𝟐𝟖. 𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐥'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐮ò 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐬ì

2.7K 121 36
                                    

Grazie mille per le 35000 letture 😭 🧡 

❤️‍🩹 Buona lettura❤️‍🩹 

❤️‍🩹 Buona lettura❤️‍🩹 

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

EPILOGO PRIMA PARTE

Alessandro

La prima settimana fu un incubo. Troppi cambiamenti tutti insieme. Il nuovo allenatore non aveva nulla a che vedere con Bennini, che si era preso cura di me con una premura quasi paterna. Per mister Villa ero solo un giocatore come tanti altri. Era circondato da un team di professionisti che ci dicevano cosa fare al posto suo e ci teneva a mantenere un certo distacco con la squadra.

La convivenza con Nicola non era rose e fiori come avevo immaginato. Tutte le coccole che mi riservava la mamma, con lui erano diventati un piacevole ricordo. Mi toccò iniziare a fare le pulizie, il bucato e imparare a cucinare qualcosa di non surgelato perché ero costretto a seguire una dieta rigida.

La mattina avevo gli allenamenti, il pomeriggio frequentavo le lezioni private messe a disposizione dal club e la sera potevo riposare.

Sofia mi mancava come l'aria. A causa della mia nuova vita programmata per circa dodici ore al giorno, riuscivamo a scambiare giusto qualche messaggio. La sera era il momento della giornata che preferivo, perché finalmente potevo chiamarla e sentire la sua voce dolce.

La calma durò poco. I primi problemi fecero capolino la settimana successiva. Ero già consapevole di essere un ragazzo geloso e possessivo, ma la distanza amplificò quei due tratti del mio carattere e, nonostante cercassi di tenermi tutto dentro, finivo per rispondere ai messaggi di Sofia in modo freddo, facendola preoccupare.

Le settimane successive non furono molto meglio. Per farla breve, il primo mese fu un inferno.

Era come camminare sopra cocci di vetro. In qualsiasi modo ci muovessimo, ci facevamo del male. Ovviamente, nessuno dei due aveva sul serio l'intenzione di ferire l'altro, ma succedeva ugualmente e, ben presto, quelle che un tempo erano delle semplici scaramucce risolvibili con un semplice bacio rubato o un sorriso, con la distanza divennero dei veri e propri litigi.

«Stasera esco», si allontanò dal telefono per aprire l'armadio.

«Con chi esci?»

«Mi sembra una domanda scontata», borbottò alzando due top verso la videocamera. «Quale dovrei indossare, secondo te?»

Passai nervosamente le dita tra i capelli. Era incazzata perché neanche quel fine settimana sarei riuscito a tornare a Roma, ma non potevo farci niente se il mister mi stava con il fiato sul collo. Il lunedì successivo avrei avuto la mia partita di debutto, dovevo dare il massimo.

Osservai le alternative. Uno era il top a corsetto che aveva usato a capodanno, l'altro era...non capivo neanche come fosse strutturato.

«Dove andate? E poi che cazzo è quel coso?», indicai la seconda alternativa.

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora