I tre fratelli

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<<Forza Silente ci aspettano>>mi sorrise e scendemmo le scale.

Gli altri erano già a tavola. Ariana chiacchierava allegra con Bathilda, Abeforth, ascoltava in silenzio. Mi sedetti vicino ad Ariana, Gellert, vicino a me.

<<Bene, credo sia ora di fare le presentazioni. Questo è mio pronipote Gellert Grindelwald.>> Gellert si alzò, e fece un inchino scherzoso, poi si risedette.
<<Gellert questo è Abefort>> si strinsero la mano.
<<Questa è la meravigliosa Ariana.>> lei allungò la mano, per stringerla, nonostante, si fossero già presentati. Lui le gli prese la mano e gliela baciò, poi rise.<<Questo invece è Albus, ma vi conoscete già.>>Lui mi sorrise.

Cominciammo a mangiare. Gellert stava composto. E come la postura anche il modo in cui si portava il cibo in bocca era elegante. La sua elegantezza, metteva noi in secondo piano. Cominciai a notare quanto il Gellert che vedevo in quel momento, fosse differente da quello che avevo conosciuto quella mattina.

Abeforth lo guardava, tra un boccone e l'altro, coglievo nel suo sguardo imbarazzo, e invidia. A nessuno piace sentirsi inferiore.

Anche io come Abeforth, avevo paura di essere meno di Gellert, ma lo nascondevo meglio di lui.

Durante quella cena, non parlò nessuno, come se il silenzio, fosse l'unico argomento. Abeforth, teneva gli occhi sul piatto. Ariana, era pensierosa. Bathilda, sorrideva. Gellert aveva notato l'imbarazzo e dopo essersi guardato intorno mi diede un calcio sotto il tavolo. Lo guardai confuso, mi sorrise e fu il mio turno di colpirlo. Ringrazio Gellert per avermi aiuto a superare quell'imbarazzante cena di presentazione.

Dopo cena, Abeforth disse che aveva malditesta e scusandosi tornò a casa. Bathilda disse ad Ariana di seguirla ed entrarono in una stanza al piano di sotto. Le poche volte che Ariana, andava dalla signora Bath, andavano in quella stanza. Ariana mi raccontava che parlavano di cose da ragazze, le faceva provare i suoi vestiti di gioventù, e le mostrava le bambole da collezione. Non tornava mai a mane vuote. Io non ci ero mai stato.

Rimasi solo con Gellert. I miei pensieri, tornarono alla sua stanza, a tutti quei libri, a quel libro.
<<Ti piacciono le storie?>>chiesi.
<<Cosa?!>>
<<Ho visto che leggevi "le fiabe di Beda il bardo">>forse era troppo azzardato, ma ero sicuro, che stesse leggendo quella storia. La stessa che leggevo anche io tutta le sere.
<<Si. Si, mi piacciono le fiabe. Credo che in ogni storia ci sia un pizzico di verità>> disse rivolgendomi un occhiata strana, capìimmediatamente a cosa alludeva e fu allora che capii che io e Gellert, avremo fatto grandi cose insieme.
<<Lo credo anche io>> vidi una luce accendersi nei suoi occhi.
<<Cosa ne pensi...de...della storia dei tre fratelli>> chiese incerto, fu il mio turno di essere sorpreso.
<<I doni della morte>> dissi solennemente. Ci guardardammo.

Ariana e Bathilda, tornarono. Ari stringeva tra le mani un peluche azzurro. Ci fissavano curiose. Non raccontammo loro di cosa avevamo parlato, ne allora ne mai.

Salutammo e andammo via.

Entrati a casa, trovammo Abeforth già a letto, accompagnai Ariana in camera sua.

Quando fui da solo in camera, frugai nel cassetto ed estrassi, "le fiabe di Beda il Bardo" si aprì, dove le pagine erano più aperte, dove la carta era più rovinata. "La storia dei tre fratelli"

🟢(Se conoscete già la storia saltate questa parte)


"C'erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo qualche tempo, i fratelli giunsero a un fiume troppo profondo per guardarlo e troppo pericoloso per attraversarlo a nuoto. Tuttavia erano versati nelle arti magiche, e così bastò loro agitare le bacchette per far comparire un ponte sopra le acque infide. Ne avevano percorso metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata. E la Morte parlò a loro. Era arrabbiata perché tre nuove vittime l'avevano appena imbrogliata: di solito i viaggiatori annegavano nel fiume.Ma la Morte era astuta. Finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle.

Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo: una bacchetta che facesse vincere al suo possessore ogni duello, una bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte! Così la Morte si avvicino a un albero di sambuco sulla riva del fiume, prese un ramo e ne fece una bacchetta, che diede al fratello maggiore.

Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più la Morte e chiese il potere di richiamare altri dalla Morte. Così la Morte raccolse un sasso dalla riva del fiume e lo diede al secondo fratello, dicendogli che quel sasso aveva il potere di riportare in vita i morti.

Infine la Morte chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderava. Il fratello più giovane era il più umile e anche il più saggio dei tre, e non si fidava della Morte. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio Mantello dell'Invisibilità.

Poi la Morte si scansò e consentì ai tre fratelli di continuare il loro cammino, e così essi fecero, discutendo con meraviglia dell'avventura che avevano vissuto e ammirando i premi che la Morte aveva loro elargito.
A tempo debito i fratelli si separarono e ognuno andò per la sua strada.

Il primo fratello viaggiò per un'altra settimana o più, e quando ebbe raggiunto un lontano villaggio andò a cercare un altro mago con cui aveva da tempo una disputa. Armato della Bacchetta di Sambuco, non poté mancare di vincere il duello che seguì. Lasciò il nemico a terra, morto, ed entrò in una locanda, dove si vantò a gran voce della potente bacchetta che aveva sottratto alla Morte in persona e di come essa l'aveva reso invincibile. Quella stessa notte, un altro mago si avvicinò furtivo al giaciglio dove dormiva il primo fratello, ubriaco fradicio. Il ladro rubò la bacchetta e per buona misura tagliò la gola al fratello più anziano. E fu così che la Morte chiamo a sé il primo fratello.

Nel frattempo, il secondo fratello era tornato a casa propria, dove viveva solo. Estrasse la pietra che aveva il potere di richiamare in vita i defunti e la girò tra volte nella mano. Con sua gioia e stupore, la figura della fanciulla che aveva sperato di sposare prima della di lei prematura morte gli apparve subito davanti.
Ma era triste e fredda, separata da lui come un velo. Anche se era tornata nel mondo dei mortali, non ne faceva veramente parte e soffriva. Alla fine il secondo fratello, reso folle dal suo disperato desiderio, si tolse la vita per potersi davvero riunire a lei.
E fu così che la Morte chiamò a sé il secondo fratello.

Ma sebbene la Morte avesse cercato il terzo fratello per molti anni, non riuscì mai a trovarlo. Fu solo quando ebbe raggiunto una veneranda età che il fratello più giovane si tolse infine il Mantello dell'Invisibilità e lo regalò a suo figlio. Dopodiché salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, da pari a pari, congedandosi da questa vita."

Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello SpecchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora