𝟓. 𝐋𝐚 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐞𝐭𝐭𝐚 è 𝐮𝐧 𝐛𝐚𝐜𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐯𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥'𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐢𝐬𝐨

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Secondo superiore

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Secondo superiore

Alessandro

Affondai dentro di lei con una spinta secca facendola gemere. Le misi una mano sulla bocca per evitare che potessero sentirla.

«Lo sapevo che non eri gay», sospirò Marica.

Non aveva fatto altro che stuzzicarmi tutta la settimana e alla fine, come un vero gentiluomo, l'avevo accontentata negli spogliatoi della palestra, mentre i nostri compagni di classe erano intenti ad allenarsi.

Marica era troppo magra per i miei gusti, con il suo culo a stento mi ci riempivo le mani e tutti quei versi che faceva, quasi volesse farsi cogliere in flagrante, mi innervosivano.

La voltai di spalle, spalmandole il viso contro le piastrelle sperando che così facendo avrebbe chiuso quella cazzo di bocca.

«Devo averlo lasciato qui, ne sono sicu...», la voce di Sofia si bloccò, ma arrivò alle mie orecchie come uno schiaffo, stordendomi.

«Vestiti», dissi a denti stretti a una Marica seccata dall'interruzione.

Mi tirai su i boxer e i pantaloni della tuta e mi voltai per affrontare Sofia, ma lei era già scappata via. Al suo posto trovai gli occhi accusatori di Valentina.

Uscii fuori dagli spogliatoi femminili e non appena avvistai la coda di cavallo di Sofia la raggiunsi. Era quasi arrivata nella palestra principale quando circondai il suo polso e la costrinsi a voltarsi.

Il suo volto faceva trasparire quanto fosse livida di rabbia e una parte di me sperò che vedermi in quelle circostanze con una ragazza avesse scatenato la sua gelosia.

«Che vuoi, Romeo? Lasciami subito!», mi ringhiò contro.

«Vorrei spiegarti...»

«Non credo ci sia molto da spiegare», sbottò con sarcasmo.

«È una settimana che Marica mi si propone in tutti i modi. L'ho solo accontentata», spiegai.

Sofia boccheggiò e sbatté le palpebre, allibita. Un'espressione schifata le si dipinse sul viso e tirò con forza il braccio per tentare di liberarsi dalla mia presa.

«Ma che buon samaritano! Non ti facevo così misericordioso. È stata dura, immagino», commentò sprezzante alzando il mento con fare altezzoso.

Lasciai il suo polso e incrociai le braccia. Sorrisi divertito dalla sua reazione. Era raro assistere a una Sofia Esposito che si esponeva così tanto. Ed era estremamente sexy con quello sguardo infuocato, la coda di cavallo perfettamente tirata, il corpo fasciato da un paio di joggers che le risaltavano il culo tondo e la vita stretta.

Sofia me lo faceva venire duro con un'occhiata, cose che non avevo provato con altre ragazze completamente nude.

«Prima scrivi nei bagni che sono gay e poi ti lamenti se accontento le ragazze che vogliono togliersi il dubbio. Sei gelosa, mutandina?», domandai riducendo la distanza tra noi, con il solo scopo di farla imbestialire.

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora