35-"poligono"

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Josh
Presente

Mi sveglio sentendo qualcuno muoversi accanto a me, so che è lei perché riconoscerei il suo profumo anche a kilometri di distanza.
La mia mini Smith giace nuda accanto a me, con le nostre gambe intrecciate e i capelli arruffati.

Ho sempre pensato che sia la donna più bella al mondo e in momenti come questo mi rendo conto di essere perdutamente innamorato di lei dal primo giorno che l'ho vista.

Quando per poco non la mettevo sotto con la moto e lei non faceva altro che scusarsi. In realtà quella è la prima volta in cui ci siamo parlati, la prima volta che l'ho vista aveva quattordici anni ed era appena arrivata al liceo, era un piccolo uragano che rideva sempre, e aiutava sempre tutti.

Era molto timida, e se ne stava sempre a leggere oppure stava con Jacob, Ryan e Logan.

Dalla prima volta che l'ho vista ho pensato che fosse la ragazza più carina della scuola, e guardandola ora, mentre dorme, con il nasino all'in sù, le labbra schiuse e il respiro regolare, mi rendo davvero conto di aver perso qualcosa di speciale anni fa.

Mi perdo a guardare i suoi lineamenti delicati, i capelli arruffati e sparpagliati per il cuscino, la sua pelle liscia come lo era anche un tempo, e poi i suoi tatuaggi.

Sono pochi ma mi incuriosiscono e non poco.

Uno è sulla schiena, una farfalla piccolina, questo è più recente degli altri, lo capisco dal colore.

Il secondo è una scritta sul fianco, "Perfect" e non ne sono sicuro ma credo sia riferito alla nostra canzone.

Il terzo è sul braccio sinistro, un sole e una luna.

Invece il quarto si trova sul collo, anche questo è una scritta "IDFC" non so a cosa sia riferito e sicuramente le chiederò il significato di ognuno di questi.

<< quando la smetterai di guardarmi? >> chiede con voce impastata dal sonno
<< mai >> dico sorridendo nel sentire la sua voce appena sveglia.
Mi era mancata.

<< che ore sono? >> chiede alzandosi, non si cura neanche del fatto che è nuda davanti ai miei occhi, è semplicemente a suo agio
<< le tre del pomeriggio >> dico alzandomi anche io
<< ho dormito così tanto? >> chiede sconvolta
<< si >> dico prendendo un paio di mutande dal cassetto
<< comunque la casa è già pronta perciò possiamo tornare già oggi, ma dato che voglio farti vedere una cosa torniamo questa sera >> continuo
<< vai a vestirti, io ti aspetto in salotto >> dico in fine, lei esce un po' confusa e va in camera sua.

Intanto mi vesto anche io, metto soltanto un pantaloncino e una canottiera nera e poi le scarpe da ginnastica, mi lavo i denti e sistemo i capelli poi scendo.

Trovo Stacy in cucina, sta prendendo da terra le mutandine che ieri le ho tolto, con uno scatto le prendo dalle sue mani e per poco non mi cade addosso presa alla sprovvista.

<< queste le prendo io >> dico mettendomele in tasca
<< a cosa ti servono delle mutande da donna? >> chiede confusa
<< per tenere lontane le altre >> dico prendendole la mano, la vedo sorridere prima di trascinarla giù per le scale.

La porto al poligono che ho in casa, l'ho vista lanciare quel coltello e devo dire che ha una mira spettacolare, perciò voglio vedere come se la cava con le armi più pesanti.

Quando entra sorride nel vedere tutta la mia collezione di armi.
<< mi hai portata al poligono? >> chiede incredula
<< voglio vedere come te la cavi con le armi pesati, prendi quel cecchino e fai del tuo meglio >> dico indicandone uno.

Lei lo prende e con un sorriso inquietante lo impugna perfettamente, lo punta al bersaglio e in meno di un secondo la testa dell'omino di cartone è perforata. Sono decisamente stupito.

<< immaginavo che avessi una mira precisissima ma non credevo che riuscissi a sparare in così poco tempo >> dico incredulo.

<< ho dovuto farlo talmente tante volte che ormai è più semplice fare questo invece che dormire >> dice con un alzata di spalle
<< prendi la Beretta 92 >> dico, lei si avvicina e la prende.

Spara cinque colpi, due al cuore, uno al fegato, e due in fronte. La sua precisione fa quasi paura.

Quelli che dicono che le donne possono soltanto pulire, non hanno mai visto la mia piccoletta con una pistola in mano.

<< fucile a pompa >> dico curioso
<< sono troppo lontana, le probabilità che con il pompa lo colpisca sono pochissime >> dice
<< ma non zero, provaci >> sbuffa e ne prende uno.

Ci mette due secondi a sparare, mi avvicino un po' per capire se l'abbia colpito e come pensavo ci è riuscita, colpo dritto alle parti basse.

<< sei pazzesca, c'è qualcosa che non sai fare? >> chiedo stupito
<< faccio schifo a matematica >> dice posando il fucile
<< questo lo facevi anche undici anni fa >> dico sorridendo.
<< prima di venire ho chiamato il jet, andiamo a casa? >> chiedo prendendole la mano
<< andiamo >> dice un po' nervosa.

Ciaoo!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, magari fatemi sapere cosa ne pensate.

Comunque vi comunico che non manca tantissimo alla fine perciò cominciate già a prepararvi psicologicamente per i prossimi capitoli.

Detto questo ci vediamo al prossimo aggiornamento.
-Asia

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