30. Mutandina > Bambi

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Alessandro

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Alessandro

Si allontana da me insieme a Marco. Lui le avvolge il braccio attorno alle spalle, come a volerla scaldare dal vento che si sta alzando o proteggere dal sottoscritto.
Buco le loro schiene a furia di osservarli nella speranza che Sofia si volti e lo fa. Mi lancia un'occhiata fugace mentre Marco cerca le chiavi della macchina.

Mi sono trattenuto con tutte le forze che avevo in corpo.
L'ha baciata.
Davanti a me.
Ho sentito il cuore incandescente e poi esplodere, trattenuto il fiato, la rabbia, tutto.

Avevo immaginato facesse male, ma non così tanto.

«Com'è andata?», Valentina mi affianca, ma i suoi occhi vagano alla ricerca del festeggiato, che è ubriaco da far schifo e si sta scatenando sulla pista da ballo improvvisata in giardino.

«È andato via con Sofia sulle sue gambe, quindi suppongo bene», sbuffo indispettito. Espello il fumo dalle narici per il nervosismo che ancora non mi abbandona.

Penso alla pelle liscia e bollente di Sofia che viene sfiorata da quel coglione, alle sue labbra carnose che si fanno baciare e...cazzo potrei mettermi a urlare come un fottuto pazzo. Vorrei fiondarmi in macchina e seguirli, costringere Marco ad accostare e prendermi Sofia di peso.

«Mi dispiace che tu l'abbia scoperto in questo modo», sospira e si posiziona meglio il blazer bianco sulle spalle.

«È il fatidico tizio di cui non dovevo preoccuparmi», scuoto la testa e ridacchio. «Ha avuto pure il coraggio di dirmelo in faccia, il coglione. Se non avesse avuto Sofia in braccio...», serro i pugni e affondo il mozzicone nel posacenere.

«Predichi bene e razzoli male, l'hai sempre fatto», mi accusa arcuando un sopracciglio verso l'alto. «Non sei forse tu quello che si è messo a raccontare i dettagli delle sue conquiste con lei di fianco?».

«Non ho sfiorato nessun'altra per mesi, perché il solo pensiero di avere addosso mani che non fossero le sue mi disgustava».

«Dalle foto in cui venivi taggato su Instagram sembravi tutt'altro che disgustato», il tono sarcastico che usa mi fa imbestialire.

«Ho diciotto anni e sono single. Non farò l'ipocrita. Non ti dirò che non sono stato con nessuna e che quelle erano delle semplici amiche, ma posso dirti con certezza che si trattava solo di sesso. L'idea di rendere una di loro la mia ragazza non mi ha sfiorato minimamente. Perché c'è solo una ragazza che voglio definire mia e quella è Sofia». Il pugno che sferro sul tavolo, fa tintinnare il centrotavola pieno di biglie di vetro. Valentina guarda la mia mano ancora serrata, poi i suoi occhi azzurri mi inchiodano.

«Io lo so, il problema è convincere lei», alza l'angolo della bocca, abbozzando un sorriso.

«Sei dalla mia parte?».

«La mia priorità è Sofia. Sono dalla parte di chi la renderà felice».

«È felice con lui?», chiederlo mi costa una fatica enorme. Prendo posto al suo fianco sulla sedia in metallo. «Dimmi di no».

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora