Capitolo 23

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"Non credo di aver capito bene" affermo con la voce quasi spezzata.
"Zule, ho trovato Fatima, tua figlia" mi ripete Maca.
"Non è possibile" rispondo alzandomi in piedi ed allontanandomi da loro per prendere aria.
"È complicato, era da prima di León che avevo in testa di trovarla perché pensavo che meritassi di conoscere tua figlia. Poi ti abbiamo creduta morta e io ho continuato a cercarla perché doveva sapere cosa ti era successo, forse per cercare giustizia o forse solo perché volevo fare per l'ultima volta qualcosa per te. Quando l'ho trovata e le ho raccontato tutto ha deciso di volerci aiutare, in cambio ci ha chiesto solo di poterti conoscere, di poter sapere chi fossi tu" mi dice.
"L'avete tirata in mezzo in un'evasione?" chiedo innervosita.
"No, Zulema. È stata lei a chiedere di fare parte del piano quando le ho accennato della necessità di un vis a vis. Lei ha trovato i soldi che Hanbal ha nascosto. Lei ha voluto mettersi in contatto con Altagracia. Nel pratico sarebbe solo stata un diversivo per poter avere un vis a vis insieme. - dice Maca indicando se stessa e Saray - E avrebbe guidato un'auto per qualche chilometro" conclude. Hanno veramente trovato mia figlia.
"Come...?" non riesco nemmeno a concludere la domanda, mi sembra così impossibile che stento a credere che sia vero.
"Tra i database dei penitenziari di minima sicurezza, Altagracia" mi dice semplicemente Saray.
"Avete trovato mia figlia" affermo, mi sorridono entrambe.
"È stata Maca, io l'ho scoperto tipo tre ore fa" la gitana storce il naso.
"Perché?" chiedo guardando negli occhi la bionda.
"Non riuscivo ad accettare il fatto che te ne fossi andata prima che lei potesse conoscerti e amarti come ti amo io" solleva le spalle.
"Una madre carcerata? Non si è persa nulla di speciale" scuoto la testa io.
"Non vedeva l'ora di sapere chi tu fossi, ha detto di averti sempre immaginata e finalmente voleva poterti rendere realtà" mentre parla Maca mi accarezza il viso.
"Crede che io sia morta" sgrano gli occhi mentre lo dico, non è un particolare da sottovalutare.
"Sì ecco infatti dovremmo parlarle prima io e Maca per spiegarle la situazione credo, poi ci raggiungerai tu. Insomma non è il caso di farle venire un infarto in sala visite" Saray guarda la bionda con intesa, sembrano essere diventate una cosa sola e mi stupisco del fatto che non provo la minima gelosia, anzi ne sono felice.
"D'accordo ora non voglio parlarne più, potrei non piacerle o il fatto che io sia viva potrebbe deluderla. Non lo so, non voglio pensarci. Penso che ora sia importante capire innanzitutto perché vi hanno fatto credere che io fossi morta" cambio argomento. Quello di Fatima è un tasto dolente, non è mai stato semplice per me parlarne e ora lo è ancora meno perché in me si è accesa una fiammella che tenevo spenta da tempo: la speranza di riavere la mia bambina.
"Dovremmo andare da Miranda" dice Saray che però si zittisce subito al suono degli altoparlanti che gracchiano.
"Le detenute Ferreiro, Vargas e Zahir sono attese nell'ufficio della direttrice" è la voce di Altagracia.
"Parli del diavolo" dice Macarena e sorridendo ci alziamo. Poco prima di uscire dalla cella prendo Maca, che camminava di fronte a me, per il polso trascinandola fra le mie braccia.
"Mi sei mancata rubia" le dico. Se c'è una cosa che ho capito in questi mesi in ospedale è che la vita è un attimo, oggi ci sei e domani una psicopatica ti pianta spazzolini affilati nel cuore, non sono più disposta a rinunciare a qualcosa solo perche questa potrebbe non essere la cosa giusta.
"Mi sei mancata anche tu Zulema, credevo che non ti avrei mai rivista" e così dicendo nasconde il suo naso fra i miei capelli. Le accarezzo la testa per poi prenderle il viso fra le mani e lasciarle un bacio dolce sulle labbra.
"Quando possiamo stare un po' da sole qui dentro?" le chiedo, non conosco questo carcere e non so se dopo tutto quello che è successo le regole sono le stesse.
"Mi stai chiedendo un appuntamento?" mi guarda lei fingendosi sorpresa.
"Sì, Maca" le rispondo io senza troppi giri di parole.
"Mi piace, accetto volentieri, stasera sul tuo letto al posto del cinema?" mi domanda.
"Vale" le rispondo io.
"Ci saranno anche Saray e Rizos, ma saranno a due letti di distanza. Non possiamo separarci, sai, le cinesi" aggiunge lei e io annuisco. Nonostante io abbia sempre voluto il controllo su tutto, devo rimettermi a loro, almeno per ora, proprio perché non so come girano le cose a Cruz del Norte. Lei mi bacia nuovamente e con un sorriso che le va da un orecchio all'altro mi trascina fuori dalla cella stringendomi la mano. Saray è appoggiata al muro con le spalle mentre si mordicchia le unghie delle mani.
"Pensavo vi foste perse" finge di essere annoiata, poi mi avvolge un braccio intorno al collo e mi sorride. Sono tentata di separare la mia mano da quella di Maca, prima dell'ospedale lo avrei fatto, ma ora no, ora intreccio ancora più saldamente le mie dita alle sue e lei mi guarda sorridendo. Camminiamo fino all'ufficio della direttrice e, una volta arrivate, io busso per poi entrare con il mio solito stile.
"No direttrice, non ho perso il vizio" dico non appena varco la soglia seguita da Macarena e Saray.
"Zulema" mi sorride Miranda, poi si alza e viene verso di me. Si ferma a pochi centimetri da me e non capisco che cosa stia succedendo, vedo le sue spalle rilassarsi e in un secondo mi ritrovo incastrata in un abbraccio. Il mio corpo si irrigidisce e istantaneamente mi rendo conto di cercare con gli occhi lo sguardo di Maca, cosa che so di aver fatto anche in questi mesi in ospedale. La sola differenza è che questa volta lei c'è e i suoi occhi sono lì per me. Mi guarda, mi sorride annuendo ed io mi sento improvvisamente calma così porto le mani sulla schiena della direttrice sfiorandola leggermente. Quando finalmente i nostri corpi si separano, mi affretto a raggiungere Maca prendendole la mano. Mi sento così vulnerabile da quando sono rimasta sola su quel pezzo di cemento freddo investita dalla paura di non averle detto quanto io la amassi e perseguitata dalla durezza delle ultime parole che le ho rivolto. Non volevo che fossero quelle il suo ultimo ricordo di me.
"Sedetevi. - ci dice Miranda e noi prendiamo posto - Credo di dovervi delle spiegazioni" comincia a parlare e la reazione di tutte e tre è la stessa: la guardiamo sollevando un sopracciglio.
"Lei dice?" chiede retoricamente Saray.
"Sapeva che stavamo piangendo devastate la morte di Zulema e non ci ha detto niente? Ha lasciato che la credessimo morta per più di due mesi, ci ha fatto le condoglianze, ci ha viste logorate dal dolore della sua perdita e ha semplicemente lasciato che fosse così?" Maca parla con una forza che non le avevo mai visto, mi fermo a fissare il suo profilo e mi rendo conto di quanto sia cambiata: ha un aspetto più forte, è autoritaria, è sicura di sè. Involontariamente sorrido nel vedere l'amore che traspare da ogni sua parola. Mi incanto ad ammirare la persona meravigliosa che è diventata e la novellina timida e insicura che era quando l'ho conosciuta mi sembra così distante da ciò che ho accanto oggi.
"Alt, ferme un attimo ragazze, ma secondo voi io potevo mai sapere? Sarei stata disumana a prendermi gioco dei vostri cuori in quel modo!" esclama Miranda quasi offesa.
"Come faceva a non sapere che una sua detenuta era viva nonostante la spacciassero per morta?" domanda Saray.
"È semplice, c'è qualcun altro dietro" mi inserisco io con lo sguardo perso nel vuoto. In un secondo ripercorro tutte le persone alle quali posso aver creato problemi negli ultimi mesi e oltre ad Anabel e le sue burattine non mi viene in mente nessuno che potesse arrivare a tanto.
"Ma chi?"chiede Maca ed è il suono della sua voce a darmi la risposta.
"Sandoval" pronunciamo insieme io e la direttrice. Maca e Saray ci guardano perplesse, così Miranda inizia a parlare.
"Per prassi le informazioni sui pazienti vengono riferite solo al medico che fa poi da tramite con il direttore. Lui mi ha riferito che Zulema non è sopravvissuta al volo in elicottero, mi sono arrivati tutti i documenti e mi ha riferito anche di aver archiviato lui il caso consegnando il certificato di morte, è sempre stato così in passato perciò non mi sono posta alcun problema. Ho saputo la verità solo stamattina quando mi ha contattata l'ospedale dicendomi che era stato predisposto il trasporto di Zulema verso un carcere di massima sicurezza nel sud della Spagna ma che non avevano ancora ricevuto il documento di autorizzazione al trasferimento in altra struttura della detenuta. Sono andata a fondo della questione e ho scoperto che anche dopo il suo arresto Sandoval ha fatto deviare le sue chiamate sul numero di sua madre che è stata sua complice facendosi passare per me. La sua idea era di fare sparire Zulema rinchiudendola in una prigione sconosciuta, ma non so perché volesse fare una cosa simile" racconta la direttrice.
"È un pazzo, abbiamo fatto bene a punirlo!" esclama Saray, Maca immediatamente la colpisce sul petto e la gitana si copre la bocca.
"Non vi preoccupate, che resti tra noi: a quanto pare si sarebbe meritato anche di peggio" ammicca la direttrice.
"Cosa è successo a Sandoval?" chiedo io confusa.
"Lo abbiamo evirato" mi dice Maca come se niente fosse. E tra noi cala il silenzio. È tremendamente sexy quando parla di queste cose come se fossero normali.
"L'ha fatto perché mi sono negata a lui. Gli ho fatto un pompino dopo il primo incidente di Maca per poterle rimanere accanto in infermeria, ma è stata l'unica volta. Da quel giorno l'ho sempre evitato, ha provato a toccarmi quando sono stata sedata e anche in isolamento, ho dei ricordi vaghi ma ci ha provato. Io però mi sono difesa ed evidentemente non lo ha accettato" affermo, è la prima volta che ammetto una piccola parte di quello che ho vissuto lì in quel buco. Maca mi accarezza la gamba e Saray mi prende la mano.
"Mi dispiace, mi dispiace che abbiate vissuto tutto questo. Aver commesso un crimine non significa che non abbiate diritto a rispetto e dignità" la direttrice nel parlare abbassa gli occhi.
"Perché ci ha chiamate qui?" chiedo io.
"Volevo spiegarvi ciò che è successo, scusarmi con voi e aggiornarvi su una proposta che arriva direttamente dall'ispettore Castillo" sorride Miranda guardandoci una alla volta.
"Cioè?" chiede Saray.
"Apriranno un caso contro Sandoval, saranno le prigioni Cruz contro di lui, vorrebbero la vostra collaborazione" ci spiega.
"Lui è già dentro, avete già ascoltato le detenute per avere prove contro di lui" dice Maca, io come sempre non so di cosa parlino.
"Questo è diverso, lui sta pagando solo per i reati sessuali che non sono pochi, ma non sono tutti. Ne ha commessi molti di più, anche quello di Zulema è un reato. Chiedono la vostra collaborazione in cambio di una notevole riduzione delle vostre condanne. - continua la direttrice convinta di aver attirato la nostra attenzione, ma noi rimaniamo impassibili - Ragazze, a conti fatti Saray dovrebbe rimanere dentro ancora solo otto mesi, Maca un anno e mezzo e Zulema cinque anni con la possibilità di richiedere la condizionale fra tre anni. Zulema la tua pena viene ridotta anche per ciò che hai vissuto a causa del mal funzionamento della prigione. È un ottimo risultato considerando i vostri fascicoli ragazze" ci dice.
"Non usciremmo comunque tutte insieme" Maca mi precede nel parlare.
"La vostra collaborazione è importante, siete le maggiori vittime della sua malattia mentale e della sua cattiveria" prova a convincerci lei.
"Ci penseremo" afferma Saray per poi alzarsi e fare cenno a me e Maca di farlo a nostra volta.
"Pensateci davvero" ci dice la direttrice prima di vederci scomparire dalla porta del suo ufficio. Camminiamo tutte e tre a testa bassa, ciò che ci è appena stato comunicato non poteva lasciarci completamente indifferenti. Abbiamo finto, sì, ma in fondo si tratta davvero di una riduzione di anni piuttosto consistente.
"Potreste uscire, essere libere. Otto mesi e un anno e mezzo non sono nulla, in un attimo sarete in giro per il mondo" rompo io il silenzio non appena entriamo in cella.
"No" dice Saray.
"Non se ne parla" mi guarda Maca.
"Tra tre anni potrei chiedere la condizionale, mi verrete a trovare e una volta fuori ce ne andremo da questo paese di merda" continuo io.
"No. Ci ho messo settimane a pianificare la fuga, settimane in cui ti ho creduta morta ed è stato il dolore più grande che io abbia mai provato. Non aspetterò un minuto di più per vivere la mia vita con te. Ce ne andremo ben prima di queste stupide riduzioni di pena, come saremmo uscite in due, usciremo in tre" conclude Maca. Non voglio innervosirla, quindi mi prometto di riaffrontare il discorso non appena saremo sole. La sirena annuncia la cena così, una accanto all'altra, camminiamo verso la mensa. Non so cosa aspettarmi dalle cinesi e dal resto del carcere, so solo che sono una persona diversa, sì, ma resto pur sempre Zulema Zahir. Così, prima di varcare le porte della mensa, sollevo il mento trionfante.
"El elfo ha vuelto del infierno" esclamo raggiante. Maca e Saray mi sorridono. La famiglia è, finalmente, riunita per davvero e io sono tornata a casa.

* spazio autrice *

Ecco qui! Dopo una settimana di pausa dedicata alla one shot su Alicia e Raquel, un nuovo capitolo! È un capitolo di passaggio per inquadrare la situazione e ciò che è successo. Finalmente dai prossimi capitoli scoprirete cosa succederà a queste tre, e non solo a loro!
Come sempre vi chiedo una stellina e, se vi va, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate fin qui!

Vi ricordo le altre storie online sul mio profilo:

Lento: storia Najwantos a capitoli.
: one shot Zurena.
Nuestro lugar: one shot Ralicia.

Se volete lasciare qualche stellina anche a queste storie ve ne sono grata, apprezzo sempre il riscontro circa ciò che scrivo, ci metto il cuore ❤️.

- Elle 🦂

Iguales o nadaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora