Epilogo

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Con questo epilogo,
la storia di Sofia e Alessandro sarà per sempre vostra.
Abbiatene cura.

Ve se ama,
🌷 buona lettura 🌷

Per me è importante vedervi partecipi e i vostri commenti mi fanno sempre un sacco ridere e scaldare il cuore, quindi grazie

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Per me è importante vedervi partecipi e i vostri commenti mi fanno sempre un sacco ridere e scaldare il cuore, quindi grazie. 🫶🏼🦋

Sofia

C'è qualcosa che lo rende nervoso e non sono più sicura si tratti solo della partita. Si è chiuso nel suo solito mutismo e cerco di farlo parlare invano.

È come se alzasse un muro invisibile intorno a sé, un muro che nessuno può attraversare, nemmeno io. Di solito succede quando è sotto pressione, quando una partita è particolarmente importante o quando qualcosa lo preoccupa.

Tuttavia, stavolta c'è una nota diversa, più profonda, che non riesco a decifrare.

«Ale, va tutto bene?», gli chiedo, accarezzando la sua guancia. Lui annuisce appena, senza distogliere lo sguardo dalla strada, anche se siamo bloccati nel traffico da dieci minuti. Le sue labbra si piegano in un sorriso, ma è uno di quei sorrisi che si fermano a metà strada, senza mai raggiungere davvero gli occhi.

La pioggia continua a battere incessante contro il parabrezza, trasformando le luci della città in una serie di riflessi sfocati e tremolanti. Siamo bloccati nel traffico, intrappolati in questa bolla di silenzio, e il tempo sembra dilatarsi all'infinito. Vorrei chiedergli ancora cosa c'è che non va, vorrei scuoterlo e costringerlo a dirmi la verità, ma ho paura di spingerlo troppo. Ho sempre rispettato i suoi tempi, ho sempre saputo che per lui parlare delle sue emozioni non è mai stato facile.

«Hai paura per la partita di domani?» provo a domandare, cercando di trovare una via d'uscita da questo silenzio che ci sta avvolgendo. «Lo sai che qualunque cosa succeda, io sarò sugli spalti a tifare per te».

Finalmente si volta verso di me, e per un attimo vedo un lampo di emozione attraversare i suoi occhi. Forse è sorpresa, o forse gratitudine, ma è così veloce che non riesco a coglierla del tutto prima che scompaia.

«Lo so, mutandina» mormora, e mi sorridedi nuovo. Un sorriso più dolce, ma ancora velato da qualcosa che non riesco adecifrare. «E significa molto per me».

Il traffico si sblocca improvvisamente, e Alessandro riprende a guidare, senza aggiungere altro. E io mi ritrovo a fissare il finestrino, guardando la pioggia che scorre lungo il vetro, cercando di non farmi travolgere dai pensieri.

Mi sento impotente, come se ci fosse una distanza tra di noi che non riesco a colmare.

Vorrei poter leggere la sua mente, capire cosa lo tormenta, ma sembra che ogni mio tentativo di avvicinarmi lo faccia solo allontanare di più.

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora