01 luglio 2016
Ho sempre amato tutto di lei. Persino ciò che non comprendevo.
Avrei voluto amarla più a lungo, avrei voluto fare amicizia con i suoi demoni molto prima. Non le avrei mai fatto del male. L'avrei protetta persino da se stessa, ma lei non ha voluto.
E ora è come un angelo caduto. Danneggiata, corrotta e... dannatamente bella.
«Signor Marshall, cosa può dirci di sua sorella?» mi chiesero tutti i presenti quella sera. Avrei potuto e potrei ancora dire tante cose su di lei, forse più di quelle che si possano immaginare. Eppure, mi limitai a descriverla come «un paradosso. Il più incredibile paradosso che sia mai esistito».
Il poliziotto seduto sul divano mi chiese di essere più preciso, di fornire ulteriori dettagli.
Come se potesse comprenderla! Amarla, rispettarla. Apprezzarla nella sua eterna contraddizione che la rendeva armonica ai miei occhi.
No, la sua mente era troppo limitata per capire la mia Nora e il nostro amore, così non gli risposi.Lo guardai di sbieco e poi guardai lei.
Mi presi il mio tempo per pensare mentre la portavano via tra le luci blu e rosse, i bastardi. Mi ricambiò e io le sorrisi perché sarebbe andato tutto bene.
Lo sguardo che mi lanciò era colmo di rabbia, ma non potevo immaginare che arrivasse a questo.
Lei era Eleonora fottutissima Marshall e da quella notte lo avrebbero saputo tutti.
Nessuno escluso.
Me compreso.
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«Non ricordo un solo istante in cui non amai Nora. Lei era la mia bambolina e nessuno poteva toccarla se non io. Ero geloso di lei e di tutte le attenzioni che attirava. Era bella, bellissima e i suoi occhi, troppo grandi per il suo viso, mi facevano perdere anche la più piccola traccia di razionalità.
Quando si spaccò il labbro fu per colpa mia. E' vero, ma lei amava me. Doveva solo capirlo. Nel frattempo, però, nessuno me l'avrebbe portata via. La amo e se avessi conosciuto i suoi demoni prima di quel cazzo di giorno, l'avrei amata di più.
I miei genitori iniziarono a preoccuparsi quando morsi la mano di Harry Marshall, mio cugino, che le accarezzava la guancia paffuta. Iniziarono a preoccuparsi quando ruppi un braccio a un ragazzino che chiese a Nora di uscire. Come pensavano che avrei reagito? Che cazzo.
Fu allora che mi portarono da uno specialista in Texas, dove mi rinchiusero in un ospedale psichiatrico per riempirmi di farmaci e terapie di gruppo del cazzo. Convinsero tutti che mi avevano mandato da alcuni parenti in Nebraska per nascondere la verità. Ridicoli vero? I Marshall e il loro fottuto istinto di sopravvivenza e preservazione.
La diagnosi fu di schizofrenia erotomane. Secondo lo psichiatra ero morbosamente ossessionato da lei, al punto da scambiare ogni atteggiamento come una dichiarazione d'amore implicita.
Idiota incompetente. Se l'avesse visto con i suoi occhi avrebbe capito che non era solo nella mia testa. Nora era davvero innamorata di me anche se non lo avrebbe mai ammesso. Un po' per orgoglio e un po' per le convenzioni del cazzo a cui l'avevano incatenata. Quindi, dovetti fare in modo che lo capisse e lo accettasse. Chiaro, no?» e si grattò nervosamente la tempia, come a scavare tra i ricordi per ricostruire l'immagine di Nora.
«Quando tornai a casa dovetti continuare a prendere dei farmaci ma la vista di Nora ne annullava l'effetto così smisi di prenderli pressoché subito. Nascondevo le pillole nelle tasche dei jeans, quelle piccoline che nessuno mai calcola». Una pausa e un sospiro. Per un attimo, sembrò pentirsi di quel gesto insensato. Fu solo un attimo.
«E poi?»
«E poi le gettavo lungo la strada. Se le avessi ingoiate, non l'avrei potuta amare come meritava.
Sa, ogni volta che veniva nel mio letto per un brutto sogno o anche solo per dormire insieme, sapevo che mi amava. Si sentiva al sicuro con me perché sapeva, cazzo. Lei lo sapeva di amarmi!
Quando conobbe Nicholas Johnson, un viscido omuncolo che aveva osato chiamarla "puttanella", mi accertai che non potesse più farlo. Lo presi a calci durante una rissa. Rovinò il quindicesimo compleanno di Nora.
Stava raccontando un sacco di idiozie ai suoi amici e non riuscii a trattenermi. Non oso nemmeno ripetere cosa mi disse all'orecchio per farmi incazzare. Figlio di... Poi fu il turno di Karter e... beh, immagini la mia sorpresa quando scoprii che era il fratello dello stronzo di cui le ho appena parlato. Ah, cazzo» e Jacob si interruppe in una risata isterica mentre il dottor Herboury terminava di scribacchiare qualcosa con la sua calligrafia incomprensibile.
«Può bastare per ora, signor Marshall. Proseguiremo nella seduta di domani» e l'infermiere, un omone di cento chili, si avvicinò a Jacob per riportarlo nella sua stanza. Lui, senza opporre resistenza, gli camminò a fianco intonando la canzone che gli ricordava Nora.
«Don't go around tonight
Well, it's bound to take your lifeThere's a bad moon on the rise».
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La reclusione di Jacob Marshall presso l'istituto psichiatrico di Austin avvenne per mano di Vivianne Mhor. In una lettera lasciata da Eleonora, alquanto dettagliata, lesse la verità e il luogo dove era stato nascosto il fascicolo personale del paziente 0107. J. M.
Una volta recuperato il fascicolo, fu semplice per la detective Mhor raccogliere ulteriori prove.
Jacob, in quelle poche e sgualcite pagine, veniva dichiarato schizofrenico in seguito ad atteggiamenti ripetuti negli anni corrispondenti al profilo di un erotomane.
Fu grazie all'aiuto di Eleonora nella risoluzione del caso Johnson-Marshall che Vivianne venne promossa a capitano presso il dipartimento di Lancaster, ma rifiutò per andarsene a Dodge City, nel Kansas. La città in cui aveva sempre voluto vivere.
Jacob avrebbe passato almeno venti anni rinchiuso in una stanza di ospedale psichiatrico e Patrick ed Eloyse Marshall si trasferiscono nella tenuta in Texas.
Il corpo di Eleonora, venne restituito alla famiglia e dopo la cremazione, la sua urna fu riposta su una mensola nel mausoleo di famiglia nel cimitero di Trenton.
Insieme ad altri fiori, accanto all'urna, c'è un pezzo di carta con il logo del penitenziario di Huntsville. È un po' sgualcito e ripiegato su se stesso. Sopra vi è disegnato un piccolo cuore con all'interno una scritta "H.O.P.E." e una piccola saetta.
Sotto di esso c'è un loculo di marmo bianco con un piccolo vaso dorato da cui escono dei fiori freschi. Accanto c'è una targa su cui è inciso un nome che non era Marshall: "Doukas Stawks".
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NANA.
Mystery / Thriller🏆WATTYS 2022 mistero/thriller «Ho sempre amato tutto di lei. Anche ciò che non comprendevo. Avrei voluto amarla più a lungo, avrei voluto fare amicizia con i suoi demoni molto prima». Lei era solo una bambina quando incontrò il diavolo per la prima...