CAPITOLO 2

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POV CASSANDRA.

La curiosità o l'attrazione sessuale verso quel ragazzo mi hanno portata a fare delle ricerche sui di lui e grazie alle mie conoscenze a scoprire un bel po di cose.

È davvero inquietante e misterioso come dall'apparenza, sono riuscita a risalire solo negli anni dove frequentava i Marines con Daniel per il resto ho carta bianca.

Non si sa nulla di lui, il suo cognome, dove vive, chi sia la sua famiglia.

È come se fosse privo di identità e di un riconoscimento nel mondo.

Mi ha cercato con l'intento di provocarmi ma il ragazzo non sa che a questo gioco sono più brava io. L'unica cosa a cui sono riuscita a risalire è un indirizzo, la casa dove viveva con Olivia, credo si chiamasse così e dove Laila è stata per un paio di settimane sotto protezione.

Non mi capita mai di fallire e devo ammettere che la cosa è davvero fastidiosa, ma non ho di certo il tempo per fare a pensarci.

Fisso l'orgoglio a pendolo e so che è l'ora di agire, Zio Tom, il mio patrigno mi aspetta per il mio "lavoro" e non posso proprio ritardare.

Ho rifiutato con riluttanza la cena organizzata a casa di Daniel e Laila con gli altri nostri amici, vorrei davvero avere una famiglia con cui divertimi ma per me il destino a scelto altro.

Non mi ha mai dato una famiglia, ne qualcuno di cui fidarmi. Mi ha portato via mia madre.

Mi tocco il petto aspettando di toccare l'unica cosa che lei mi ha lasciato prima della sua morte, la collana con la luce come pendente ma poi ricordo di averla persa mesi fa.

L'ho cercata ovunque ma sembra essere sparita nel nulla.

<< Sei in anticipo.. >> lo Zio Tom mi fissa aggiustandosi la patta mentre dalla sua camera esce una donna in intimo, distolgo lo sguardo

<< In realtà sono in perfetto orario >> mi limito a rispondere

Credo sia anche questo uno dei motivi per cui non credo all'amore, penso che il sesso sia solo uno sfogo fisico, ti provoca piacere ma non ti lega a qualcuno.

Non credo alla scintilla, all'amore, al colpo di fulmine, non ci credo perché non mi è mai capitato. Ne tanto meno ho intenzione di farmelo capitare, non ho tempo per pensare al mio benessere emotivo.

<< Qualcuno mi sta pedinando.. >> si poggia sulla poltrona lasciando uno schiaffo sonoro sul sedere della donna che ridacchia sgattaiolando via << Voglio che tu scopri di chi si tratta.. >>

<< Hai informazioni? Informazioni che potrebbero servirmi? >> cerco di investigare

<< Credo si tratti di qualcuno che vuol vendicare sicuramente qualche suo caro.. proverei a chiedere al Lux Night, in quel locale potresti trovare qualche risposta.. >>

Il Lux Night, è un locale noto per spaccio e prostituzione, mi è già capitato varie volte di presentarmi lì per una "missione"

<< Sarà fatto.. >> annuisco << Mentre per quanto riguarda il pacco >> prendo la borsa i soldi e li lancio sul tavolo << È stato consegnato.. >>

<< Non mi deludi mai cara Cassandra, se tua madre fosse viva sarebbe orgogliosa di te..>>

Orgogliosa di una ragazza di appena ventitré anni che passa la sua vita a fare la postino di droga e la notte nei locali malfamati?

Non era questo che avrebbe voluto per me, non era questo che io volevo per me.

<< Serve altro? >> mi limito a dire perché non ho molta voglia di ribattere

<< Dammi quelle informazioni, trova chi mi pedina e portamelo qui.. vivo o morto.. >> si alza dalla poltrona e ne se torna in camera << Conto sul tuo successo.. >>

Deve essere per forza un successo, la cicatrice che ho sul fianco mi ricorda che fallire potrebbe costarmi la vita.

I miei abiti non sono dei più presentabili, ed è quello che mi serve per entrare lì.

Ho una gonna corta con un piccolo spacco e metà del mio seno che fuoriesce dal top, torno nella mia auto sistemando il trucco e rendendolo più apparisce e quando mi fisso allo specchio vedo uno sconosciuto.

Non mi riconosco più.

Mi vergogno di ciò che faccio e di ciò che sono diventata.

Trattengo a stento le lacrime imparando che piangere ti rende debole e dopo essermi data una sistemata mi dirigo nel locale dove ho un compito da portare a termine.

Devo solo trovare le persone giuste, fortunatamente non dista molto dalla sede del boss, una sede che nasconde come ditta edile.

Il locale come sempre puzza di fumo e di sesso e all'entrata trovo Max, il bodyguard di turno.

<< Cassandra.. anche stasera festa? >> mi saluta calorosamente e se non fosse così buono sicuramente me lo sarei già scopato, è un ragazzo giovane e molto carino con tratti duri e decisi

<< Tanto per cambiare.. >> ammicco verso di lui << Mi farai entrare vero? >>

<< Il locale è al completo.. >> spiega << Ma per te potrei fare un eccezione >> apre la porta non prima di avermi fissato nella scollatura << Fa la brava.. >>

<< Difficile a dirlo.. >> fingo ed entro nel locale, la sensazione di disgusto mi coglie all'improvviso e sono costretta a tirar fuori tutta la calma possibile, odio questo posto e odio vedere la donna trattata come spazzatura.

Spogliarellista che si strusciano su uomini che infilando soldi nelle loro parti più nasconde, che poi tanto nascoste non sono.

Gente che sniffa sui tavoli ridendo di gusto e gente che balla in maniera alquanto spinta al centro della pista.

Noto gli occhi di molti addosso, tra cui anche quelli di alcuni degli uomini di Zio Tom, che mi conoscono bene, direi quasi che sono qui a proteggermi.

<< Un negroni! >> esclamo al barista

<< Non ti facevo di certo tipo da negroni..>> la puzza di alcool invade il mio naso e sono costretta a strizzare gli occhi

<< Doris cosa vuoi? Sei qui per portarmi le risposte che cerco o solo per provarci? >>

Doris è un socio del Boss, un uomo sulla cinquantina che ha il fascino di un ragazzino.

<< Non ho le risposte che cerchi ma potrei darti una notte indimenticabile.. >> mi provoca, aspetto che il barman mi passi il drink

<< Sarò costretta a rifiutare.. >> mi allontano lasciandolo solo e spaesato, deve essere davvero ubriaco.

Perlustro la zona con lo sguardo in cerca di risposte ed in certa di uno dei più fidati amici dello Zio Tom, credo che stasera non si sia presentato al locale facendomi perdere un bel po di tempo.

<< Cazzo.. >> ringhio tra i denti, cercando di fare lo slalom tra le coppie che quasi si fottono davanti a tutti, devo uscire in fretta da questo locale di merda, vedo fortunatamente che l'uscita sul resto è libera e mi ci fiondo a tutta velocità.

L'aria fredda notturna colpisce il mio corpo per di più scoperto e sono costretta a scaldarmi con le mani.

Alzo lo sguardo al cielo e noto che è pericolosamente serene, poche nuove e solo tante stelle.

Sono questi i momenti in cui mi capita di provare imbarazzato, il cielo mi guarda ed io sono sporca.

Sporca di droga, sporca di strada, sporca di una persona che realmente non sono.

Vorrei davvero che mia madre fosse qui, ci penso spesso e sono certa che la mia vita sarebbe diversa, una vita serena fatta con un bel futuro.

Invece ora mi macchio di un passato vergognoso e di un presente che sembra un inferno.

<< Oh, che sorpresa incontrarti.. >> una voce stranamente familiare alle mie spalle mi costringe a girarmi << Bambolina >>

RAIN.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora