Capitolo 3

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Lo sapevo, lo sapevo che questa bionda non fosse così tonta come poteva sembrare. Lo sapevo.
È ancora lì, ferma a guardarmi. E io non so nemmeno che cosa risponderle. Posso dirle la verità e sperare che mi creda, posso prenderla per il culo e sperare che mi creda, posso inventarmi una stronzata di dimensioni epiche e sperare che mi creda. Qualunque cosa io scelga di fare, devo sperare che mi creda.
"Maca, Maca, Maca... - esclama Saray vedendomi in seria difficoltà - c'è un'altra regola molto molto importante qui dentro, quasi tanto importante quanto il non chiedere favori. Vuoi sapere qual è?" le chiede la mia gitana. La bionda annuisce accigliata.
"Vedi biondina, la regola è non fare domande di cui non sei pronta ad ascoltare la risposta" sorride Saray.
"Io non capisco, siete state voi?" chiede Macarena sgranando gli occhi. Ed è qui che qualcosa mi scatta, sono rimasta immobile fino a questo momento, ma in un secondo balzo in piedi dal letto e raggiungo Macarena e Saray scavalcando, letteralmente, Casper che si è chinata per raccogliere il suo stupido rosario. Guardo Saray e le faccio un leggero cenno con il capo.
"Maca ma sei pazza? - Saray le ride letteralmente in faccia e io la seguo a ruota - Senti perché non mangiamo insieme oggi?" le chiede.
"Certo, va bene, ma voglio sapere di più, non sono stupida" afferma lei.
"No, non lo sei per niente" sussurro io senza farmi sentire. Saray le mette un braccio intorno alle spalle e ci avviamo verso la mensa con gli occhi di tutta la marea gialla puntati addosso. Erano mesi, forse anni che non vedevano entrare qualcuno nella nostra cella e soprattutto non era mai successo che mi vedessero condividere il mio tempo con qualcuno che non fossero Saray, Casper e ogni tanto Yolanda. Tere, la drogata con i denti distrutti, ci guarda con la bocca aperta.
"Buu" le dico non appena le passiamo accanto, avvicinandomi pericolosamente al suo viso con il mio. Lei scuote le spalle e si volta. È tutto troppo semplice qui dentro, le deboli hanno paura di me, quelle invece più forti mi rispettano e mi stanno alla larga. E per me va più che bene così.
Quando entriamo in mensa, ci mettiamo in coda per ritirare il nostro vassoio con la sbobba terribile che sembra viva. Qualche detenuta si sposta per farci passare, ma oggi non mi interessa, voglio mantenere un profilo basso, con tutto quello che sta succedendo non voglio correre rischi.
"Pesce o carne?" chiede Antonia, Maca sceglie la carne, mentre io e Saray optiamo per il pesce. Ci sediamo una accanto all'altra e lei prende posto di fronte a noi e ci fissa. Iniziamo a mangiare nel silenzio tombale che regna a questo tavolo, ma poi improvvisamente Macarena lascia le posate e guarda prima Saray, poi me.
"Beh?" chiede alzando un sopracciglio.
"Impaziente bionda? - le chiedo io - Frena la tua emozione, non qui. Muoviti a far sparire questa merda dal vassoio che usciamo a fumare una sigaretta, lì c'è più privacy, se così si può chiamare" continuo, lei annuisce e la vedo ingurgitare quel cibo disgustoso a una velocità assurda. Tre minuti dopo ha finito.
"Usciamo?" chiede. Io e Saray ci guardiamo con un mezzo sorriso. So che sta pensando esattamente la stessa cosa che penso io: va a finire che questa bionda stupida ci può essere utile. Ci alziamo tutte e tre, lasciamo i nostri vassoi e ci avviamo verso il cortile per l'ora d'aria post pranzo. Andiamo a sederci nel mio solito angolino, mi accendo una sigaretta e ne offro una anche a Macarena. Lei scuote la testa.
"Non fumi?" le chiede Saray.
"Si ma...non mi va, grazie" risponde.
"Ti va, ma pensi che ti chiederò di ripagarmela con gli interessi" scoppio a ridere.
"Bionda, prendila, la reina mora non uccide di certo per una sigaretta" esclama ridendo Saray. Macarena abbassa lo sguardo arrossendo, poi accetta la sigaretta che le ho offerto e la accende, inspirando il fumo. Posso notare la tensione delle sue spalle allentarsi, ne aveva voglia, altro che "non mi va".
"Quindi?" chiede lei.
"L'abbiamo vista, ieri sera intendo. Siamo state con Yolanda" le dico io senza pensarci troppo, è la soluzione giusta, me lo sento. Questa mia affermazione mi regala uno sguardo sconvolto di Saray. Le faccio un cenno come per dirle "ho tutto sotto controllo" e lei fa una smorfia.
"Siete state voi quindi?" chiede Macarena non troppo sconvolta.
"No Maca. Non siamo state noi." le rispondo.
"Ma allora non capisco" replica lei.
"Macarena, in carcere si deve scegliere. Mi sembri tanto una brava ragazza, ma sotto sotto non sono completamente convinta che tu lo sia. Da che parte vuoi stare? Dalla parte dei buoni o dalla parte dei forti?" il mio tono è comprensivo ma allo stesso tempo duro.
"Io non voglio stare da nessuna parte" scuote la testa.
"Macarena, non puoi essere sola qui dentro. Devi sapere che anche essere una spia è qualcosa da evitare in carcere. Se tu dici che ci hai viste uscire dalla cella noi molto probabilmente verremo accusate di un omicidio che non abbiamo mai commesso. Tutte qui dentro hanno paura di me, ho contatti persino fra le guardie, se mi sbattono in isolamento e mi allungano la pena perché tu vai a cantare alla direttrice che noi eravamo fuori dalla cella, lo saprà tutto il carcere. E credimi rubia, a nessuno piacciono le spie" le dico guardandola negli occhi. Lei sostiene il mio sguardo perfettamente e questo un po' mi sconvolge.
"Mi stai minacciando Zulema?" mi chiede aggrottando la fronte.
"No, ti sto semplicemente dando la possibilità di scegliere da che parte stare" le rispondo alzando le spalle.
"Macarena devi sapere che Zulema è meglio averla come amica, che come nemica. Potrebbe renderti la vita impossibile e la sua amicizia non è per tutti. Tu non mi piaci perché mi vuoi rubare la ragazza, ma mi hermana per qualche strano motivo ha deciso che vali abbastanza da poter essere con noi. Scegli bene, perché per te potrebbe essere un grande problema il contrario" si intromette Saray. Macarena si alza e serra i pugni, poi parla e le sue parole sono taglienti come lame.
"Forse mi avete presa per una cogliona, ma io non ho bisogno che mi lecchiate il culo o che mi riempite di minacce per farmi stare zitta. Io posso farlo, posso tacere, ma solo ed esclusivamente se so tutta la verità. Voglio sapere cosa c'è dietro. Non mi interessa essere la schiava di nessuno, non voglio dover ripagare nessun favore, chiaro? Io sto dalla mia parte e se scelgo di cambiare lato è perché devo sapere di potermi fidare. E la mia fiducia si ottiene con la verità, non leccandomi il culo. Quindi, se volete raccontarmi cosa è successo e vogliamo diventare amiche per la pelle, inciderci la mano e mischiare il nostro sangue come gli scout, beh io sono pronta ad ascoltarvi. Altrimenti ognuna per la sua strada. Io non ho paura di nessuno. Ora con permesso vado a vedere di aiutare a organizzare il funerale di Yolanda in questo posto di merda" e così dicendo si volta e se ne va. Sono immobile, sconvolta dalla determinazione e dalla semplicità con cui queste parole sono uscite dalla bocca della stessa biondina che ieri a malapena aveva il coraggio di sollevare lo sguardo dalla punta delle sue scarpe. Mi volto verso Saray e noto che la sua espressione è pressoché la stessa che c'è dipinta sul mio volto.
"Zule, non voglio contraddirti, ma mi sa che l'abbiamo sottovalutata" mi dice Saray.
"L'abbiamo sottovalutata, si" dico sorridendo. Lei mi guarda spalancando la bocca in segno di stupore.
"Ay tía, che cosa c'è sotto? Perché ti piace così tanto questa bionda?" mi chiede dandomi una gomitata.
"Non mi piace, la odio, proprio per questo può esserci utile" dico tentando di convincere anche me stessa. In realtà non so cosa, ma c'è qualcosa di lei che mi intriga profondamente.
"Zule, Zule, non me la racconti giusta" ride Saray alzandosi e dirigendosi verso la piccola cappella dove si terrà la commemorazione per Yolanda. Non appena entriamo vedo che manca Sole e mi sembra molto strano dal momento che erano compagne di cella ed anche molto amiche. Sento i pettegolezzi delle altre che dicono che si trova in infermeria perché ha bevuto il vin santo e l'alcool le ha fatto fermare il cuore. Mi viene quasi da ridere se penso a che cazzo di cose assurde succedono in carcere: non si può bere e per mezza volta che quella manda giù un po' di vino, rischia di rimanerci letteralmente secca. Mi siedo accanto a Saray e noto la direttrice e Sandoval parlare fitto fitto per poi guardare Tere che canta nel coro insieme alle altre galline sgozzate, avranno scoperto l'ennesimo traffico di droga.
La celebrazione inizia e ad un certo punto mi danno spazio per spendere due parole su Yolanda, non c'è Sole, quindi tocca a me. Raggiungo il leggío poco convinta e vedo Macarena lanciarmi uno sguardo di fuoco per poi voltarsi con disgusto. Devo assolutamente parlarle e tapparle la bocca, con le buone o con le cattive. Estraggo il foglietto che ho scritto poco prima di venire qui e respiro.
"Passo tutto il giorno ricordandomi di te, Yolanda. - nel dirlo alzo gli occhi al cielo un po' per fare scena è un po' perché veramente mi si inumidiscono, ma io non piango mai e non mi piace mostrarmi debole - In ogni momento, in ogni secondo. - la voce mi si spezza e tiro su con il naso, sicuramente grazie alla mia fama di hija de puta penseranno tutte che sto recitando e questo mi fa sentire sollevata - a volte ci vogliono molti anni per trovare un'amica per tutta la vita, però in pochi mesi di prigione, Yolanda sarai custodita qui dentro per sempre. - dico battendomi il pugno sul cuore - Ti ammirerò sempre, sempre". Raccolgo il mio foglietto e me ne vado. Potranno non credermi, ma è così, Yolanda era una delle poche di cui ho saputo apprezzare la compagnia. Certo, non sarei io se non ammettessi di aver un po' gonfiato questo discorso per fare scena, ma il succo resta lo stesso.
A fine celebrazione io e la gitana ce ne torniamo in cella, Casper va in lavanderia e di Maca non c'è traccia.
"Zule mi fai le trecce?" mi chiede Saray. Io annuisco e mi arrampico sulla mia cuccetta, lei si posiziona fra le mie gambe dandomi le spalle, mi passa spazzola ed elastici e io inizio a districarle i capelli per poi intrecciarli.
"Dovremmo raccontarle le cose come stanno" dico io consapevole che la gitana sa esattamente che mi riferisco a Macarena. Quello sguardo nella cappella mi ha penetrata, ho paura che possa fare qualcosa di avventato.
"Non so Zule, non mi piace. Non ti sei mai fidata di nessuno così, nemmeno di Yolanda. E poi scusa mi vuole rubare la riccia!" esclama convinta.
"Saray, hermanita, lo vuoi capire che della cazzo di Kabila importa solo a te?" dico utilizzando il cognome della riccia.
"Zule ma..." fa per parlare ma la interrompo.
"Saray smettila! È tossico il vostro rapporto. Lo sai che a me interessa solo che tu stia bene, sei tutto quello che ho qui dentro. Se la ami va bene, riprenditela, ma sistema il tuo cazzo di rapporto!" non ne posso più di vederla impazzire per quella ragazza che la prende e la molla come le gira a lei. Saray la lascia fare perché è perdutamente innamorata, ma resta il fatto che non è giusto. Saray sbuffa innervosita e nel mentre vedo la governanta entrare nella cella. La guardo e le faccio un cenno con il capo per sapere cosa vuole.
"Preferirei parlare con te in privato" mi dice.
"Saray è come mia sorella, non offenderla" le rispondo con tono di superiorità.
"D'accordo - risponde voltandosi a controllare che nessuno entri - hanno aperto un'investigazione sull'omicidio di Yolanda. Mi faranno domande, mi interrogheranno. Però voglio che tu sappia che non dirò niente. Hai il mio silenzio" conclude.
Era ovvio che aprissero un fascicolo sull'omicidio ed era altrettanto ovvio che interrogassero le guardie dato che le telecamere erano disattivate. Ancora più ovvio è il fatto che Paloma pensi che io abbia qualcosa a che fare con l'omicidio dal momento che ho usato la sua targhetta magnetica. La prima volta l'ho minacciata con un video che riprendeva i suoi gemelli mentre dormivano, è una neo-mamma, farà di tutto per proteggere i suoi figli e la sua famiglia. Le sue parole non valgono poi così tanto.
"Bene" le rispondo ignorandola e continuando ad intrecciare i lunghi capelli di Saray.
"Volevo solo che lo sapessi" mi dice, poi esce vedendo che non le arriva alcuna risposta.
Non appena la governanta lascia la cella, entra Macarena con il viso sconvolto. Immagino che abbia sentito lo scambio di battute con Paloma.
"Zulema, ti devo parlare" mi dice con tono grave.
"Dimmi" le rispondo. Saray fa per uscire ma Maca la trattiene per un polso.
"Resta. - sentenzia e Saray si immobilizza - Voglio la verità. Ho parlato con Sole, mi ha detto alcune cose. Ora pretendo che mi diciate tutta la verità. Senza scuse. O andrò a parlare con la direttrice" mi dice.
Fantastico, c'è una che mi giura il silenzio e l'altra che mi minaccia di parlare se non le dico tutto. Sento la rabbia ribollire dentro di me e in questo momento penso solo di dover sistemare una delle due questioni. E non parlo di Macarena.
"D'accordo. Troviamoci in cortile mezz'ora prima della cena" dico. Maca annuisce e se ne va.
"Sei sicura?" mi chiede Saray. Annuisco.
"Prima però devo sistemare Paloma" sospiro chinandomi ed estraendo da uno dei due piedini della scala il mio telefono di contrabbando irrintracciabile. È il momento di parlare con Hanbal.

* spazio autrice *

Ecco qui il nuovo capitolo. È più lungo del solito perché è un capitolo di snodo per differenziare ciò che succederà in questa storia da quello che succedeva nella serie. Macarena e Zulema avranno molti conflitti, ma non come nella serie. E questo punto era molto importante per far vedere che Zulema vuole risolvere le cose con Maca in maniera pacifica e non partendo all'attacco con i genitori.
Inoltre il prossimo capitolo sarà molto importante per scoprire perché Macarena abbia guardato così Zulema e soprattutto perché abbia scelto di parlare in questo modo con Zulema e Saray.
Mi sto gasando un sacco, che ne pensate? Opinioni sul capitolo?
Tra qualche capitolo ci sarà qualcosa di bello, per lo meno io lo adoro 😍.
Come sempre apprezzo ogni stellina, commento o condivisione. Spero che più persone mi lèggano!

- Elle 🦂

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