ZULEMA'S POV
Stamattina mi sono svegliata con una nausea che mi sta dilaniando lo stomaco. Solitamente non sono una persona emotiva, ma oggi mi sto logorando da dentro. Che poi, svegliata è un parolone. Sono trascorsi solo due giorni dall'incontro con Akame, tutto è tranquillo, sta mantenendo la sua parola e ieri abbiamo persino fumato una sigaretta tutte insieme ridendo della fine che ha fatto Sandoval a causa di Maca e Saray. Poi però, non appena siamo rientrate dal cortile salutando le cinesi, siamo state convocate nell'ufficio di Miranda che ci ha comunicato che domani, cioè oggi, sarebbe venuta Fatima. Mi è crollata la terra sotto ai piedi, il mondo ha cominciato a vorticare intorno a me, la vista si è appannata e non appena ci ha congedate sono corsa nel primo bagno disponibile e ho vomitato con Maca e Saray a tenermi una la testa e l'altra i capelli. Quel senso di nausea non mi ha abbandonata per tutta la notte che ho trascorso a girarmi e rivoltarmi nel letto in preda al terrore. Maca ha dormito nel letto con me ed è rimasta sveglia al mio fianco insieme a Saray che ha occupato la cuccetta sotto. Verso le quattro di stamattina ci siamo sedute sul pavimento del bagno per fumare una sigaretta e io, per la prima volta dall'ufficio della direttrice, ho parlato ammettendo che la paura della reazione di Fatima mi sta mangiando viva. Siamo tornate in stanza e ci siamo strette tutte e tre nel minuscolo letto di Maca, abbiamo preso sonno forse una mezz'ora prima del suono della sirena e ora siamo qui sedute sulle gradinate del cortile ad aspettare l'arrivo di mia figlia. Non la vedo da quando aveva sei anni e anche in quell'occasione sono stati solo pochi minuti, lei non si ricorderà di me e io, beh, io mi ritroverò di fronte una donna di ventidue anni nella quale spero di trovare qualche tratto della piccola con le trecce nere che ho stretto a me solo per qualche secondo.
"Ripetetemi come ci comporteremo" dico io nervosa, mancano solo venti minuti e se da un lato il tempo sembra non passare mai, dall'altro sta correndo senza darmi modo di prepararmi. Che poi, potrò mai essere pronta a conoscere mia figlia sapendo tutto ciò che ci hanno portato via? Non è una cosa naturale e non c'è un modo giusto per prepararsi a un incontro come questo.
"Entreremo prima io e Maca, lei è convinta che tu sia morta e insomma, dobbiamo spiegarle come sono andate le cose. Le chiederemo poi di poterti fare entrare, ne approfitteremo per parlare del piano e poi vi lasceremo sole. Vale?" mi domanda Saray. Io annuisco titubante e per nulla convinta.
"Ferreiro, Vargas, Zahir. Avete un vis a vis, recatevi nella sala visite" comunica Palacios all'altoparlante, Fatima è in anticipo di un quarto d'ora, sorrido.
"Ay tía, como a su mamá!" esclama Saray dando voce ai miei pensieri. Sorrido leggermente e cammino insieme a loro pensando al fatto che è vero, anche io sono sempre e perennemente in anticipo di almeno un quarto d'ora. Palacios ci raggiunge e ci scorta oltre i cancelli della sala visite fino alla porta.
"Vale, espera aquí" mi dice Saray.
"Andrà tutto bene" mi dice invece Maca chinandosi e lasciandomi un bacio casto a fior di labbra. Poi scompaiono dietro la porta e io sento le mie gambe cedere, mi accascio sul pavimento e resto semplicemente qui, seduta, ad aspettare.SARAY'S POV
Non appena varchiamo la soglia della sala visite la mia mano stringe il polso di Maca istintivamente con una forza che quasi non riconosco. Mi volto a guardarla e vedo sul suo volto la stessa espressione sconcertata che deve essere dipinta sul mio. Gli occhi della bionda cercano e incontrano immediatamente i miei, deglutisce e parla.
"È..." poi si interrompe.
"È Zule" sussulto io. La figura che ci aspetta al tavolo è la copia esatta di Zulema: capelli neri come l'ebano con la stessa frangia e solo molto più lunghi, occhi verdi con il taglio arabo che siamo abituate a vedere ogni giorno, persino il candore della pelle bianca è identico.
"È uguale a lei" dice Maca. Non appena Fatima ci vede, ci saluta con la mano sorridendo e arricciando il naso nello stesso modo di Zulema. Poi abbassa lo sguardo e si copre il viso con la mano, proprio come fa la mora ogni volta che sorride. Sono uguali anche nei gesti, nelle espressioni. Sembra di vedere Zulema vent'anni fa e per quanto surreale sia che possano addirittura avere le stesse espressioni, mi sento come se stessi semplicemente facendo un viaggio nel tempo a quando Zulema era una ragazzina.
"Saray..." mi dice Maca pochi passi prima di raggiungere il tavolo.
"Rubia, ringrazia il cielo che Zule sia viva" le dico semplicemente sapendo che abbiamo entrambe pensato la stessa cosa: sarebbe stato impossibile parlare con lei quattro giorni fa quando pensavamo di non rivedere mai più la persona più importante della nostra vita.
"Ciao" ci sorride Fatima mentre ci sediamo di fronte a lei. Noi non rispondiamo, io resto pietrificata nel sentire anche lo stesso tono di voce.
"Chi è Macarena?" chiede la ragazza.
"I-io" balbetta Maca.
"State bene?" Fatima sembra preoccuparsi, che cazzo stiamo combinando? Do una leggera gomitata a Maca che, come me, si riscuote dallo stato di trance in cui si trova.
"Si Fatima scusaci, è che..." poi Maca si ferma e io decido di accorrere in suo aiuto.
"Sei la fotocopia esatta di tua madre. Nei modi, nei gesti e soprattutto i tuoi lineamenti. Sei lei" le dico motivando le nostre reazioni.
"Oh, io...ecco mi dispiace" abbassa lo sguardo lei arrossendo. Sembra una versione più innocente di Zulema.
"Ecco in questo siete diverse! - smorzo io la tensione - Zule non diventa mai rossa e non si scusa, specialmente se non ha colpa" rido e Maca sorride con me. Anche le labbra di Fatima si increspano leggermente.
"Dunque, non abbiamo molto tempo" la bionda ci riporta alla realtà: non siamo al bar con un'amica, abbiamo un vis a vis di un'ora in una stupida prigione e dobbiamo lasciare tempo a loro di parlare da sole.
"C'è una cosa che devi sapere Fatima, sappiamo che sei qui per aiutarci, ma che soprattutto hai bisogno di risposte, di conoscere tua madre" le dico io.
"Sì, ma lei è morta" ci fredda Fatima.
"Ecco, è proprio di questo che dobbiamo parlare. È successo qualcosa che devi sapere" continuo.
"Cosa?" sgrana gli occhi lei sollevando un sopracciglio sempre come Zulema.
"Tre giorni fa abbiamo scoperto di essere state raggirate dal precedente medico della prigione, ha ingannato tutti, direttrice compresa. Lui è una persona meschina, subdola e ripugnante. Ha ordito un piano per tenere Zulema lontana da noi, consapevole che lei sia la persona più importante delle nostre vite, mentendo spudoratamente sulle sue condizioni fisiche e sulla dinamica dell'incidente..." dico inghiottendo un boccone amaro, sul mio viso si disegna una smorfia di dolore al pensiero di quello che abbiamo provato nei mesi passati.
"Che cosa significa?" ci chiede lei.
"Fatima, senza troppi giri di parole, ti abbiamo promesso che ti avremmo raccontato chi è tua madre, ma c'è qualcosa di meglio. Zulema è viva, è tornata qui tre giorni fa dopo che Sandoval è stato sbattuto in carcere per le molestie, perché è anche un sudicio stupratore e finalmente l'abbiamo smascherato. Voleva trasferirla lontano da noi perché, beh, perché avrebbe distrutto lei e noi. Ha impedito qualunque contatto con chiunque, per mesi l'abbiamo pianta credendola morta, invece lei è qui e, se tu lo vuoi, è pronta a conoscerti. Per questo Maca ti ha chiamata l'altro giorno" vomito io tutto insieme.
"È viva? La mia mamma?" chiede la ragazza con gli occhi umidi. "La mia mamma", proprio come una bambina. Mi fa una tenerezza incredibile, io sto soffrendo come un cane a non avere la mia famiglia accanto da quando hanno chiuso i rapporti con me e sono una donna adulta grande e grossa, chissà che pena deve aver vissuto lei in tutti questi anni.
"Sì, è dietro quella porta. Se sei pronta la facciamo entrare, parliamo del piano e poi vi lasciamo un po' sole" dice Maca.
"Sì, vi prego" sorride Fatima nascondendo nuovamente il viso.
"Sei così uguale a lei" dico io.
"In che senso?" mi domanda.
"Lo vedrai" ammicca Maca voltandosi poi verso Palacios e facendogli cenno di far entrare Zulema. Non appena la porta si apre e lei ci vede, rimane immobile con lo sguardo fisso su Fatima. Una lacrima solitaria le scivola sul volto, poi si fa forza e cammina.
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Iguales o nada
FanficAvete presente l'attimo in cui ci si trova di fronte a un bivio? Sì o no. Giusto o sbagliato. Vero o falso. Amiche o nemiche. Cosa sarebbe successo nel carcere di Cruz del Sur se Macarena, il suo primo giorno, fosse davvero stata assegnata alla cel...