Capitolo 37

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"Rizos..." la chiamo, cammino stringendo i denti mentre entro nella stanza in cui, fino a poche ore fa, dormivo profondamente. Il mio letto è ancora lì, sfatto. Lo guardo con una punta di amarezza: mi hanno salvato la vita in questo posto, ben due volte. Sono stata qui anche quando Marisol mi ha pugnalata, mi chiedo solo se avrebbero potuto salvare anche Lana se fossimo state lì, se io fossi stata lì, se avessi dato ascolto a quella terribile sensazione che ho sentito nella pancia quando eravamo nell'ufficio di Miranda.
"Sembra tranquilla" risponde la ricciola guardandoci, ha gli occhi gonfi di pianto e paura, quella stessa paura che condividiamo tutte e tre.
"Si sveglierà Riz, è forte" le sorride Maca tentando di celare la sua espressione di dolore. Lei e Saray sono legate da un filo invisibile che non sono mai riuscita a capire, si sono affezionate in un modo a me sconosciuto, Saray le ha voluto bene prima di me e quando io non ci sono stata il loro rapporto è diventato estremamente forte. Me ne sono resa conto non appena ho rimesso piede in carcere, ma in questi sei mesi ho potuto capire che la natura del legame che le unisce è molto più intima di quanto io potessi anche solo lontanamente immaginare. Saray sente Maca e Maca sente Saray. Si sentono nella mente e nel cuore, hanno una complicità tutta loro e questo a me e Rizos è chiaro. Rizos è la migliore amica di Maca, ma Saray, beh, lei è Maca. Sono due parti dello stesso tutto e io so che non avrei potuto desiderare niente di più di questo, niente.
"Come lo sai?" le chiede Kabila scoppiando in lacrime ancora una volta.
"Lo so, lo so e basta. Ci siamo svegliate noi e si sveglierà anche lei" le risponde Maca concedendosi una lacrima, una sola.

"Allora? Com'è la situazione?" chiedo alla dottoressa che, come ogni mattina degli ultimi venti giorni, è entrata nella nostra stanza e ci ha visitate interamente. Hanno aggiunto un letto per Rizos perché, anche se sta bene, doveva rimanere con noi. Non abbiamo avuto bisogno di chiederlo. In realtà non abbiamo neppure dovuto chiedere di restare in questa stanza nonostante le nostre condizioni ci avrebbero permesso di tornare in reparto. Saray ha bisogno di noi e noi di lei.
"Le ferite stanno guarendo perfettamente per ognuna di voi, compresa lei. Il suo corpo però non sta reagendo" ci dice la dottoressa alla quale abbiamo vietato i mezzi termini. Abbiamo preteso la verità nuda e cruda, dopo tutto quello che abbiamo passato è il minimo che potessimo pretendere, siamo capaci di affrontarla senza pillole indorate.
"Cosa significa questo?" domanda Rizos.
"Significa che dovrebbe già essere sveglia e più il tempo passa, più scarsa è la possibilità che questo accada, non c'è più ragione clinica per cui debba stare in coma, il fatto che non si svegli rischia di portare a un cedimento degli organi e questo causerebbe solo ulteriori problemi. Sarebbe l'inizio del declino." risponde sinceramente la dottoressa. Noi annuiamo, lei lascia la stanza e ci avviciniamo tutte al letto della gitana intorno al quale ormai trascorriamo le nostre giornate.
"Devi svegliarti gitana" le dico io, sto iniziando a prendere consapevolezza del fatto che questo potrebbe non succedere e non riesco a respirare. È mia sorella, è stata la mia famiglia per tanto tempo, è la mia persona e non sono pronta a un mondo senza di lei. Ho bisogno di averla con me, ho bisogno di averla al mio fianco quando dovrò accettare di abituarmi all'assenza di Lana che ancora non percepiamo perché siamo in una bolla. Non posso farlo senza di lei, non posso colmare il vuoto di entrambe.
"Maca..." il tono di Rizos è basso, supplicante.
"Ce la farà" le risponde la bionda. Lo dice per convincere più se stessa che la moretta, ma questo sembra bastare a dare qualche secondo di tregua alla mente di Kabila. Non so cosa sta provando, non so come starei se in quel letto ci fosse Macarena. Se solo penso a come l'ho lasciata sola mi odio, forse avrei potuto evitare tutto questo.
"Non avresti potuto" sussurra lei che sembra leggere i miei pensieri.
"Se solo..." inizio a parlare ma la mia voce si spezza istantaneamente e Maca coglie l'occasione per interrompermi.
"No, non avresti potuto evitare nulla se fossi rimasta con noi e so perché sei andata via, lo so" mi dice sorridendomi ed accarezzandomi il viso. Il calore della sua mano a contatto con la pelle fredda del mio viso mi provoca un brivido. Macarena è la mia casa, lei è la mia casa.

Iguales o nadaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora