La festa pt.1

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<<Non si arriva in ritardo ad una festa!>> disse Bathilda improvvisamente agitata.
C'era abbastanza freddo per essere estate, tirava un leggero venticello. Lo ricordo perché appena usciti, tutti i capelli mi andarono in faccia e Gellert rise. I suoi capelli d'altro canto erano talmente corti e lisci che si muovevano appena.
<<I tuoi capelli sono incorregibili Albus>> disse allora Bathilda.
Gellert trattenne un'altra risata, poi si avvicinò le sue labbra sul mio orecchio, "incorreggibili". Allungò la mano e mi spostò qualche ciuffo dal mio viso. Io rimasi immobile, quasi pietrificato. Il sorriso provocante che mi faceva sentire le farfalle nello stomaco gli morì in volto un istante dopo. Venne sostituito da un'espressione di pura rassegnazione. Mi rattrisii automaticamente anche io.

Eravamo rimasti indietro, Bathilda e Ari erano già avanti. Non sembravano essersi accorte della nostra assenza.
<<Potremmo scappare>> scappare, quel pensiero mi sfiorava la mente ogni giorno, scappare, scappare via, ricominciare da capo, abbandonare tutto. Ma subito dopo mi vergognavo di me stesso. Non potevo scappare, non potevo abbandonare Ari.
Non avevo mai espresso quel mio desiderio a nessuno, avevo paura di passare per codardo.
"Potremo scappare" questo bastò per farlo sorridere, si girò e mi guardò. Aveva la stessa espressione di quando avevamo esplorato insieme il mondo della magia oscura, la stessa espressione di quando avevamo fatto le foto. Dentro ai suoi occhi non mi sentii codardo, lui mi faceva sentire umano.
<<Non me lo ripetere due volte, Al>>

Non so cosa avrei detto, probabilmente qualcosa di cui mi sarei pentito. Ma non sucesse, Ari, si girò
<<Muovetevi voi due>> accelerammo il passo e le raggiungemmo.

Villa Wright era enorme, non era la prima volta che la vedevo, ci ero passato davanti tante volte, ma non avevo mai pensato di entrarci.
Da fuori si presentava come una gigantesca e elegante struttura, era molto vecchia. Mi fece ripensare alle rovine della villa, dove mi rifugiavo.
Era circondata da un giardino enorme, ben curato, l'erba non era né troppo lunga né troppo corta, brillava, per le piccole goccioline di umidità.
I fiori erano meravigliosi, neanche una dissonanza di colori, neanche un fiore appassito. A destra della casa c'era un labirinto, fatto da cespugli perfettamente tosati. Tutto il giardino era illuminato da piccole lanterne che emanava una soffusa luce giallastra che dava un senso di familiarità.

Uomini in abito e dame infiocchetate entravano e uscivano dal portone d'ingresso. Ci facemmo largo tra le persone. Non fu difficile, tutti al nostro passaggio si spostavano. "I Silente" continuavano a mormorare.

Gellert, si avvicinò come a darmi sostegno. Ma non parlavano, solo di noi.
" chi è quello??" E "che bel bocconcino!" e ancora "cercherà moglie?"
Ma a lui non sembrava interessare. Non gli interessava sposarsi, ne l'amore in generale pensavo. Inseguiva i suoi obbiettivi e non voleva nessuno da doversi trascinare dietro.

Entrammo in casa, l'ingresso era una gigantesca sala da ballo, infondo delle scalinate che portavano al piano di sopra. Il chiacchiericcio era talmente assordante che la musica era lievemente percepibile. Ancora non ballava nessuno, in pista vi erano cavalieri e dame intenti nella nobile arte del corteggiamento. Io di certo non ero un esperto in quel campo. Attraversavamo la sala in silenzio, io davanti, Gellert subito dopo di me. Ariana e Bathilda dietro

Ci venne incontro Penelope Wright, la figlia della padrona di casa. Aveva un anno in meno di me, lo sapevo perchè anche lei era di Hogwarts. Se si ricordava anche lei di me non lo diede a vedere. Il suo obbiettivo era LUI.
<<Voi siete il ragazzo nuovo vero? Io sono Penelope Wright, la padrona di casa>>
Mio padre, mi aveva insegnato che erano gli uomini a presentarsi, che dovevamo essere noi a fare la prima mossa e che le donne non dovevano fare altro che venir notate, la reputavo una cosa sciocca. Per quanto dunque la presenza di Penelope mi avesse infastidito ne ammirai l'intraprendenza.

Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello SpecchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora