Solo io, solo tu

160 7 0
                                    

Dalla parte di Albus
Quando tornai a casa Abeforth non c'era, Ariana venne ad abbracciarmi.
<<Sei stato da Gellert?>> chiese stanca.
<<Scusa, avrei dovuto avvisarti>>
Sorrise, ma il suo sorriso era spento. La pelle era pallida e le occhiaie erano evidenti.
<<Non fa niente, Al. Non voglio che tu e Abeforth rinunciate alle vostre vite per me.>> sembrava che avesse letto i miei pensieri. Che si fosse accorta che desideravo scappare.

Abeforth non tornò nemmeno a pranzo. Finimmo di mangiare presto, Ariana era stanca, la mandai a dormire.
<<vai pure a dormire. Sarò qui quando ti svegli>> non le diedi nemmeno un bacio, nemmeno una carezza. Solo un sorriso. Lei ricambiò. L'ultimo sorriso. Bellissimo. Un bellissimo ricordo.

Abeforth tornò subito dopo.
<<Dove sei stato!>> urlò non appena mi vide.
<<Dove eri tu?! Mai, mai sono mancato. E proprio ora che la situazione sta peggiorando, tu approfitti di quattro ore di mia assenza per andare a fare chi sa
cosa!>>
<<Non ti azzardare a farmi la morale Albus, sei sparito tutta la notte! Pensavo fossi più forte invece ti sei fatto soggiogare da quello lì!>>
Forse aveva ragione, non ero stato abbastanza forte da controllare i miei sentimenti. Avevano preso il sopravvento sulla ragione.
E quindi? Chi dice che devono essere i sentimenti a essere sotto controllo?

Per anni li avevo messi a tacere, per anni li avevo nascosti in fondo a me stesso, per anni la ragione gli aveva proibito di uscire. Ora erano padroni. Grazie, o per colpa, di Gellert, erano loro a comandare me e la cosa non mi dispiaceva.

<<Io e Gellert abbiamo delle cose in comune che ti piaccia o no! Abbiamo degli obbiettivi che ho intenzione di raggiungere>> lui mi guardava scioccato .
<<Dimmi che scherzi!>> disse <<Ti prego dimmi che non hai intenzioni di partecipare a nessuno dei suoi piani>> Abeforth si era portato le mani ai capelli.
<<Non sai niente dei nostri piani!>> Gli dissi.
<<Quindi non vuole spodestare il governo per ottenere potere?!>> Sembrava così fottutamente ridicolo pronunciato da Ab, mentre era così dannatamente serio sulle labbra di Gellert.
<<Non...non proprio>> era così, era quello che volevamo fare.
<<Credete di essere meglio degli altri! Non siete nessuno! Siete due
ragazzini!>> con poche parole era riuscito a smontare le idee che avevo coltivato per tutta l'estate eppure non avevo rinunciato alla mia libertà, la volevo ancora.

<<Cosa ti ha promesso, sono curioso!>> Non risposi. Strinsi i denti. Stetti zitto.
<<Potere? Non te ne darà!>> urlò
<<Stabilità? Ricchezze? Ti prende in giro! Appena raggiunto l'apice ti farà cadere giù!>> non riuscii più a trattenermi.
<<Non lo conosci! Non lo conosci come lo conosco io! Non sai niente di lui!>>
<<Ti prego Albus, dimmi che non è come penso!>> ormai non urlava più, si lamentava. <<dimmi che voi non...>> non sapevo che dire e il mio silenzio gli bastò.
<<TU? Tu! Ma certo avrei dovuto capirlo! Cazzo CAZZO! Albus, Albus ascoltami, ti prende in giro, è ovvio che ti prende in giro si approffitta di te!>> lui si avvicinò, mi appoggio una mano sulla spalla. Lo spinsi via.
<<NO>>
<<Albus, puoi ancora sposarti, sei ancora in tempo, puoi salvate la tua vita. Non buttarla così. Non buttarla per lui. Puoi avere una moglie, ci sono le osterie in periferia per quelli come voi, puoi vivere una vita normale>>
Non potevo credere alle mie orecchie.
<<scherzi vero! Come puoi dire una cosa del genere! Osterie? Ti sembro il tipo!>> alzai leggermente la voce, facendo attenzione a non svegliare Ariana.
<<Non so cosa facciano quelli come voi! Non mi interessa! Non me ne frega un cazzo di cosa tu ne faccia del tuo cazzo. Ma lascia stare Gellert Grindelwald.>>

Come se l'avessimo chiamato, Gellert bussò alla porta.
<<Vado io>>sussurai rabbioso.

Appena aprii la porta me lo ritrovai davanti. Due grosse sacche in mano, i capelli spettinati, le pupille dilatate, la faccia da pazzo.
Mi prese le mani. Io lo fulminai.
<<Non mi importa se Abeforth ci vede Al. Non lo capisci? Sono libero!>>
<<Cosa hai fatto Gel?!>>
<<Ho mandato a monte il matrimonio! Non ci sarà nessuna Penelope Grindelwald.>> sgranai gli occhi.
<<Tu hai fatto cosa?!>> Non ci potevo credere.
<<Devo andare via, posso andare via! Vieni con me per favore. Non posso andare se tu sei quì>>

Abeforth ci raggiunse.

<<Non lo porterai da nessuna parte, frocio!>> credo fosse la prima e l'ultima volta che sentii quella parola da mio fratello.
Grindelwald mi guardò deluso.
<<Al, cosa hai fatto?!>>
Io scossi la testa.
<<Non ha fatto niente. Pensi che non me ne sia accorto?! Non sono stupido, so cosa stai facendo. Non distruggerai la mia famiglia!>>
Estrasse la bacchetta, ma Gellert fu più veloce "stupeficium".
Abeforth si alzò e lanciò un'altra maledizione ancora più potente, che fece cadere Gellert all'indietro.
Ricordo di aver pensato che non fosse possibile, ero di pietra, non sapevo che fare.

Mio fratello e il mio amante combattevano nel mio salotto e io ero lì senza far niente.
<<Figlio di puttana! Bastardo! Ti diverti? Ecco cosa sei! Un inutile mago che ama vedere la gente soffrire>> Gellert continuava a lanciare incantesimi silenziosi, non parlava ma la sua faccia diceva tutto.

<<Fai schifo! Sai che c'è? Fate schifo entrambi, vi credete migliori degli altri, poveri illusi.>> si voltò verso di me. <<Tu mi fai ancora più schifo, ti sei fatto abbindolare da un sempliciotto del genere?! Sei la vergogna dei maghi Albus Silente.>>
Se fosse stato qualcun'altro a dirlo, probabilmente avrei riso, ma dette da mio fratello, quelle parole avevano un peso diverso. Mi schiacciavano l'anima, stetti zitto ancora. Lo guardai e lui guardò me disgustato.
<<Crucio>> sentii.
Non gridai quando mio fratello si accascio a terra, si dimenava, ricordavo bene quel dolore.
<<GELLERT FERMATI>>
lui sembrava in trans, fù il momento peggiore della mia vita.

Dalla parte di Gellert
<<GEL TI PREGO.>> Albus mi guardava io guardavo lui. Era distrutto. Bloccai la maledizione. Ma Abeforth non era d'accordo, si alzò in piedi dolorante e sfogò tutta la rabbia su me e suo fratello. Volavano incantesimi per tutto il salotto, uno spettacolo di fuochi d'artificio.

Non mi preoccupai di Ariana, non mi preoccupai del fatto che potesse essere nella sua camera, che potesse assistere alla cosa. Diffendevo il mio onore. Non pensavo a niente.

Nessuno di noi pensava a niente.

Per anni ho immaginato come sarebbe andata se invece ci fossimo accorti di essere solo tre adolescenti incazzati:
<<Vi prego smettetela>> diceva Ariana. Allora ci guardavamo, ci sentivamo delle merde e abbassavamo le bacchette. Ariana, piangendo andava ad abbracciare i fratelli. Sarebbe soppravvissuta. Ma non andò così.

Tra le mille luci, non ci accorgemmo della sua esile figura che scendeva le scale.

Tra i mille rumori, non ci accorgemmo di lei che ci urlava di smetterla.

Tra le mille fatture non ci accorgemmo di quale la colpì.

Ci accorgemmo di lei solo quando con ancora un grido sulle labbra cadde a terra.
Il tempo si fermò, la stanza si bloccò.
Le luci cessarono, i botti s'arrestarono.
L'unica cosa che sentii furono le urla di Albus che sconvolto si buttava sul corpo della sorella.
La stringeva a sé, la chiamava ma lei non aveva alcuna reazione, alcun movimento.

Fu allora che in me avenne un profondo cambiamento. Avevo distrutto una famiglia, me ne resi conto solo allora. Mi resi conto di avergli rovinato la vita, che nonostante tutto aveva ragione Abeforth, ero un errore e non importava quanto lo amassi, sarei sempre stato un buco nero che assorbiva la sua felicità.

Vidi nella mia testa Albus alzarsi e urlarmi contro. Non l'avrei sopportata, la sua faccia nel momento in cui si sarebbe reso conto che era tutta colpa mia.

Non potevo fare niente di migliore di quello che feci. Andarmene.

Guardai Ariana, il suo profilo era sfuocato, vedevo i corpi dei tre fratelli formare un tutt'uno attraverso le lacrime che mi riempivano gli occhi.
Diedi un ultimo sguardo ad Albus. Il mio Albus, così giovane e fragile.

Poi corsi via.

Afferrai le valige e sbattei la porta. Destinazione ignota. Pochi risparmi nelle tasche.

Avevo pianificato ogni dettaglio della nostra avventura. Ma ero rimasto solo io.

N.A.

Questo capitolo mi spezza il cuore.

Ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino a qui.

Ho pensato di finirla quì, ma non sono pronta ad abbandonare Albus e Gellert.

La storia non finisce qui.

Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello SpecchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora