non vendere la tua felicità

194 8 3
                                    

Era stato tutto spontaneo, non avevo riflettuto, né avevo pensato prima di fiondarmi a casa sua.

Era come se dovesse succedere, un attimo prima ero a casa mia, un'attimo dopo ero sul suo letto. Bathilda dormiva, non credo si sia accorta di niente, non credo che ci abbia sentito salire le scale, o che abbia udito i miei gemiti mentre in preda all'eccitazione sussurravo il suo nome.

Ricordo che la mattina dopo l'avevo guardato e avevo sorriso. Avevo spostato il lenzuolo dai nostri petti umidi e l'avevo osservato in tutta la sua interezza.

Sapevo che fingeva di dormire, la sua espressione non era rilassata come l'ultima notte che avevamo passato insieme. Voleva vedere cosa avrei fatto.

Così alzai la mano, lentamente e feci scivolare la punta del medio sulla sua pelle, dal petto passai all'addome seguendo la linea dei suoi muscoli definiti. Scesi ancora di più e allora lui mi afferrò la mano.
<<Non farlo mai più>> disse secco ricomponendosi, ma vedevo nei suoi occhi lo stesso desiderio della notte prima.

<<Ora che sono peccatore mi ami ancora?>>
<<Non ti amo per la tua innocenza>>
<<Finiremo all'inferno?>>
<<Se esiste un inferno c'è un posto per me da molto tempo>> Guardai in basso. <<Al, sei la persona più buona del mondo, non finirai all'inferno>> Non dissi niente.

Si mise a sedere, mi posò un bacio sul naso provocando un mio sorriso.
<<Che ore sono?>> chiese sbadigliando.

<<GELLERT, DORMI ANCORA?! IL PRANZO, SBRIGATI.>> Sentimmo Bathilda che si avvicinava. Poi la maniglia che si abbassava.
<<ZIA NOO! SONO NUDO>>
<<Scusa! Sbrigati però, Penelope arriverà a breve>>

Mi guardò.

<<L'avevo scordato>> disse. Mi lamentai.
Entrò in bagno e quando uscì io ero ancora sul suo letto, cercando il suo odore. Si avvicinò allo specchio, sistemandosi la camicia.
<<la bacerai?>> era lui quello geloso, sapevo che non l'amava che non l'avrebbe mai amata e che qualsiasi bacio non avrebbe significato niente, ma il pensiero di lei al mio posto mi faceva rabbrividire.
Non disse niente.
<<le chiederai di sposarti?>> forse sarebbe stato meglio, nessuno avrebbe sospettato e lui sarebbe stato al sicuro.
Non disse niente.
<<è l'unico modo, io starò bene>>
<<No, non è per forza l'unico modo!>>

Si avvicinò, mi strinse le mani, mi guardò negli occhi.
<<scappiamo!>>lo guardai con gli occhi sbarrati.
<<Qua non saremo mai liberi. Abbiamo un piano Al, una possibile pista, ma non possiamo rimanere quì. Non c'è niente per me o per te a Godric's Hollow.>>
Sorrideva, come sorrideva un prigioniero finalmente fuori dalla prigione. Ci eravamo costruiti una gabbia intorno, una gabbia di bugie, di aspettative e di sogni infranti. Eravamo forti abbastanza, potevamo scappare. Lui voleva scappare.

<<non posso abbandonare la mia famiglia>>ci misi tutta la forza di volontà che potei, sapevo quale era la cosa giusta da fare. Era rimanere lì, sopportare, stare accanto alla mia famiglia anche se avesse significato non essere felice. Eppure, non potevo non sognare di me è Gellert in giro per il mondo.
<<ti prego, dimmi che almeno ci penserai>>
Continuai a guardarlo.
Annuì triste, mi posò le labbra all'angolo della bocca e si diresse verso la porta.
<<Diatraggo mia zia, tu esci tra due minuti>>
Mi preparai e uscii da casa di sua come un ladro.

Dalla parte di Gellert
Albus amava la sua famiglia. Amava Ariana e amava suo fratello anche se litigavano sempre. Era una delle cose che amavo di lui, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro, stava rinunciando a sé stesso per loro. Eppure speravo, come un ragazzino che lui scegliesse me.
Non so se sarei riuscito ad abbandonarlo.
Penelope sarebbe arrivata a breve. E io ero lì in salotto a pensare a tutt'altro.

Bathilada, rovistava in un cassetto.

Sapevo cosa cercava, sapevo che il suo compito era sempre stato quello di trovarmi una moglie. Sapevo che mia madre le aveva dato l'anello di famiglia e che lei me lo stava consegnando.
Lo presi, lo tolsi dalla bustina.
Era un vecchio anello, ma molto prezioso, era d'oro e aveva incastonato un rubino di modeste dimensioni.
Me lo rigirai tra le mani, quello era il mio futuro, non avevo il potere di cambiarlo e la cosa mi faceva imbestialire. Non ero un bravo cagnolino, che si teneva al guinzaglio. Ero un'anima libera e volevo la mia libertà.

Suonò il campanello, mi feci scivolare l'anello nella tasca della giacca e andai ad aprire.
Ed ecco Penelope Wright in tutta la sua bellezza. Dietro di lei i suoi genitori.

<<buongiorno signori Wright, entrate prego>>
Li condussi in salotto e li feci accomodare sui divanetti, la cuoca servì l'antipasto, accompagnato da uno spumantino. La situazione era talmente formale e aristocratica da far vomitare.
Durante l'antipasto, durante tutto il pranzo non feci altro che pensare ad Albus. "Pensi che la bacierai" "non voglio farlo" "le chiederai di sposarti" "non voglio, non voglio". Ogni tanto dicevo qualcosa, qualche parole di cortesia, ma non ero veramente lì, non prestato davero attenzione.

Quando poi arrivò il momento, il mio cervello era impazzito, mi girava la testa e non capivo quello che facevo.
<<ti va di fare due passi?>> "è l'unico modo" "è l'unico modo" "lui starà bene, tu starai bene"
<<certo>>
le porsi il braccio e lei, si aggrappo a me.
La portai in una campagna, il sole di fine estate splendeva, il caldo non era afoso come quello di Luglio e il venticello rendeva il clima più piacevole.
<<è bellissimo quì>>
Era un prato verde, pieno di fiori, ricordo di pomeriggi passati con Albus passati in prati come quelli. Lei sorrideva e io continuavo a giocare con l'anello nella mia tasca. Lei sorrideva e io continuavo a mordermi il labbro. Lei sorrideva e io continuavo a pensare a lui.

<<volevi dirmi qualcosa in
particolare?>> sbattè le ciglia e mi ritrovai per la prima volta a pensare a quanto era strambo il genere femminile.
Erano bellissime, intelligenti, vivaci, coraggiose. Come aveva fatto dio a concentrare tutte queste cose in un solo genere. Certo, forza e potenza non erano aggettivi che appartenevano loro, ma infondo cosa erano in confronto alla loro audacia. Da sole, gestivano la famiglia, ammiravo molto l'indipendenza di mia zia. Da sole educavano i figli. Da sole si infiltravano nella società. Avrebbero potuto distruggere l'intero genere maschile, già all'epoca, eppure, si sottomettevano a noi.

Tutt'ora, alla fine della mia vita, non saprei dire se provassi interesse per loro, le ammiravo, questo è vero, ma l'unica persona che io abbia mai amato era lui.

<<sei bellissima>> lei sorrise.
<<ma non posso, non posso Pen, sono l'uomo più sbagliato e instabile che incontrerai nella tua vita. Non accontentarti del mio aspetto o dei miei soldi, ripudia la mia anima, perché ti spaventeresti nello scoprire quanto è oscura>> Continuai.
<<Non ho paura, sono pronta. Lasciami vedere le tue ferite e io le curerò.>>
<<non capisci?! non puoi e io non ti permetterò di rimanere ferita.>> pausa
<<è finita Pen, non ci sarà nessun noi. Scusa.>>

<<c'è un'altra?!>>
Perchè ci deve essere sempre un'altra! In ogni libro in ogni film, la dama dal cuore spezzato dà sempre per scontato che ci sia un'altra. È una cosa che non ho mai sopportato, se una persona non ti ama, non ti ama.
<<ci sei tu e ci sono io, e la nostra felicità è importante. Non vendere la tua felicità a qualcuno, sii felice e basta.>>
Dopo quello, corsi via.
Non potevo rimanere a Godric's Hollow. Non più, dovevo andare via. Le mie valigie erano già pronte, lo pianificavo da un po'.
Passai dalla finestra, le afferrai e andai verso casa Silente.

Non potevo andarmene se una parte di me rimaneva là.

N.A.

A questo punto, credo che sappiate cosa succederà nel prossimo capitolo.

Sto già piangendo. Aiuto.

***

Volevo dedicare un pezzo di questo capitolo a tutte le donne che oggi lottano per avere i loro diritti. Questo capitolo è per tutte le donne che oggi rischiano la loro vita per un obbiettivo comune. Nessuna donna deve essere sottomessa da un uomo. Le donne sono forti e indipendenti e qualsiasi legge sessista deve essere abolita.
Questo è per tutte le ragazze e donne coraggiose. Ogni piccolo gesto è importante.
Ricordatevi sempre che siete tutte bellissime, di qualsiasi colore, di qualsiasi nazionalità religione o sessualità.
Noi valiamo.

Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello SpecchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora