𝟏𝟗. 𝐑𝐢𝐚𝐥𝐳𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚

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Terzo superiore

Alessandro

Dare inizio a una rissa durante una partita, non aveva impedito al mio allenatore di farmi da intermediario con i talent scout. Era passato un mese da quella partita, due settimane da quando ero stato contattato da uno dei talent scout presenti affinché facessi i bagagli e mi trasferissi a Milano per giocare nell' Under 18 dell'AC Milan.

Bennini, l'allenatore, aveva rischiato un attacco al cuore quando, il giorno dopo la telefonata, mi ero presentato agli allenamenti anziché prendere un volo diretto per Milano.

«È già un miracolo che ti hanno tenuto in considerazione dopo la rissa in campo, fare il sostenuto non mi sembra una scelta saggia», mi canzonò.

Ero chiuso nel suo ufficio dalla fine degli allenamenti.

«Non posso semplicemente mollare tutto e andarmene.»

«Sono occasioni che si presentano una sola volta nella vita!»

Annuii, concordando con lui. «Lo so».

«E allora cosa ci fai ancora qui?»

«Non voglio lasciare la scuola e i miei amici a metà anno. Non è possibile rinviare il trasferimento a giugno?»

La mascella di Bennini rischiò di sfiorare il pavimento. Gli sfuggì una risata isterica e si posizionò meglio sulla sedia girevole. I gomiti sui braccioli, le mani intrecciate sopra lo stomaco. «Siamo a dicembre. In questo settore sei mesi sono una vita. Ne esistono migliaia di giovani talentuosi pronti a dare tutto per realizzare il proprio sogno. Dov'è finita la tua grinta Alessandro?»

Vorrei dirgli che ho solo diciassette anni, che dovrebbe smetterla di mettermi tutta questa pressione, che il sogno persiste, più forte che mai, ma...non posso abbandonarla nel momento più difficile.

«La prego, ci provi almeno. Non posso andare via adesso».

Non potevo guardarmi allo specchio, ma ero sicuro che il mio sguardo fosse supplichevole. Bennini mi osservò in silenzio per qualche secondo per poi sospirare.

«Va bene, ma non ti assicuro niente».

Lo ringraziai e mi diressi verso l'uscita. Non sapevo se quella fosse la scelta giusta per la mia carriera, per il mio sogno, ma ero certo che lo fosse per il mio cuore.

Sofia era il mio cuore e in quanto tale non potevo vivere senza.

***

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora