Capitolo 25

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"Devo parlare con lei" sento una voce che mi pare di conoscere, ma non abbastanza da sapere chi sia. Sono ancora intontita dal sonno ed ho come l'impressione di aver dormito dieci minuti. Il braccio di Maca mi stringe la vita e io apro leggermente un occhio per vedere chi ha parlato.
"No, sparisci da qui o chiamo Altagracia" sibila Saray, non riesco a vedere chi si trova dietro di lei perché con la sua figura alta mi copre la visuale. Le luci dei corridoi sono tutte spente, credo che sia ancora notte fonda e devo davvero aver dormito un'ora scarsa.
"Vargas, non voglio discutere, ho bisogno di parlare con Zulema" mi irrigidisco al suono del mio nome. Ho promesso a Maca che sarei stata al mio posto, buona e in silenzio. Un dialogo vis a vis con Akame, perché è lei che sta parlando e ora ricordo perché mi sembrava di conoscere la sua voce, non è sicuramente la cosa migliore che io possa fare per mantenere un profilo basso. Oggi l'ho sfidata, l'ho ridicolizzata davanti alle sue sguattere e ho messo ko tutta la sua squadra portandomi via Saray e Maca, è un affronto e come tale vorrà farmela pagare. Sento dei movimenti nel letto dietro di me così istintivamente serro gli occhi fingendo di dormire. Li riapro solo quando sento Maca scendere dalla scaletta, la vedo raggiungere Saray sfiorandole la mano, subito le loro dita si intrecciano e le loro spalle si uniscono come a creare uno scudo, dietro il suddetto scudo? Io. Hanno sviluppato un senso di protezione nei miei confronti che mi fa bene, ma allo stesso tempo nasconde il senso di colpa che devono aver provato quando mi hanno trovata sul cemento freddo. Ho saputo in ospedale che sono state loro a dare l'allarme, mi hanno salvato la vita già una volta eppure sembrano voler continuare a proteggermi.
"Cosa vuoi da Zulema?" ringhia Maca.
"Non voglio casini, ho solo bisogno di parlare con lei" dice Akame. È sola, nessuno si muove da solo in carcere, specialmente per affrontare, come in questo caso, tre persone che sono necessariamente più forti di una. Allora perché è qui? Perché correre questo rischio? Sento altri rumori nella stanza e in pochi secondi lo schieramento che prima era composto da Maca e Saray, raddoppia, anzi, praticamente triplica considerando la stazza di una di loro. La grassona, la bambina e Rizos si uniscono in una linea compatta, una linea fatta per difendere me. Quelle due nemmeno mi conoscono e a Rizos vado a genio da tipo tre ore. Perché fanno tutto questo?
"Non ti avvicinerai a Zulema a costo di passare sul mio cadavere" sibila Saray.
"E sul mio" aggiunge Maca.
"Sul mio" continua Rizos. La grassona annuisce e quella che chiamano Bambi fa lo stesso. Sorrido. Poi però torno subito seria. È arrivato il momento di intervenire, non capisco che cosa stia succedendo, perché tutto questo senso di protezione nei miei confronti? Mi alzo e le raggiungo.
"Que pasa?" chiedo alla cinese infilandomi tra Maca e Saray.
"Zule..." sussurra la gitana.
"Shh" dico io sollevando la mano e facendole cenno di fare silenzio. Poi con il mento incito Akame a parlare.
"Necesito hablar contigo" mi risponde.
"Non ti lascerò da sola con lei, non ti permetterò di farle del male, me l'hanno già portata via una volta e ho giurato che non avrei mai più permesso a qualcuno di toccarla" ringhia nuovamente Maca, un mezzo sorriso si disegna sul mio viso, è diventata così forte, così coraggiosa. Se solo ripenso al nostro primo incontro mi si stringe lo stomaco: in quella cella la governanta mi ha portato la donna della mia vita e io ho provato ad allontanarla rischiando di perderla per sempre non solo quella volta, ma anche dopo. La voce di Akame mi riscuote da questi pensieri.
"Non voglio farlo. - replica quella sfilando dalla sua treccia il coltello appuntito che nasconde li come arma, lo lascia cadere a terra, poi allarga le braccia e le gambe - Perquisitemi" afferma. Saray prontamente trascina verso di sè il coltello avvicinandolo con il piede, poi lo raccoglie. Le ragazze accanto a me si guardano fra loro sconvolte dal comportamento di quella che, da ciò che ho potuto capire oggi, è la regina del carcere, insomma, quello che ero io a Cruz del Sur. E io MAI avrei permesso a qualcuno di umiliarmi così. Maca però non se lo fa ripetere, abbassa i pantaloni gialli della cinese, poi le sbottona la giacca e le fa togliere le ciabatte che indossava. Resta in intimo, nuda di tutti i suoi averi e, come può verificare anche Saray, completamente sottomessa e priva di armi.
"Vale, basta con queste scene. Faremo così: io e te parleremo là - dico indicando il muro opposto a quello dove si appoggia il mio letto - loro rimarranno qui davanti alla porta. Se ti azzardi a fare un passo falso sei morta" la guardo negli occhi, lei annuisce.
"Zulema, ti prego" lo sguardo di Maca è supplichevole.
"Te l'ho promesso, niente cazzate" le sorrido, poi la bacio sulla fronte e mi allontano con Akame. Non appena siamo nel punto prestabilito, do le spalle alle ragazze e la cinese si posiziona di fronte a me sotto lo sguardo attento delle altre. Io non le vedo, ma sento la potenza dei loro occhi trapassarmi la schiena e finire sulle mani di Akame. Posso quasi sentire il rumore dei loro muscoli in tensione pronti a scattare se ce ne fosse bisogno.
"Non penso che ci lasceranno molto tempo, perciò dimmi alla svelta, stavo dormendo" sbuffo io.
"Nadie duerme la primera noche en la cárcel" ammicca lei e io scuoto la testa infastidita.
"Que pasa?" la incito ancora.
"So chi sei, so cosa ti è successo, ma non sapevo il motivo. Dopo ciò che hai fatto in lavanderia mi sono informata, nessuno mi ha mai saputo tenere testa come hai fatto tu, nemmeno quelle due. Sapevo fin da quando ti ho vista entrare che avresti rovinato il mio piano e sai perchè?" mi domanda.
"Sentiamo" alzo le spalle io.
"Perché quella è la tua famiglia, solo un sentimento tanto forte poteva spingerti a rischiare la tua vita per loro dopo ciò che hai passato. E io questo lo rispetto" sorride.
"Grazie" dico titubante, so perfettamente che c'è altro infatti lei non tarda a riprendere a parlare.
"Non c'è posto per due regine qui dentro, volevo ucciderti ma, come ti ho detto, mi sono informata e ho scoperto che tu hai ucciso Anabel. Sapevo dell'omicidio che hai commesso per vendicare il bambino della bionda, ma non sapevo che fosse lei. Anabel era qui prima di arrivare a Cruz del Sur, ha provato a ostacolarmi, ma l'ho sempre rimessa al suo posto. Alcuni mesi dopo che è entrata qui dentro sono rimasta incinta dopo un vis a vis con il mio ex marito. Ero di poche settimane quando Anabel l'ha saputo e mi ha sbriciolato una pastiglia abortiva nel bicchiere, è stato quasi istantaneo, non ho potuto fare niente, ho visto il sangue scarlatto macchiarmi la divisa gialla e quando ho sollevato lo sguardo dal bicchiere c'era lei che con un ghigno mi mostrava una bustina con dentro un'altra pillola uguale a quella che avevo inconsapevolmente appena assunto. In quel momento ho giurato che l'avrei uccisa, i bambini non si toccano. Non so ancora se volessi quel figlio, ma ciò che ha fatto era imperdonabile. Ho pianificato di ucciderla dettagliatamente, ma non ho fatto in tempo. L'hanno spostata nell'altra prigione per una soffiata di una delle cinesi, doveva uscire nel giro di alcune settimane e non voleva problemi. Sapeva che ero in lite con quella bastarda per la droga, qui dentro il giro lo gestisco io e Anabel mi stava pestando i piedi. Nessuno sapeva dell'aborto, solo io. Per questo ti rispetto per ciò che hai fatto sia con lei che oggi. Sono infatti qui per una tregua, fingerò di non essermi sentita umiliata in quella lavanderia e ti propongo un accordo: voi guardate le spalle a noi e noi faremo lo stesso con voi, una sorta di alleanza. Cruz del Norte è mia e resta mia, ma finché non ve ne andrete da qui posso prometterti che voi sarete dei nostri, come se fossimo alla pari, ci stai?" mi chiede porgendomi la mano per sigillare l'accordo.
"Hai provato a uccidere la persona che amo e mia sorella meno di dodici ore fa, come potrei fidarmi di te?" sollevo un sopracciglio.
"Hai la mia parola d'onore e, se me ne darai modo, te lo dimostrerò" mi dice.
"Perché?" le chiedo.
"Perché una testa come la tua è bene averla come amica piuttosto che come nemica. E non ti nego che quelle due mi hanno dato del filo da torcere, immagino che con te sarebbe ancora più complicato e io ora ho bisogno di tranquillità" sorride indicando Maca e Saray che la stanno squadrando da capo a piedi, mi basta voltarmi solo per qualche secondo per vederle con gli occhi incollati su ogni movimento di Akame.
"Se non fossi arrivata in tempo, Maca sarebbe morta e probabilmente Saray l'avrebbe seguita" ringhio.
"Ma sei arrivata" solleva le spalle lei.
"Un passo falso, uno solo, e l'accordo salta, ti vengo a cercare e ti uccido con le mie stesse mani. Non ti azzardare a sfiorare anche solo con un dito le persone che amo. Ho perso mia figlia appena nata e ho ucciso per lei, ho perso mio figlio prima di poterlo conoscere e ho ucciso per lui, se tocchi Saray o Maca, sei morta" digrigno i denti puntandole il dito contro. Solo ora mi rendo conto di aver alzato la voce e che quindi a sentire ciò che ho detto non è stata solo Akame. Il silenzio cala nella cella e tutte hanno gli occhi sgranati, tutte compresa Maca. Mi volto di nuovo verso la cinese che ha ancora la mano tesa di fronte a lei, sconvolta a sua volta da ciò che ho appena detto.
"Abbiamo un patto?" mi chiede.
"Abbiamo un patto" sibilo stringendole la mano.
"Posso riavere la mia arma?" domanda mentre si avvicina alla porta d'uscita. Io annuisco e Saray gliela porge, poi mentre la cinese esce parlo un'ultima volta.
"Sono stata chiara? Tocca la mia famiglia e sei morta" ruggisco.
"Somos aliadas" e così dicendo se ne va. Mi volto verso le ragazze e tutte mi guardano in attesa di una spiegazione. Io racconto loro per filo e per segno ciò che ci siamo dette e i loro sguardi si fanno inquisitori.
"Sei sicura?" mi chiede Saray. Io annuisco, in fondo mi ha dato la sua parola d'onore.
"Ma pensa quella gran hija de puta! Non ha mai detto di essere stata qui dentro. Era proprio una merda" Rizos ha un'espressione che è un misto tra disgusto e stupore.
"Ha avuto quel che si meritava, ne sono ancora più convinta" dice Saray riferendosi al modo macabro di Anabel di colpire le madri uccidendo i loro figli ancora in grembo, lo stomaco mi si stringe a pensarci. Maca in tutto questo è estremamente silenziosa.
"Rubia?" la chiamo, lei solleva lo sguardo e ha gli occhi pieni di lacrime. In un attimo la cicciona e Bambi si defilano tornando a letto mentre noi quattro rimaniamo tutte in prossimità della cuccetta di Maca.
"Stai bene?" le chiede Saray. Lei annuisce.
"Andiamo a dormire gitanita?" Rizos capisce la situazione e si allontana con Saray dopo averci salutate.
"Dai andiamo su" dico alla bionda, lei sale e torniamo a trovarci sdraiate una di fronte all'altra con gli occhi negli occhi.
"Tuo figlio..." dice solo e io so di aver fatto un pasticcio.
"Maca scusami io...è che..." abbasso lo sguardo incapace di sostenere il suo, quando però riporto i miei occhi su di lei, sta sorridendo. Corruccio lo sguardo non capendo il motivo del suo sorriso.
"Lo era" mi dice semplicemente.
"No Maca io..." non riesco a terminare la frase che lei mi interrompe parlando.
"Lo sarebbe stato, saresti stata un'ottima madre per lui come anche per Fatima se solo ne avessi avuto l'occasione, con lei potrai ancora esserlo, avrei solo voluto vederti con León. Ti amo e non avrei voluto nessuno al mio fianco se non te nel crescerlo" mi sorride e io istintivamente la bacio. Ci stringiamo l'una all'altra finalmente più serene. Perché sì, sapere di non dover temere l'attacco delle cinesi ci dà una tranquillità tale per cui possiamo concentrarci sulla fuga senza temere di essere attaccate alle spalle. Non ho mai voluto alleanze, ma forse questa volta è davvero la scelta migliore. Questa mi permette di pensare a me e al futuro. E nel mio futuro c'è Maca.

* spazio autrice *

Capitolo notturno. Scusatemi veramente per l'attesa. Sono settimane di lavoro e impegni super intensi, forse però il periodo full si può dire concluso, da settimana dovrei tornare ad essere più attiva. Spero di non aver perso lettori per strada. Per chi è rimasto: GRAZIE ❤️.

- Elle 🦂

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