Apro la porta non appena sento la serratura scattare, appena in tempo per sentire l'ennesimo grido dilaniante di questi giorni. Spalanco occhi e bocca e, istintivamente, allungo le braccia accogliendo il corpo di Rizos che cade abbandonato su di me. Ha perso conoscenza, di nuovo. Le avevo detto di aspettare e farmi parlare, ma ha la testa dura come il marmo. Sento il suo cuore pulsare troppo velocemente, non so come comportarmi.
"SOCORRO!" urlo appoggiandola delicatamente al suolo e correndo accanto al letto di Zulema per premere il tasto di emergenza. Torno dalla ricciola e le accarezzo il viso.
"Sei sempre stata una spina nel fianco Kabila, il tuo temperamento mi ha sempre dato del gran filo da torcere, è stato quasi più difficile gestire te rispetto a Zulema in tante situazioni e ti giuro che lei non è mai stata facile. Sarebbe bastato che mi facessi parlare, ma no, tu devi sempre andare avanti per la tua strada travolgendo gli ostacoli e buttando a terrà tutto ciò che si trova sul tuo cammino. Non potevi proprio ascoltarmi..." le dico accarezzandole i capelli mentre sono seduta al suolo con il suo corpo fra le braccia. È tremendamente simile a me da giovane, ero esattamente come lei, andavo avanti a muso duro sempre, noncurante del rischio. Il suono dell'allarme che ho dato è frastornante, ma riesco a riconoscere dei passi in corsa.
"Che cosa sta succedendo?" chiede la dottoressa che sta seguendo le ragazze.
"Aveva bisogno di vederle" dico semplicemente.
"Le avevo detto che sarebbe stato uno shock, portiamola in camera" risponde lei mentre due infermieri posizionano il corpo incosciente di Kabila su una barella spingendola poi fuori dalla stanza. La accompagnano in stanza e io li seguo a testa bassa pensando a quello che in questi mesi sta accadendo. Dove ho sbagliato? Perché non sono riuscita ad impedire tanta sofferenza? Ci sarà mai un momento di pace per loro? E per noi?
"Si riprenderà a breve, non deve più muoversi di qui senza la mia autorizzazione" il tono perentorio della dottoressa mi riscuote.
"Dottoressa, con tutto il rispetto che ho per lei, loro sono le mie ragazze. Nonostante questo intoppo, so che ne è valsa la pena" le dico sorridendole stanca, il suo viso si addolcisce e mi appoggia una mano sulla spalla prima di controllare il suo cercapersone che ha appena cominciato a suonare, poi sparisce. Mi avvicino al letto di Kabila e le prendo una mano fra le mie, poi appoggio la testa sulle sue gambe e mi lascio andare crollando finalmente dopo giorni in cui sono stata costantemente a vegliarla alternandomi tra il suo capezzale e la stanza di terapia intensiva."Signora Aguirre" mi sento chiamare. Apro immediatamente gli occhi, Kabila sta ancora riposando.
"Che cosa succede?" chiedo preoccupata ripensando al suo cercapersone che ha suonato insistentemente prima che lasciasse la stanza.
"Credo che lei debba vedere questo" mi dice e si sposta dalla porta. Dietro di lei, su due sedie a rotelle, Macarena e Zulema.
"Hola directora" sorride la mora salutandomi con un cenno della mano. Spalanco la bocca e mi alzo raggiungendole, senza dire una parola le abbraccio entrambe delicatamente.
Sono sveglie.
Sono sveglie entrambe.
Mugugnano e subito le lascio andare, respiro e poi provo a parlare.
"Come è possibile? Eravate..." le parole mi si strozzano in gola. Erano in coma entrambe fino a poco tempo fa.
"Avete fatto un sacco di rumore" ride Maca. Hanno entrambe il viso scavato e pallido, tutto il loro dolore emerge dalle loro espressioni sofferenti, ma sono sveglie e questo basta per farmi sorridere.
"È possibile?" chiedo spostando lo sguardo sulla dottoressa.
"Sì, lo è. I pazienti in coma possono sentire lontanamente i rumori intorno, forse l'urlo di Estefanìa o forse gli allarmi, non lo so, ma può essere" mi spiega lei sorridendomi.
"Allora non è stata per niente una cattiva idea portarla li" sorrido alla dottoresse che annuisce, una lacrima scivola sulla mia guancia.
"Che fai direttrice, piangi?" mi prende in giro Zulema con gli occhi lucidi.
"No" le dico io mentre in realtà continuo a piangere emozionata e sollevata.
"Cos'ha Rizos?" mi chiede Maca.
"Ha avuto un attacco psicotico, si è dissociata dalla realtà per un po' e poi..." inizio a parlare, ma una voce flebile ci interrompe.
"Maca?" chiede Rizos aprendo piano gli occhi.
"Zule?" domanda ancora portando lo sguardo rapidamente dalla bionda alla mora. Io e la dottoressa spingiamo le sedie a rotelle ai lati del letto e aiutiamo le ragazze a sedervisi sopra dopo che la ricciola fa loro spazio.
"Vi lascio sole, per qualsiasi cosa chiamatemi" dice la dottoressa uscendo.
"Siete sveglie" afferma Rizos sorridendo.
"Hai fatto un gran fracasso" sorride Zulema, la ricciola abbassa lo sguardo e si tira le dita delle mani.
"Que está pasando Riz?" le chiede Maca sfiorandole una mano che, istintivamente, Kabila ritrae. Tiene lo sguardo basso e una lacrima le scorre sulla guancia.
"Credevo che vi avrei perse, quando vi ho viste a terra credevo che vi avrei perse e ho avuto paura, mi sono sentita sola. Poi siamo arrivate qui e voi eravate in sala operatoria e nessuno mi diceva nulla. Stavo impazzendo. E poi il pensiero di...è stato difficile, è stato troppo difficile. Credo di avere qualcosa che non va" afferma e mi si stringe il cuore.
"Estefanìa ascoltami, non hai nulla che non va. Sono ore che provo a parlarti ma tu continui ad ignorarmi. Se solo mi dessi ascolto..." mi intrometto, non posso sentirla soffrire così. Ma lei mi interrompe ancora una volta sollevando la mano.
"Non voglio sentire nulla, nessuna parola del cazzo per darmi conforto. - dice zittendomi, poi si volta verso le ragazze - Come state?" chiede loro.
"Garcìa se la sta passando peggio" ammicca Zulema e Rizos si irrigidisce.
"Mi hanno detto che avete un sacco di cose strane. Un polmone bucato e il cuore tagliato, insomma non è stata proprio una passeggiata" prova a non pensare a quello che so che le sta passando per la testa ma dalla sua espressione è chiaro che fallisce miseramente e io apro la bocca di nuovo per parlare. Non ci riesco però, perché è Zulema a prendere la parola mentre la riccia mi zittisce con uno sguardo di fuoco.
"Non ci vuole così poco per liberarsi di noi" le sorride.
"Rizos, sei la mia migliore amica, ti conosco. Mi vuoi dire cos'hai? So che non è questo" si intromette Macarena.
"Voi non sapete nulla?" chiede improvvisamente Estefanìa.
"Di cosa?" domanda Zulema arricciando il naso e sollevando un sopracciglio nella sua solita espressione perplessa.
"Lo sapevo... - dice più a se stessa la ricciola, poi riprende a parlare - Si tratta di Saray..." sussurra.
"Kabila. Devi farmi parlare." dico io con tono perentorio.
"Basta! - esclama lei, io sussulto e apro ancora una volta la bocca per parlare ma lei di nuovo mi precede - È morta" tuona. Su questo letto cala il silenzio, Zulema e Macarena si guardano accigliate e le loro espressioni lasciano trasparire tutta la loro perplessità.
"Ma cosa stai dicendo?" chiede Maca prendendo nuovamente la mano della sua migliore amica.
"Rizos non..." mi intrometto nuovamente.
"CÁLLATE! - mi urla in faccia, ha la testa dura come il marmo, non c'è granché che io possa fare, che ci sbatta la faccia, probabilmente questo potrà aiutarla a crescere - Mi è morta tra le braccia. Dopo aver sparato a voi, Garcìa ha colpito anche lei che stava provando a proteggere me, il suo cuore si è fermato mentre io provavo a fermare il sangue che le usciva dalla pancia. È morta." piange Rizos, non oso nemmeno immaginare quello che sta provando, non è giusto, ma non posso cambiare le cose e lascio che quello che deve accadere, accada.
"Rizos, perdonami, que coño dices?" le chiede Zulema sempre più confusa.
"Mi dispiace, so che vi siete appena svegliate, non volevo dirvelo così, ma questa cosa mi sta uccidendo" singhiozza.
"No no Rizos, non mi riferisco a questo" le dice Zulema accarezzandole il viso. La brunetta la guarda tirando su con il naso.
"Come fai ad essere così tranquilla? Ti sto dicendo che Saray è morta, morta!" nel parlare inizia a iperventilare. Zulema si volta verso di me e io scuoto la testa con fare arreso.
"Cariño, Saray está viva" le dice Maca. In tutta risposta la riccia scuote la testa.
"No..." dice solo.
"È in coma, ha avuto un arresto cardiaco ma sono riusciti a riprenderla in ambulanza, l'hanno operata mentre operavano anche loro, è ancora in coma farmacologico perché il suo corpo non è ancora pronto a reagire, ma si sta riprendendo. Ha perso molto sangue e il proiettile le ha colpito diversi organi vitali, ma ogni volta in cui è andata in arresto sono riusciti a riprenderla. Sta dormendo. Hai visto lei quando sei svenuta, non un fantasma" stavolta parlo di getto senza permetterle di interrompermi ancora una volta, sapevo il motivo del suo svenimento in quella stanza, ho provato a prevenire lo shock, solo che lei non mi ha voluta ascoltare.
"Che?" chiede voltandosi poi verso Macarena e Zulema. Quest'ultima annuisce sorridendole.
"È viva, è vero, è nella nostra stanza" aggiunge Maca.
"E non me lo potevi dire?" chiede Estefanìa voltandosi verso di me mentre sta già correndo verso la porta.
"Se tu mi avessi fatta parlare" rispondo alzandomi per seguirla e battendomi le mani sulle gambe in segno di frustrazione. La vedo sfrecciare fra i corridoi e fatico a starle dietro domandandomi dove abbia trovato questa forza. Quando arrivo di fronte alla terapia intensiva, la vedo immobile con il camice e la cuffietta in mano. Le vado accanto e le poso una mano sulla spalla.
"È viva. Mi sembra un deja vu. L'ho creduta morta ma è viva" sussurra.
"Stavolta però hai ignorato chi ha provato a dirtelo" le dico io.
"Non lo so, non volevo sentire nulla, scusa direttrice" solleva le spalle.
"Non scusarti, vai da lei" le sorrido io.
"Sai Miranda, sapere di non poterla avere mi ha sbattuto in faccio quanto in realtà io ho bisogno di lei. Non posso vivere senza di lei" una lacrima le scivola sul viso.
"Allora non farlo" le faccio l'occhiolino e lei entra."È questo che cercavi di dirle?" la voce di Zulema mi arriva da dietro le spalle, sono rimasta fuori dalla porta per rispettare la privacy di Rizos.
"Sì" le dico io senza voltarmi. Le sento camminare con lentezza, ma almeno sono in piedi.
"Ha la testa dura" mi dice lei.
"Ha creduto di averla persa. Ha creduto che avrebbe perso anche voi" sussurro io.
"Lo so, so cosa ha provato" dice Maca facendo riferimento a quello che accadde con Zulema proprio come Rizos poco fa.
"Voi come state?" domando loro con tono stanco.
"Bene, insieme" sorride Zulema. Credevo che se ne sarebbe andata definitivamente, so che lo hanno pensato anche loro tre. L'ho visto, l'ho percepito e lo vedo persino ora da come Maca si stringe al braccio della mora.
"Resti?" chiedo io.
"Non sarei mai voluta andare via, volevo solo proteggerle come non ho saputo fare con mia figlia e pensavo che tenerle lontane da me fosse l'unica soluzione, ma quando l'ho visto entrare in casa mi sono sentita morire, mi sono pentita di averle lasciate sole" abbassa lo sguardo.
"Sei qui" le dice solo Maca allungandosi delicatamente per darle un bacio. Sono sofferenti entrambe infatti si siedono sulle scomodissime seggiole di plastica qui nel corridoio.
"Voglio seppellire Lana" mi dice improvvisamente la mora.
"Stiamo conservando il suo corpo, ora sei debole, ma quando uscirete di qui potrete darle l'ultimo saluto. Mi dispiace tanto, veramente" dico io sentendo il fiato spezzarsi.
"Lo sappiamo" mi sorride Maca.
"Forza, ora andate da loro" dico io incitandole a raggiungere Saray e Kabila. Loro annuiscono e scompaiono dietro la porta della stanza di terapia intensiva in cui finalmente si possono riunire. Hanno sbagliato tutte e quattro nella loro vita, ma l'hanno pagato a caro prezzo. Avrei dovuto proteggerle, non ci sono riuscita, ma ora non voglio più permettere che possano soffrire. È il loro momento, meritano di stare bene. Lo meritiamo tutte.* spazio autrice *
Ecco il capitolo. È un po' più lento, ma era necessario per lo sviluppo della storia. Credo che a breve volgere al termine anche questa, non voglio esagerare o scrivere storie troppo lunghe che poi si appesantiscono. Non voglio arrivare a aggiungere catastrofi su catastrofi per portare avanti la trama. Anche se separarmi da questa storia mi fa male.
Ma non è ancora la fine!
Fatemi sentire il vostro affetto con stelline e commenti, mi farebbe davvero felice. Grazie.- Elle 🦂
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Iguales o nada
FanficAvete presente l'attimo in cui ci si trova di fronte a un bivio? Sì o no. Giusto o sbagliato. Vero o falso. Amiche o nemiche. Cosa sarebbe successo nel carcere di Cruz del Sur se Macarena, il suo primo giorno, fosse davvero stata assegnata alla cel...