Estratto n. 12

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07 novembre 2015


«Doukas, piantala di seguirmi. Non è divertente». Finsi di esserne infastidita. In realtà mi faceva piacere che lui fosse lì, di fronte alla porta della mia camera. Rimanere sola in quel momento era l'ultimo dei miei desideri. Insomma, avevo paura di essere pazza e mi ero convinta che Karter non voleva parlarmi.

Ma allora perché aveva voluto che lo seguissi?

«Come se non l'avessi fatto apposta» disse e io lo guardai interrogativa non capendo a cosa alludesse. «Ti sei fatta seguire fino a qui. Che ci facevi in cortile?»

«Perché sei qui?» chiesi annoiata sapendo che non avrebbe risposto, come al solito.

Invece, si appoggiò allo stipite con un sorrisetto da idiota. «Tu sei gelosa».

«Non direi, Doukas». Mi aveva appena visto seguire Karter... Perché darmi della gelosa? Mille altre domande o affermazioni avrebbero avuto più senso, a meno che lui non avesse visto Karter.

Quindi avevo visto un fantasma?

«Cerca di essere più convincente» ribadì e sì, era vero. C'era qualcosa che mi rendeva gelosa.

«Nora Marshall non sa cosa sia la gelosia» mentii spudoratamente, ma lo feci così bene che me ne congratulai da sola.

Approfittò di una mia distrazione e mi spinse in camera, chiudendo a chiave la porta dietro di sé. «Chiedimelo di nuovo» ordinò avvicinandosi.

Esitai qualche istante e poi, nonostante avessi paura della risposta, feci come disse. «Prima o dopo?»

Lui si avvicinò pericolosamente e mi sembrò di udire un rumore di ferraglia. Era la mia armatura che cadeva a terra.

«Da sempre».

Non afferrai subito cosa intendesse dire, ma i suoi occhi parlavano chiaro e mi ci persi.

«Non è divertente giocare così, rendi le cose troppo facili» riuscii a dire con il respiro che si era fatto pesante per la sua vicinanza. Avevo lasciato parlare il mio orgoglio.

«Lo sono mai state?» chiese Doukas ironicamente. Sapevamo entrambi che non lo erano mai state né lo sarebbero diventate il giorno dopo o quello dopo ancora.

«Non hai risposto» sottolineai.

«Sei tu che hai fatto la domanda sbagliata»

Non so chi iniziò dei due, ma ci trovammo aggrovigliati e in preda a una foga che faticavamo a gestire

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Non so chi iniziò dei due, ma ci trovammo aggrovigliati e in preda a una foga che faticavamo a gestire.

Ci baciammo e in quel bacio, pieno di desiderio, rancore, voglia e odio, bruciammo.

Passai le dita affusolate tra i suoi capelli setosi. Non resistetti e tentai di stringerli in un pugno. Erano troppo corti, così sentii le mie unghie graffiarlo leggermente.

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