Capitolo 22

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L'espressione di Akame in questo momento sarebbe da immortalare con una fotografia, ma non ho una macchina per scattare perché qui dentro non si può avere. Se avessi tempo per farlo, sorriderei per l'ilarità della situazione. Penso che non posso avere una macchina fotografica in carcere mentre sto puntando una pistola con un caricatore pieno pronto ad essere svuotato nel cervello di queste figlie di puttana che si sono azzardate a mettere le mani sulla mia famiglia. Buffo, no? Come l'ho introdotta in carcere? Direttamente dall'ospedale. Rimanere ricoverata mesi ha i suoi vantaggi.
"Non è possibile" sussurra Akame come se avesse il fiato mozzato.
"TE DIJE QUE LAS DEJARÁS! NO LO VOY A REPETIR, DÉJALAS AHORA O TE VOY A MATAR" urlo scandendo bene le parole. La gitana è in ginocchio con la testa bassa, a ogni mia parola sussulta, ma non si volta. Cerco Macarena con lo sguardo, quando la vedo nella lavatrice un groppo in gola mi soffoca: il cestello si sta riempiendo d'acqua, ho pochi secondi.
"Qui dentro comando io" replica Akame facendo cenno alle sue amiche di proseguire. Prendono Saray di peso e la avvicinano al cestello provando a farla entrare. Poi succede tutto in un secondo senza bisogno di troppe parole, come se nulla di tutto ciò che sono stati questi ultimi mesi fosse mai successo. Saray si divincola dalla presa delle due che la tengono per i polsi avvicinando rapidamente le sue mani, le teste delle cinesi sbattono l'una contro l'altra e per il colpo lasciano entrambe la stoffa legata alla gitana.
"AHORA!" urla Saray mentre prende Akame per il collo bloccandole prontamente dietro la schiena la mano con la quale stava estraendo dalla sua lunga treccia qualcosa di affilato. È questo il momento in cui io scatto in avanti sparando a pochi centimetri dalla testa di Akame, poi corro a schiacciare con forza il tasto rosso sulla lavatrice di Maca che si blocca istantaneamente.
"FUERA!" urlo. Ma nessuna delle cinesi si muove. Così sparo di nuovo, il silenziatore non permette di sentire alcun rumore quindi nessuno ci raggiungerà. Non possono fare altro che ascoltarmi, altrimenti ci metto davvero pochi secondi a liberarmi di loro.
"FUERA O LAS MATO!" porto i miei occhi funesti in quelli a mandorla di Akame, lei abbassa lo sguardo e incita le cinesi ad allontanarsi.
"Coprimi le spalle" dico alla gitana mentre apro l'oblò. La testa di Maca scivola fra le mie mani, è svenuta. Estraggo il suo corpo insieme all'acqua e alla schiuma, il suo cuore batte, poco ma batte.
"Maca" dico dandole dei piccoli schiaffi sulle guance.
"Maca vive!" esclamo sollevandole la testa e battendole con la mano sulla schiena. Lei tossisce e vomita l'acqua che aveva ingerito, ma riprende a respirare immediatamente. La sdraio nuovamente, Saray si inginocchia permettendomi di posare la testa della bionda sulle sue gambe. Rimaniamo così, in silenzio, finché la voce flebile di Maca ci riscuote.
"Me pareció ver a Zulema al fondo de la lavandería, pensé que estaba por morir - ridacchia - gracias por sacarme de esa puta lavadora" sussurra senza aprire gli occhi, poi si rabbuia. Io guardo Saray corrucciando la fronte. Scorgo una lacrima che scivola sul viso di Maca attraverso le palpebre ancora serrate. La gitana si sposta verso di me per poi accarezzare il viso della biondina.
"Maca..." la chiama.
"Solo por un segundo esperaba morir para volver a verla" la sua voce sembra straziata. Io non riesco a capire. Saray mi fa cenno di allontanarmi, come se non volesse che Maca mi vedesse. Non riesco a capire cosa sta succedendo. Poi la gitana torna a parlare.
"Maca escúchame, vale?" le chiede.
"Vale" le dice Macarena tenendo sempre gli occhi chiusi.
"Non stavi per morire, cioè forse sì, ma non sono stata io a tirarti fuori dalla lavatrice, è stata..." Saray non fa in tempo a finire che Maca parla.
"Questo è il profumo di Zulema, cannella e tabacco misti al profumo della sua pelle" dice, io e Saray ci guardiamo sorridendo, poi lei annuisce.
"Rubia" la chiamo. Maca smette di respirare e allunga una mano per cercarmi come se avesse paura di aprire gli occhi. La prendo e me la poso sulla guancia lasciandole un bacio umido sul palmo. Maca spalanca istantaneamente gli occhi piantandoli nei miei.
"Que coño..." le parole le si fermano in gola. Vorrei capire perché siano così sorprese dal vedermi, vorrei fare domande, sono rimasta tremendamente indietro in quella cazzo di stanza di ospedale, eppure ora l'unica cosa che riesco a fare è abbassarmi sul suo viso e unire le nostre labbra in un bacio del quale avevo bisogno da mesi e che mi sono per troppo tempo negata. La sua mano scivola fra i miei capelli tirandomi più vicina a sé.
"Mi sei mancata come l'aria Macarena" sussurro sulle sue labbra.
"Tu eri morta" mi risponde lei allontanandosi.
"Morta?" chiedo io sollevando il sopracciglio.
"Sandoval ci ha detto che non eri nemmeno arrivata in ospedale, che ti sei dissanguata e che per te non c'è stato nulla da fare. Ti crediamo morta da più di due mesi!" esclama Saray.
"Io mi sono svegliata due settimane dopo l'operazione! È vero, ero conciata male, ho perso una quantità di sangue superiore alla norma, ma sto bene! È solo stata una lunga convalescenza!" esclamo furiosa, perché mai quel pezzo di merda ha mentito?
"Miranda ha sostenuto la sua tesi, tu...tu eri morta, ti abbiamo pianta Zule" mi dice Maca, prendo la sue mano e la appoggio sul mio petto all'altezza del cuore.
"Sono viva Maca. E non voglio più perdere un secondo con te. Quando ho pensato di morire ho visto una luce strana e mi sono comparsi dei volti: i vostri e quello di... - mi interrompo qualche secondo - beh il volto di Fatima, come la immagino io e li ho cap..." questa volta è Macarena a non farmi finire.
"Cazzo Fatima!" si batte una mano sulla fronte.
"Che cosa c'entra Fatima?" domando io ancora più confusa.
"È complicato, ora devo trovare Altagracia" Maca parla mentre si alza da terra e inizia a correre in cerca di non so chi. La vedo avvicinarsi a una guardia, è una ragazza, parlano in un modo che mi rende quasi gelosa. È questa Altagracia? Comunque non mi piace. Dopo qualche secondo la guardia sorride a Maca e continuano a parlare finché sgrana gli occhi e porta lo sguardo su di me per poi tornare sulla bionda e annuire. Ancora con la divisa bagnata la bionda ci intima di seguirla verso i telefoni. Quando arriviamo digita semplicemente un numero e chiama.
"Hola, no tengo mucho tiempo. Tienes que venir esta semana, lo antes posible. Tenemos que hablar contigo. Es urgente. - dice tutto d'un fiato - Si confías en mi, ven antes de la cosecha de las manzanas" e così dicendo chiude il telefono.
"Maca forse dovremmo..." prova a parlare la gitana, la bionda però mi prende per il polso trascinandomi a sè e baciandomi con passione le labbra. Quando si stacca prende Saray per mano e ci trascina verso la mia cella che, fortunatamente, è anche la loro. Lo so perché l'ho chiesto prima ancora di rientrare e quando ho lasciato i miei vestiti ho riconosciuto le cose di Maca e Saray.
"Zulema?" chiede Rizos che è seduta su uno dei letti, a quanto pare è in cella con noi.
"In carne ed ossa" muovo le mani indicando il mio corpo. Lei non parla, si limita a spalancare la bocca per poi avvicinarsi lentamente a me, ho quasi paura finché non mi getta le braccia al collo.
"Sei viva!" esclama abbracciandomi.
"Rizos, Sandoval ha mentito, è sempre stata in ospedale, dillo alle altre, dobbiamo parlare, las chinas hanno attaccato" e così dicendo Saray congeda la riccia che mi ha sempre odiata eppure oggi mi ha abbracciata come se stesse rivedendo una cara amica dopo tanto tempo. Mi sento confusa.
"Vieni siediti" mi dice Saray indicando l'angolo in cui c'è il tavolino con tre sedie. Subito dietro noto una mensola sulla quale ci sono appoggiati, fra le tante cose, i miei libri.
"Perché sono qui se pensavate che io fossi morta?" chiedo indicandoli.
"Per lo stesso motivo che ci ha spinte a insistere perché il tuo letto a Cruz del Sur rimanesse vuoto" mi dice Saray.
"Per sentirti ancora" solleva le spalle Maca spogliandosi dai vestiti bagnati e indossando un paio di pantaloncini gialli e la canottiera bianca poi come se fosse la cosa più automatica Saray mentre è assorta nei suoi pensieri solleva il cuscino del suo letto e Maca ne estrae una felpa gialla oversize che indossa. È la mia felpa, sorrido ma non dico nulla.
"Non ci posso credere" esclama Saray scoppiando a piangere e abbracciandomi forte. Ha realizzato, lei è così, ci mette sempre un pochino a rendersi conto delle cose, specialmente quelle importanti. La stringo forte a me, mi è mancata, mi sono sentita vuota e privata di una parte di me troppo importante. In tanti momenti avrei voluto averla al mio fianco durante la convalescenza. Se penso a cosa hanno passato loro due credendomi morta, non posso nemmeno crederci. Deve essere stato un dolore troppo profondo.
"Cosa è successo?" mi chiede Maca.
"Le lesioni erano profonde, una mi ha perforato il cuore, una il fegato, una il polmone e una mi ha reciso l'arteria femorale. Mi hanno operata d'urgenza, sono arrivata in ospedale con forse la metà del mio sangue. Dopo l'operazione mi hanno tenuta in coma farmacologico per permettere al mio corpo di riprendersi e poi da lì è stato un su e giù tra terapia, riabilitazione e tutto quello che ne è conseguito, è stata dura. Ho saputo del trasferimento solo quando mi hanno detto che sarei tornata in carcere e cioè ieri sera. Non capisco perché vi abbiano mentito, ma Miranda non vi ha detto nulla?" chiedo io.
"Te l'ho detto, ha confermato la versione di Sandoval, credo non lo sapesse, c'è qualcosa sotto, per forza" afferma Maca.
"Ma cosa?" chiede Saray.
"Questo è da capire" risponde la bionda. Convincerle della mia morte a che pro? Per quale strano motivo? Non riesco a darmi una spiegazione. Ripenso a quello che ho provato nel rivederle entrambe e sorrido, poi però mi torna in mente il comportamento di Maca.
"Maca, perché hai parlato di Fatima? Chi era al telefono prima? E cosa c'entra quella guardia, quella Altagracia?" chiedo tutto insieme. Vedo Saray e Maca guardarsi, poi la bionda prende un respiro e comincia a parlare.
"Stavamo per evadere, saresti orgogliosa del nostro piano. Altagracia è una delle nostre due complici, lei ci aiuta dall'interno mentre l'altra è fuori e ha i soldi che Hanbal aveva rubato" mi dice tutto d'un fiato, non so cosa mi sconvolga di più, voglio che mi spieghino tutto per filo e per segno. Ma non ora, perché ora il mio istinto mi dice di soffermare la mia attenzione su ciò che Maca non mi ha detto: chi è la persona che le sta aiutando da fuori e perché tutto questo ha qualcosa a che fare con il nome di mia figlia.
"Chi è la complice esterna? E cosa c'entra Fatima?" le domando. Saray mi posa una mano sulla gamba mentre Maca mi guarda negli occhi.
"È Fatima, ho trovato Fatima" risponde. E il mio cuore perde un battito.

* spazio autrice *

SBAM! Zule is back!
Piano piano spiegherò tutto, spero solo vi piaccia!
Fatemi sapere nei commenti e se vi va lasciatemi una stellina❤️.

- Elle 🦂

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