07 novembre 2015
«È sempre stata a Yale in questi giorni?»
I convenevoli non erano certo il punto di forza dell'uomo che mi trovavo davanti, e nemmeno l'ospitalità. Risposi che ero arrivata a Yale da poche settimane e non avevo mai lasciato l'università a causa degli impegni dati dalle lezioni e dalla squadra di atletica.«Quando c'è stata l'ultima gara?»
«Giovedì scorso» risposi di getto e il detective mi incalzò con la domanda successiva.
«Dove si trovava venerdì sera?»
Non capivo cosa gliene importasse. Quell'interrogatorio iniziava a essere sempre più strano. «A una festa all'interno del campus. Si può sapere perché mi fate tutte queste domande?»
Sollevò da terra una scatola su cui era appiccicata un'etichetta bianca con alcune scritte sopra.
Sbiancai e temetti di svenire.
NHPD
Caso 153078/420
Persone scomparse
Karter Johnson
New Haven PD
Det. Ivan Lewis RossSollevò il coperchio e senza nemmeno cercare tirò fuori una busta. La spinse al centro del tavolo e io la guardai confusa, perdendomi ancora di più quando il detective mi chiese se sapessi a chi appartenesse quel telefono.
Certo che lo sapevo, ma non riuscii a rispondere subito. Era come se fossi diventata afona.
Persone scomparse... il suo nome... il suo cellulare...
Guardai il detective sbigottita e annuii con le mani tremanti.
«Kar-Karter» balbettai con un filo di voce e il cuore che batteva all'impazzata. Cercavo solo di ricordare come si respira. Lo fissai con un sguardo interrogativo, cercando delle risposte da lui. Purtroppo, non tardarono ad arrivare.
«Ne è stata denunciata la scomparsa dalla moglie».
Karter era scomparso e aveva una moglie. Non ero al corrente di nessuna delle due cose ed entrambe mi fecero gelare il sangue.
Il tempo si fermò e per un attimo anche il cuore. Per una volta odiai aver avuto ragione. Gli era successo qualcosa veramente e mi sentivo inspiegabilmente responsabile.
«Lo conosceva?» La domanda era retorica, era ovvio.
«Non ne sono più sicura, ora come ora». Motivai la mia affermazione spiegando che non avevo mai saputo avesse una moglie. «Era il mio allenatore prima del coach Taimes».
Il detective Ross chiese ulteriori dettagli sul tipo di relazione e non lo feci attendere.
«Ci siamo conosciuti a Newport, qualche anno fa. Lui era in trasferta con la sua squadra e la sera prima della gara ci incontrammo al Betsy bar. Passammo un po' di tempo al bancone chiacchierando e flirtando. Ci conoscemmo» e anticipando cosa il detective avrebbe chiesto, specificai «in senso biblico». Nel dirlo abbassai lo sguardo sulle dita che si stavano attorcigliando per il nervosismo.
«Continui» mi sollecitò.
«Il giorno successivo lo trovai allo stadio, sul campo. Finse di non conoscermi e mi chiese di fare altrettanto. Dopo la gara si avvicinò al coach Sevyrel e chiese di potermi seguire a tempo perso. Lui era allenatore di ruolo a Princeton già da un anno e, poiché puntavo all'ammissione a quell'università già da tempo, mi scrisse la lettera di raccomandazione e iniziò ad allenarmi in uno stadio a metà strada. Finché è stato il mio allenatore, non c'è mai stato nulla se non un rapporto professionale».
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NANA.
Mystery / Thriller🏆WATTYS 2022 mistero/thriller «Ho sempre amato tutto di lei. Anche ciò che non comprendevo. Avrei voluto amarla più a lungo, avrei voluto fare amicizia con i suoi demoni molto prima». Lei era solo una bambina quando incontrò il diavolo per la prima...