50. Niente più segreti

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Sono le 4:50 del mattino e sto aggiornando, abbiate pietà di me.
Ve se ama.

🌷 Buona lettura 🌷

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Gloria

Il rientro a casa fu orribile, la tensione traboccava all'interno dell'abitacolo. Alessandro aveva chiesto a Luca e Valentina la cortesia di riportare Sofia a casa affinché lui e Gloria chiarissero un bel po' di cose.

Quella sua decisione la spaventò a morte. Per anni aveva cercato di sviare le domande sul suo passato, con i suoi figli era sempre stata piuttosto vaga, ma adesso la sua ex suocera l'aveva messa con le spalle al muro e avrebbe dovuto sviscerare tutto e sperare che suo figlio continuasse a guardarla con gli stessi occhi di sempre.

Presero posto in cucina, seduti uno di fronte all'altra.

«Non so da dove iniziare», si torturò le pellicine delle mani per il nervosismo.

«Dall'inizio. Voglio sapere tutto».

Alessandro le ricordava Franco in modo quasi doloroso. Certo, aveva gli occhi dello stesso colore di lei, ma la forma era tale e quale a quella del padre, così come i capelli biondi e mossi, la forma del naso e la bocca carnosa.

Più cresceva, più le ricordava il suo ex marito.

Gloria sospirò, sentendosi già stanca, prima ancora di iniziare a raccontare tutta la storia. Decise che avrebbe accontentato Alessandro.

«Sono sola al mondo dall'età di otto anni, quando i tuoi nonni morirono in un'incidente stradale. Fui sballottolata tra vari parenti, finché non venni affidata a una zia dalla parte di mia madre che era tutto fuorché responsabile e in grado di prendersi cura di una bambina di dieci anni. Era un'alcolizzata e una violenta. Aveva accettato di tenermi con sé solo per gli assegni che le mandavano ogni mese...», il ricordo di sua zia Antonella non la sfiorava da anni, quasi come se avesse cancellato quei sei anni trascorsi con lei. «Tutto questo per dirti che arrivai all'età adolescenziale senza una guida e incazzata con il mondo intero. Un mix perfetto e letale per finire in brutti giri».

Gloria raccontò al figlio di Giuseppe Del Caro, il suo primo ragazzo. Aveva quattordici anni e aveva appena iniziato le superiori quando lo incontrò. Era più grande di lei di quattro anni e pendeva dalle sue labbra manco fosse il Messia.

Tutto quello che faceva Giuseppe era trasgressivo e figo, dalle gare clandestine con le moto al fare uso di droghe leggere e non. Con il senno di poi Gloria si sarebbe presa a ceffoni pur di non dar retta a quell'idiota, ma ai tempi era abbandonata a sé stessa, senza nessuno che la mettesse in guarda da chi e cosa tenersi alla larga e, prima che potesse rendersene conto, iniziò a emularlo.

«Provai l'eroina per la prima volta a soli quindici anni, senza pensarci troppo, giusto per il gusto di farlo», spiegò piena di vergogna.

«Eri una ragazzina».
«Ero una ragazzina stupida». Per la prima volta dall'inizio del racconto, gli occhi di Gloria saettarono in quelli del figlio come a voler rimarcare quel concetto. «Il mondo è pieno di ragazzini spaesati, ma non tutti hanno fatto i miei stessi errori. Per questo mi definisco stupida e non sfortunata».

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora