27- "giu le armi"

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Presente

La paura che ho avuto in quel momento, quando ho sentito quello sparo, è terribile.
Questo tipo di paura potrebbe portarmi ad agire d'impulso, e facendolo potrei mettere a rischio la vita di chiunque mi stia attorno.

L'attimo dopo però, dopo aver visto che lo sparo non è uscito dalla pistola di Doron, e dopo aver visto che Josh sta bene, mi sono ripresa dallo stato di shock.

Il bambino che lavorava per Doron ha sparato, mancando però il bersaglio.

<< anche tu piccoletto mi hai tradito, dovrai pagarla anche tu >> afferma tirando fuori un'altra pistola.

Ora tocca a me.

<< premi anche solo uno dei due grilletti e ti faccio saltare il cervello >> sussurrò piazzandomi dietro di lui, gli sto puntando la pistola alla nuca.
<< non puoi farlo >> ringhia
<< si che posso, ricordi? Non hai firmato l'accordo, perciò posso anche ucciderti in questo momento >> rispondo
<< ma non lo farai >> intuisce
<< non lo farò perché so che un cervello, anche se piccolino, lo hai. E sono sicura che non ti metterai contro di me >> confermo
<< metti giù le armi >> dico.

Butta a terra le pistole comincia ad andare via.
Però nella direzione sbagliata, ciò significa che sta per fare qualcosa.

Fa per prendere un'altra pistola nella tasca della giacca, alla velocità della luce sfilo il pugnale dalla cintura e lo lancio.
Lo colpisco sull'avambraccio, facendogli cadere la pistola dalle mani.

<< dobbiamo andare >> dico a Josh.

Il ragazzino è scappato appena Doron si è incamminato in quella direzione perciò non posso aiutarlo.

Corriamo verso la macchina e una volta entrati accelero il più possibile per arrivare a casa.

<< se tutto va bene non morirà >> dico con tono pacato
<< e se morisse? >> chiede preoccupato
<< se morisse avrò un'altra morte sulla coscienza e qualche nemico in più, niente di che >> affermo calma.

Una volta arrivati a casa scendo dalla macchina e vado in camera a cambiarmi.
Indosso una tuta e un top, poi lego i capelli in una coda disordinata e scendo giù in palestra.
Comincio con le solite cose per il riscaldamento, poi passo al sacco da boxe.
Sferro pugni e calci con l'intento di calmarmi, non mi preoccupo tanto del fatto che sono le due di notte, se Josh vuole dormire può anche tapparsi le orecchie.

<< i tuoi colpi sono troppo deboli >> dice entrando in palestra
<< io non sarei tanto sicuro >> dico continuando a sferrare pugni al sacco
<< lo vedo da come tieni il braccio >> si piazza davanti a me
<< colpisci me invece del sacco, so che ne hai bisogno >> afferma convinto
<< non voglio colpirti >> dico sistemandomi le fasce sulle mani
<< si che lo vuoi, vuoi farlo da quando mi hai rivisto >> dice
<< hai ragione >> confermo.

Gli tiro un pugno sul naso, ruota la testa di lato.
Poi uno nello stomaco, si piega in due.
Poi però mi fermo, non voglio fargli troppo male.

<< continua >> mi incalza, faccio per tirare un calcio ma vengo bloccata, la sua gamba fa piegare la mia distesa e vado a terra.
<< hai abbassato la guardia >> mi porge la mano per alzarmi, mi alzo da sola e lo supero.

Vado verso l'uscita e lui mi segue, poi in un secondo mi giro e saltando gli tiro un calcio in pieno petto facendolo cadere a terra.
<< l'hai abbassata anche tu >> gli porgo la mano per alzarsi, la afferra, ma non faccio in tempo a capire che voleva buttarmi a terra, e atterro su di lui.

<< bastardo >> sussurrò tra i denti.

Mi alzo velocemente e prima di uscire mi sciolgo le bende dalle mani.

Poi esco fuori in spiaggia e aspetto che mi segua, perché so che lo farà.
Mi siedo sulla sabbia e mi perdo a guardare il celo notturno.

<< sei ancora nervosa? >> chiede sedendosi accanto a me
<< no >> rispondo, lui tace, anche lui concetrato a guardare la luna che splende davanti a noi
<< Chloe vuole che domani andiamo a cena da lei >> dico d'un tratto
<< la figlia di Ryan? >> chiede
<< si lei, ha detto che sei andato lì qualche giorno fa >> dico
<< avevo bisogno di parlare con un vecchio amico >> spiega leggendomi nel pensiero
<< e tu ci vuoi andare? So che non sei in buoni rapporti con loro >> chiede
<< ci andrò perché me lo ha chiesto Chloe >> dico
<< non si può dire di no a quel terremoto >> dico sorridendo
<< tieni tanto a lei, vero? >> chiede curioso
<< nonostante sia piccolina, mi ha aiutata tanto senza saperlo >> confesso.

<< Stacy, devo dirti una cosa >> dice, mi volto verso di lui preoccupata
<< so che hai letto la lettera solo ieri, e so che in questo momento pensi di avermi deluso, te lo leggo nel tuo sguardo.
Però voglio che tu sappia che non sono deluso, hai affrontato il dolore in un'altro modo e per di più hai indagato sulla morte di mia sorella, non potrei essere più fiero di te >> distolgo lo sguardo portandolo davanti a me.

<< Però vorrei che recuperassi il rapporto con Ryan, so che non tornerà come prima ma almeno parlatevi >> dice poi
<< tu... non sai cosa ho dovuto sopportare tutti questi anni. E Ryan, mio fratello, che avrebbe dovuto starmi vicino, non ha mosso un dito. Avrebbe potuto chiedermi "hey Stacy come stai?" o anche soltanto preoccuparsi del fatto che non fossi più a casa, ma non l'ha fatto.
Perciò Josh, non parlare senza prima sapere tutta la verità, e senza aver ascoltato entrambe le parti >> mi alzo ed entro in casa.

Hey
Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo e cosa ne pensate.
Finalmente sono in vacanza e aggiornerò più spesso.

Al prossimo aggiornamento
-Asia

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