Trascrizione audio n. 79/2106

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17 gennaio 2016
Al di là del vetro


La porta della sala interrogatori si aprì producendo uno scricchiolio metallico.

I detective non parlarono fino all'accensione dei videoregistratori, alle spalle di Eleonora Marshall e delle due sedie, destinate a loro.

«L'interrogatorio ha inizio alle 13:49 del diciassette gennaio» disse il detective Ross sedendosi.

«Sono presenti nella stanza il detective Ross, il detective Costa e la signorina Eleonora Marshall, attualmente detenuta presso il penitenziario di Huntsville, Texas, per i seguenti capi di accusa: resistenza a pubblico ufficiale, minaccia e uso illegittimo di armi. Inoltre, la qui presente Eleonora Marshall è sospettata di omicidio di primo grado di Karter Johnson» aggiunse e la detective Costa fece scattare la sua Parker picchiettandola sul taccuino aperto.

«Sia messo a verbale che la detenuta rifiuta la presenza del suo avvocato, Patrick Marshall». Ross, prima di aprire il fascicolo guardò Nora come a chiedere se ne fosse sicura e lei non sbatté nemmeno le palpebre.

Le prime domande furono di carattere anagrafico e sociale, giusto per confermare le informazioni considerate preliminari ai fini di una confessione.

Fu alle 14:47 che ebbero inizio le domande riguardanti la relazione tra lei e Doukas.

Alle 15:36 si scoprì che i poliziotti lo avevano interrogato in seguito a una denuncia anonima per atteggiamenti violenti verso Karter Johnson e verso di lei. Vi erano talmente tanti dettagli che non poterono ignorarla. A tal proposito, fecero domande anche a sua madre e Nora affermò che si vergognava di lei.

La svolta avvenne alle 17:46.

Eleonora, da che si era limitata a rispondere alle domande con monosillabi e frasi poco articolate, cambiò il suo stile comunicativo. Fatto che non passò certo inosservato agli scrutatori nascosti dietro lo specchio a una via.

Loro erano lì per notare questi dettagli, la scelta linguistica e i linguaggi para e non verbali.

Nora disaccavallò le gambe, poggiando l'intera pianta dei piedi sul linoleum grigio e piantò i gomiti e gli avambracci sul tavolo, come a volersi imporre. Le dita affusolate si intrecciarono, dando un chiaro e forte messaggio di chiusura verso qualcosa che il profilatore non riuscì a identificare subito.

Raccontò tutta la sua storia, quella che aveva anche già messo per iscritto e che i detective, qua e là, interrompevano con domande trabocchetto per verificarne la veridicità.

Nora non diede segno di incertezza né si contraddisse.

Gli scrutatori pensarono che le possibilità fossero due.

La prima era che Nora fosse stata completamente sincera, ma in tal caso non si sarebbe spiegata la chiusura dimostrata fino a quel momento; oppure che la Marshall fosse molto brava a mentire, ma per confermare questa ipotesi, sarebbe servita una perizia psichiatrica che confermasse un disturbo ossessivo-compulsivo. Doveva essere un medico a dichiararla una bugiarda patologica.

Nora mantenne quella posizione fino a che giunse a narrare il momento in cui scoprì chi fosse l'assassino del suo ex allenatore e amante, Karter Johnson.

Fu allora che chiese di potere avere dell'acqua e una sigaretta.

«Non è concesso fumare» la rimbeccò la detective Costa.

Nora non la guardò nemmeno. Ghignò nella direzione del detective Ross e dopo un lieve sbuffo prese a parlare.

«Volete sapere com'è andata, no?».

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