Estratto n. 9

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31 ottobre 2015

Scoccò la mezzanotte decretando così l'inizio del bacia, scopa e scappa.

Ancora sottosopra per la pacca di Doukas, mi riunii a Katy, Hanna e Liza, che stavano ancora ballando come forsennate. La musica si affievolì di colpo e un ragazzo della Gamma Omicron, verosimilmente il capoccia di turno, si impossessò del megafono. Si creò non poco scompiglio ed eccitazione in quel groviglio di testosterone ed estrogeni mascherati per Halloween.

«Prima di iniziare, facciamo un forte applauso per le nostre ragazze che hanno stracciato le Berkeley» incitò il pubblico dopo essere salito su un tavolo. Un fragoroso applauso sovrastò la musica di sottofondo. «Le ragazze di Yale sono le migliori... Capite che intendo?».

Le urla stridule delle ragazze la facevano da padrone nonostante i fischi e i versi da cavernicoli dei ragazzi. Sembrava di stare nel video di uno di quei balli di gruppo da gioco-aperitivo.

«Signori, avete avuto tutta la serata per scegliere la ragazza con cui fare qualche numero. Donzelle, preparatevi al peggio perché si sente puzza di sesso». Prese a sventolare un fazzoletto rosso in aria e terminò con un:

«Liberate gli ormoni e perdetevi tra le tentazioni, figli di donnacce! Ciò che succederà stasera, non verrà ricordato domani! Buon Halloween, bastardi!».

Mi guardai intorno e vidi Freddy Kruger puntare Hanna.

Oh Jay, pensai ridacchiando. La musica tornò a riecheggiare e sentii il bisogno di allontanarmi. L'alcol e il volume eccessivo mi stavano stordendo.

Mentre tutti si mettevano alla ricerca della ragazza da baciare nella speranza di andare ben oltre una semplice slinguazzata, io uscii sul retro e mi diressi fino al terrazzino, dietro quella che sembrava una fabbrica abusiva di birra e liquori.

Era oltre la piscina che strabordava di gente impegnata a darsi da fare che notai Katy con una ragazza della squadra femminile di nuoto. Ci misi un po' a capire che era una ragazza, non sembrava a giudicare dalle spalle.

Cercai di non attirare l'attenzione, ma essere la stella nascente di Yale vestita da sexy Ivy non mi aiutò a passare del tutto inosservata. Riuscii comunque a raggiungere la ringhiera del balconcino e guardai il campus da quella prospettiva. Cercavo qualcosa, ma non sapevo cosa, o forse lo sapevo ma non volevo ammetterlo.

«Credevi veramente di scappare?».

Tono arrogante, voce profonda ma non troppo e profumo di sesso in arrivo. Non mi servì voltarmi per sapere che si trattava di Doukas.

«E da chi? Da te o da Jason Voorhees?».

«Ti ho appena salvata da un Batman uscito da un porno anni Ottanta. Dovresti ringraziarmi».

Risi di pancia e commentai la sua battuta con finta delusione.

«E chi ti dice che volessi essere salvata?».

«Il tuo culo».

Okay, sapeva come attirare la mia attenzione. Mi voltai e lo beccai a guardarmi mentre si avvicinava lentamente, come se volesse gustarsi il momento. Si sfregava le mani come se stesse per metterle sul frutto proibito.

Me.

«E da quando il mio culo parla?».

Voleva giocare... Bene, avremmo giocato.

«Nana, il tuo culo dice un sacco di cose».

Mi fece voltare di scatto e dovetti tenermi alla ringhiera per non perdere l'equilibrio. Le sue mani mi bloccarono i fianchi e poi ridiscesero lungo le cosce. «Me ne chiede di continuo».

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