40. Sbollire

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Sofia

Prima del loro litigio, i cui dettagli sono noti solo ai due diretti interessati, mi è capitato spesso di sentirmi il terzo incomodo in presenza di Luca e Valentina.

Lui la guarda in un modo che farebbe tremare le gambe a qualunque ragazza. È completamente perso, andato, partito, cotto a puntino. Valentina non è da meno. In presenza di Luca tutta la sua spavalderia sembra cedere il posto alla codardia.

Non so cosa sia successo tra loro dopo che due settimane fa lui l'ha riaccompagnata a casa. Valentina dice di non ricordare niente, mentre Luca afferma che non è accaduto nulla degno di nota, eppure, ne sono sicura, qualcosa è successo, altrimenti non sentirei questa tensione nell'aria.

«Quando arriva Alessandro?», domanda Valentina, controllando per l'ennesima volta l'orologio al polso.

Non vede l'ora di svignarsela perché la presenza di Luca la mette a disagio.

«Se hai altri impegni con chissà chi, puoi andartene. A Sofia ci penso io», il suo tono è affilato come una lama. Guarda la mia amica con un sorriso tirato con il solo scopo di indispettirla e ci riesce.

«Non mi fido di te, De Angelis. Potrebbero sempre arrivare quelle vipere delle tue amiche e attaccare questo angioletto indifeso con le loro battute del cazzo», mi attira a sé e mi circonda le spalle con il braccio.

«Non permetterei mai loro di insultare Sofia in mia presenza», ribatte, divorando con lo sguardo lo spacco vertiginoso del vestito di Valentina.

Lei ridacchia, ma sento che sta tremando dalla rabbia.

«Giusto, l'unica persona che permetti di insultare in tua presenza sono io, me ne ero dimenticata», lancia una frecciatina con tanto di arco e arciere.

«Ragazzi...», tento di rimetterli al loro posto.

«Non so se dire la verità possa essere definito insultare».

«Luca!», lo richiamo subito, ma è troppo tardi perché Vale smette addirittura di respirare.

«Scusa Sofi, devo proprio andare da Gabri», scatta in piedi, le trema la voce, ci impedisce di guardarla in faccia nascondendosi dietro la cascata dorata dei suoi capelli.

Non mi dà retta quando la richiamo a gran voce, cercando di sovrastare la musica. Provo a seguirla, ma nonostante i tacchi a spillo che porta ai piedi, cammina spedita verso la calca di gente e la perdo di vista in un battito di ciglia.

«T'ha svaporato er cervello?», aggredisco Luca una volta tornata ai divanetti.

«No, sto 'na fiaba», afferma senza distogliere lo sguardo dal punto in cui è scomparsa Valentina.

𝐒𝐓𝐀𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora