Apro gli occhi e il braccio di Macarena mi cinge la vita esile. Sto attenta a non svegliarla mentre lo sposto e mi arrampico sulla scaletta per poi scappare da questa cella come se mi mancasse l'aria. Mi rifugio sotto il getto della doccia, se prima odiavo farla con altre persone, ora è proprio un rifiuto. Vedere il mio corpo scarno esposto agli occhi di tutti mi fa sentire debole, gli occhi compassionevoli di chi mi guarderebbe trattenendosi sulle mie ossa sporgenti sarebbero troppo per me che sono sempre stata la bestia forte. Io stessa mi faccio pena nel momento in cui il mio sguardo si ferma sulla mia immagine riflessa nello specchio. Non sono mai stata una persona che si piange addosso, ma non meritavo ciò che ho vissuto. Sono un mostro, ma non fino a questo punto.
"Questo è per Anabel" sento una voce raggiungermi alle spalle, poi un dolore lancinante alla testa mi fa cedere le gambe lasciando il mio corpo scivolare sul pavimento sudicio dei bagni. Di fronte a me due piedi. Qualcuno mi prende e mi trascina ai gabinetti. Mi fa inginocchiare e mi prende la testa.
"L'hai uccisa e devi pagare" ecco, stavolta riconosco chi è. Si chiama Marisol ed è la puttana che ha ucciso il bimbo di Maca. È probabilmente l'unica persona sulla faccia della terra che forse voleva bene a quella stronza.
"Ha avuto quello che si meritava" sibilo, non ho più nulla da perdere, non ho la forza di difendermi, non voglio farlo. Forse è la fine, posso lasciarmi andare e smettere di pensare a tutta la merda che ho nel cervello. Posso smettere di sforzarmi di odiare una persona che amo, posso farla finita con tutto. Mi abbandono a ciò che sta per succedere e infatti puntuale come un orologio svizzero Marisol preme sulla mia nuca spingendo il mio viso sotto al livello dell'acqua del gabinetto. Mi sento mancare il fiato, mi bruciano i polmoni. Poco prima che io apra la bocca in cerca di aria, mi tira su.
"La tua puttanella ha avuto ciò che meritava. Ma ti giuro che se avessi saputo che l'avresti vendicata io quella bionda di merda l'avrei uccisa davanti a te" ringhia e di nuovo la mia testa sprofonda nell'acqua, ma non abbastanza per togliermi i sensi perché poco dopo mi tira di nuovo su.
"Non dici niente? Non difendi più il tuo amore?" mi chiede.
"Non sei degna nemmeno di pronunciare il nome di Maca" rispondo e giù nell'acqua ancora e ancora e ancora. Sento che è la fine, voglio che sia la fine. Non ce la faccio più.
"Sai Zulema, a volte è meglio farsi i cazzi propri. Se non avessi vendicato la biondina, ora sarebbe tutto a posto. Ma l'hai fatto, hai ucciso l'unica amica che avevo qui dentro. E ora anche lei merita vendetta" mi dice.
"Ti verranno a cercare e ti uccideranno. E chi ti rimpiangerà? Nessuno" sibilo io.
"Pensi davvero che a qualcuno mancheresti tu?" e senza darmi il tempo di rispondere di nuovo mi spinge nell'acqua. Questa volta tanto a lungo da farmi tossire, sento l'acqua entrarmi nei polmoni in cerca di aria, le forze mi stanno abbandonando. Chiudo gli occhi e mi lascio andare, il sorriso di Macarena si dipinge nella mia mente, sento la vita scivolare via da me. Poi improvvisamente l'aria.
"A noi mancheresti" sento lontano. Poi il buio.Tossisco e vomito acqua, istintivamente mi volto di lato.
"Zulema" due braccia si stringono intorno al mio collo, ma non vedo di chi sono. Tossisco ancora, chiunque sia mi sta soffocando.
"Non...respir..." tossisco di nuovo.
"Oh scusami, scusa Zule io...pensavo..." è la gitana, la mia migliore amica, mia sorella. Mi ha salvato la vita. Mi fa stendere sul pavimento, mi fa male la testa e mi bruciano i polmoni a ogni respiro.
"Tu...?" le chiedo.
"No, è stata Maca" mi dice capendo che voglio sapere chi mi ha tolto quella pazza di dosso. Mi volto istintivamente con lo sguardo in cerca della bionda ma non la trovo.
"Lei e la riccia stanno sistemando Marisol, io e te ora andiamo da Sandoval" io scuoto la testa istintivamente. Non voglio vedere quel depravato. Mentre ero in isolamento i flash delle sue mani sul mio corpo quando ero sedata in infermeria mi hanno invaso la mente. Credevo di sognare, ma era reale. Lo so perché è venuto a trovarmi anche la sotto più e più volte solo per guardarmi quando mi cambiavo la tuta gialla. "Quello che succede qui, resta qui. Non ti crederebbe nessuno" mi diceva. Stringo la mano intorno al polso di Saray mentre lei prova a sollevarmi. Scuoto la testa con più forza e il terrore si fa spazio nei miei occhi.
"Che succede?" mi chiede lei.
"No...non voglio andarci, sto bene, ti prego" il mio tono è supplicante, la voce trema e si percepisce la mia paura.
"Hai una ferita alla testa e il tuo cuore si è fermato" mi dice la gitana. Io scuoto ancora la testa supplicandola con gli occhi, lei mi rispetta e senza fare domande mi aiuta a rialzarmi per tornare in cella.
"Non si fermerà" dice Rizos entrando con la sua solita delicatezza.
"Che significa?" le chiede Saray. Io risalgo sul mio letto e chiudo gli occhi nella speranza di evadere da tutto almeno con la mente.
"La vuole morta" continua la riccia.
"Quindi la uccideremo prima noi" afferma Macarena che è dietro Rizos. Cala il silenzio, io mi sollevo di scatto e mi volto.
"Non dire mai più una cosa del genere" ringhio scendendo dalla cuccetta e puntandole il dito.
"Ti vuole morta e io e te sappiamo bene di cosa sono capaci" mi risponde lei.
"Non ho bisogno del tuo aiuto" il mio tono è tagliente.
"Zulema non potremo sempre spuntare per salvarti il culo! Stavolta è stata stupida, ma affinerà la sua tecnica e se ti vuole ammazzare lo farà! Anabel era la sola persona che le era rimasta, la vuole vendicare e farà di tutto per riuscirci" mi dice Saray.
"Me la cavo da sola" mi volto e il mio cuore accelera, ho paura, per la prima volta ho veramente paura di stare qui.
"Io la uccido" dice Maca.
"Tu non farai niente" le rispondo io senza guardarla.
"Ha ucciso mio figlio, non lascerò che mi porti via anche te" queste sono le uniche parole che non avrebbe dovuto mai pronunciare. Mi volto furiosa e con una violenza incontrollata le porto le mani al collo e la sollevo sbattendola al muro.
"Io non sono tua, io non sono di nessuno. Ti devi dimenticare di me Macarena, sei stata una scopata, ti devi dimenticare di me" ringhio a un passo dal suo viso. Sta boccheggiando, le sue labbra diventano blu. Saray e Kabila provano a separarmi da lei ma io mi divincolo con il corpo pervaso dall'adrenalina. Poco prima che svenga la libero lasciandola cadere a terra.
"Zulema..." mi dice Saray.
"Dovevate lasciarmi morire, forse sarei stata finalmente libera" e così dicendo abbandono la cella correndo verso il cortile. Palacios mi lascia uscire e io mi rifugio nel mio angolo a fumare. Qui è vuoto, le altre detenute sono già operative per i loro turni di lavoro, ma a me ancora non è stato assegnato nulla. Sono sola e un boato si fa spazio nel cielo. I tuoni coprono qualunque rumore così urlo. Urlo con tutto il fiato che ho in gola. Urlo finché non sento la pioggia bagnarmi il corpo, poi scoppio a piangere lasciando che le mie lacrime si mischino alle gocce d'acqua che cadono dal cielo. Urlo fuori il mio dolore, la mia sofferenza e la rabbia che mi sta divorando dall'interno.
"ZULEMA!" mi sento chiamare, non riesco a vedere chi sia perché in pochi minuti il cielo si è riempito di grigio e la pioggia è fitta. Sono completamente inzuppata, i vestiti mi si appiccicano addosso, ma non ho freddo. Due mani mi scuotono e vedo Saray.
"Che c'è?" le chiedo.
"Che cazzo stai facendo? Vuoi prenderti una polmonite?" mi chiede, i suoi lunghi capelli scuri le si appiccicano sul viso.
"Voglio solo stare sola per un po'" le rispondo.
"Zulema, o mi parli o ti giuro che è la volta buona che litighiamo. Io sono dalla tua parte ma non puoi comportarti così! Ti abbiamo salvato la vita porca puttana! Quella ti vuole uccidere! Macarena non ti ha fatto niente e la stai trattando come se fosse una merda, che cazzo hai?!" è arrabbiata, ha tutte le buone ragioni per esserlo, ma io non posso fare altrimenti.
"Io non voglio il suo aiuto, non voglio l'aiuto di nessuno, voglio solo stare sola" le dico.
"Non sei sola. Tu ci sei stata quando ho avuto bisogno di te e io ora ci voglio essere per te. Sei mia sorella cazzo, non posso vivere se tu non ci sei!" posso riconoscere i suoi occhi pieni di lacrime nonostante la pioggia. La abbraccio istintivamente e piangiamo insieme, più unite di quanto non siamo mai state.
"Non lasciarmi" le dico, perché la verità è che io non voglio essere sola, devo proteggere Maca da me, ma non voglio stare sola.
"Mai" mi risponde lei per poi trascinarmi dentro."Avete dieci minuti" dice Valbuena davanti ai bagni. Ci è concessa una doccia per toglierci il freddo e la pioggia di dosso. Il mio stomaco brontola, non ho fatto colazione. Entriamo insieme nel bagno e alla vista del cubicolo in cui è successo tutto stamattina, mi sento soffocare. Saray se ne accorge e mi posa una mano sulla spalla.
"È lo stesso cesso di Yoli" le dico indicando il gabinetto.
"Lo so, è il più lontano, è più difficile sentire i rumori" mi guarda e io annuisco. Scivoliamo sotto il getto caldo dell'acqua, Saray è l'unica persona con cui non mi sono mai vergognata. I suoi occhi si posano per pochi attimi sulle mie ossa sporgenti, poi distoglie lo sguardo.
"I miei vogliono che io mi sposi, sono al verde e il matrimonio li aiuterebbe" mi dice.
"Con la riccia?" le chiedo.
"No, con un uomo a cui sono promessa sposa da quando avevo undici anni" sospira.
"Ribellati" le dico. Non tollero queste cose, l'ho vissuto in prima persona e fa schifo quando la tua famiglia è pronta a venderti contro la tua volontà. Io ero piccola, forse era peggio, ma non c'è età che renda accettabile una cosa simile.
"Non posso" mi risponde.
"Oh...certo che puoi" eccomi, ecco di nuovo la vera Zulema. Saray mi guarda e i suoi occhi mi sorridono.
"Sei la mia hija de puta preferita" esclama.
"Di cosa parlavi con la bionda ieri?" le chiedo, lei mi guarda accigliandosi, la vedo pensare, si sta palesemente inventando una cazzata.
"Di come sarebbe essere fuori" mi risponde e io fingo di crederci. Finiamo di lavarci e con i capelli ancora bagnati torniamo in cella. Il mio caschetto nero si è ormai allungato, forse dovrei tagliarli. Prendo il piccolo specchio della mia cella, recupero le forbici che non potrei avere e accorcio la frangia che ormai dividevo in due ciuffi laterali da tanto si è allungata. Mi guardo e mi studio, in un attimo sono pronta a tagliare di nuovo le lunghezze per tornare al mio taglio corto che porto ormai da anni.
"Non farlo, stai benissimo così" la voce di Maca mi fa spostare lo sguardo su di lei tramite lo specchio. Porta della stoffa arrotolata intorno al collo. Deve essere per colpa mia, per ciò che ho fatto. Mi alzo di scatto e mi avvicino a lei. Sposto quella sciarpa arrangiata e i lividi violastri fanno capolino su tutto il suo collo, li sfioro con le dita e sento una morsa allo stomaco.
"Non è niente" mi dice lei toccandomi la mano, la sposto come se bruciasse.
"Vedi? Sono pericolosa" le dico voltandomi e tornando allo specchio. Saray mi guarda e mi fa un cenno con il capo. La conosco talmente bene che so perfettamente che sta cercando di dirmi di non fare la stronza e di scusarmi. Sbuffo e scuoto la testa mentre la gitana lascia la cella.
"Tsè" rido riprendendo a spuntare leggermente i miei capelli improvvisamente convinta a lasciarli lunghi.
"Mi manchi. - mi dice lei rimanendo ferma - Dimmi che ti manco anche io" continua. "Certo, certo che mi manchi, mi manchi come l'aria sott'acqua, mi sei mancata ogni giorno e sei sempre stata il mio pensiero fisso. Sei il motivo per cui sono sopravvissuta e ho sopportato tutta quella merda. Ormai sono legata a te da qualcosa di più forte di qualunque altra. Ormai sono innamorata di te e per quanto io lo possa negare, è così, sarà sempre così." questo vorrei dirle, ma non lo farò, non lo farò perché siamo nocive l'una per l'altra. Io farei tutto per lei e lei rischia tutto standomi vicina. E io non posso permetterlo più.
"Io non provo niente per te" ringhio. Posso quasi sentire il rumore del suo cuore che si spezza raggiungendo il mio che è già in frantumi. Ma è giusto così.* spazio autrice *
Ecco qui! Ci rivediamo settimana prossima. Scusate se sto pubblicando meno spesso ma non è un bel periodo, mi prenderò questo ponte per stare in famiglia e provare a dedicarmi un po' a me, perché mi sto trascurando. Spero mi aspettiate, martedì proverò ad aggiornare entrambe le storie.
A martedì!- Elle 🦂
STAI LEGGENDO
Iguales o nada
Fiksi PenggemarAvete presente l'attimo in cui ci si trova di fronte a un bivio? Sì o no. Giusto o sbagliato. Vero o falso. Amiche o nemiche. Cosa sarebbe successo nel carcere di Cruz del Sur se Macarena, il suo primo giorno, fosse davvero stata assegnata alla cel...