𝟐𝟕. 𝐁𝐮𝐨𝐧 𝐯𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨

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Sofia

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Sofia

Il tempo stringeva. Più il giorno della partenza di Alessandro si avvicinava, più sentivo il petto stretto in una morsa ferrea. Sorridevo, lo aiutavo a stilare la lista delle cose che gli sarebbero servite a Milano, lo accompagnavo per acquistarle, mi mostravo entusiasta e tentavo di sollevargli il morale ma, una volta tornata a casa, mi chiudevo in camera e con Darcy appallottolato sul grembo, scoppiavo a piangere come una cretina.

Pensavo a quando sarei entrata in classe e, voltandomi, non lo avrei trovato al suo solito posto accanto a Luca già intento a fissarmi. Pensavo a cosa avrei potuto fare la domenica pomeriggio al posto di andare al campo a tifare per lui. Riflettevo sul fatto che ero abituata a vederlo tutti i giorni e avrei dovuto invece abituarmi alla sua assenza fisica. Mi torturavo all'idea che lì avrebbe potuto incontrare un'altra, che nella mia testa era più bella, più intelligente e con un sofisticato accento milanese. La immaginavo bionda, con gli occhi castani, fissata con la coda di cavallo, i berretti e appassionata di pallone. Lei non avrebbe avuto bisogno che le venisse spiegato il fuorigioco, perché sapeva già cosa fosse. E non si sarebbe messa a imprecare contro l'arbitro per un cartellino giallo meritato perché, appunto, avrebbe capito che a sbagliare era stato lui.

Mi sentivo masochista e patetica. La mia insicurezza stava sfiorando picchi che non credevo di raggiungere.

Quello, però, era un giorno peggiore degli altri. Neanche il povero Darcy riusciva a tirarmi su di morale.

Mancava poco meno di una settimana alla sua partenza e, per la prima volta da quando mi aveva dato la notizia, Alessandro mi era sembrato felice di intraprendere quella nuova avventura.

Nella mia testa si erano susseguiti talmente tanti di quei pensieri distruttivi che mi ero vergognata di me stessa.

"Quindi fingeva di essere dispiaciuto".

"Non vede l'ora di andarsene, di lasciarmi qui".

"Tempo un mese e si scorderà di me".

"Doveva proprio accettare?"

"Perché l'ho convinto ad andare via?"

Egoista. Capricciosa. Stronza. Mi ero insultata nei modi più coloriti. Eppure, il bruciore alla bocca dello stomaco non si placava, mi ritrovavo spesso a sospirare e scoppiavo a piangere per i motivi più assurdi.

Alcuni esempi? Avevo pianto perché avevo visto un signore anziano acquistare un bouquet di rose rosse. E per aver visto un cane con il manto ingrigito. E per aver visto un piccione per strada e averlo collegato al Duomo di Milano.

Insomma, ero diventata ipersensibile. Forse fingere di stare bene, mi aveva fatto male. Sapevo solo che stavo di merda e non volevo che Alessandro lo scoprisse.

Alessandro

Le ultime tre settimane erano come volate. Avevo cercato di passare più tempo possibile con Sofia e i miei amici, ma non mi sembrava mai abbastanza. Pensavo a tutte le cose che sarebbero cambiate: nuova città, nuove conoscenze, nuova squadra, ma stesso sogno.

Avrei dovuto essere felice di quell'opportunità, ma allora perché non appena la voce metallica dell'altoparlante annunciò il mio volo, il cuore mi parve rallentare?

Sofia mi stringeva la mano e quando lasciò la presa, mi sentii vuoto e impaurito. Avrei tanto voluto portarla con me.

«Dovrei tornare da papà, venti minuti fa gli ho detto che poteva avviarsi verso la macchina perché lo avrei seguito a breve».

Differentemente da me, lei sorrideva e cercava di infondermi coraggio. Non avevo ascoltato una sola parola di quello che mi aveva detto, troppo impegnato a imprimere nella mente anche il più insignificante dei suoi dettagli.

«Dimmi una sola parola, una soltanto e io resto qui, con te», esplosi, prendendole il viso tra le mani.

Scosse la testa. «Va' e fai vedere a tutti il tuo talento».

Le sue dita sottili si posarono sulle mie. Un lieve sorriso le increspò le labbra. Avevo come la sensazione che si stesse trattenendo, che stesse soffrendo in silenzio come era solita fare.

«Ti renderò orgogliosa di me».

«Lo sono già».

Adagiai la fronte alla sua. «Prometti che mi dirai tutto, soprattutto se stai male. Prometti che tra noi non cambierà niente e che avrai pazienza. Prometti che uscirai e ti divertirai con Luca e Vale, ti prego, non rintanarti in casa. Prometti di mangiare, perché la salute viene prima di tutto. E...aspettami, tornerò ogni volta che mi sarà possibile, ma tu aspettami. E guarda le mie partite perché se farò goal, lo dedicherò a te, sempre».

Il volo venne chiamato un'ultima volta. Sofia puntò i suoi occhi bellissimi, pieni di lacrime, nei miei.

«Prometti che mi scriverai, non importa quanto sia tardi o se credi che sia un pessimo momento. E chiamami, perché la tua voce mi mancherà un casino. Non fare la testa calda, conta sempre fino a dieci prima di parlare quando sei arrabbiato. Prometti che non ti farai imbambolare da una ragazza solo perché conosce benissimo le regole del calcio e...».

«Ma quale ragazza?», sorrisi tra le lacrime.

«Shh, io so di cosa parlo. Dov'ero? Ah, sì. Studia, lo studio è importante. Non vorrai mica essere considerato un'atleta senza cervello? E poi...abbi cura di te, non far impazzire Nicola e chiama tua madre perché altrimenti si preoccupa. Prometti che non darai di matto e non ti farai film mentali a causa della distanza e che mi racconterai di tutte quelle che ci provano con te. Infine...».

«Alessandro, dobbiamo davvero andare, il gate chiude tra dieci minuti». Mi richiamò mia madre.

«Ti amo da impazzire, ricordalo sempre, soprattutto nei giorni più difficili». La strinsi a me, forte come non avevo mai fatto.

«Ti amo anche io, tantissimo», ricambiò l'abbraccio.

La baciai ancora una volta, perché il solo pensiero di non poterlo fare per oltre un mese era come una pugnalata.

E forse, fu proprio a causa di quel bacio e di quei pensieri che non ci feci caso subito. Me ne resi conto solo dopo essere salito sull'aereo.

Nessuno dei due aveva promesso.

Autrice
Buonasera e buona domenica a tutti!
Non c'erano molte parole che potessi scrivere riguardo a questa partenza.
Il prossimo capitolo, sarà l'ultimo della prima parte. Sarà suddiviso in tanti piccoli avvenimenti successivi alla partenza di Alessandro.
Dopodiché, si passerà al presente.

Cosa ne pensate a riguardo? Cosa credete accadrà? 👀

Spero di aggiornare quanto prima,
Un bacio e alla prossima,
Alexandria Lewis

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora