𝟐𝟑. 𝐒𝐨𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐳𝐞

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Terzo superiore

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Terzo superiore

Sofia

Nessuno dei due aveva aperto bocca. Mio padre e Alessandro qualche sera prima avevano parlato da soli per circa mezz'ora.

Avevo paura che mio padre lo avesse minacciato o gli avesse suggerito di lasciarmi a causa del suo trasferimento a Milano. Papà quando voleva sapeva essere molto convincente, ma con me, ad esempio, non aveva funzionato.

Non appena gli avevo detto che Alessandro sarebbe andato via, sembrava sollevato poiché era convinto che ci saremmo lasciati, ma quando gli avevo spiegato che non ero intenzionata a chiudere la storia con Alessandro, era andato su tutte le furie e aveva iniziato a elencare tutti i motivi per i quali due ragazzini come noi, non potevano intraprendere una relazione a distanza. Tuttavia, non avevo sentito urla ed entrambi sembravano calmi al loro rientro in casa, ma cosa si fossero detti di tanto importante, non mi era consentito saperlo.

«Solo un indizio, uno piccolo», insistetti mentre tentavo di sganciare il casco. Non ci riuscivo mai al primo tentativo.

«Ti ho detto di no, arrenditi.»

Alessandro, diversamente da me, riuscì a liberarsi subito del casco e a riporlo dentro la sella dello scooter. Dopo avermi osservato per tre volte fallire nell'impresa, decise di liberare lui la mia testa dalla protezione.

«Sappi che più mantieni il segreto e più mi incuriosisco.»

Mi fece un mezzo sorriso, uno di quelli che prima o poi mi avrebbero uccisa. Un miscuglio tra sexy e adorabile, con una sfumatura di divertimento. Si inumidì le labbra e mi strinse il viso tra le sue mani.

«Un giorno te lo dirò, promesso.»

Mi diede un leggero bacio a stampo come a sugellare la promessa. Sbuffai contrariata, ma decisi di non insistere più e di seguirlo verso la palazzina in cui abitava.

Alessandro ci teneva a farmi incontrare Nicola prima che ripartisse per Milano e a farmi conoscere Manuel, il compagno di sua madre. L'ultima volta che avevo visto suo fratello, risaliva alla quinta elementare. Gloria aveva messo al mondo due figli belli come il sole, non a caso la maggior parte delle foto appese nel loro corridoio, li ritraeva. I fratelli Romeo si somigliavano molto, ma gli occhi di Nicola erano più scuri, tendenti al blu. Inoltre, Alessandro aveva lineamenti più dolci, rispetto a quelli marcati del fratello maggiore.

«Non c'è nessuno?», domandai non sentendo alcun rumore all'interno dell'abitazione.

«Mia madre e Manuel dovrebbero arrivare nel tardo pomeriggio per preparare la cena, mentre Nicola non so dove sia. Forse è uscito per incontrare qualche suo vecchio amico.»

«A proposito di tuo fratello...», lo seguii fin dentro la sua camera. Alessandro era già intento a spogliarsi per stare più comodo. Mi imbambolai a guardare i muscoli della sua schiena. Il suo corpo era un'opera d'arte e io mi sentivo un'artista alle prime armi che contemplava un Michelangelo.

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora