CAPITOLO 36

1.9K 70 27
                                    

POV RAIN.

L'abbandono, chi ha sofferto di abbandono lo sa.

Sa così si prova quando ogni certezza svanisce, quando ogni sicurezza evapora e quando ogni cosa non va per il verso giusto.

Ma la cosa ancor più brutta è aver subito l'abbandono e non ricordarlo nemmeno, una strana sensazione di solitudine perenne che mi costringe a scappare da tutto e mi rinchiude nel mio baratro di tristezza.

Forse è questo il motivo per cui ho abbandonato Cassandra, forse è questo il motivo per cui ho rinunciato alla mia felicità con lei.

Stavolta per la prima volta nella mia vita sento una strana crepa nel petto se non sembra voler sparire, ho provato in questi giorni a vedere altre, a fare sesso.. mi sono inaspettatamente fermato sul più bello, non ci riuscivo.

Non volevo sporcare la mia pelle con altre.

Non volevo baciare labbra diverse.

Non volevo scopare corpo diverso.

Non volevo macchiare con qualcosa di futile ciò che abbiamo avuto perché anche se la cosa mi spaventa, so che io e lei le ultime volte abbiamo condiviso qualcosa di diverso, qualcosa di bello.

Molto di più del semplice sesso occasionale.

Lei sa dove toccarmi, sa dove baciarmi e sa cosa dirmi per farmi sentire bene ed ora mi manca terribilmente.

Che stia con quel tipo biondo? Lo odio, lo odio con tutto me stesso perché possiede qualcosa che vorrei con tutto il cuore ma che non sono ancora pronto ad ammettere di volere.

Che stupido coglione che sono.

Accendo un altra sigaretta ed aspiro facendo del male ai miei polmoni che pregano un po' di tregua, ultimamente sto fumando molto spesso, per compensare i vuoti.

<< Hei amico.. cosa ci fai qui tutto solo?>> mi avvicino ad un cane che si trovo sul bordo del marciapiede << Sai che non dovresti essere qui a quest'ora della notte? >>

Il cagnolino si avvicina a me e scodinzola, gli accarezzo la testa e prendo una bustina di snack che avevo nella tasca << tieni,
mangia.. >> lo lascio mangiare dalla mia mano mentre mi domando che differenza ci sia tra me e lui. Siamo entrambi soli, ad eccezione che lui non ha la possibilità di scegliere, mentre io si << Non hai una casa? >> chiedo come se io fossi capace di parlare agli animali, lui si gira a pancia in su per permettermi di accarezzarlo e noto che è una lei << Allora sei una cagnolina >> dico divertito, gli faccio due grattini e mi allontano poco dopo, ma cosa che mi fa sorridere e che vedo la sua figura seguirmi << Cosa fai mi rincorri? >> il cane prova a saltare sulle mie gambe << Vuoi venire a casa
con me?>> domando, abbaia e credo sia un si << Sai come ti chiamerò? >> la guardo ed una piccola macchia bianca nel suo manto nero << Luce, tu sei la piccola luce >>

Il mattino seguente mi sveglio con i postumi della sbornia ed un cane di cui occuparmi, ho fatto tutti i controlli necessari e mi sono accertato che non fosse di nessuno.

Ora sono il padrone di Luce. Almeno di questa luce.

Ho la testa che mi esplode e come sempre evito le chiamate di Daniel, non saprei cosa dirgli se non che non me la sto passano bene senza Cassandra. Odio ammetterlo ma ogni giorno che passa sento sempre di più la sua mancanza.

Come vorrei che fosse qui con me o come vorrei essere lì con lei ad allontanare quell'idiota del suo ragazzo.

Perché non sono lui?

Stavolta una chiamata con un numero che non conosco mi incuriosisce e mi costringe a rispondere << Chi è? >>

<< Il signor Rain? >> una voce femminile calma e composta risponde al telefono

<< Tu chi sei? >> domando confuso

<< Siamo l'ospedale Holiday, dove lei ha fatto gli accertamenti del sangue, è richiesto d'urgenza per problemi familiari.. >>

Cosa? Ma di che diavolo sta parlando?

<< Credo che tu ti sia sbagliata >> dico << Io non ho una famiglia.. >>

<< È stata la sua famiglia a dirmi di chiamarla, sono a conoscenza del suo status senza cognome ma loro insistono ad affermare che lei suo figlio.. >>

Suo figlio? Ma di che cazzo sta parlando?

<< Che? >>

<< Mi spiace, sono solo qui per fare il mio lavoro, se ci tiene ad avere delle risposte si presenti in ospedale.. >> la chiamata si interrompe lasciandomi con un enorme vuoto nel petto, cosa cazzo è appena successo?

Il cane corre verso di me provando a giocare << Non ora piccolina.. >> la allontano dolcemente << Io.. io devo andare >> sono confuso, molto confuso ma la sensazione di qualcosa di grande stia per accadere mi costringe a prepararmi in tutta furia e dirigermi all'ospedale dove ho scoperto che aver eredità un bel po' di soldi, non è molto lontano dalla zona in cui vivo e con la festa in pochi minuti sono già qui.

Il cuore stranamente mi implode nel petto ed il mio pensiero va a Cassandra, le stringerei la mano e lei mi tranquillizzerebbe.

Dio mi manca così tanto! Perché sono andato via? Perché l'ho lasciata andare?

Entro nel reparto A, il reparto dove sono stato convocato ed incrocio lo sguardo di tre persone, sembravo persone di alta borghesia, la donna anziana sembra essere uscita da un film dell'800, mentre i due uomini sulla mezza età indossano semplicemente uno smoking e mi fissano, mi fissano tutti con aria scioccata.

<< Albert? >> sussurra la donna avvicinandosi a me << Tu sei Albert? Mio nipote?>>

<< Credo che abbia sbagliato persona, il mio nome è Rain.. >>

<< No! No, sei tu, riconoscerei i tuoi occhi grigi così uguali a tuo padre a miglia di distanza..>> dice con le lacrime agli occhi ed io indietreggio, indietreggio spaventato.

Cosa cazzo sta succedendo?

<< Lasciami in pace.. >> prendo le distanze ancora di più pronto ad andare via

<< Albert, ti prego fermati, posso spiegarti tutto.. io sono la tua nonna, ho scoperto la verità solo ora, solo ora che tuo nonno è morto>>

<< Il mio nome è Rain! >> grido attirando l'attenzione dei due uomini in smoking che si avvicinano alla donna

<< Ragazzi, sto bene.. >> li rassicura << Ascoltami tesoro, tuo nonno ci ha ingannati tutti, credevano fossi morto.. in realtà ti aveva abbandonato.. >>

Dovrei scappare, scappare e gridare ma restò immobile.

<< Tuo padre aveva un'amante, quella donna era tua madre, e tuo nonno non accettava la loro unione, quando sei nato si è rifiutato addirittura di vederti, pensava che tu avresti rovinato la loro famiglia, così è stato ma non a causa tua >> dice in lacrime << tuo padre, mio figlio non amava la donna che era stato costretto a sposare ma amava tua madre e quando è morta in un incidente stradale, lui si è tolto la vita >> scoppia in lacrime sostenuta dai due uomini, io non capisco cosa stia accadendo << Tuo nonno mi ha detto eri morto, morto nell'incidente insieme a tua madre invece ti aveva abbandonato.. >> si avvicina << Credevo di averti perso, ed invece sei vivo, sei vivo e sei qui.. >> si avvicina stringendomi in un abbraccio che mi paralizza, tutto ciò che ho appena sentito e che sta accadendo è così assurdo da sembrare irreale.

Così irreale che mi quasi non cado per le vertigini, in un secondo la mia vita è cambiata.

Ho scoperto di avere una famiglia.

BUONGIORNO!

Oggi in quanti siamo?

RAIN.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora