38. Cosa vuoi per colazione?

3.5K 152 84
                                    

Instagram: alexandria_lewis_writer
TikTok: alexandria_lewis_writer

Siamo a un passo dalle 90.000 letture, grazie con tutto il cuore. 🤧😭

Buona lettura 🧡

Buona lettura 🧡

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sofia

Sono avvolta da un piacevole tepore. Racchiusa in una morsa ferrea e al contempo delicata. Il mio corpo è intrappolato, ma per una strana ragione mi sento al sicuro. Qualcosa mi solletica il collo, faccio per liberarmene, ma la mia mano finisce su qualcosa di setoso e morbido.

Sono capelli.

Spalanco gli occhi e mi tiro su a sedere. La testa ruota di scatto verso destra dove, Alessandro Romeo, con il suo sguardo cristallino, ma ancora assonnato, mi fissa con un sorriso sghembo stampato in faccia.

«Buongiorno Esposito».

«Cosa ci fai qui?», vado dritta al punto.

«Avevi bevuto troppo e mi sono offerto di accompagnarti a casa perché non stavi bene. Prego, non c'è di che».

«D'accordo, grazie. Ma tu che ci fai proprio qui? Nel mio letto?», domando allarmata.

«Tesoro, credo che tu sia abbastanza intelligente da capirlo da sola», sorride ancora e io vorrei solo soffocarlo con il cuscino.

«Mi stai dicendo che abbiamo fatto sesso?», abbasso istintivamente lo sguardo, sono in pigiama, lui è a torso nudo.

«Mi ferisci così. Possibile che non ricordi niente?».

Gli lancio il cuscino addosso.

«Stupido. Perché cerchi di prendermi in giro? Non abbiamo fatto niente».

«E tu che ne sai? Non ricordi neanche perché sono qui nel tuo letto».

«Sono vestita».

«Questo non prova nulla. Sono stato io a portarti il pigiama», inarca il sopracciglio, sfidandomi apertamente.

Ho un vago ricordo di lui che mi lancia addosso il pigiama e mi chiede di rivestirmi. Guardo prima lui, poi me. Sbircio attraverso la scollatura per controllare se ho segni di morsi o succhiotti. Non c'è niente. Mi sfioro il seno all'altezza dei capezzoli e non sento nulla.

«Girati».

«Perché?».

Perdo la pazienza e mi avvicino a lui, scrutandolo minuziosamente. «Non ci sono i segni».

«Cosa?».

«Ecco», ora mi sento in imbarazzo. «Di solito...noi... dannazione, lascia stare. So che non abbiamo fatto niente, punto e basta».

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora