46. Sesto senso

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🎆 Buon 2024 a tutti!! 🎇

Scusate per l'assenza prolungata, ho avuto un problema dopo l'altro. Sono entrata in un loop negativo ed è stato difficile trovare la voglia di uscirne. Mi aveva risucchiata nel suo vortice e mi prosciugava tutte le forze. 🫶🏼

🫣 Buona lettura 🫣

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Alessandro

Le urla si sentono da fuori il portone. È evidente che qualcosa non vada. Entro in casa cercando di fare meno rumore possibile. Adagio il borsone con cautela sul pavimento e tendo le orecchie per origliare la conversazione tra i miei genitori.

«Come hai osato presentarti al suo locale e minacciarlo? L'hai mandato in ospedale! Mi avevi promesso che lo avresti lasciato in pace», la voce di mamma è spezzata.

«E tu che lui sarebbe uscito dalle nostre vite», sbraita papà.

«Io ho mantenuto la mia parola».

«Ah sì? E come mai Manuel era alla partita di mio figlio?»

«È di questo che si tratta? Sei geloso perché qualcun altro tiene ad Alessandro come avresti dovuto fare tu?»

Un urlo mi fa scattare dentro la cucina. Papà ha afferrato mamma per i capelli. Se la porta a un palmo dal naso.

«Come osi? Se non ho potuto farlo la colpa è tua che mi hai spedito in carcere», la lascia andare così forte da farla finire per terra.

«Che cazzo stai facendo?», lo prendo alla sprovvista, allontanandolo da mamma con uno spintone e interponendomi tra loro.

«Tu fatti i cazzi tuoi, figliolo. Sono affari nostri, va' a farti un giro», sventola la mano per aria come se si trattasse di qualcosa di poco conto.

«Vattene immediatamente o chiamo la polizia e ti denuncio», lo minaccio.

Non mi prende sul serio, mi crede ancora il bambino che non lo giudicava poiché all'oscuro di tutto. Scoppia a ridere in un modo che mi fa accapponare la pelle.

«Dammi il tuo telefono», mi mostra il palmo della mano sinistra, mentre con la destra estrae una pistola da dietro la schiena e me la punta alla tempia.

«Il telefono».

Mamma gli urla contro di lasciarmi fuori da questa storia, io non mi muovo di un millimetro.

«Non hai paura che possa spararti?»

«Non lo faresti mai».

Fingo di essere calmo, ma il vuoto che sento allo stomaco e le gambe che tremano, dimostrano il contrario.

«Hai ragione, a te no, ma a lei sì», guida la canna della pistola verso mamma accovacciata sul pavimento. «Forse in passato non lo avrei fatto perché la consideravo l'amore della mia vita, ma dopo ha deciso di farmi arrestare e sparire. Vi ha fatto anche cambiare cognome. Mi ha voltato le spalle!»

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora