32-"che i giochi abbiano inizio"

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Presente

Quando rientriamo in casa, ancora bagnati, Olga per poco non ci uccide, quindi le promettiamo che puliremo noi.
Andiamo in cucina per fare colazione ancora ridendo come due matti.

<< fa anche lei colazione Anastasia? >> chiede Olga entrando in cucina
<< si grazie >> le dico grata
<< di nulla, mi fa piacere che abbia cominciato a mangiare di più >> afferma lanciando uno sguardo a Josh.
Mi siedo sull'isolotto della cucina osservando Olga alle prese con la colazione e una volta finita di prepararla, esce dalla cucina lasciandoci soli.

<< oggi dobbiamo andare da Margaret ricordi? >> chiedo afferrando un pezzo di bacon
<< si lo so, però volevo andare anche da un'altra parte >> dice mangiando
<< dove? >> chiedo curiosa
<< devo andare a comprare delle cose, quando sono venuto non pensavo di rimanere qui per tanto, e tu verrai con me >> afferma
<< va bene, posso anche lavorare questa sera da casa, dovevo soltanto inviare delle mail. Ma a proposito di lavoro, tu quando lavori? Non ti ho mai visto fare niente se non in ufficio >> chiedo confusa
<< quando sono chiuso in camera mia sto lavorando >> dice facendo spallucce.
Mi alzo dalla sedia e mi incammino verso la mia camera per cambiarmi.

Indosso un top e un jeans nero con sotto i miei stivali al ginocchio.
I capelli li lascio sciolti lungo la schiena e poi prendo un giacchetto di pelle in caso dovesse fare più freddo.
Scendo trovandolo già pronto, seduto sul divano, con il mio vecchio sketch Book che non veniva toccato da anni.

<< l'ultimo disegno risale a undici anni fa >> dice girandosi verso di me
<< non hai più disegnato o hai cambiato quaderno? >> chiede alzandosi
<< non ho più disegnato >> dico facendogli segno di andare, lui viene verso di me e insieme usciamo
<< secondo me dovresti ricominciare, ti faceva stare bene, magari anche ora ti può aiutare >> dice salendo in macchina, io entro nello sportello del passeggero e poi parte.
<< non ho bisogno di disegnare per stare bene >> dico guardando la spiaggia californiana dal finestrino
<< so di cosa hai bisogno per stare bene, e se tu facessi come questa mattina, e lasciassi scogliere la corazza di ghiaccio che hai creato intorno al cuore, potresti averlo anche subito >> dice sorridendo
<< e di cosa ho bisogno? >> chiedo assottigliando gli occhi in due fessure, fa per parlare ma viene bloccato dal suo telefono che suona.
Lo prende e mette il viva voce per non distrarsi dalla guida.

<< Luis? >> chiede confuso
<< hola Josh, come va lì in California? >> chiede una voce squillante
<< sto bene, tu? >> chiede lui
<< anch'io sto bene, tra le donne si sta sempre bene. Comunque ho chiamato per sapere cosa dobbiamo fare con Doron, ho saputo che hai stretto un'altro accordo >> dice la voce al telefono tornando serio
<< ha dato problemi? >> chiede Josh riferendosi a Doron
<< no, ma in caso dovesse farlo? >> domanda Luis
<< in caso dovesse farlo avete il mio consenso per le armi pesanti >> afferma
<< okey, allora quando tornerai? >> chiede
<< ancora non lo so >> dice attaccando.

Rimaniamo in silenzio fino ad arrivare a casa di Marg, ognuno perso nei suoi pensieri.

Quando bussiamo, Marg apre subito, con in mano il vecchio album che racchiude le foto di Josh da piccolo.

<< nonna, ti dovremmo parlare >> dice Josh, notando anche lui l'album.
Marg ci lancia uno sguardo confuso, ci guarda entrambi e poi entra contenta di vedere di nuovo suo nipote.

<< siete già tornati insieme? >> chiede sedendosi sulla poltrona, noi ci sediamo sul divano.
<< no >> affermo subito.

Lei sembra rabbuiarsi, so che lei ci teneva molto al fatto che Josh avesse trovato una ragazza, ma poi lui è andato via ed è stata anche lei a tirarmi su.

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