𝟒. 𝐋'𝐞𝐬𝐚𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐢

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Primo superiore

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Sofia

Lo rifiutai nel modo più gentile possibile, ma Giorgio smise di rivolgermi la parola. C'era un certo imbarazzo tra noi in classe perché lui non l'aveva presa bene, accusandomi di averlo illuso. Adesso mi guardava con astio, come se gli avessi fatto chissà quale dispetto, quando l'unica cosa che mi ero premurata di fare, era stata non prenderlo in giro.

Io lo avevo trattato come un amico. Se si era fatto un'idea sbagliata, non era colpa mia.

«Sofi, mi abbracci?», mugolò Luca poggiando il mento sopra la mia spalla.

Sorrisi al mio migliore amico e mi voltai per abbracciarlo. Luca era estremamente dolce e bisognoso d'affetto, l'esatto opposto di Diavolo biondo, che non faceva altro che prendermi in giro, stuzzicarmi e ribadire quanto io fossi insopportabile.

«È successo qualcosa?», domandai preoccupata.

«Si è fidanzata con quello stronzo», mi confidò.

Luca da qualche mese si era preso una cotta per una ragazza della 1A, ma lei si sentiva con un ragazzo del secondo anno, che aveva la reputazione da sciupafemmine.

«Ci ha perso lei, fidati. La dimenticherai presto. Vedrai che tra non molto lei si pentirà, ma tu starai con un'altra e le roderà il fegato», tentai di consolarlo.

«Stronzate», sbottò Alessandro, facendomi sussultare. Mi cinse i fianchi e mi spostò di peso, districando l'abbraccio con Luca e interponendosi tra noi. «Non le hai detto neanche che ti piace, è normale che lei abbia scelto quel coglione», canzonò l'amico. Poi si voltò e si abbassò alla mia altezza guardandomi in tralice. «Dai consigli di merda, non mi stupisce che tu non abbia un ragazzo, mutandina», mi sussurrò quello stupido nomignolo all'orecchio e poi si allontanò accennando un sorriso da mascalzone.

Non ho un ragazzo perché mi piaci tu. È per questo che la mia vita sentimentale fa schifo.

Mi sforzai di sorridere per non fargli capire quanto le sue parole mi avessero destabilizzata e incrociai le braccia al petto.

«Non ho un ragazzo perché non voglio, non perché non abbia pretendenti, Romeo», ci tenni a precisare.

Ed era vero. A parte Giorgio, c'erano stati altri ragazzi che avevano palesato un interesse nei miei confronti scrivendomi su Facebook per chiedermi il numero di cellulare, ma li avevo glissati tutti con la scusa di non essere pronta per una relazione.

Alessandro alzò un sopracciglio, incredulo.

Davvero credeva che fossi così anonima da non essere presa in considerazione da nessuno?

D'accordo, non ero bella da togliere il fiato, ma non mi definivo neanche brutta.

***

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora