Capitolo 11

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Apro gli occhi e provo a mettere a fuoco dove mi trovo. Lavanderia. Telecamere coperte. Problemi. Cerco Maca ma non la vedo.
"MACA" urlo, un pugno mi arriva dritto nello stomaco, tossisco sangue ma non mi interessa.
"DOV'È? DOV'È MACARENA?" sono legata su una sedia dai polsi e dalle caviglie.
"Eccola" mi sorride Anabel, mi volto e vedo due ragazze trascinare Maca in lacrime. Mi si stringe lo stomaco e mi sento impotente, prego, prego che qualcuno ci trovi.
"Maca? Maca come stai?" le chiedo, un pugno in faccia e mi si apre il labbro.
"Stai zitta Zulema, zitta" dice Anabel infilandomi un pezzo di stoffa in bocca. Mi sento mancare l'aria ma il mio sguardo è fisso su Macarena, ha gli occhi vuoti, mi guarda.
"Vedi Zulema, tu credi di essere tanto potente, ma non lo sei. E sai perché? Perché da quando è entrata questa biondina a Cruz del Sur, hai qualcosa da perdere. Prima no, prima eri sola, ma ora hai una sgualdrina e il suo figlio bastardo" dice sollevandomi il mento, io ringhio e uno schiaffo mi fa voltare la faccia.
"Mi avete umiliata, due volte, davanti all'intero carcere. Avrei dovuto agire quel giorno nei bagni, ma non sapevo della dolce mammina, altrimenti lo avrei fatto. Non è mai troppo tardi giusto?" e mentre parla si avvicina a Maca sferrandole un pugno nella pancia. Provo a urlare, implorandola di smettere, ma la stoffa mi impedisce qualsiasi parola.
"Maca, Maca. Non si sfida mai chi è al vertice, sai? Perché poi si pagano le conseguenze a caro prezzo. E vuoi sapere come pareggiamo i conti per le umiliazioni?" le chiede retoricamente mentre le accarezza il viso con la punta delle dita. Mi viene da vomitare, mi sento male.
"Il prezzo è tuo figlio" il panico entra negli occhi di Macarena e le lacrime riempiono i miei. Mi divincolo come una pazza cercando di liberarmi almeno la bocca, riesco a sputare la stoffa e urlo.
"UCCIDI ME, UCCIDI ME, FAI QUALUNQUE COSA, TI SERVIRÒ SE LO VUOI, TI SERVIRÒ A VITA. NON TOCCARLI, NON FARLO" ecco, ecco chiarito quello che Macarena è per me. Sono pronta a dare la mia vita per salvare quella di suo figlio, che cos'è questo se non il sentimento più forte che esista?
"Eh no cara Zulema, non c'è nessun gusto così, non vince nessuno. Io vi voglio vedere soffrire entrambe, dovete impazzire per il dolore" il sadismo di questa donna non ha limiti.
"Uccidimi e la vedrai soffrire, sarà logorata, stiamo insieme, ci amiamo, la distruggerai" mento, mento per provare a salvarla, mento in parte in realtà, mento solo su Maca perché io non posso che amarla se davvero sono pronta a sacrificarmi per lei. Io che sono la persona più egoista che io conosca, io che non guardo mai in faccia a nessuno, sono pronta a dare la mia vita per la bionda.
"Oh ma io di questo ne sono sicura, siete molto carine insieme, le mie congratulazioni - ride - ma credimi, non soffrirebbe mai quanto senza il suo bambino e tu - così dicendo si avvicina a me - guarderai tutto" un pugno nello stomaco a me, uno a Macarena. Piango, spero di trovare la compassione almeno delle altre detenute, quelle che ci hanno portate qui. Ma è tutto inutile, anche loro iniziano a colpire me e Maca come se fossimo sacchi da boxe. Provo a dirmi che c'è ancora la possibilità che rubito sopravviva, Maca ha i polsi e le caviglie legate nella posizione a stella, in questo modo la sua pancia è completamente esposta nonostante lei stia lottando con tutta la forza che ha per combattere. La tengono appesa ai tubi della lavanderia come se fosse carne da macello e io non posso sopportarlo.
"VI PREGO - urla - È SOLO UN BAMBINO, VI PREGO" la sua voce è straziata e viene interrotta dall'ennesimo pugno. Vedo Anabel, che ora non sta facendo nulla se non godersi lo spettacolo, avvicinarsi alla bionda e metterle la stoffa in bocca, poi lo fa anche con me: vuole impedirci di urlare, significa che non si limiterà a questo. Fa un cenno con la testa a una delle sue tirapiedi che prende qualcosa da dentro una lavatrice, socchiudo gli occhi per vedere meglio e il panico si impossessa di me, mi muovo, urlo, scalpito, piango, sono completamente fuori controllo. Maca mi guarda senza capire e io mi sento crollare il mondo addosso, sono completamente impotente, avevo giurato che li avrei protetti e invece ora...
"Lo vedi questo Macarena? - dice Anabel indicando il pezzo di ferro sottile e appuntito che tiene in mano quella stronza della sua schiava - Zulema lo sa cos'è, vedi come è preoccupata? Adesso ti faccio spiegare di cosa si tratta" e così dicendo la stronza alle mie spalle mi toglie la stoffa dalla bocca per farmi parlare.
"Non lo fare, Anabel ti prego non lo fare, uccidimi, uccidimi, non lo fare" piango disperata.
"Zulema, spiega a Macarena cosa succederà ora" mi dice Anabel. Io scuoto la testa e in risposta ricevo l'ennesimo pugno nello stomaco.
"Zulema, parla. Altrimenti non rivedi più nemmeno lei" mi sussurra all'orecchio.
"Maca... - lei mi guarda con gli occhi confusi, vorrei solo stringerla a me e portarla via - Maca perdonami se non vi ho saputi proteggere" le dico. Uno schiaffo in viso per me e un pugno per lei.
"PARLA!" il viso di Anabel è a pochi centimetri da me. Ma io non ci riesco, non riesco a darle una notizia simile perché dopo quello non si torna indietro, non c'è rimedio. Se con i colpi all'addome la speranza era poca, ora svanisce completamente. Mi sento morire e so che per lei sarà un dolore che la logorerà.
"Quello che Zulema non riesce a dirti Macarena, è che questo è il metodo che utilizziamo in carcere per abortire se non si può avere la pillola. Lo inseriamo nell'utero, rompiamo il sacco amniotico e aspettiamo di vedere il sangue. E quando arriva, ciao ciao gravidanza" ghigna. La reazione di Maca è dilaniante, si divincola urlando e piangendo, ma è tardi. Chiudo gli occhi abbassando lo sguardo non appena vedo Anabel e la ragazza con il ferro che si avvicinano alla mia bionda. Non voglio guardare.
"Guarda Zulema" dice quella dietro di me sollevandomi la testa e aprendomi gli occhi. Le vedo spogliare Maca tagliandole i vestiti, lei si difende con tutta la forza che ha in corpo, ma ormai non c'è più nulla da fare. Mi ritrovo di nuovo a pregare, questa volta però prego che il mio piccolo rubito sia già volato via. Un urlo straziante ovattato solo dalla stoffa che ha in bocca mi lacera il cuore nell'esatto istante in cui il ferro scivola in profondità nel corpo fragile di Macarena. Pochi secondi dopo il liquido trasparente riempie il pavimento e un rivolo di sangue si fa spazio fra le sue gambe. Il flusso aumenta e in pochi secondi a terra si forma una chiazza di sangue. Negli occhi di Macarena c'è la consapevolezza che il piccolo non c'è più. Piango, piango tutte le lacrime che non ho mai pianto.
"Ecco fatto, ti avevo detto che avremmo regolato i conti" le dice Anabel andandosene con il suo stupido gruppetto non prima di averci fatte riempire di ulteriori pugni e calci. Non appena se ne vanno provo a liberarmi, la stoffa mi sta lacerando la pelle dei polsi ma non mi interessa. Urlo, urlo con disperazione. Macarena è in silenzio, immobile, con la testa china. Sono sicura che sia svenuta per il dolore o per il troppo sangue che sta perdendo, se non faccio qualcosa morirà. Mi guardo intorno cercando qualcosa che mi possa aiutare, ma non c'è nulla. Poi un lampo di genio: il gancio della lavatrice. Mi spingo sulla sedia spostandomi fino a raggiungerlo, cerco di incastrare la stoffa che ho in bocca per rimuoverla, dopo vari tentativi ci riesco.
"AIUTO!" urlo strisciando verso Maca.
"AIUTO! IN LAVANDERIA!" continuo a strillare. Siamo qui da più di un quarto d'ora, possibile che nessuno si sia accorto che le telecamere sono oscurate?
"AIUTO!" piango.
"Maca! - la chiamo, ma non risponde - Maca!" niente. Poi una benedizione, sento dei passi e vedo Palacios comparire, resta immobile davanti alla scena, poi chiama aiuto con la radiolina e corre verso di me.
"Zahir cos..." chiede ma lo interrompo.
"Maca, libera Macarena, l'hanno fatta abortire, sta perdendo sangue, stendila a terra, ti prego fallo o morirà" gli dico, lui mi guarda perplesso.
"PALACIOS MORIRÀ!" grido. Si riscuote e fa come gli ho detto, poi libera anche me che mi accascio sul corpo di Macarena.
"Rubia? Rubia? - piango chiamandola, il battito del suo cuore è quasi impercettibile, mi avvicino alle sue labbra e sussurro - Ti amo, perdonami" le lascio un bacio veloce. Lo dico ora perché lo sento, lo dico ora perché lei non può sentirmi. Fabio e la direttrice entrano dalla porta e si coprono la bocca con le mani.
"Zahir che cazzo hai fatto? Allontanati da Ferreiro" ringhia Fabio avanzando, io la stringo a me ancora più forte e sollevo lo sguardo. Miranda lo ferma mettendogli il braccio davanti al petto.
"Non è stata lei" dice, lui la guarda con occhi interrogativi.
"Come...?" le chiede.
"Mi basta guardarla" la voce della direttrice è quasi compassionevole.
"Per due lividi?" digrigna i denti Fabio.
"Non sono due lividi Fabio, ma non mi riferisco a questo, i suoi occhi... - si abbassa alla mia altezza - Cosa vi hanno fatto?" mi chiede.
"Confermo che Zahir era legata quando sono arrivato qui. Hanno fatto abortire Macarena, con questo immagino" si intromette Palacios muovendo con il piede il piccolo ferro che giace accanto a Macarena.
"È così?" lo sguardo di Miranda si posa su di me. Annuisco.
"Chi è stato?" chiede Fabio. Io porto gli occhi su di lui.
"Anabel" scandisco il nome lentamente.
"Va portata in ospedale" Fabio si volta guardando da dove proviene la voce: Sandoval è entrato nella stanza ed ha sentito tutto. Io mi stringo ancora più forte a Maca.
"Penso che debba andare in ospedale anche Zulema" aggiunge Miranda.
"No, per lei basta l'infermeria" coglione, io non mi stacco da Maca.
"Ti hanno colpita allo stomaco? - mi chiede la direttrice, io annuisco - Ospedale. C'è una sola ambulanza, andranno trasportate insieme" sentenzia e io la ringrazio con gli occhi perché so che lo fa per non separarci, almeno per ora. Non so bene perché sia così buona con me che non lo sono mai stata, ma va bene così oggi. Non lascio Macarena, non mi separo da lei nemmeno mentre mi ammanettano e mi portano fuori. Mi stacco a malincuore solo una volta in ospedale.

"Zahir, sei conciata ma puoi essere curata in carcere" mi dice il medico dell'ospedale. Sono piena di lesioni, ma tutte compatibili con l'infermeria.
"Come sta Maca?" gli chiedo io.
"Mi dispiace, non posso parlare della salute di una paziente con estranei" mi risponde.
"Condividono la cella, può parlarle" gli dice la direttrice, lui alza le spalle e inizia.
"Ha riportato un aborto e una brutta infezione interna oltre ad un'innumerevole quantità di lesioni, è stata operata per rimuovere chirurgicamente il feto..." io lo interrompo.
"León, si chiamava León" sibilo.
"León, beh per lui non c'è stato nulla da fare, probabilmente vista la quantità di lividi presenti sull'addome di Macarena, è morto prima ancora dell'utilizzo del ferro e il corpo ha iniziato subito i tentativi di espellerlo, quando è arrivata qui la gravidanza era già interrotta" sospiro, ho sperato che fosse così, non so se i bimbi così piccoli provino dolore, ma per resistere devo pensare che non abbia sofferto. Il ferro lo avrebbe potuto toccare e quest'immagine mi avrebbe perseguitata a vita.
"Continui" gli dico.
"Quell'arnese era arrugginito e sporco, Macarena ha contratto una brutta infezione che dovremo debellare per via endovenosa e in camera iperbarica, dovrà rimanere qui un paio di settimane e per ora è in coma farmacologico. Il fatto che tu abbia suggerito di stenderla le ha salvato la vita" mi dice pensando di farmi sentire meglio.
"Non l'ha salvata a rubito" una lacrima si fa spazio sulla mia guancia e Miranda mi guarda come se fosse sconvolta.
"Sono state violente, non ci sarebbe stato modo" il medico mi posa una mano sulla spalla e io mi ritraggo.
"Se le stupide guardie avessero fatto il loro lavoro notando che le telecamere erano coperte da tempo, il modo ci sarebbe stato" ringhio.
"Zulema, indagheremo. Le detenute sono in isolamento e provvederemo con un aumento della pena nel caso confessassero o riuscissimo a trovare prove..." io la interrompo ridendo.
"Sono state loro. E i tuoi stupidi secondìni non hanno fatto il loro lavoro. Niente che tu possa fare ora mi restituirà il bambino e Maca, dovresti insegnare meglio ai tuoi stupidi burattini" la guardo con il sangue negli occhi. Lei abbassa gli occhi consapevole che ho ragione, poi prova a confortarmi.
"Macarena si riprenderà" Miranda non capisce, come potrebbe.
"Non si riprenderà mai, le hanno portato via il suo bambino, non tornerà mai più" concludo io. Il medico si congeda e Miranda si avvicina alla porta per uscire e far entrare le guardie che mi porteranno di nuovo in carcere. Parlo prima che possa aprirla, si immobilizza con la mano sulla maniglia.
"E comunque, tanto per la cronaca, non condividiamo la cella, io sono innamorata di lei" le dico, mi guarda sconvolta, ma la porta si apre prima che possa parlare.

"Zule" mi dice Saray non appena la lasciano entrare nell'infermeria dell'ospedale dove trascorrerò le prossime notti, la direttrice ha permesso che qualcuno stesse con me. Dicono che potrei avere un trauma e oltre a una guardia davanti alla porta, Saray dormirà nel letto accanto al mio.
"Gitana" le dico con lo sguardo basso
"Lui...lui non c'è piu?" mi chiede. Io scuoto la testa. Trattiene il fiato poi le lacrime le scivolano sul viso. Sicuramente avrà sentito ciò che è successo almeno a grandi linee, ora non voglio parlarne, c'è solo una cosa che voglio dirle.
"La ucciderò, Anabel morirà" non appena pronuncio queste parole una nuova luce si accende negli occhi di Saray, è quella della vendetta. Mai toccare la famiglia. E Maca e rubito sono la nostra famiglia.

* spazio autrice *

Posso solo dire che ho le lacrime agli occhi mentre scrivo. Ma non potevo lasciare che andasse tutto bene. Ha senso, avrà senso.

- Elle 🦂

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