, io sto girata di spalle ai letti di Saray e Casper, guardo il muro e ripeto con ordine il mio piano per stasera. Sento armeggiare nel letto sotto a me, immagino che la finta santarellina sia tornata. Il rumore però diventa fastidioso così mi volto nervosa e scopro, percependo un po' di non so che sensazione allo stomaco, che non è Macarena, è ancora fuori.
"Che cazzo fai?" chiedo a Saray che è abbassata con la testa sotto al mio letto.
"Sposto la novellina a terra, come hai detto prima" risponde. Cazzo, vero, avevo detto così.
"Saray, dobbiamo tenercela buona affinché non dica niente di quello che vedrà o sentirà stanotte, lascia tutto così" dico, non sembro nemmeno io, non è solo per questo che non voglio che dorma a terra, ma lo so solo io e non so se sono pronta ad ammetterlo a me stessa, mi fa sentire debole. Saray sembra credermi e proprio in quel momento la bionda entra.
"Che...che fai?" chiede a Saray.
"Ho sistemato le tue coperte, puta. Devi essere talmente bionda e talmente stupida da non aver capito un cazzo oggi" le dice inventando una scusa. Macarena si irrigidisce, immagino che si stia chiedendo il perché di questa improvvisa gentilezza, oppure sta analizzando tutto ciò che Saray potrebbe averle nascosto sotto le coperte per vendicarsi del suo saluto a Rizos, "sarebbe capace di farlo" e nel pensarlo mi scappa una mezza risata.
"Nessuna bontà novellina, ma se il tuo letto è fatto male, ci rimette tutta la cella: fanno un'ispezione, se trovano mezza cosa fuori posto ci sbattono in isolamento e il mio scorpione me lo posso scordare - le dico - ora muovi il culo e dormi, che voglio silenzio" affermo consapevole che nessuno dorme la prima notte in carcere, ma devo sperare che questa stupida sia troppo stanca per stare sveglia.
Le luci vengono spente, le celle chiuse. Di notte c'è il transito controllato, non avendo i bagni in cella possiamo uscire indisturbate per andare ai bagni, ma veniamo controllate dalle telecamere. Aspetto un po', un'ora, due, tre. Poi mi alzo piano. Saray mi segue e Casper si trascina dietro di noi. Mi assicuro che la bionda non veda, ma sembra dormire.
Saray e Casper si incamminano in direzione dei bagni mentre io vado verso la la cella di Yolanda, la hija de puta che mise in atto la rapina quasi perfetta. Io stessa non avrei potuto inventare un piano migliore. Tutti possono entrare in una banca con una pistola e una calzamaglia in testa, ma quello che fece lei era davvero il piano perfetto. Yolanda e il suo fidanzato comprarono due auto distrutte da uno sfasciacarrozze, gli diedero fuoco bloccando la strada a un furgone portavalori che aveva vari milioni di euro. I vigilanti incontrarono sulla strada un incidente mortale con due vittime, un uomo coperto di sangue che portava in braccio il corpo di una donna apparentemente in fin di vita, erano loro. Chiesero aiuto e quando i vigilanti scesero per prestare soccorso, li minacciarono con le pistole, si fecero aprire le porte blindate per poi ucciderli e rubare 11 milioni, o meglio, c'è chi dice che erano solo 9, ma noi sappiamo che circa 2 milioni li sparsero per la strada durante la fuga, hijos de puta. Avevano i soldi ma anche la polizia alle calcagna. Prima che la arrestassero li fecero correre un po', la fuga durò 39 minuti su strade secondarie e terminò con una sparatoria, il suo fidanzato morì. Quando la presero non c'era traccia dei soldi, li avevano interrati da qualche parte tra Madrid e Segovia. Fu più furba della polizia, dei cani, dei detective e di chiunque altro. Cambiò la SIM del suo telefono quando capì che stavano per essere catturati, probabilmente se la ingoiò infatti la SIM che aveva usato non è la stessa che è stata trovata nel suo cellulare. Su quella SIM devono esserci informazioni a proposito di dove sono nascosti i soldi. E io voglio quei soldi.
Mentre ripenso a quanto geniale fosse quel piano arrivo alla cella di Yolanda, mi appoggio alle sbarre della cella chiusa.
"Pss - sussurro - Yoli" la chiamo. Mi ignora.
"Yoli - la richiamo dando una melodia al nome pronunciato - dormi?" le chiedo.
"Praticamente" mi risponde.
"Ci fumiamo una sigaretta in bagno? Ho avuto una brutta giornata" le dico. Lei guarda le altre ragazze soffermandosi sulla novellina sotto di lei, alla fine anche per quella è la prima notte. È da tempo che le chiedo quei soldi, le ho proposto di dividere, di collaborare, ha sempre negato. Eppure siamo amiche, o meglio, non è una che ucciderei qui dentro, più o meno. Perciò stasera sono costretta alle maniere forti. Scende dalla cuccetta e mi raggiunge guardandosi intorno, non potremmo uscire insieme, ma non mi importa, ho sistemato quello che dovevo sistemare nella sala di controllo, Yolanda questo però non lo sa.
"Non ho tabacco" mi dice aprendo la cella.
"Io sì" le rispondo, la lascio passare e poi la seguo in direzione del bagno.

Due ore dopo sono in cella, leggermente turbata per quello che è successo. Saray e Casper tornano a letto e crollano, sento i loro respiri pesanti. Mi sdraio a pancia in su e fisso il soffitto, sento il letto tremare e dei singhiozzi rompono il silenzio.
Abbasso la testa guardando la bionda sotto di me.
"La finisci?" ringhio.
"Sc-scusa" risponde. Ma il pianto non ne vuole sapere di cessare. Scendo dal letto, controllo che le altre due dormano veramente, poi mi sdraio accanto a lei, senza toccarla.
"La prima notte è normale che sia così, nessuno dorme la prima notte in carcere. - dico rimanendo a fissare il sotto del mio letto - Ma la mia non è la prima e io ho bisogno di dormire perché è stata una giornata pesante, rubia" le dico, il nomignolo mi esce all'improvviso.
"Scusa" ripete, sento il suo respiro calmarsi leggermente.
"Non serve che ti scusi, devi fare silenzio. - dico con durezza, poi continuo un po' più dolcemente - C'è chi dice che la compagnia aiuti a dormire durante la prima notte, cioè lo dice la gitana. Starò qui finché non dormi poi me ne torno su, niente smancerie, niente contatto, starò solo qui. Se dici a qualcuno quello che sta succedendo te reviento la puta cabeza, sì?" le dico non capendo da dove viene questa mia empatia, poi ripenso a ciò che è successo stanotte con Yolanda e penso che lo sto facendo per tenermela buona. Vorrei aggiungere che deve sparire dalla mia cella domani stesso, ma non essendo riuscita a farlo entro stasera, a questo punto è meglio che io la tenga qui sotto controllo. "Che poi non mi dispiace completamente la sua presenza" penso, ma subito scaccio il pensiero.
"Grazie" la sento dire mentre annuisce alla mia affermazione.
"Solo finché non dormi e..." dico girandomi verso di lei, ma mi interrompe prima che io possa finire, la uccido.
"Non lo dirò a nessuno" sorride guardandomi, mi rilasso, ha capito, le lascio un sorriso che dura mezzo secondo e la vedo chiudere gli occhi.
Non so quanto passa, ma credo poco, sento il suo respiro farsi profondo e improvvisamente un brivido fastidioso mi percorre il corpo quando sento la sua mano appoggiarsi sulla mia. Avevo detto niente contatti! Faccio per spostarla, ma non ho la forza perché, senza accorgermene, sto scivolando nel sonno prima ancora di tornare nel mio letto. Resto ferma, lascio che la sua mano stringa la mia, mi rilasso.
Pochi attimi dopo il buio.

*spazio autrice*

Ciao! Ecco il primo vero capitolo di questa storia, la mia prima fan fiction.
Come ho scritto nella descrizione, qualche dialogo e avvenimento viene ripreso fedelmente dalla serie (almeno all'inizio, per dare un'idea), ma quella che sto scrivendo è un'altra storia, frutto della mia immaginazione. Voglio provare a raccontare come immagino che sarebbero potute andare le cose se tanti rapporti fossero stati diversi, se Maca e Zule fossero state costrette alla stessa cella, se qualcosa non fosse mai successo e invece altro fosse capitato prima. Insomma, piano piano scoprirete quello che ho in mente.
Come dissi per la mia prima ONE SHOT, ogni commento, consiglio, opinione, parere o voto sono ben accetti, tengo tutto in considerazione per migliorarmi e rendere questa storia, anche se è ancora all'inizio, appassionante.
Spero apprezziate questa mia idea diversa.
Fatemi sapere cosa ne pensate e a presto con il prossimo capitolo!

- Elle 🦂

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