-8- "non pensavo che ti saresti buttata"

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Stacy
11 anni prima

Josh.
È riuscito a riportarmi alla realtà.

Mi tiene stretta fra le sue braccia cercando di fermare il mio corpo che trema e i miei singhiozzi, con mia madre capitano spesso queste situazioni, probabilmente lo sa anche ma non le importa.

È sempre stato così, mia madre che è troppo impegnata per stare con sua figlia, ma non con Ryan, lui è il suo preferito solo perché vuole diventare anche lui medico, io invece no, e per questo non le importa di me.

Con mio padre invece è completamente diverso, per lui non è un peso stare con me e mio fratello, non è un peso parlare con noi tutte le sere o anche mandare un messaggio per sapere se stiamo bene o come è andata la giornata, lui c'è sempre stato nonostante tutto.

Le mani di Josh mi accarezzano dolcemente i capelli facendomi calmare, e quando mi allontano e alzo il viso per guardarlo negli occhi, mi ci perdo dentro, in quel cielo in tempesta.

<< vieni >> il suo tono è stranamente più dolce del solito.

<< dove? >> chiedo.

<< lo vedrai >> dice poi afferrandomi la mano e uscendo dal bagno.

Appena vediamo il sorvegliante venire verso di noi cominciamo a correre verso l'uscita, e una volta fuori entriamo nella sua macchina.

<< non vuoi dirmi dove stiamo andando vero? >> chiedo dopo qualche minuto.

<< no, è una sorpresa >> dice con lo sguardo fisso sulla strada, annuisco e mi volto a guardare fuori dal finestrino, con il sole oscurato dalle nuvole scure, e il cielo che anche questo sta diventando poco a poco più scuro, probabilmente sta per piovere.

<< posso mettere la musica? >> gli chiedo.

<< si >> risponde concentrato sulla strada, accendo la radio e la collego alla mia playlist facendo partire "Perfect" di Ed Sheeran.

Comincio a canticchiarla sottovoce e questo gesto sembra far sorridere Josh che poco dopo comincia a cantarla anche lui, mostrandomi delle doti canore che non mi aspettavo avesse.

<< ma sei bravissimo! >> esclamo incredula.
<< lo so >> mi sorride.

Più o meno dopo trenta minuti siamo arrivati a destinazione, scendo dalla macchina e mi guardo in torno.

Mi ha portata in un bosco?

<< seguimi >> dice addentrandosi tra gli alberi, io lo seguo subito prima di perdermi.

<< perché siamo qui? >> chiedo estasiata dalla bellezza della natura, se avessi con me il mio quaderno avrei di sicuro provato a ricrearlo, nonostante sappia che una bellezza del genere non può essere ricreata.

<< c'è un posto che voglio farti vedere >> risponde aiutandomi a passare sopra un tronco di un albero che probabilmente è caduto, poi si posiziona dietro di me e mi copre gli occhi con le mani.

<< già non sono in grado di camminare dritta, se tu mi copri anche gli occhi potrei cadere in un burrone >> dico fermandomi.

<< prima di tutto, non ci sono burroni >> dice divertito.

<< e poi ti tengo io, sono pronto a salvarti se ne avessi bisogno. Forza cammina >> aggiunge, io comincio a camminare un po' intimorita, finché non lo sento fermarsi dietro di me.

<< ora puoi guardare >> dice togliendo le mani, e quella che mi ritrovo davanti è la cosa più bella che abbia mai visto, c'è un piccolo laghetto con una cascata, il verde tutto intorno rende il tutto più bello e mi accorgo di essere rimasta a bocca aperta.

<< niente male eh? >> lo sento dire dietro di me.

<< come sai di questo posto? >> mi volto verso di lui.
<< mia madre mi portava sempre qui con mia sorella a giocare >> dice con tono malinconico.

<< vengo qui di solito quando voglio stare da solo >> si volta verso di me.
<< ora però ci potrai venire anche tu, ti potrei accompagnare io dato che non hai la patente >> dice.

<< mi sembra un ottima idea >> dico sorridendogli, poi lo vedo togliersi la maglia e correre verso il ponticello che si trova davanti al laghetto e si tuffa.

Passano vari secondi e non lo vedo ancora risalire, perciò comincio a preoccuparmi.
<< Josh? >> mi avvicino e arrivo anche io al ponticello.
<< Josh se è uno scherzo non è divertente >> urlo ma niente, non risale.

Mi tolgo le scarpe e mi tuffo anch'io, cercandolo sott'acqua.
E me lo trovo di fronte che sorride, risalgo e aspetto che risalga anche lui.

<< stupido, mi hai fatta preoccupare >> dico schizzandolo.
<< scusa >> dice ridendo di gusto, lo osservo bene, il naso all'in sù che quando ride si arriccia, la dentatura perfettamente bianca e le labbra carnose distese in un sorriso.

<< non pensavo che ti saresti buttata >> mi prende in giro.
<< e cosa avrei dovuto fare? Chiamare i soccorsi? >> chiedo ironica << non ti avrebbero presa sul serio >> dice ridendo ancora.
<< già >> mi allontano un po' facendo in piccola nuotata sott'acqua e ritorno li.

——

<< sta già facendo buio, quanto siamo stati qui? >> chiedo.

<< più o meno tre ore >> risponde uscendo dall'acqua, esco anche io e cerco di strizzarmi i vestiti dato che non voglio bagnargli troppo la macchina.

<< in macchina ho una felpa, appena arriviamo mettitela o così bagnata prenderai come minimo una broncopolmonite >> dice raccogliendo da terra la sua maglia e il mio telefono che avevo lasciato lì prima di tuffarmi.

<< intanto tieni questa >> dice porgendomi la sua maglietta, la prendo e mi giro per indossarla, togliendomi la mia sento il suo sguardo bruciarmi addosso e dopo essermi cambiata la maglia mi giro, e come pensavo lo trovo a guardarmi, arrossisco e lui mi fa un sorrisetto per poi incamminarsi verso la macchina.

Una volta nell'abitacolo mi infilo sopra la sua felpa e intanto lui parte a una velocità elevatissima, di questo passo prenderà qualche multa o farà qualche incidente ne sono sicura.

<< paura mini Smith? >> chiede divertito vedendomi praticamente spiaccicata al sedile.

<< si >> dico.

<< non preoccuparti siamo quasi arrivati >> risponde e in effetti in pochi minuti arriviamo a casa mia.

<< ti porto io a scuola finché non torna tuo fratello >> dice.

<< non serve, posso anche prendere l'autobus >> gli dico perché mi sentirei troppo in colpa a farmi venire a prendere per una settimana.

<< non dire sciocchezze, ti ho detto che ti porto io. Non mi reca nessun disturbo >> dice come se mi avesse letto nel pensiero.

<< d'accordo, allora a domani >> dico scendendo dall'auto.

<< a domani mini Smith >> dice anche lui prima di partire alla stessa velocità con cui mi ha portata a casa.

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