Capitolo 27

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"Cosa significa che ce ne andiamo? È andata bene con Fatima?!" chiede Kabila con gli occhi luminosi, è strano, è come se da quel giorno in cui ho scoperto ciò che le è successo e lei ha saputo di come Sandoval ha finto la mia morte, io mi sentissi diversa nei suoi confronti e lei nei miei. Prima era un continuo criticare ogni mia parola, alzare gli occhi al cielo, ridere alle mie spalle. Ora invece sembra genuinamente felice delle cose belle che mi accadono e soprattutto della mia presenza. E io, che odiavo vederla accanto a Saray e non la stimavo per niente, devo dire che l'ho davvero rivalutata e posso dire di essermi affezionata a lei.
"Ora è Lana, vuole usare il nome che le ha dato Zule alla nascita" sorride Saray rispondendo alla sua ragazza.
"Ma è fantastico! Significa che oltre ad aiutarci ad evadere vuole anche ricostruire un rapporto fra voi. Zule sono così felice che tu abbia ritrovato tua figlia!" esclama la ricciolina alzandosi dalla sua cuccetta e gettandomi le braccia al collo come se fosse la cosa più normale del mondo. Questo contatto improvviso mi fa sentire a disagio per qualche secondo, poi però con delicatezza porto le braccia sulla sua schiena e rilasso i muscoli abbandonandomi in questa stretta con la persona che meno immaginavo potesse entrarmi dentro fino a sentirla nel cuore. Nascondo il viso fra i suoi capelli raccolti in tante piccole treccine e mi sento bene, poi lei mi sussurra qualcosa all'orecchio.
"Grazie per essere quasi morta, se non fosse successo tutto quanto, non saremmo così ora. Siamo famiglia, giusto?" chiede sincera.
"È strano come ringraziamento, ma sono felice che il mio essere quasi morta ci abbia portate a tutto questo. Siamo una famiglia Kabila, sì" replico divertita dalla sua affermazione che però, per quanto buffa, è estremamente vera.
"In qualche modo sei mancata anche a me in quei mesi, vedere Maca e Saray logorate mi ha fatta sentire così in colpa per non averti dato più spazio nel mio cuore. Sono rimasta in apnea anche io per settimane quando ti credevo morta, sapevo che loro due non sarebbero mai più state le stesse" ammette.
"Lo so, ma non vi libererete di me con così tanta semplicità, ci vuole ben più di uno spazzolino appuntito per togliermi dalla piazza" rido io sdrammatizzando ciò che è successo: mi aiuta a superarlo, perché ancora non mi do pace per il fatto che la mia migliore amica e la mia ragazza hanno vissuto un incubo simile a causa mia. Sollevo gli occhi, rimanendo ancora incastrata in questo abbraccio nel quale mi scopro felice, e vedo Saray con una lacrima che le scivola giù sulla guancia. Quando i nostri occhi si incatenano, mi ringrazia con un cenno del capo e io le sorrido, so quanto per lei sia importante sapere che sono dalla sua parte perché per quanto io abbia comunque sempre rispettato le sue scelte, non ho mai appoggiato il suo amore per Rizos. Mi separo poi da questo abbraccio e mi siedo su uno dei letti.
"Allora, Altagracia?" chiedo.
"Sono qui, Zahir. - parla una voce alle mie spalle. Mi volto di scatto insieme a Saray che mi aveva raggiunta sedendosi accanto a me - Chiudo la cella, fate casino come se io dovessi fermare una rissa" ci dice la guardia e noi, in perfetta coordinazione senza bisogno di parlare, alziamo la voce urlando. Poi io e Rizos, che siamo le uniche due che hanno in passato fatto una cosa simile, fingiamo di prenderci per i capelli.
"BASTA!" tuona Altagracia sbattendo il manganello sulle sbarre e facendo vibrare l'aria. Noi ci immobilizziamo recitando perfettamente la nostra parte di sottomissione.
"Una di noi dovrebbe fingere di..." la riccia inizia la frase e io capisco esattamente quello a cui si riferisce così guardo Altagracia digrignando i denti e fingendo di non ascoltarla. Resto in piedi dandole le spalle, ignorando il suo comando.
"Zahir, al tuo posto, subito" ringhia lei in risposta, capendo la mia intenzione, mi volto con sguardo supponente e sollevò un sopracciglio.
"Perché? Altrimenti che mi fai?" le chiedo sfidandola. Lei solleva il manganello e finge di stare per colpirmi. Di fronte alla nostra cella si forma un via vai di curiose e io capisco che se il colpo non sarà vero, non ci crederanno e questo potrebbe alimentare qualche sospetto.
"Devi farlo" sussurro ad Alta che si avvicina a me.
"No" dice lei.
"Non ci crederanno. Fallo. Un colpo secco sulla spalla, io mi lascerò cadere e sbatterò la bocca sulla cuccetta così mi sanguinerà il labbro. Maca subito verrà da me per capire cosa è successo e tu caccerai le detenute che stanno guardando lo spettacolo. O è così o è così. Vale?" chiedo fissandola negli occhi.
"Vale. Ma sappi che non lo farei, non ti colpirei" e così dicendo, senza darmi il tempo di prepararmi, mi colpisce e io, proprio come avevo immaginato, perdo l'equilibrio e sbatto violentemente contro il ferro dei letti ferendomi il labbro che subito sanguina.
"Zulema!" urla Maca ignara del mio piano.
"Sto bene" le dico provando a tranquillizzarla.
"Che cazzo fai?!" esclama la bionda guardando Altagracia.
"Vuoi essere la prossima?" chiede per poi farle l'occhiolino e voltarsi verso le sbarre sbattendo il manganello ancora una volta e allontanando la macchia gialla che si era formata. Chiude poi la porta che oscura le sbarre e viene verso di noi.
"Perché l'hai fatto?" Maca la guarda con gli occhi lucidi.
"Non sarebbe stato credibile, gliel'ho detto io..." le spiego.
"Ha ragione rubia" afferma Saray. Maca mi abbraccia e mi libera la spalla dalla camicia gialla sotto la quale si sta già formando un livido violaceo a causa della violenza del colpo.
"Scusami Zulema. - abbassa lo sguardo Altagracia, io scuoto la testa e lei si siede con noi - Sapevo del vis a vis con tua figlia, per questo vi ho raggiunte quando mi è stato riferito che avevate finito" ci dice giustificando il suo tempismo perfetto nel presentarsi da noi.
"Sì, abbiamo parlato con Lana, ce ne andiamo tra un mese preciso" dice Maca con un mezzo sorriso mentre le sue dita si intrecciano alle mie.
"Lana?" chiede Altagracia.
"È il nome che le ha dato Zulema alla nascita prima che gliela portassero via, oggi durante la visita l'ha scoperto e ha deciso di farsi chiamare così" spiega Saray.
"Vale, un mese esatto?" chiede nuovamente Alta.
"Si" dice Maca.
"Voi quattro?" continua la guardia.
"Sì, certo. Dobbiamo farlo tutte e tutto deve andare bene per tutte. Iguales o nada" dico io. Maca sorride, seguita da Saray. Rizos invece ha gli occhi lucidi.
"Vale, iguales o nada. - afferma Altagracia prima di voltarsi e andare verso la cella - Voi occupatevi del vostro, al resto ci penseremo io e Lana" e così dicendo riapre questo buco e sparisce inghiottita dalle altre detenute.

Iguales o nadaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora